Capitolo 4

Il peccato, la salvezza, la giustificazione, e la nuova nascita

 

IL PECCATO

La dottrina mormone

Noi non siamo considerati peccatori a motivo del peccato dei nostri progenitori. Il secondo articolo di fede dei Mormoni dice: ‘Noi crediamo che gli uomini saranno puniti per i loro propri peccati e non per la trasgressione di Adamo’ (James Talmage, op. cit., pag. 1). Così dicendo essi negano la dottrina del peccato originale secondo la quale l’uomo nasce con il peccato e quindi sotto la condanna in seguito alla trasgressione di Adamo, il primo uomo. Che sia così lo conferma Talmage il loro apostolo nel libro The Articles of Faith quando spiega che la debolezza fisica, la malattia e la morte sono entrate nel mondo a motivo della disubbidienza di Adamo ed Eva, ma che noi non siamo considerati peccatori a motivo della trasgressione dei nostri primi genitori. Costui dice: ‘(...) la giustizia divina vieta che noi siamo considerati peccatori solamente perché i nostri genitori peccarono’ (ibid., pag. 475). Bruce McConkie è più esplicito nel negare il peccato originale perché dice: ‘… la moderna Cristianità ha la falsa dottrina del peccato originale’ (Bruce McConkie, op. cit., 1993, pag. 550).

Adamo ed Eva sono degni della nostra riconoscenza per quello che hanno fatto. I Mormoni insegnano che se Adamo ed Eva [1] non avessero mangiato del frutto proibito non avrebbero potuto avere dei bambini infatti nel secondo libro di Nefi si legge: ‘Ed ora sappiate che se Adamo non avesse trasgredito, non sarebbe caduto, bensì sarebbe rimasto nel giardino di Eden [2] (...) Ed essi non avrebbero avuto figli; per cui sarebbero rimasti in uno stato d’innocenza, senza provare gioia, non avendo conosciuto la sofferenza; senza fare il bene, non avendo conosciuto il peccato’ (Libro di Mormon, 2 Nefi 2:22-23). Quindi per i Mormoni il peccato di Adamo fu indispensabile affinché l’uomo potesse moltiplicarsi, o meglio il peccato fu necessario per permettere a miliardi di preesistenti spiriti di venire sulla terra a incorporarsi in un corpo mortale prima di essere esaltati e divenire Dèi (in virtù delle loro dottrine sulla preesistenza degli spiriti e della esaltazione) [3]. Quindi noi dovremmo essere profondamente grati ad Adamo ed Eva per quello che essi hanno fatto, e difatti lo scrittore mormone John Widtsoe ha affermato: ‘Noi, i figli di Adamo ed Eva, possiamo essere ben fieri della nostra discendenza’ (Widtsoe John A., Evidences and Reconciliations, pag. 195; citato da Hoekema in op. cit., pag. 51); e Talmage: ‘I nostri primi genitori hanno diritto alla nostra più profonda gratitudine per la loro eredità alla posterità - i mezzi per guadagnare titolo alla gloria, esaltazione, e vite eterne’ (James Talmage, op. cit., pag. 70) [4]. Ma non solo; i Mormoni insegnano anche che Adamo ed Eva dopo avere peccato abbiano detto le seguenti cose; Adamo: ‘Benedetto sia il nome di Dio, perché a causa della mia trasgressione i miei occhi sono aperti, e in questa vita avrò gioia, e ancora nella carne vedrò Dio’; Eva: ‘Se non fosse stato per la nostra trasgressione noi non avremmo mai avuto posterità, e non avremmo mai conosciuto il bene e il male, e la gioia della nostra redenzione...’ (Perla di gran prezzo, Mosè 5:10,11).

L’uomo è totalmente libero. I Mormoni insistono molto sulla libera volontà dell’uomo; secondo loro con la caduta di Adamo l’uomo non ha perduto la capacità di scegliere la vita o la morte, il bene o il male. ‘L’uomo dunque è libero, secondo la carne; e tutto ciò che gli è necessario gli è stato accordato. E gli uomini sono liberi di scegliere la libertà e la vita eterna mediante la grande mediazione per tutti o di scegliere la prigionia e la morte, secondo la cattività e il potere del diavolo…’ (Libro di Mormon, 2 Nefi 2:27). Basandosi su questo ragionamento essi rigettano la dottrina della predestinazione: ‘La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi giorni rigetta la credenza nella predestinazione – che Dio determina la salvezza o la dannazione di ogni individuo’ (Encyclopedia of Mormonism, vol. III, pag. 1122).

Confutazione

L’uomo nasce sotto il peccato a motivo della disubbidienza del primo uomo e quindi è schiavo del peccato e solo per intervento di Dio può andare a Cristo per ottenere la vita

La Scrittura afferma che l’uomo nasce con il peccato perché Davide dice: "Ecco, io sono stato formato nella iniquità, e la madre mia mi ha concepito nel peccato" (Sal. 51:5), e che tutto ciò accade a causa della disubbidienza di Adamo perché Paolo dice che "per mezzo d’un sol uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato v’è entrata la morte, e in questo modo la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato" (Rom. 5:12). E’ bene ricordare anche che benché il peccato non è imputato quando non v’é legge pure "la morte regnò, da Adamo fino a Mosè, anche su quelli che non avean peccato con una trasgressione simile a quella d’Adamo" (Rom. 5:14), e questo sempre a motivo della trasgressione di Adamo perché è scritto che "per il fallo di quell’uno la morte ha regnato mediante quell’uno" (Rom. 5:17). Dunque, tra la caduta di Adamo e la promulgazione della legge gli uomini continuarono ad essere sotto il dominio della morte quantunque non avessero peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo.

La Scrittura afferma anche che gli uomini sono sotto la condanna a motivo di quell’unico fallo di quell’unico uomo secondo che è scritto ai Romani: "Il giudizio da un unico fallo ha fatto capo alla condanna" (Rom. 5:16), ed ancora: "Con un sol fallo la condanna si è estesa a tutti gli uomini" (Rom. 5:18); per questo rigettiamo la dottrina dei Mormoni che dice che ‘non c’è nessuna condanna per l’uomo che vive e muore senza conoscere le leggi di Dio’. Ricordatevi che la Scrittura afferma che non v’è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù (cfr. Rom. 8:1), e non dice che non v’è nessuna condanna per quelli che vivono e muoiono senza conoscere i comandamenti di Dio trasmessi tramite il suo Figliuolo [5]; dico questo affinché nessuno vi seduca con le sue dolci parole. Certo gli uomini peccatori, nel giorno del giudizio, saranno giudicati secondo le loro opere ma rimane il fatto che essi già quando nascono sono peccatori e sotto la condanna per colpa di Adamo. Quindi non è che gli uomini nascono buoni e puri d’ogni colpa e poi con l’andare del tempo peccando si corrompono; affatto, perché la Scrittura dice: "I disegni del cuor dell’uomo sono malvagi fin dalla sua fanciullezza" (Gen. 8:21), ed anche: "Gli empi sono sviati fin dalla matrice, i mentitori son traviati fino dal seno materno" (Sal. 58:3) (e tutto ciò a motivo della disubbidienza di Adamo). In quel giorno gli uomini che non si sono ravveduti dai loro peccati, saranno condannati e riceveranno la meritata punizione in base ai peccati che hanno commessi sotto la schiavitù del peccato che è entrato nel mondo per colpa di Adamo.

Abbiamo detto che l’uomo nasce sotto il peccato; questo significa che l’uomo è schiavo del peccato ed impossibilitato, senza l’intervento di Dio nella sua vita, a pentirsi e a scegliere da se stesso la via della vita. Questo è chiaramente attestato dalle seguenti parole di Gesù: "Niuno può venire a me se non che il Padre, il quale mi ha mandato, lo attiri…" (Giov. 6:44) [6]; e: "Niuno può venire a me, se non gli è dato dal Padre" (Giov. 6:65). E l’apostolo Paolo conferma questo concetto ai santi di Roma con queste forti parole: "Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia" (Rom. 9:16). E se qualcuno ancora dubitasse a riguardo si ricordi le parole di Gesù: "Non siete voi che avete scelto me, ma son io che ho scelto voi" (Giov. 15:16). In verità dobbiamo riconoscere che il fatto che noi un giorno siamo andati a Cristo per ottenere da lui la remissione dei peccati non è dipeso da noi, dalla nostra volontà, ma dal proponimento dell’elezione di Dio il quale, senza che noi sapessimo nulla, ci ha attirati in una maniera potente ed imperscrutabile a Gesù. Sì, noi ci siamo umiliati nel suo cospetto ed abbiamo implorato la sua misericordia per essere salvati ma è Lui che ha agito sulla nostra volontà, convertendoci. Lui di sua volontà ci ha rigenerati mediante la sua Parola; per questo diciamo di essere nati da Dio. Da chi è venuto il ravvedimento? Da Dio perché è scritto: "Iddio dunque ha dato il ravvedimento anche ai Gentili" (Atti 11:18). E da chi è venuta la fede che abbiamo riposto in Cristo? Sempre da Dio perché Paolo dice a riguardo di essa che "ciò non vien da voi, è il dono di Dio" (Ef. 2:8). A Lui sia la gloria in eterno. Amen. Ma che dire allora di tutti coloro che non pervengono alla conoscenza della verità perché o non hanno mai udito parlare del Vangelo o perché dopo averlo udito indurano il loro cuore e muoiono nei loro peccati? In base all’insegnamento della Scrittura ad essi Dio non ha voluto fare misericordia dandogli il ravvedimento e la fede perché erano dei vasi d’ira preparati per la perdizione. Anche a riguardo di ciò ci sono delle Scritture che attestano ciò. Per esempio a riguardo dei Giudei che benché avessero visto Gesù operare molte opere potenti avevano rifiutato di credere in lui, è scritto in Giovanni: "Perciò non potevano credere, per la ragione detta ancora da Isaia: Egli ha accecato gli occhi loro e ha indurato i loro cuori, affinché non veggano con gli occhi, e non intendano col cuore, e non si convertano, e io non li sani" (Giov. 12:39-40). Ed ai Romani si legge a riguardo sempre dei Giudei che non hanno creduto per ottenere la giustizia di Dio: "Sono stati indurati, secondo che è scritto: Iddio ha dato loro uno spirito di stordimento, degli occhi per non vedere e degli orecchi per non udire, fino a questo giorno" (Rom. 11:7-8). E nella prima epistola di Pietro, sempre di costoro, si legge: "Essendo disubbidienti, intoppano nella Parola; ed a questo sono stati anche destinati" (1 Piet. 2:8). "Tu allora mi dirai: Perché si lagna Egli ancora? Poiché chi può resistere alla sua volontà? Piuttosto, o uomo, chi sei tu che replichi a Dio? La cosa formata dirà essa a colui che la formò: Perché mi facesti così? Il vasaio non ha egli potestà sull’argilla, da trarre dalla stessa massa un vaso per uso nobile, e un altro per uso ignobile? E che v’è mai da replicare se Dio, volendo mostrare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con molta longanimità de’ vasi d’ira preparati per la perdizione, e se, per far conoscere le ricchezze della sua gloria verso de’ vasi di misericordia che avea già innanzi preparati per la gloria, li ha anche chiamati (parlo di noi) non soltanto di fra i Giudei ma anche di fra i Gentili?" (Rom. 9:19-24).

