La santificazione

 

L'invidia

 

Che cosa è l’invidia? E’ il dispiacere che l’uomo prova a motivo del buon successo altrui. L’Ecclesiaste afferma infatti: "E ho visto che ogni fatica e ogni buona riuscita nel lavoro provocano invidia dell’uno contro l’altro" (Ecc. 4:4). Abbiamo un esempio di ciò nella seguente Scrittura: "Isacco seminò in quel paese, e in quell’anno raccolse il centuplo; e l’Eterno lo benedisse. Quest’uomo divenne grande, andò crescendo sempre più, finché diventò grande oltremisura. Fu padrone di greggi di pecore, di mandre di buoi e di numerosa servitù. I Filistei lo invidiavano; e perciò turarono ed empiron di terra tutti i pozzi che i servi di suo padre aveano scavati, al tempo d’Abrahamo suo padre" (Gen. 26:12-15).

"L’invidia è la carie dell’ossa" (Prov. 14:30), dice la sapienza; quindi consuma fino alle midolle chi vi cammina; è enumerata da Paolo tra le opere della carne (cfr. Gal. 5:20), e quindi noi credenti la dobbiamo fuggire.

Ma perché noi non dobbiamo portare invidia ad un fratello, se questo riesce bene nel lavoro od ottiene da Dio l’esaudimento di una sua particolare richiesta o se riesce nel ministerio affidatogli da Dio? Perché siamo membra gli uni degli altri e formiamo un unico corpo; perciò portare invidia ad un fratello sarebbe come se il mio braccio dopo che il mio occhio riceve un complimento per la sua bellezza si dispiacesse per il complimento che l’occhio ha ricevuto; o se un membro del mio corpo si arrabbiasse e si mettesse ad odiare l’altro perché non riesce ad esercitare la stessa funzione. Paolo dice che "se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui" (1 Cor. 12:26), questo è il giusto sentimento che deve dimorare in noi figliuoli di Dio; rallegrarci quando i santi vengono onorati da Dio. Come faceva Davide che nei Salmi dopo avere detto: "L’Eterno ti risponda nel dì della distretta... Ti dia egli quel che il tuo cuore desidera, e adempia ogni tuo disegno" (Sal. 20:1,4), dice: "Noi canteremo d’allegrezza per la tua vittoria, e alzeremo le nostre bandiere nel nome dell’Iddio nostro" (Sal. 20:5).

Certo, vi sono quelli che non fanno nessun caso della Parola di Dio e si levano, mossi d’invidia, contro dei fratelli perché vedono che Dio è con loro e li onora in un particolare ministerio; ma costoro non camminano in modo degno del Vangelo infatti la loro vita è disordinata; e a suo tempo il Signore gli renderà secondo le loro opere.

Tenete sempre presente che chi ha nel suo cuore dell’invidia amara in verso qualcuno agisce di conseguenza male in verso colui che è da lui invidiato; abbiamo una prova di ciò nel comportamento dei Filistei in verso Isacco perché essi gli empirono di terra tutti i pozzi che i servi di suo padre avevano scavato; ma anche queste altre Scritture lo confermano;

• "E i patriarchi, portando invidia a Giuseppe, lo venderono perché fosse menato in Egitto" (Atti 7:9).

• "Furon mossi d’invidia contro Mosè nel campo, e contro Aaronne, il santo dell’Eterno" (Sal. 106:16); queste parole si riferiscono a Kore, Dathan, Abiram e a tutti coloro che assieme a loro si levarono contro Mosè ed Aaronne, i quali accusarono Mosè ed Aaronne di innalzarsi sopra la raunanza dell’Eterno (cfr. Num. 16:1-3).

• "Or il sommo sacerdote e tutti quelli che eran con lui, cioè la setta de’ Sadducei, si levarono, pieni di invidia, e misero le mani sopra gli apostoli, e li gettarono nella prigione pubblica" (Atti 5:17-18).

• "E il sabato seguente, quasi tutta la città si radunò per udir la parola di Dio. Ma i Giudei, vedendo le moltitudini, furon ripieni d’invidia, e bestemmiando contraddicevano alle cose dette da Paolo" (Atti 13:44-45).

Ma l’invidia non la si deve portare soltanto ai giusti che Dio benedice, ma non la si deve portare neppure agli empi che prosperano; le seguenti Scritture lo attestano: "Non portare invidia a quelli che operano perversamente" (Sal. 37:1), e: "Il tuo cuore non porti invidia ai peccatori" (Prov. 23:17). Il motivo è sempre lo stesso; perché ciò non porta che al mal fare.

 

 Indice