Noi non dobbiamo essere affatto riconoscenti ad Adamo ed Eva per essersi ribellati a Dio nel giardino d’Eden

Cominciamo col dire che non è affatto vero che se Adamo ed Eva non avessero peccato non avrebbero potuto riprodursi perché Dio diede loro l’ordine di crescere e moltiplicare prima che essi peccassero (cfr. Gen. 1:28); come anche non è vero naturalmente che essi con il loro peccato hanno permesso a tanti spiriti esistenti in cielo di venire a incorporarsi in un corpo mortale sulla terra (su questa dottrina torneremo più avanti). E meno che meno è vero che noi dobbiamo essere grati ai nostri progenitori per il loro peccato. Ma dove mai sta scritto una simile cosa nella Bibbia? Noi dobbiamo essere grati a Dio per averci salvati e dobbiamo esclamare come Paolo: "Ringraziato sia Dio del suo dono ineffabile!" (2 Cor. 9:15); o dire queste parole: ‘Ma sia ringraziato Iddio che eravamo bensì servi del peccato, ma abbiamo di cuore ubbidito a quel tenore d’insegnamento che c’è stato trasmesso; ed essendo stati affrancati dal peccato, siamo diventati servi della giustizia’ (cfr. Rom. 6:17-18); ma non dobbiamo essere grati ad Adamo ed Eva per avere peccato contro Dio e permesso al peccato di entrare nel mondo con tutte le sue nefaste conseguenze. La gratitudine si deve mostrare verso coloro che ci fanno del bene; e colui che ci ha fatto del bene è stato ed è Dio; egli è il nostro Benefattore che ha convertito il male compiuto da Adamo ed Eva in bene in nostro favore liberandoci dal peccato. A lui vada la nostra più profonda gratitudine, non ai nostri disubbidienti progenitori! Per quanto riguarda le parole attribuite ad Adamo ed Eva dopo che peccarono, esse sono false; quantunque noi non possiamo dire cosa essi dissero dopo avere peccato di certo possiamo dire che essi non si rallegrarono e non giubilarono come fanno credere i Mormoni. "Il salario del peccato è la morte" (Rom. 6:23), e non la felicità; e i nostri progenitori furono ripagati dalla loro trasgressione con la morte, la paura, l’infelicità. Questo lo si evince dalla Scrittura che dice: "E udirono la voce dell’Eterno Iddio, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l’uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza dell’Eterno Iddio, fra gli alberi del giardino" (Gen. 3:8). Perché si nascosero? Perché furono presi da paura a motivo della loro nudità. Ma come si può credere che Adamo ed Eva furono lieti di avere peccato?

 

LA SALVEZZA

La dottrina mormone

I Mormoni insegnano che ‘Cristo diede la Sua vita volentieri e volontariamente per la salvezza dell’umanità’ (James Talmage, op. cit., pag. 79). Egli ‘portò il peso dei peccati del mondo intero, non solo di Adamo, ma della sua posterità’ (ibid., pag. 76). In altre parole essi insegnano che Cristo offrì se stesso quale sacrificio espiatorio per i peccati di tutti. Talmage dice: ‘La dottrina dell’espiazione include la prova della divinità del ministerio terreno di Cristo, e della natura vicaria della Sua morte quale sacrificio preordinato e volontario, progettato ed efficace quale propiziazione per i peccati dell’umanità, diventando così il mezzo tramite cui può essere procurata la salvezza (salvation may be secured)’ (ibid., pag. 74). La salvezza da che cosa? Per quanto riguarda la salvezza i Mormoni fanno una distinzione fra salvezza generale e salvezza individuale.

La salvezza generale (o salvezza incondizionata). La salvezza generale è la salvezza dalla morte attraverso la resurrezione. Essa viene chiamata salvezza incondizionata perché viene concessa a tutti senza condizioni [7]. Joseph Smith Fielding ne diede questa spiegazione: ‘Quella significa ristorarci da questo stato mortale allo stato immortale; in altre parole darci la risurrezione. Quella viene a ogni creatura, non solo agli uomini ma anche ai pesci, agli uccelli del cielo e alle bestie della campagna (...) Esse tutte ebbero una esistenza spirituale prima che fossero posti sulla terra; quindi essi devono essere redenti’ (Doctrines of Salvation, vol. II, 10-11; citato da Hoekema in op. cit., pag. 58). Orson Pratt parlando di questa salvezza ha detto: ‘Noi crediamo che tramite le sofferenze, la morte e l’espiazione di Gesù Cristo, tutti gli uomini senza una eccezione, devono essere completamente e appieno salvati, sia il corpo che lo spirito, dall’infinito bando (endless banishment) e dalla maledizione ai quali vennero consegnati dalla trasgressione di Adamo; e che questa salvezza e redenzione universale di tutti gli uomini dall’infinita punizione del peccato originale, è effettuata senza nessun tipo di condizione dalla loro parte; il che significa che non è loro richiesto di credere o di pentirsi, o di essere battezzati o di fare qualcosa d’altro, al fine di essere salvati da quella punizione (...) L’uomo più giusto che sia mai vissuto sulla terra, e la persona spregevole più malvagia della famiglia umana, furono ambedue posti sotto la stessa maledizione senza nessuna trasgressione o causa da parte loro, ed ambedue saranno similmente redenti da quella maledizione, senza nessuna causa o condizioni dalla loro parte’ (citato da James Talmage in op. cit., pag. 477-478) [8].

La salvezza individuale (o salvezza condizionata). Ma oltre alla salvezza generale, c’è anche la salvezza individuale che consiste nell’essere salvati dal peccato e dall’inferno e fatti entrare nel regno celeste al massimo grado [9] (alla fine del millennio però e non subito dopo morti e questo perché coloro che se la sono guadagnata quando muoiono vanno in paradiso che per i Mormoni non è il regno celeste). E’ chiamata condizionata perché gli uomini la ricevono a certe condizioni; vediamo quindi come per i Mormoni si ottiene la salvezza individuale. Nel loro terzo articolo di fede essi affermano: ‘Noi crediamo che attraverso l’espiazione di Cristo, tutta l’umanità può essere salvata obbedendo alle leggi e alle ordinanze del Vangelo’ (James Talmage, op. cit., pag. 1). Che cosa intendono per ‘leggi ed ordinanze del Vangelo’? Lo spiegano nel loro quarto articolo in questi termini: ‘Noi crediamo che i primi principi e le prime ordinanze del Vangelo sono: primo, Fede nel Signore Gesù Cristo, secondo, Ravvedimento [10]; terzo, Battesimo per immersione per la remissione dei peccati; quarto, L’imposizione delle mani per il dono dello Spirito Santo’ (ibid., pag. 1) [11]. Inoltre, occorre ricevere la dotazione del tempio [12], e sposarsi per l’eternità in uno dei templi mormoni (questo tipo di matrimonio lo vedremo più avanti). Oltre a ciò, per essere salvati al massimo di gloria secondo i Mormoni, occorre praticare diversi precetti. Tra questi precetti c’è anche quello di non bere vino (e difatti la cena del Signore la celebrano con l’acqua [13]), né caffè e neppure tè [14], e quello del pagamento della decima [15]. Ci sono inoltre tutti quei precetti che ordinano di essere onesti e di praticare la carità verso il proprio prossimo. E, come vedremo dopo, tra le cose da praticare per i Mormoni ci sono anche le ordinanze a pro dei morti [16]. I Mormoni quindi vanno annoverati anche loro tra coloro che pensano di esser salvati per le loro opere buone. Non vi dimenticate mai quando li sentite parlare di salvezza che nel Libro di Mormon la salvezza non viene detto essere gratuita cioè per grazia infatti vi si trova scritto che ‘è per grazia che siamo salvati, dopo avere fatto noi stessi tutto il possibile’ (Libro di Mormon, 2 Nefi 25:23). Per farvi ora comprendere come i Mormoni, benché parlino di fede in Gesù Cristo non credono che l’uomo viene salvato soltanto mediante la fede nel nostro Signore Gesù Cristo, citerò queste affermazioni di due loro autorevoli esponenti; uno fu presidente e l’altro apostolo. Brigham Young disse: ‘Alcune delle nostre vecchie tradizioni ci insegnano che un uomo colpevole di azioni atroci e delittuose può pentirsi ed essere salvato sul patibolo, ed alla sua esecuzione potranno accompagnarsi le parole: Sia benedetto Dio, egli se n’é andato in cielo per essere coronato nella gloria per i meriti di Cristo il Signore! Questa è una sciocchezza. Una persona come quella non vedrà mai il cielo’ (Journal of Discourses, vol. VIII:61; citato da Walter Martin in op. cit., pag. 190). Bruce R. McConkie ha affermato: ‘La salvezza condizionata o individuale, quella che viene per grazia associata con l’obbedienza all’evangelo, consiste nel ricevere una eredità nel regno celestiale di Dio. Questo tipo di salvezza segue la fede, il pentimento, il battesimo, e la ricezione dello Spirito Santo, e la giustizia continuata fino alla fine della propria prova mortale (...) La salvezza nel regno celestiale di Dio, comunque, non è salvezza per grazia solamente. Piuttosto, è la salvezza per grazia associata con l’obbedienza alle leggi e alle ordinanze del vangelo’ (Bruce McConkie, Mormon Doctrine, 1993, pag. 669-670, 671). Dunque per riassumere, secondo i Mormoni per essere salvati occorre oltre che pentirsi e credere, farsi battezzare in acqua, ricevere il battesimo con lo Spirito Santo, la dotazione, sposarsi per l’eternità e perseverare nella giustizia fino alla fine. Essi affermano che ‘la redenzione dai peccati personali può essere ottenuta solo attraverso l’obbedienza ai requisiti del Vangelo ed una vita di opere buone. La trasgressione di Adamo essendo infinita nelle sue conseguenze, quelle conseguenze non possono essere allontanate eccetto che attraverso una espiazione infinita’ (James Talmage, op. cit., pag. 478-479).

Per essere salvati occorre credere in Joseph Smith. Gli uomini secondo la teologia mormone non possono essere salvati se rifiutano di credere in Joseph Smith. Per confermare ciò ecco le seguenti affermazioni fatte da Brigham Young e da Joseph Fielding Smith, che furono ambedue presidenti della chiesa mormone: ‘Nessun uomo o donna in questa dispensazione entrerà mai nel regno celestiale di Dio senza il consenso di Joseph Smith (....) Ogni uomo e ogni donna devono avere il certificato di Joseph Smith, junior, come un passaporto per la loro entrata nelle dimore dove sono Dio e Cristo (...) Io non posso andare là senza il suo consenso...’ (Journal of Discourses, vol. VII, pag. 289) [17], ‘Nessuna salvezza senza accettare Joseph Smith. Se Joseph Smith fu veramente un profeta, e se lui disse la verità (...) allora questa conoscenza è della più vitale importanza per il mondo intero. Nessun uomo può rigettare quella testimonianza senza incorrere nelle più terribili conseguenze, perché egli non può entrare nel Regno di Dio’ (Joseph Fielding Smith, Doctrines of Salvation, pag. 189-190). Ma perché viene data questa così grande importanza alla testimonianza di Joseph Smith? Perché lui è lo strumento scelto da Dio per ‘restaurare’ il Vangelo sulla terra per l’ultima volta. Sì, anche Gesù Cristo fu scelto da Dio per ‘restaurare’ il Vangelo sulla terra, ma purtroppo il Vangelo da lui ‘restaurato’ ebbe vita breve per cui fu tramandato ai posteri ‘mutilato’. Ci voleva quindi che Dio scegliesse qualcun altro per ‘restaurare’ il Vangelo in questi ultimi giorni. E siccome che i Mormoni ci assicurano che il ‘Vangelo’ restaurato da Joseph Smith non farà la fine del Vangelo predicato da Cristo Gesù è evidente che rigettarlo significa andare incontro a terribile conseguenze! Si spiega così il perché i Mormoni parlano più di Joseph Smith che di Cristo, del suo Vangelo anziché di quello di Cristo; della sua vita anziché della vita di Cristo. E’ lui in effetti che essi predicano, non Cristo e la sua parola di salvezza [18].

Il battesimo in acqua è indispensabile per la salvezza sia dei vivi che dei morti. Nel quarto articolo di fede mormone il battesimo è seguito dalle parole ‘per la remissione dei peccati’. Talmage commentandolo dice: ‘Il battesimo è necessario per la salvezza; perché visto che la remissione dei peccati costituisce uno speciale scopo del battesimo, e visto che nessuna anima può essere salvata nel regno di Dio con peccati imperdonati, è chiaro che il battesimo è essenziale per la salvezza’ (James Talmage, op. cit., pag. 128) [19]. Come potete vedere questa così grande enfasi che i Mormoni pongono sul battesimo attribuendogli il potere di rimettere i peccati assomiglia a quella che i Cattolici pongono sul loro battesimo. A differenza di questi però i Mormoni rifiutano il battesimo degli infanti (battezzano però i bambini quando raggiungono gli otto anni [20]) e la maniera in cui i Cattolici amministrano il battesimo cioè l’infusione [21]. Essi amministrano questo battesimo anche nei fiumi. E’ da tenere presente inoltre che per i Mormoni l’istituzione del battesimo per immersione risale niente di meno che ad Adamo, infatti fu Adamo (dopo avere peccato) il primo a ricevere il battesimo. Quando Dio si manifestò ad Adamo dopo la sua espulsione dal Giardino d’Eden gli disse: ‘Se tu ti volgerai a me, ed ascolti la mia voce, e crederai, e ti pentirai di tutte le tue trasgressioni, e ti farai battezzare in acqua, nel nome del mio Unigenito Figlio, che è pieno di grazia e verità, che è Gesù Cristo, l’unico nome che sarà dato sotto il cielo per mezzo del quale la salvezza verrà ai figli degli uomini, tu riceverai il dono dello Spirito Santo, domandando tutte le cose nel suo nome, e qualsiasi cosa domanderai ti sarà data… E avvenne che quando il Signore ebbe parlato con Adamo nostro padre, che Adamo gridò al Signore, e fu afferrato dallo Spirito del Signore, e fu portato dentro l’acqua, e fu posto sotto l’acqua e fu portato fuori dall’acqua. E così egli fu battezzato, e lo Spirito di Dio discese su di lui, e così nacque dallo Spirito, e diventò vivificato nell’uomo interiore’ (Perla di gran prezzo, Mosè 6: 52, 64-65) [22]!

Ma i Mormoni ritengono che il battesimo salva anche i defunti e non solo i viventi, e difatti Talmage afferma: ‘E come il battesimo è essenziale per la salvezza dei viventi, è nella stessa maniera indispensabile per i morti’ (James Talmage, op. cit., pag. 149). Quindi secondo la teologia mormone, i peccatori morti nei loro peccati possono ottenere anche loro la salvezza (cioè l’entrata nel regno celeste) mediante il battesimo fatto dai vivi per loro (seguito dall’imposizione delle mani per lo Spirito Santo fatta per procura), a condizione naturalmente che essi nella prigione dove si trovano accettino il Vangelo che gli viene predicato dai missionari Mormoni. Va detto però che solo il battesimo a pro dei morti (con l’imposizione delle mani per lo Spirito Santo) non basta per fargli conseguire il massimo grado di gloria nel regno celestiale, ossia l’esaltazione, prevista dalla escatologia mormone, perché per fargliela conseguire i vivi devono ricevere pure la dotazione del tempio e sposarsi per il tempo e l’eternità a pro di essi, a condizione sempre naturalmente che i trapassati accettino nell’altro mondo anche queste ordinanze [23]. In altre parole mediante il battesimo in acqua (e l’imposizione delle mani che lo segue) soltanto si fa entrare il defunto nel regno celestiale senza fargli conseguire l’esaltazione; aggiungendovi la dotazione e il matrimonio per l’eternità gli si fa conseguire l’esaltazione (il massimo livello di gloria nel regno celestiale) [24]. E per sostenere questa dottrina dell’efficacia del battesimo dei vivi per i morti i Mormoni prendono le seguenti parole di Paolo ai Corinzi: "Altrimenti, che faranno quelli che son battezzati per i morti? Se i morti non risuscitano affatto, perché dunque son essi battezzati per loro?" (1 Cor. 15:29). Questa è la ragione per cui i Mormoni compiono delle intense ricerche genealogiche (e per fare questo spendono ogni anno ingenti somme di denaro), al fine di trovare più loro antenati possibili [25] e salvarli mediante il loro battesimo a pro dei morti. Per farvi capire come i Mormoni credono nell’efficacia del battesimo per i morti citiamo una dichiarazione di uno dei loro passati presidenti, Wilford Woodruff. Costui disse: ‘..Due settimane prima di lasciare St. George, gli spiriti dei morti si radunarono attorno a me, volendo sapere perché noi non li salvavamo (...) Questi erano i firmatari della Dichiarazione d’Indipendenza (...) Io andai immediatamente dentro la fonte battesimale e chiamai il mio fratello McCallister affinché mi battezzasse per i firmatari della Dichiarazione d’Indipendenza, e cinquanta altri uomini eminenti, per un totale di cento in tutto, inclusi John Wesley, Colombo, ed altri; poi battezzai lui per ogni Presidente degli Stati Uniti, eccetto tre...’ (Journal of Discourses, vol. XIX, pag. 229). Il farsi battezzare per i morti è di suprema importanza per i Mormoni, perché essi dicono: ‘Il Profeta Joseph Smith dichiarò: La più grande responsabilità nel mondo che Dio ha posato su di noi è inseguire (to seek after) i nostri morti’ (Robert Millet, op. cit., pag. 137) [26]. Questo battesimo è da loro amministrato nei loro templi (dove possono avere accesso solo i Mormoni) in vasche battesimali poste sopra dodici buoi scolpiti [27]. A sostegno di questa loro caratteristica vengono prese le parole del primo Libro dei Re dove è detto che il mare di getto fatto costruire da Salomone nel tempio "posava su dodici buoi, dei quali tre guardavano a settentrione, tre a occidente, tre a mezzogiorno, e tre ad oriente; il mare stava su di essi, e le parti posteriori de’ buoi erano vòlte verso il di dentro" (1 Re 7:25). Nel battesimo per i morti le donne vengono battezzate per le donne, e gli uomini per gli uomini. Certo, i Mormoni si rendono conto che malgrado le loro ricerche e la loro buona volontà non riusciranno a trovare sulla terra tutti i nomi dei morti per i quali farsi battezzare, ma gli è stato detto (e ci credono) che durante il millennio il Signore fornirà loro finalmente tutti i nomi. Il millennio dunque per loro sarà caratterizzato da una intensa opera battesimale a pro dei morti. Si legge in Principi Evangelici: ‘Poiché vi è troppo lavoro da compiere prima dell’inizio del Millennio, sarà necessario svolgerlo anche durante questi mille anni. Esseri risorti ci aiuteranno a correggere gli errori che abbiamo compiuto nelle ricerche riguardanti i nostri antenati defunti; ci aiuteranno, inoltre, a trovare le informazioni di cui abbiamo bisogno per completare i nostri documenti’ (Principi Evangelici, pag. 247).

I matrimoni celestiali. Alla salvezza così coma la intende la teologia mormone è strettamente legata la dottrina dei matrimoni celestiali. Per capire il perché di questo nesso occorre tenere presente che per i Mormoni ci sono diversi gradi di salvezza. Il più alto è chiamato talune volte vita eterna e qualche volta esaltazione. Raggiungere la vita eterna significa partecipare alla stessa vita che possiede il Padre, ricevere l’esaltazione significa diventare come Dio. ‘La vita eterna è l’esaltazione al tipo e alla qualità di vita che Dio vive’ (Encyclopedia of Mormonism, vol. II, pag. 677). Ma per ottenere questo alto grado di salvezza uno deve ubbidire tutti i comandamenti di Dio: ‘Molto volentieri il Signore darebbe la vita eterna a ognuno, ma dato che quella benedizione può venire solo per mezzo del merito - attraverso il fedele adempimento del dovere - solo coloro che sono degni la riceveranno (....) Per essere esaltati uno deve osservare tutta la legge (...) Per ricevere l’esaltazione del giusto, in altre parole la vita eterna, i comandamenti del Signore devono essere osservati in tutte le cose’ (Joseph Fielding Smith, Doctrines of Salvation, II, 5,6). E tra questi comandamenti necessari da osservare per ottenere il massimo grado di esaltazione c’è quello di sposarsi nel tempio mormone difatti Milton R. Hunter ha detto: ‘Il matrimonio non è solo una giusta istituzione, ma l’obbedienza a questa legge è assolutamente necessaria per ottenere la più alta esaltazione nel Regno di Dio’ (Milton R. Hunter, The Gospel Through the Ages [Il Vangelo Attraverso le Età], pag. 119; citato da Jerald e Sandra Tanner in op. cit., pag. 520). Ma in che cosa consiste questo alto grado di esaltazione che si consegue con questo tipo di matrimonio? Quelli che si sposano nel tempio mormone, ossia quelli che contraggono un matrimonio per l’eternità o celeste, come abbiamo detto prima, diventeranno Dèi ed inoltre rimarranno sposati per l’eternità e avranno pure il privilegio di generare dei figli spirito per l’eternità. E per tutti coloro che invece non si sono sposati nel tempio mormone? Il loro matrimonio si dissolverà con la morte, e nella vita futura vivranno come angeli, da soli. Citiamo a tale proposito le parole di Joseph Smith: ‘Se dunque un uomo sposa una donna in questo mondo e non la sposa mediante me o la mia parola, e che faccia alleanza con lei per tutto il tempo che egli è nel mondo e che ella si leghi a lui, la loro alleanza e il loro matrimonio non avranno alcuna validità quando saranno morti e quando saranno fuori del mondo; perciò non saranno legati da alcuna legge quando saranno fuori del mondo. Pertanto quando essi sono fuori del mondo essi non possono più sposarsi né sono più dati in matrimonio; ma sono nominati angeli nei cieli; quali angeli sono servitori destinati a servire coloro che sono degni di un ben più grande e più importante peso di gloria eterna (...) Ed inoltre, in verità Io ti dico, se un uomo sposa una donna mediante la mia parola, che è la mia legge, e secondo la nuova ed eterna alleanza, ed è suggellata su di loro dallo Spirito Santo di promessa (...) sarà loro fatto in ogni cosa tutto ciò che il mio servitore ha promesso loro, nel tempo e attraverso tutta l’eternità; e ciò sarà in pieno vigore quando sono fuori del mondo; ed essi passeranno gli angeli e gli dèi che sono preposti là, alla loro esaltazione e gloria in ogni cosa, come è stato suggellato sulle loro teste, gloria che sarà una pienezza ed una continuazione dei loro posteri in eterno. Allora essi saranno dèi, perché non hanno più fine; pertanto essi saranno d’eternità in eternità, perché continueranno; saranno allora al di sopra di tutto, perché tutte le cose saranno loro assoggettate. Allora saranno dèi, perché hanno ogni potere e gli angeli sono sottomessi a loro. In verità, in verità Io ti dico, a meno che tu obbedisca alla mia legge tu non potrai giungere a questa gloria’ (Dottrina e Alleanze 132: 15-16,19-21). Alla luce di tutto ciò non sorprende più di tanto la seguente affermazione di Bruce McConkie: ‘Le cose più importanti che un qualsiasi membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi giorni fa (ever does) in questo mondo sono: 1. Sposarsi la giusta persona mediante la giusta autorità nel posto esatto; e 2. Osservare il patto fatto in connessione con questo santo e perfetto ordine del matrimonio...’ (Bruce McConkie, op. cit., pag. 118). Alla fin fine quindi per un Mormone sposarsi in un tempio mormone è più importante di credere in Cristo [28].

Per ottenere il perdono di certi peccati è necessario versare il proprio sangue. C’è una dottrina che i Mormoni hanno insegnato e insegnano che limita il potere purificatore del sangue di Cristo: è chiamata in inglese ‘The Blood Atonement’ (L’Espiazione del Sangue). Che cosa dice essa? Dice che per alcuni peccati il sangue di Cristo non è sufficiente affinché essi siano rimessi, per cui è necessario che colui che commette questi peccati paghi con la sua vita ossia versi il suo sangue per compiere l’espiazione di essi. Vediamo alcune dichiarazioni a tale proposito. Brigham Young ebbe ad affermare: ‘Ci sono dei peccati che gli uomini commettono per i quali essi non possono ricevere il perdono in questo mondo, o in quello a venire (...) E’ vero che il sangue del Figlio di Dio fu sparso per i peccati attraverso la caduta e quelli commessi dagli uomini, ciò nondimeno gli uomini possono commettere dei peccati che esso non può rimettere. Come era ai giorni antichi, così è ai giorni nostri (...) Ci sono dei peccati che non possono esseri espiati mediante un offerta sopra un altare, come nei giorni antichi, e ci sono peccati che il sangue di un agnello, di un vitello, o di colombe, non può rimettere, ma essi devono essere espiati dal sangue dell’uomo’ (Sermone di Brigham Young, Journal of Discourses, vol. IV, pag. 53-54); ‘Io potrei riferirvi molti casi in cui degli uomini sono stati giustamente uccisi per espiare i loro peccati’ (cfr. Journal of Discourses, vol. IV, pag. 219-220; citato dai Tanner in op. cit., pag. 499). Bruce McConkie nel suo Mormon Doctrine del 1958 ha scritto: ‘..sotto certe circostanze ci sono alcuni peccati seri per i quali la purificazione di Cristo non opera, e la legge di Dio è che gli uomini devono aver il loro sangue versato per espiare i loro peccati..’ (Bruce McConkie, Mormon Doctrine, 1958, pag. 87: citato da Jerald and Sandra Tanner in op. cit., pag. 501). Joseph Fielding Smith ha scritto: ‘Joseph Smith insegnò che c’erano certi peccati così gravi che l’uomo può commettere, che essi porranno i trasgressori oltre il potere dell’espiazione di Cristo. Se queste offese vengono commesse, allora il sangue di Cristo non li purificherà dai loro peccati persino se essi si pentono. Quindi la loro unica speranza è di avere il loro sangue versato per espiare, per quanto possibile, al loro posto...’ (Doctrines of Salvation, vol. I, pag. 135: citato da Hoekema in op. cit., pag. 59) [29]. Nel passato questa dottrina fu praticata in seno ai Mormoni infatti ci sono testimonianze che attestano che taluni per espiare i loro peccati furono sgozzati. John D. Lee nel suo libro Confessions of John D. Lee del 1880 afferma che ‘il più mortale peccato in mezzo alla gente era l’adulterio, e molti uomini furono uccisi nello Utah per quel crimine’ (citato da Jerald and Sandra Tanner in op. cit., pag. 502) [30]. Nonostante però le appena citate dichiarazioni di autorevoli Mormoni a favore del blood atonement, e la testimonianza di Lee che fu un vescovo mormone secondo cui questa dottrina fu realmente praticata in seno alla chiesa mormone del suo tempo, oggi i Mormoni dicono che essa nel passato non fu mai praticata nel loro mezzo. Rimane il fatto però che questa dottrina non è stata ancora rinnegata dalla chiesa mormone, e difatti nella Encyclopedia of Mormonism alla voce ‘Blood Atonement’ si legge: ‘Comunque, se una persona in seguito commette un grave peccato come lo spargimento di sangue innocente, il sacrificio del Salvatore da solo non assolverà la persona dalle conseguenze del peccato. Solo sottomettendosi volontariamente a qualsiasi punizione il Signore richiederà quella persona può beneficiare dell’espiazione di Cristo’ (Encyclopedia of Mormonism, vol. I, pag. 131). Quale sia però questa punizione non viene detto, ma è facile capirlo, tenendo presente le dichiarazioni che abbiamo visto in precedenza. Quantunque molti Mormoni continuano a credere nel blood atonement come dottrina, essa non viene praticata nel loro mezzo. Ci sono alcuni gruppi mormoni scismatici, che praticano la poligamia, che difendono strenuamente la dottrina del blood atonement.

Confutazione

La salvezza universale dei Mormoni non è scritturale

Parla la Scrittura di questa salvezza universale proclamata dai Mormoni? No. La Scrittura parla di una risurrezione universale, cioè la risurrezione dei giusti e degli ingiusti, ma essa non è chiamata né salvezza universale e neppure salvezza incondizionata. E questo perché la salvezza del corpo la otterranno solo i giusti, e non anche gli ingiusti, quantunque anche quest’ultimi saranno risuscitati. Spieghiamo questo concetto per mezzo delle Scritture. Paolo parlando ai Romani dice: "Anche noi stessi gemiamo in noi medesimi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo" (Rom. 8:23), ma queste parole si riferiscono solo a coloro che si sono pentiti e hanno creduto nel Signore e non a tutti gli uomini. E che questa redenzione piena si riferisce solo ai figliuoli di Dio e non anche ai figliuoli del diavolo si evince anche da queste parole dell’apostolo agli Efesini: "In lui avendo creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio s’è acquistati, a lode della sua gloria" (Ef. 1:13-14). Notate che la piena redenzione la otterranno coloro che Dio si è comprato, e perciò che sono la sua proprietà particolare, e non tutti gli uomini. Questa piena redenzione, così la chiama la Scrittura, i giusti la otterranno quando risorgeranno dai morti e quando saranno mutati (per ciò che concerne coloro che saranno trovati viventi alla venuta del Cristo), quindi alla risurrezione. Per quanto riguarda invece gli ingiusti, anch’essi risusciteranno e riceveranno un corpo che non potrà più morire, ma questo corpo non sarà glorioso come quello che otterranno i giusti, perché essi devono essere gettati nello stagno ardente di fuoco e di zolfo per esservi tormentati per l’eternità. Essi risusciteranno in risurrezione di giudizio per esser condannati. Ma questa loro risurrezione non si può chiamare salvezza in nessuna maniera perché ciò è in palese contraddizione con la condanna che essi devono ricevere. Come si potrebbe dire infatti che gli empi saranno salvati dalla prima morte per essere condannati alla morte seconda? Come potete vedere il fatto di chiamare la risurrezione finale di tutti gli uomini salvezza universale è errato perché la Scrittura parla di salvezza del corpo solo per i giusti e non anche per gli ingiusti. Per non parlare poi della salvezza dei pesci, degli uccelli e delle bestie della campagna di cui parlò Joseph Fielding Smith; ma dove mai nella Scrittura sta scritto che la risurrezione è estesa anche agli animali? Da nessuna parte. Quindi errano i Mormoni quando dicono che la risurrezione sarà data pure agli animali.

La salvezza è per grazia e non per opere

Come abbiamo visto i Mormoni per salvezza – nel suo pieno significato – intendono la salvezza nel regno celeste al massimo di gloria, salvezza che è chiamata anche esaltazione o vita eterna. Ottenere questa salvezza significa diventare Dio e poter generare figli spirito per l’eternità assieme alla propria sposa. E’ dunque necessario fare la seguente premessa prima di dire come si ottiene la salvezza secondo la Scrittura. Ottenere la salvezza o la vita eterna non significa affatto diventare un giorno Dio e poter generare figli spirito nel regno celeste di Dio. Ottenere la salvezza o la vita eterna significa essere strappati dal presente secolo malvagio e ricevere la certezza di andare ad abitare col Signore nel suo regno per l’eternità. Cosa bisogna fare per ottenerla? Ravvedersi e credere nel Vangelo. Gesù infatti diceva ai Giudei (cioè a persone che avevano la legge di Mosè con tutti i suoi precetti): "Ravvedetevi e credete all’evangelo..." (Mar. 1:15). E Paolo esortava Giudei e Gentili a ravvedersi e a credere nel Signore Gesù Cristo per essere salvati. Dunque la salvezza secondo la Scrittura si ottiene ravvedendosi e credendo nel Vangelo. E perciò il modo di parlare dei teologi mormoni a riguardo del come si viene salvati non è retto; e non può d’altronde essere retto perché la loro salvezza si basa sulle opere e non sulla fede in Cristo. E che sia così è manifesto dal loro discorso secondo cui un uomo che si pente dei suoi peccati e crede in Gesù in fin di vita non può essere salvato; discorso falso questo perché la Scrittura insegna che non importa quanti peccati un uomo abbia fatto, anche in punto di morte può essere salvato. E’ sufficiente che egli si ravveda ed invochi il nome del Signore Gesù Cristo perché è scritto: "Chiunque avrà invocato il nome del Signore, sarà salvato" (Rom. 10:13). Il ladrone sulla croce che fece prima di morire? Non è forse vero che egli riconobbe di avere peccato e di meritare assieme al suo compagno quella punizione, e che egli si rivolse al Signore Gesù affinché avesse pietà di lui? E non è forse vero che egli fu salvato perché Gesù gli disse: ‘Io ti dico in verità che oggi tu sarai meco in paradiso" (Luca 23:43)? Ma che vanno cianciando i Mormoni?

L’uomo può essere salvato solo mediante la fede e non in virtù di opere giuste, e quindi solo per la grazia di Dio. Le seguenti Scritture lo confermano.

Ÿ "Credi nel Signor Gesù, e sarai salvato tu e la casa tua" (Atti 16:31). Notate a tale riguardo che Paolo e Sila non dissero al carceriere che per essere salvato oltre che a credere doveva fare qualcosa d’altro come invece insegnano i Mormoni.

Ÿ "Poiché gli è per grazia che voi siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non vien da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù d’opere, affinché niuno si glorî" (Ef. 2:8-9). La salvezza dunque è qualcosa che i credenti già possiedono perché l’hanno ricevuta gratuitamente da Dio mediante la fede. Dov’è quindi il vanto? Esso è escluso a motivo della legge della fede. Essi non hanno nulla di che gloriarsi perché è stato mediante la fede che sono stati salvati senza le opere.

Ÿ "Poiché io non mi vergogno dell’Evangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza d’ogni credente" (Rom. 1:16). Ognuno che crede dunque viene salvato per mezzo del Vangelo. All’istante, senza compiere opere buone. In virtù della fede in Cristo.

Ÿ "Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto col cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti col cuore si crede per ottener la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati. Difatti la Scrittura dice: Chiunque crede in lui, non sarà svergognato. Poiché non v’è distinzione fra Giudeo e Greco; perché lo stesso Signore è Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano; poiché chiunque avrà invocato il nome del Signore, sarà salvato" (Rom. 10:9-10). Eccoci ancora davanti a delle eloquenti parole che attestano che si viene salvati mediante la fede per la grazia di Dio. Credere nella risurrezione di Gesù, invocare Gesù come Signore, ecco le cose che bisogna fare per essere salvati. Nessun altra cosa è prescritta per essere affrancati dal peccato. Ecco la Buona Notizia che rechiamo agli uomini.

O Mormoni, voi siete stati ingannati perché il messaggio sulla salvezza che vi viene predicato e che predicate è falso. Esso non può recarvi alcun giovamento perché non è il messaggio che Cristo prima e poi gli apostoli annunciarono; il vostro è un messaggio distorto che annulla la grazia di Dio, annulla la fede. Sì, parlate anche voi di grazia e di fede ma in realtà questi termini vengono privati del loro significato da tanti vostri ragionamenti. Vi esortiamo quindi a mettere da parte tutti gli insegnamenti da voi ricevuti sulla salvezza e a fare questo. Pentitevi dai vostri peccati davanti a Dio confessandoli a Lui solo, e credete con tutto il vostro cuore in Gesù Cristo che egli morì sulla croce per i vostri peccati e risuscitò per la vostra giustificazione. Vi sentirete all’istante perdonati e purificati da ogni iniquità; vi sentirete delle nuove creature. Dopo di ciò lasciate la chiesa mormone e unitevi ad un’assemblea di riscattati.

Per la propria salvezza è necessario credere solo in Cristo Gesù

I Mormoni hanno creduto in Joseph Smith e non in Cristo; per questo non possono affermare di essere stati salvati e di avere i loro peccati cancellati dal sangue di Cristo. Non vi fidate di loro dunque fratelli quando li sentite parlare di fede, di Cristo e della sua Parola, perché essi usano questi termini solo al fine di farsi passare per Cristiani e poter introdurre il messaggio del loro profeta e redentore Joseph Smith, ma non perché essi hanno creduto in Cristo e nella sua parola. Non c’è da meravigliarsi di questo loro modo di parlare; è caratteristico di coloro che annunziano agli uomini un’altro Evangelo. Paolo dice di loro: "Cotesti tali sono dei falsi apostoli, degli operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo. E non c’è da maravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque gran che se anche i suoi ministri si travestono da ministri di giustizia; la fine loro sarà secondo le loro opere" (2 Cor. 11:13-15).

Quanto a noi che abbiamo creduto in Colui che ha detto: "Io son la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Giov. 14:6), continueremo a proclamare che solo Cristo Gesù salva, solo per mezzo di lui si può entrare nel Regno di Dio. Lui è la porta, chi entra per lui sarà salvato. Ma chi rifiuta di credere in lui, per credere in Joseph Smith "l’ira di Dio resta sopra lui" (Giov. 3:36).

Il battesimo in acqua non rimette i peccati, come neppure il battesimo con lo Spirito Santo

Ora, fermo restando che il battesimo per immersione è stato ordinato dal Signore, la Scrittura dice chiaramente che il battesimo non rimette i peccati perché non è "il nettamento delle sozzure della carne..." (1 Piet. 3:21), (quindi i cuori non vengono purificati dai peccati mediante l’acqua del battesimo), "...ma la richiesta di una buona coscienza fatta a Dio" (1 Piet. 3:21). A conferma di ciò ricordiamo le parole di Pietro a Gerusalemme in riferimento alla purificazione dei cuori dei Gentili operata dal Signore: "E Dio, conoscitore dei cuori, rese loro testimonianza, dando lo Spirito Santo a loro, come a noi; e non fece alcuna differenza fra noi e loro, purificando i cuori loro mediante la fede" (Atti 15:8-9). Pietro non disse che Dio purificò i cuori dei Gentili mediante il battesimo in acqua (che pure essi ricevettero per ordine di Pietro secondo che è scritto: "E comandò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo" [Atti 10:48]), ma mediante la fede in Gesù Cristo. Questo perché, come Pietro stesso disse a casa di Cornelio, "di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve la remission de’ peccati mediante il suo nome" (Atti 10:43). Quindi per riassumere, dato che la fede in Cristo deve precedere il battesimo e la remissione dei peccati si ottiene soltanto mediante di essa, il battesimo non può in alcun modo rimettere i peccati all’uomo.

Diciamo ora anche qualcosa circa il battesimo con lo Spirito Santo, perché come abbiamo visto, secondo i Mormoni, esso è necessario per ottenere la remissione dei peccati. Lo stesso Joseph Smith disse che ‘il battesimo con l’acqua è solo metà battesimo, e non è buono a niente senza… il battesimo dello Spirito Santo’ (Encyclopedia of Mormonism, vol. I, pag. 97) [31]. Il battesimo con lo Spirito Santo non è necessario per ricevere la remissione dei peccati perché come abbiamo già dimostrato la remissione dei peccati si ottiene soltanto mediante la fede in Cristo Gesù. Il battesimo con lo Spirito Santo è necessario riceverlo per un altro motivo, e cioè per ricevere potenza dall’alto. Difatti Gesù ai suoi discepoli prima di ascendere in cielo non disse che quando lo Spirito Santo sarebbe venuto su di loro avrebbero ricevuto la remissione dei peccati ma bensì potenza secondo che è scritto: "Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi" (Atti 1:8). E dato che quando lo Spirito Santo scende su un credente lo sospinge a parlare in altra lingua a Dio (cfr. Atti 2:4;10:44-46;19:5-7), Egli mette in grado il credente di rivolgersi a Dio in una lingua sconosciuta (o in più lingue se riceve il dono della diversità delle lingue). Potrà così pregare Dio, rendere grazie e benedire Dio in altra lingua. Lo scopo del battesimo con lo Spirito Santo dunque non è affatto quello di far ricevere al credente la piena remissione dei peccati, ma potenza e la capacità di parlare a Dio in altra lingua.

Il battesimo in acqua a pro di coloro che sono morti nei loro peccati è inutile

La dottrina mormone che afferma che il battesimo per i defunti da la salvezza agli uomini morti nei loro peccati è falsa perché non trova nessuna conferma né negli insegnamenti di Gesù, né in quelli degli apostoli e si oppone nettamente alla sana dottrina. Ora, la confutiamo. Gesù disse ai Giudei: "Perciò v’ho detto che morrete ne’ vostri peccati; perché se non credete che sono io (il Cristo), morrete nei vostri peccati" (Giov. 8:24), ed anche: "Se non vi ravvedete, tutti al par di loro [al pari di quei diciotto sui quali era caduta la torre in Siloe] perirete" (Luca 13:5). A Nicodemo egli disse: "Chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figliuol di Dio" (Giov. 3:18); ed ai suoi discepoli disse: "Chi non avrà creduto sarà condannato" (Mar. 16:16); mentre Giovanni il Battista disse: "Chi rifiuta di credere al Figliuolo non vedrà la vita, ma l’ira di Dio resta sopra lui" (Giov. 3:36). Dunque chi rifiuta di ravvedersi e di credere nel Vangelo sulla terra, quando muore, essendo che muore nei suoi peccati se ne va all’inferno nel tormento in attesa del giudizio. Ecco perché Paolo dice ai Corinzi: "Eccolo ora il tempo accettevole; eccolo ora il giorno della salvezza!" (2 Cor. 6:2), perché egli sapeva che dopo morti per coloro che muoiono nei loro falli non c’è più nessuna possibilità di riconciliarsi con Dio.

Vi sono molte altre Scritture che fanno capire che i peccatori quando muoiono se ne vanno nel soggiorno dei morti in attesa del giudizio e che non rimane più alcuna speranza di salvezza per loro; eccone alcune.

Ÿ "Quale speranza rimane mai all’empio quando Iddio gli toglie, gli rapisce l’anima?" (Giob. 27:8).

Ÿ "Gli empi se n’andranno al soggiorno de’ morti, sì, tutte le nazioni che dimenticano Iddio" (Sal. 9:17).

Ÿ "Son cacciati come pecore nel soggiorno de’ morti; la morte è il loro pastore; ed al mattino gli uomini retti li calpestano. La lor gloria ha da consumarsi nel soggiorno de’ morti, né avrà altra dimora" (Sal. 49:14).

Ÿ "Passano felici i loro giorni poi scendono in un attimo nel soggiorno dei morti" (Giob. 21:13).

Ÿ "Chi vorrà salvare la sua vita, la perderà" (Matt. 16:25).

Ÿ "Chi ama la sua vita, la perde.." (Giov. 12:25).

Ÿ "E’ stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio" (Ebr. 9:27) (per gli empi è un giudizio di condanna).

Il battesimo dei viventi in favore dei peccatori morti quindi non può in nessuna maniera salvarli né dal fuoco in cui si trovano e neppure dalla condanna eterna che riceveranno in quel giorno dal Signore. Per certi versi questa eresia dei Mormoni che offre la possibilità di essere salvati ai peccatori impenitenti morti assomiglia a quella dei Cattolici romani che afferma che mediante preghiere, messe e offerte, le anime dei morti che si trovano a penare nel purgatorio [32] possano essere salvate nel Paradiso di Dio! Certo è che se fosse così come dicono loro gli uomini vivi diventerebbero i salvatori dei morti e che quest’ultimi in fin dei conti dovranno essere riconoscenti per tutta l’eternità a loro e non a Cristo!!

Per quanto riguarda le parole di Paolo che fanno accenno al battesimo dei viventi in favore dei defunti che i Corinzi praticavano bisogna dire che con esse Paolo non insegnò affatto a battezzare i vivi per i morti. Infatti se si leggono attentamente le sue parole si noterà che lui fece riferimento a questa pratica dei Corinzi in riferimento alla risurrezione per domandare ai Corinzi che se era come dicevano alcuni fra loro che non c’era risurrezione dei morti perché mai alcuni si facevano battezzare per i morti? Ma non è che Paolo disse loro che facevano bene a battezzare i vivi per i morti e li incoraggiò a proseguire; certo non possiamo dire neppure che egli con le sue parole disse loro di smettere di battezzare per i morti; ma comunque queste sue parole non hanno il significato che i Mormoni gli danno perché la salvezza la si può ottenere solo sulla terra mentre si è vivi e non anche dopo morti in virtù di qualche opera compiuta da qualche vivente. Se fosse così non ci sarebbe bisogno di predicare né il ravvedimento e neppure la parola della fede ai peccatori, e neppure di pregare per loro affinché Dio li salvi essendo che per loro rimarrebbe sempre la possibilità di essere salvati anche dopo morti. Noi dal canto nostro, sapendo che questa dottrina della possibilità di essere salvati dopo morti è una eresia, continueremo a dire agli uomini quello che disse Pietro ai Giudei il giorno della Pentecoste e cioè: "Salvatevi da questa perversa generazione" (Atti 2:40), e a pregare per loro affinché siano salvati. E poi noi diciamo ancora: ma come poteva Paolo ritenere che il battesimo dei vivi per i morti potesse salvare gli uomini morti nei loro falli quando lui insegnava che neppure quello amministrato ai vivi per loro stessi rimettesse i peccati? Come avrebbe potuto predicare il battesimo per i morti quando diceva che Cristo non lo aveva mandato a battezzare (quantunque ciò lui battezzò alcuni) ma ad evangelizzare? (cfr. 1 Cor. 1:17)

I matrimoni celestiali vanno contro l’insegnamento della Scrittura

Come abbiamo visto per i Mormoni ottenere la vita eterna significa diventare come Dio, e per ottenerla occorre osservare tutta quanta la legge perché essa, cioè la vita eterna, viene data come ricompensa a chi ha osservato tutti i comandamenti del Signore, tra cui c’è quello importantissimo di sposarsi per l’eternità in uno dei loro templi. Cominciamo col dire che questa definizione di vita eterna è falsa perché ricevere la vita eterna non significa diventare come Dio. In base a quello che insegna la Scrittura ottenere la vita eterna significa essere messi in grado dopo morti di vivere con il Signore in cielo, quindi con l’anima senza il corpo. Quando poi giungerà la risurrezione chi è in cielo con la sua anima tornerà in possesso del suo corpo reso glorioso, incorruttibile, e immortale. Occorre dunque precisare che chi ha la vita eterna è mortale e non possiede ancora l’immortalità perché l’immortalità è qualche cosa che gli sarà donata alla risurrezione quando egli tornerà a vivere in un corpo reso da Dio immortale. Resta il fatto però che egli possiede una anima immortale all’interno del suo corpo che quando si dipartirà andrà in cielo con il Signore. Nel caso poi di quei credenti che non gusteranno la morte perché alla venuta del Signore saranno mutati in un batter d’occhio, essi, avendo la vita eterna, otterranno un corpo immortale e con quello andranno ad incontrare il Signore nell’aria e con esso vivranno con Lui per l’eternità. Alla venuta del Signore anche loro otterranno l’immortalità. Ma come si ottiene la vita eterna? Mediante la fede in Cristo. Ecco alcune Scritture che lo attestano. "Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna…" (Giov. 3:36), e: "Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo Unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Giov. 3:16), ed ancora: "Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figliuolo e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno" (Giov. 6:40). Stando dunque così le cose, la vita eterna si ottiene gratuitamente da Dio e non è qualcosa che la si può meritare. E difatti è scritto che "il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore" (Rom. 6:23). Errano dunque i Mormoni anche quando dicono che la vita eterna si ottiene osservando tutti i comandamenti del Signore. Potremmo fermarci qui nella nostra confutazione del come si ottiene la vita eterna, ma non lo facciamo perché vogliamo dire alcune cose sulla dottrina mormone del matrimonio per l’eternità. Questa dottrina è falsa perché si oppone alle sane parole di Gesù Cristo secondo le quali "alla risurrezione né si prende né si dà moglie; ma i risorti son come angeli ne’ cieli" (Matt. 22:30). Vi ricordo che Gesù rivolse queste parole ai Sadducei che non credevano alla risurrezione e che gli avevano domandato: "Maestro, Mosè ha detto: Se uno muore senza figliuoli, il fratel suo sposi la moglie di lui e susciti progenie al suo fratello. Or v’erano fra di noi sette fratelli; e il primo, ammogliatosi, morì; e, non avendo prole, lasciò sua moglie al suo fratello. Lo stesso fece pure il secondo, poi il terzo, fino al settimo. Infine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, dunque, di quale dei sette sarà ella moglie? Poiché tutti l’hanno avuta" (Matt. 22:24-28). Dunque in base alle parole di Gesù ogni matrimonio si dissolve con la morte. E che sia così lo dimostra anche Paolo quando dice che "la donna maritata è per la legge legata al marito mentre egli vive; ma se il marito muore, ella è sciolta dalla legge che la lega al marito … in guisa che non è adultera se divien moglie d’un altro uomo" (Rom. 7:2,3). Notate infatti che Paolo dice che la donna se le muore il marito è sciolta dal vincolo matrimoniale per cui può liberamente passare a nuove nozze. Ciò significa che la morte mette fine al matrimonio contratto sulla terra e mette in grado chi rimane vivo di sposarsi di nuovo senza rendersi colpevole di adulterio. Una cosa del genere non potrebbe succedere se il vincolo matrimoniale continuasse a sussistere anche dopo che uno dei due muore. Come potete quindi vedere da voi stessi questa dei matrimoni celestiali è l’ennesima impostura propagata dai seguaci di Smith. C’è un solo matrimonio che durerà per l’eternità ed è quello che un giorno sarà festeggiato in cielo tra l’Agnello di Dio e la sua sposa cioè la Chiesa.

Proseguiamo nella nostra confutazione di questi matrimoni celestiali. Se sposarsi per l’eternità è indispensabile per ottenere la massima gloria nel regno celeste il matrimonio dovrebbe essere raccomandato a tutti sia da Cristo che dagli apostoli. Troviamo questo obbligo di sposarsi nelle loro parole? Affatto perché troviamo scritto che un cristiano non è obbligato a sposarsi. Gesù per esempio ha detto che "non tutti son capaci di praticare questa parola [quella di non prendere moglie], ma quelli soltanto ai quali è dato" (Matt. 19:11) e che "vi son degli eunuchi, i quali si son fatti eunuchi da sé a cagion del regno de’ cieli" (Matt. 19:12), non condannando affatto chi si fa eunuco per il regno dei cieli. Ora, noi diciamo: se Gesù che discese dal cielo e riferì le parole del Padre suo avesse saputo che per entrare nel regno di Dio (al massimo livello secondo i Mormoni) i matrimoni celestiali erano indispensabili avrebbe mai parlato in questa maniera? No. Perché parlando in questa maniera avrebbe posto un ostacolo ai suoi discepoli per conseguire la massima gloria nel regno celestiale! Ma allora perché parlò così? Semplice, perché lui non riteneva che un suo discepolo si doveva sposare per forza (e meno che meno che si dovesse sposare per l’eternità) per ottenere il massimo di gloria nel suo Regno! Veniamo all’apostolo Paolo: ai Corinzi l’apostolo dice: "Io vorrei che tutti gli uomini fossero come son io; ma ciascuno ha il suo proprio dono da Dio; l’uno in un modo, l’altro in un altro" (1 Cor. 7:7), ed ancora: "Sei tu sciolto da moglie? Non cercar moglie" (1 Cor. 7:27) [33], ed a riguardo di chi dà o meno la propria figlia a marito dice: "Chi dà la sua figliuola a marito fa bene, e chi non la dà a marito fa meglio" (1 Cor. 7:38). Ora, noi diciamo, se Paolo ha scritto per l’utile nostro – come lui stesso dice – e per ottenere ‘il massimo di gloria’ nel regno di Dio fosse stato necessario sposarsi per forza (e per l’eternità pure) avrebbe parlato in quella maniera? No, perché in questa maniera egli avrebbe scritto non per l’utile nostro ma per tenderci un laccio. Quindi il fatto che anche lui non ha detto di sposarsi per l’eternità sta ad indicare che questo matrimonio per l’eternità è l’ennesima impostura mormone.

Per concludere vogliamo dire anche che se fosse così come dicono i Mormoni non si capisce come possano i centoquarantaquattromila uomini che sulla terra non si sono sposati, perché rimasti vergini, seguire l’Agnello dovunque egli vada ed essergli delle primizie a lui e a Dio secondo che è scritto: "Essi son quelli che seguono l’Agnello dovunque vada. Essi sono stati riscattati di fra gli uomini per esser primizie a Dio ed all’Agnello" (Ap. 14:4)! Infatti, ammettendo e non concedendo che esista il regno celestiale così come lo descrivono i Mormoni e il matrimonio celestiale è indispensabile per raggiungere la massima gloria nel regno celestiale, come faranno tutti questi uomini che non hanno conosciuto donna a seguire Cristo dovunque vada e quindi al massimo livello di gloria nel regno celestiale? Come potete vedere la dottrina dei matrimoni celestiali non ha nessun fondamento nella Scrittura.

Gesù è la propiziazione dei nostri peccati; non ci sono peccati per la cui remissione occorre spargere il proprio sangue

Come abbiamo potuto vedere per i Mormoni il sangue di Cristo non può rimettere certi peccati. In verità i Mormoni sono perduti, brancolano nel buio assieme ai loro capi!! La Scrittura dice che "se camminiamo nella luce, com’Egli è nella luce, abbiam comunione l’uno con l’altro, e il sangue di Gesù, suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato" (1 Giov. 1:7) e che "se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità" (1 Giov. 1:9). Cristo ha pagato appieno per i nostri peccati, non ci sono peccati per cui noi dobbiamo essere messi a morte da uomini per compierne l’espiazione mediante il nostro sangue! "In lui noi abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione de’ peccati, secondo le ricchezze della sua grazia" (Ef. 1:7) ecco la buona notizia che ci annunzia la Scrittura. Al bando dunque i diabolici discorsi dei falsi ministri mormoni: ministri di Satana travestiti da ministri di giustizia! Alcuni dei loro passati presidenti ordinarono l’uccisione di molti che avevano commesso certi peccati; essi dimostrarono quindi di essere dal diavolo che "è stato omicida fin dal principio" (Giov. 8:44).

 

LA GIUSTIFICAZIONE

La dottrina mormone

La giustificazione non si ottiene solo per fede. L’apostolo mormone James Talmage in The Articles of Faith dopo avere detto che la sola fede è inefficiente come mezzo di salvezza dice che il fatto che Cristo e gli apostoli proclamarono ciò (!) con grande vigore ‘può essere un indicazione del recente sviluppo di una dottrina molto perniciosa - vale a dire quella della giustificazione per fede soltanto’ (James Talmage, op. cit., pag. 107). E sempre in questo libro egli afferma: ‘Il settario dogma della giustificazione per fede soltanto ha esercitato un influenza nel senso negativo (for evil)’ (ibid., pag. 480). In altre parole i Mormoni insegnano che la giustificazione non si ottiene soltanto mediante la fede ma con la fede e le opere. Nella sostanza essi predicano lo stesso messaggio della chiesa cattolica romana: ‘La fede non basta per essere giustificati’. Per farvi comprendere quanto per i Mormoni la sola fede non è sufficiente per ottenere la giustificazione, la remissione dei peccati trascrivo alcuni brani tratti dal libro di Talmage sopra citato. ‘Ma oltre a questa applicazione universale dell’espiazione, per mezzo della quale tutti gli uomini sono redenti dagli effetti della trasgressione di Adamo sia in riferimento alla morte del corpo che al peccato ereditato, c’è l’applicazione dello stesso grande sacrificio come un mezzo di propiziazione per i peccati individuali per mezzo della fede e delle opere buone del peccatore. (…) Siccome questi peccati sono il risultato di atti individuali, è giusto che il perdono per essi sia condizionato dalla condiscendenza individuale insieme con i requisiti prescritti – ‘obbedienza alle leggi e alle ordinanze del Vangelo’ (ibid., pag. 87). ‘L’Effetto individuale dell’Espiazione rende possibile ad ogni anima di ottenere l’assoluzione dagli effetti dei peccati personali per mezzo della mediazione di Cristo, ma tale intercessione salvatrice deve essere invocata dallo sforzo individuale come è manifestato per mezzo della fede, del pentimento, e delle opere di giustizia continuate’ (ibid., pag. 89) [34]. ‘Il perdono non sempre immediato. In ragione della grandezza dei peccati commessi, il pentimento non è sempre seguito dal perdono e dalla restaurazione. Per esempio, quando Pietro predicava ai Giudei che avevano ucciso Gesù e preso il Suo sangue su loro stessi e sui loro figliuoli, egli non disse: Pentitevi e siate battezzati per la remissione dei peccati; ma: ‘Pentitevi dunque, e convertitevi, affinché i vostri peccati siano cancellati, quando i tempi di refrigerio verranno dalla presenza del Signore. E [quando] egli vi manderà Gesù Cristo, che prima vi fu predicato; che il cielo deve ricevere fino ai tempi della restituzione di tutte le cose’ (Atti 3:19-21). Cioè, pentitevi ora, e credete in Gesù Cristo, affinché possiate essere perdonati quando Colui che voi avete ucciso verrà di nuovo nei giorni della restituzione di tutte le cose, e vi prescriverà i termini in base ai quali voi potete essere salvati’ (ibid., pag. 481). In altre parole in questo caso il pentimento e la fede in Gesù non avrebbero permesso a quei Giudei di ottenere subito il perdono dei loro peccati perché avrebbero dovuto aspettare il ritorno di Cristo per ottenerlo.

Confutazione

Si viene giustificati soltanto mediante la fede

La Scrittura attesta che si viene giustificati soltanto per fede secondo che è scritto: "Il giusto vivrà per fede" (Gal. 3:11), e: "L’uomo non è giustificato per le opere della legge ma lo è soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù" (Gal. 2:16), ed anche: "Per mezzo di lui, chiunque crede è giustificato di tutte le cose, delle quali voi non avete potuto esser giustificati per la legge di Mosè" (Atti 13:39). Noi lo abbiamo sperimentato e possiamo dire con Paolo: "Giustificati dunque per fede, abbiam pace con Dio" (Rom. 5:1). Grazie a Dio per la dottrina della giustificazione per sola fede annunciataci da Cristo e dagli apostoli dopo di lui, perché per mezzo di essa la giustificazione è stata resa accessibile a tutti, e nessuno di quelli che l’hanno ricevuta può affermare di averla meritata.

Se la giustificazione dei peccati si ottenesse mediante la fede e le opere buone ciò significherebbe annullare l’efficacia del sacrificio espiatorio di Cristo perché significherebbe che il suo sacrificio non fu sufficiente per farci avere la remissione dei peccati. Significherebbe che fu imperfetto ed ha bisogno di essere perfezionato dai sacrifici e dagli sforzi umani. Significherebbe in altre parole annullare la grazia di Dio e proclamare implicitamente che Cristo è morto inutilmente. Ma dato che il sacrificio di Cristo fu perfetto e completo, quello che rimane da fare al peccatore per ottenere la remissione dei suoi peccati è solo pentirsi e credere nel Figliuolo di Dio. Nessun pagamento di colpe gli è richiesto, nessun sacrificio espiatorio gli è richiesto; perché Cristo ha pagato sulla croce tutto quello che c’era da pagare per acquistarci la remissione dei peccati. Quello che egli deve fare è ravvedersi e credere nella Buona Notizia di Dio. E nel momento in cui egli si ravvederà e crederà, il perdono gli sarà concesso; il senso di colpa che lo travaglia e lo perseguita continuamente lo lascerà perché la sua coscienza verrà purificata dalle opere morte mediante il sangue di Cristo. Ed esclamerà assieme ai riscattati; ero un peccatore, ma ora sono perdonato; ero pieno di iniquità, ma Cristo mi ha purificato da esse con il suo sangue. Gloria al suo nome in eterno. Amen.

Alcune parole ora sul discorso del perdono non sempre immediato. Esso è falso e per essere sostenuto vengono citate malamente le parole di Pietro. Difatti Pietro non disse ai Giudei di pentirsi e di credere in Gesù affinché i loro peccati gli fossero perdonati al ritorno di Cristo perché se fosse così dovremmo concludere che Pietro non riteneva che la remissione dei peccati si ottenesse sempre mediante la fede in Cristo nello stesso momento in cui si crede in Gesù, cosa questa che è inaccettabile alla luce di quanto egli disse da parte di Dio in casa di Cornelio: "Di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve la remission de’ peccati mediante il suo nome" (Atti 10:43). Notate infatti che Pietro disse "chiunque crede in lui riceve la remissione de’ peccati"; perciò anche i Giudei che avevano crocifisso Gesù credendo nel nome di Cristo avrebbero ottenuto subito la remissione dei peccati mediante il nome di Cristo, e non solo i Gentili. Essi non avrebbero dovuto aspettare la venuta di Cristo dal cielo per ottenerla. Abbiamo detto prima che le parole di Pietro vengono citate malamente dai Mormoni perché le parole che Pietro pronunciò sono le seguenti: ‘Ravvedetevi dunque e convertitevi, onde i vostri peccati siano cancellati, affinché vengano dalla presenza del Signore dei tempi di refrigerio e ch’Egli vi mandi il Cristo che v’è stato destinato, cioè Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose…" (Atti 3:19-21) [35]. Dunque fratelli, nessun Mormone vi inganni con i suoi sofismi perché il perdono dei peccati è sempre immediato per chi si ravvede e crede nel nome del Figliuolo di Dio. Non ci sono eccezioni.

 

LA NUOVA NASCITA

La dottrina mormone

La rinascita spirituale avviene aderendo ai principi e alle ordinanze del Vangelo. La dottrina sulla nuova nascita insegnata dai Mormoni è la seguente. ‘…la rinascita spirituale viene per la grazia di Dio a coloro che aderiscono ai principi e alle ordinanze del vangelo di Gesù Cristo, vale a dire, fede, pentimento, battesimo, e ricezione del dono dello Spirito Santo’ (Encyclopedia of Mormonism, vol. I, pag. 218). Quindi per nascere di nuovo, secondo i Mormoni, è necessario ravvedersi, credere, farsi battezzare in acqua, e farsi imporre le mani per ricevere lo Spirito Santo. La ricezione dello Spirito Santo è da loro chiamata battesimo di fuoco e di Spirito Santo ed è indispensabile per nascere di nuovo. Il motivo è perché ‘tra le più importanti benedizioni spirituali associate al dono dello Spirito Santo c’è il potere santificante o purificante dello Spirito Santo, tramite cui uomini e donne nascono da Dio’ (ibid., vol. II, pag. 543). In altre parole per i Mormoni è il battesimo con lo Spirito Santo che fa diventare una persona una nuova creatura. Ed a sostegno di questa dottrina citano le parole di Gesù a Nicodemo che se uno non è nato d’acqua e di Spirito non può entrare nel regno di Dio. Questa dottrina è molto simile a quella delle chiese ‘pentecostali’ unitariane (conosciuti meglio come ‘i Gesù solo’); la differenza sta nel fatto che per i Mormoni quando uno viene battezzato con lo Spirito Santo non deve necessariamente parlare in lingue perché le lingue non sono il segno attestante che il credente ha ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo. Per loro le lingue sono un dono che uno potrà ricevere dopo avere ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo [36].

Confutazione

La nuova nascita si sperimenta quando si crede quindi il battesimo con lo Spirito Santo non fa nascere di nuovo

Giovanni dice: "Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato l’autorità di diventar figliuoli di Dio; a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non son nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma son nati da Dio" (Giov. 1:12-13). Questo sta a significare che coloro che credono nel nome del Figliuolo di Dio sono nati da Dio, e perciò sono suoi figliuoli. E siccome che la fede precede il battesimo in acqua perché uno crede prima di essere battezzato secondo che è scritto: "E molti dei Corinzi credevano ed erano battezzati" (Atti 18:8), chi ha creduto, ancora prima di essere battezzato, è una nuova creatura essendo nata da Dio, ossia dall’alto. Un altro versetto biblico che attesta che si nasce di nuovo quando si crede è questo scritto nella prima epistola di Giovanni: "Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio" (1 Giov. 5:1). Notate come chi ha creduto che Gesù è il Cristo è dichiarato nato da Dio a prescindere se abbia o meno ancora ricevuto il battesimo in acqua. Stando così le cose dal punto di vista biblico, cioè che si nasce di nuovo quando si crede in Gesù, è ovvio che il battesimo con lo Spirito Santo non fa nascere di nuovo perché esso è una esperienza che il credente fa dopo avere creduto e perciò dopo essere nato di nuovo. A conferma di ciò citeremo i seguenti esempi; l’esempio degli apostoli di Cristo, dei credenti di Samaria e quello dei circa dodici discepoli di Efeso.

Luca dice che quando giunse il giorno della Pentecoste i circa centoventi che erano radunati nella sala di sopra "furon ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi" (Atti 2:4). E tra di essi c’erano pure gli undici che erano stati con Gesù. Ora domandiamoci: erano nati di nuovo gli undici prima di essere battezzati con lo Spirito Santo in quel giorno di Pentecoste? La risposta è sì perché essi avevano creduto che Gesù era il Cristo mandato da Dio a redimere Israele. Gesù infatti nella notte che fu tradito disse di loro al Padre suo: "Hanno creduto che tu m’hai mandato" (Giov. 17:8). E si potrebbero esibire altre prove; essi per esempio furono chiamati da lui figliuoletti (cfr. Giov. 13:33); già mondi a motivo della parola che aveva loro annunciata (cfr. Giov. 15:3), ecc. Che cosa sperimentarono allora gli undici il giorno della Pentecoste quando lo Spirito scese su loro? Essi sperimentarono il rivestimento di potenza di cui aveva loro parlato Gesù quando disse loro di non dipartirsi da Gerusalemme finché dall’alto non fossero stati rivestiti di potenza (cfr. Luca 24:49), e che essi avrebbero ricevuto potenza quando lo Spirito Santo sarebbe sceso su loro (Atti 1:8). Luca dice a proposito dei Samaritani che "quand’ebbero creduto a Filippo che annunziava loro la buona novella relativa al regno di Dio e al nome di Gesù Cristo, furon battezzati, uomini e donne" (Atti 8:12). Quindi essi erano nati di nuovo perché avevano creduto che Gesù era il Cristo. Quando però gli apostoli che erano in Gerusalemme ebbero udito che la Samaria aveva ricevuto la parola di Dio, vi mandarono Pietro e Giovanni affinché pregassero per loro affinché ricevessero lo Spirito Santo. Ed essi giunti a Samaria imposero le mani a quei credenti ed essi ricevettero lo Spirito Santo. Quei credenti furono così rivestiti di potenza, perché quando si riceve lo Spirito Santo si riceve potenza secondo che Gesù disse: "Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi" (Atti 1:8). Sempre Luca dice che quando Paolo venne ad Efeso vi trovò alcuni discepoli ai quali domandò se avevano ricevuto lo Spirito Santo. Ma siccome che essi gli risposero che non avevano neppure sentito parlare dello Spirito Santo, Paolo chiese loro di quale battesimo erano stati battezzati. Essi gli dissero che erano stati battezzati del battesimo di Giovanni; al che Paolo li battezzò nel nome di Cristo e dopo che ebbe loro imposto le mani lo Spirito Santo scese su loro e parlavano in altre lingue e profetizzavano (cfr. Atti 19:1-7). Erano discepoli di Cristo quegli uomini; quindi erano nati di nuovo quantunque, prima che Paolo imponesse loro le mani, non avevano ancora ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo.

Un’altra cosa da dire è che quando si riceve il battesimo con lo Spirito Santo si comincia a parlare in altre lingue; l’esempio dei circa centoventi il giorno della Pentecoste, e quello dei circa dodici discepoli ad Efeso lo attestano chiaramente. Dunque la ricezione del battesimo con lo Spirito Santo e il parlare in lingue sono due cose inscindibili. E si tenga presente che le lingue che si ricevono al battesimo con lo Spirito non sono date per evangelizzare perché Paolo dice che "chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio" (1 Cor. 14:2).

 

CONCLUSIONE

In questo capitolo abbiamo dimostrato che le dottrine del mormonismo sul peccato, sulla salvezza, sulla giustificazione e sulla nuova nascita sono dottrine contrarie all’insegnamento della Parola di Dio. Infatti i Mormoni negano il peccato originale, e poi insegnano che per essere salvati dai propri peccati è necessario non solo credere e ravvedersi (che poi anche questo fatto di mettere prima la fede e dopo il ravvedimento è una cosa strana perché nella Scrittura il doversi ravvedere viene messo prima del credere), ma anche essere battezzati, ricevere l’imposizione delle mani per lo Spirito Santo, e compiere opere buone. Le stesse cose necessarie anche per essere giustificati. Per sperimentare la nuova nascita i Mormoni pare che si fermano alla ricezione dello Spirito Santo, ma nello stesso tempo ci fanno sapere che chi ha ‘ricevuto’ lo Spirito Santo mediante l’imposizione delle mani non necessariamente è nato di nuovo. Per loro ‘affinché il processo sia genuino, comunque, uno deve essere diligentemente impegnato nelle opere buone’ (Encyclopedia of Mormonism, vol. I, pag. 218). E poi per i Mormoni la nuova nascita non è sufficiente per ottenere la salvezza [37]. Tutte cose queste che fanno capire come la loro nuova nascita sia differente da quella di cui parla la Scrittura. Come avete potuto vedere i Mormoni pongono molta enfasi sulle opere buone sia quando parlano della salvezza, sia quando parlano della giustificazione ed anche quando parlano della nuova nascita. Bisogna tenere presente però che dato che per loro la vita eterna è l’esaltazione, ossia il massimo grado di gloria nel regno celestiale, e per ottenerla è indispensabile sposarsi per l’eternità, questo matrimonio eterno è indispensabile contrarlo se si vuole meritare la vita eterna. Per cui alla fin fine per ottenere la ‘vita eterna’ non è sufficiente credere, ravvedersi, essere battezzati in acqua ed essere battezzati con lo Spirito Santo e perseverare nelle opere buone fino alla fine; ci vuole il matrimonio per l’eternità. Senza di esso gli uomini e le donne che hanno ubbidito alle leggi e alle ordinanze del Vangelo non diventeranno Dèi e vivranno come celibi e nubili. Ma non è finita qui, perché gli uomini anche se in questo mondo non vengono a conoscenza del Vangelo e quando muoiono vanno all’inferno possono lo stesso ottenere la ‘vita eterna’; devono credere, ravvedersi ed accettare tutte le ordinanze fatte in loro favore sulla terra e compiere buone opere. Così facendo passeranno dall’inferno al paradiso e quivi aspetteranno la prima risurrezione. E nel caso invece essi mentre sono all’inferno rifiutano di credere e di ravvedersi e non accettano le ordinanze fatte in loro favore? Bene, anche in questo caso essi saranno ‘salvati’, ma non prima che il millennio sia terminato, perché sarà alla fine del millennio che essi risusciteranno per essere mandati nel regno teleste. Riconosco che la dottrina mormone sulla salvezza è piuttosto difficile da capire (e per me da spiegare); un po’ come quella della chiesa cattolica romana; ma d’altronde se si vuole confutare efficacemente i Mormoni occorre capirla almeno per sommi capi.

Ma poi va detto a riguardo del messaggio della salvezza predicato dai Mormoni che in fin dei conti è una sorta di burla nei loro stessi confronti perché come vedremo meglio più avanti, alla fine saranno salvati (anche se con un grado di gloria inferiore) pure gli adulteri, i maghi, i bugiardi ecc. ossia coloro che hanno rifiutato il Vangelo mormone sia sulla terra che nel mondo degli spiriti. Non si capisce dunque che importanza può avere il messaggio dei Mormoni. Ma noi diciamo: se anche coloro che rifiutano di ravvedersi e di credere nel Vangelo sulla terra, saranno pure loro salvati, che senso ha annunciare il ravvedimento e la remissione dei peccati nel nome di Gesù Cristo? Che senso ha scongiurare i peccatori a salvarsi da questa perversa generazione? Nessuno. Infatti alla fine, quantunque essi abbiano rigettato il Vangelo, Dio li salverà lo stesso in un suo regno glorioso (quello teleste). Quindi, in definitiva l’essersi ravveduti e l’aver creduto in Cristo non sarebbe stato di capitale importanza per l’uomo che è diventato un discepolo di Cristo, perché anche senza il ravvedimento e la fede avrebbe potuto essere salvato lo stesso. E’ vero che i Mormoni ci tengono a precisare che quelli nel regno teleste non avranno gli stessi privilegi e poteri di coloro che saranno nel più alto livello di gloria nel regno celeste, ma pure si deve riconoscere che gli adulteri, i ladri, gli ubriachi, i maghi riceveranno pur sempre una misura di gloria. E il solo pensiero di sapere che questa gente sarà lo stesso glorificata in una certa misura farebbe veramente inorridire e indignare il giusto che teme Dio. Gli farebbe esclamare giustamente: ‘V’è ingiustizia nel mio Dio perché Egli non aborrisce coloro che prendono piacere nel fare ciò che gli dispiace!’. Ma siccome che quello che dicono i Mormoni è un impostura generata dal padre della menzogna, cioè il diavolo, padre e padrone di Joseph Smith; il giusto sta tranquillo e fiducioso nel suo Dio sapendo che tutti coloro che rifiutano di ravvedersi e di credere nel Vangelo saranno puniti di una eterna infamia che non verrà mai cancellata, e di eterna distruzione. I ladri, gli ubriachi, i maghi, i fornicatori, gli adulteri, i bugiardi e gli increduli, di gloria non ne gusteranno mai e poi mai, perché quando muoiono scendono in un attimo nel fuoco dell’Ades, e alla risurrezione saranno gettati nello stagno ardente di fuoco e di zolfo dove saranno tormentati per l’eternità. Altro dunque che gloria, altro che regno teleste, essi erediteranno.

 

 

NOTE

 

[1] Si tenga presente che per i Mormoni Adamo ed Eva prima che peccassero non avevano sangue nelle vene! Superfluo che vi dica che ciò è falso. [ç ]

 

[2] Per i Mormoni il giardino d’Eden era situato in Independence, Missouri, nello stesso luogo dove secondo loro sarà costruita negli ultimi tempi la Nuova Gerusalemme (vedi per più dettagli a tale proposito più avanti nel libro). ‘La rivelazione degli Ultimi giorni specifica che come mortale Adamo visse a Adam-Ondi-Ahman, in quella che adesso è Daviess County, Missouri (Dottrina e Alleanze, 107:53-56; 116:1; 117:8). Alcuni dei primi leaders dei Santi degli Ultimi giorni, tra cui Brigham Young e Heber C. Kimball, dichiararono che il Profeta Joseph Smith insegnò loro che il Giardino d’Eden era localizzato in quella che ora è Jackson County, Missouri’ (Encyclopedia of Mormonism, vol. II, pag. 534). La ragione per cui in seguito la culla della civiltà si spostò nell’area Mesopotamica fu che al tempo del diluvio universale l’arca di Noè fu trasportata dal vento dal continente americano in Asia. Ma tutto ciò è falso perché è scritto: "E l’Eterno Iddio piantò un giardino in Eden, in oriente, e quivi pose l’uomo che aveva formato… E un fiume usciva d’Eden per adacquare il giardino, e di là si spartiva in quattro bracci. Il nome del primo è Pishon, ed è quello che circonda tutto il paese di Havila, dov’è l’oro; e l’oro di quel paese è buono; quivi si trovan pure il bdellio e l’onice. Il nome del secondo fiume è Ghihon, ed è quello che circonda tutto il paese di Cush. Il nome del terzo fiume è Hiddekel, ed è quello che scorre a oriente dell’Assiria. E il quarto fiume è l’Eufrate" (Gen. 2:8,10-14). Come potete vedere, Dio collocò il giardino d’Eden ad Oriente, in Mesopotamia perché là scorrono il Tigri (Hiddekel) e l’Eufrate. Quindi il fatto che dopo il diluvio la terra iniziò a ripopolarsi dalle pendici del Monte Ararat (dove si era posata l’arca di Noè) che si trova sempre in Oriente non è dovuto al fatto che l’arca fu trasportata dal vento dal continente americano in quella parte del mondo. [ç ]

 

[3] Joseph Fielding Smith preferisce non parlare della trasgressione di Adamo come di peccato: ‘Io non parlo mai della parte che Eva ebbe nella caduta come di peccato, e neppure accuso Adamo di un peccato. Uno può dire: ‘Bene [ ,] ma non trasgredirono un comandamento?’ Sì. Ma esaminiamo la natura di quel comando e i risultati che ne derivarono (…) E’ vero, il Signore avvertì Adamo ed Eva che nel mangiare il frutto essi avrebbero trasgredito una legge, e questo avvenne. Ma trasgredire una legge non è sempre un peccato ….’. (citato da Hoekema in op. cit., pag. 50-51). Alla luce di questa dichiarazione dunque il peccato di Adamo non fu realmente un peccato!! [ç ]

 

[4] In una delle Appendici del suo libro, Talmage cita uno scrittore mormone che dice: ‘Onora tuo padre e tua madre’. Questo fu uno dei dieci speciali comandamenti dati a Israele, durante una grande manifestazione della potenza e della gloria di Dio sul Monte Sinai. Nei passati secoli di tenebre esso pare avere perduto il suo significato per il mondo Cristiano. Essi non sembrano capire che ai primi genitori della razza umana è dovuto l’onore’ (ibid., pag. 476). Nella Encyclopedia of Mormonism si legge: ‘Per i Santi degli Ultimi giorni, Adamo si presenta come uno degli uomini più nobili e grandi… [For Latter-day Saints, Adam stands as one of the noblest and greatest of all men…]’ (vol. I, pag. 15). Leggendo tutte queste dichiarazioni positive nei confronti di Adamo ed Eva non possiamo non far notare il netto contrasto tra i Mormoni e i Testimoni di Geova perché quest’ultimi di Adamo ed Eva dicono che non risusciteranno perché nel giardino d’Eden ricevettero la sentenza di condanna eterna che non gli permetterà di tornare in vita alla risurrezione! Per i Testimoni di Geova dunque Adamo ed Eva si resero colpevoli di una tale colpa da non meritare di risorgere!

Un’altra cosa da dire su Adamo è che, secondo i Mormoni, egli in cielo prima di ‘incarnarsi’ era l’arcangelo Michele: ‘Il Profeta Joseph Smith insegnò che Michele, di cui si parla nella Bibbia (Dan. 10:13; Giuda 1:9; Rev. 12:7), è Adamo’ (Encyclopedia of Mormonism, vol. I, pag. 15; cfr. Dottrina e Alleanze 107:54). Superfluo dire che questa è l’ennesima impostura insegnata da Joseph Smith. Adamo ebbe il suo inizio nel Giardino d’Eden quando Dio formò il suo corpo dalla polvere della terra e gli soffiò nelle narici un alito vitale. Egli non fu mai l’arcangelo Michele in cielo. [ç ]

 

[5] Tenete presente che questa dottrina mormone che dice che questa ‘classe’ di peccatori che hanno commessi peccati senza conoscere il Vangelo non rimane condannata per sempre è collegata all’altra dottrina che concede l’opportunità dopo morti a tutti coloro che hanno peccato senza conoscere il Vangelo, di accettare o rigettare i principi del Vangelo. Vedi dunque le parti dove ho trattato questa dottrina della seconda opportunità per capire bene il nesso esistente tra le due dottrine. [ç [

 

[6] Come abbiamo visto prima, questo passo della Scrittura fu adulterato da Joseph Smith in questa maniera: ‘Niuno può venire a me, eccetto egli faccia la volontà del Padre mio che mi ha mandato’. La ragione è evidente; negare che l’uomo può andare a Cristo solo se il Padre lo attira a Cristo, e sostenere che è in potere dell’uomo andare o non andare a Cristo. Ma le parole di Gesù sono chiare e stabili; solo coloro che il Padre attira vanno a Cristo. [ç ]

 

[7] Bruce McConkie la chiama la salvezza che ‘viene per grazia soltanto senza l’obbedienza alla legge evangelica’ (Bruce McConkie, op. cit., 1993, pag. 669). Dunque quando sentite dire ai Mormoni che essi credono che gli uomini vengono salvati per grazia soltanto ricordatevi che essi per salvezza data per grazia soltanto intendono la risurrezione dai morti concessa a tutti. [ç ]

 

[8] Per quanto riguarda le suddette parole di Orson Pratt vorremmo fare notare la palese contraddizione esistente nella teologia mormone a riguardo del peccato; perché da un lato, come abbiamo visto, essi negano che gli uomini siano stati costituiti peccatori per il peccato di Adamo, mentre dall’altro dicono che tutti gli uomini saranno redenti dalla maledizione piombata su loro a motivo della trasgressione di Adamo! [ç ]

 

[9] Bruce McConkie afferma: ‘La salvezza nel suo vero e pieno significato è sinonimo di esaltazione o vita eterna e consiste nel guadagnare una eredità nel più alto dei tre cieli all’interno del regno celestiale’ (Bruce McConkie, op. cit., 1993, pag. 670). E dato che questa salvezza non si può guadagnare senza la chiesa mormone perché, come vedremo più avanti, solo essa ritiene di avere il vero sacerdozio e tutte quelle dottrine e ordinanze, e l’autorità divina che mettono in grado l’uomo di ottenere la salvezza (perché loro soli possiedono il Vangelo ‘restaurato’), ‘non c’è salvezza fuori dalla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi giorni’ (ibid., pag. 670). [ç ]

 

[10] Alcuni dei peccati di cui uno si ravvede devono essere confessati alle autorità ecclesiastiche (come i vescovi) dei Mormoni. Tra questi peccati ci sono l’adulterio, la fornicazione, il furto, la frode, il falso giuramento. Si noti la somiglianza con la confessione presente nel cattolicesimo romano. [ç ]

 

[11] Si tenga presente però che quantunque i Mormoni dicano che il battesimo viene ministrato per la remissione dei peccati, questa la si ottiene con l’imposizione delle mani per lo Spirito Santo (che loro chiamano anche Confermazione), perché per loro è solo quando si riceve il battesimo con lo Spirito Santo che si ottiene la remissione dei peccati. ‘Mentre il battesimo in acqua simboleggia la purificazione e la risurrezione dalla morte alla nuova vita, la vera purificazione o remissione dei peccati (the actual cleansing or remission of sins) viene per mezzo dell’obbedienza e come un dono da Dio ‘con il fuoco e con lo Spirito Santo’, per mezzo del quale l’individuo è nato da Dio, essendo diventato una nuova creatura’ (Encyclopedia of Mormonism, vol. II, pag. 557; cfr. Dottrina e Alleanze 19:31). [ç ]

 

[12] La dotazione (endowment) ‘è un corso di istruzione, di ordinanze e patti, dato solo nei templi dedicati della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi giorni’ (Encyclopedia of Mormonism, vol. II, pag. 454). Tra gli aspetti della dotazione abbiamo un lavaggio e un unzione cerimoniale, l’indossare le ‘vesti sacre del tempio’, ed un corso di lezioni e rappresentazioni sceniche. La dotazione viene fatta dai Mormoni sia per loro stessi che per i morti. [ç ]

 

[13] Facciamo notare che il celebrare la cena del Signore con l’acqua contrasta con quello che Joseph Smith ebbe a dichiarare nella ‘parola di saggezza’ avuta il 27 febbraio 1833: ‘Qualora uno di voi beva del vino o bevande forti, ecco, ciò non è bene, né gradito agli occhi di vostro Padre, salvo quando vi radunate per offrire i vostri sacramenti dinanzi a Lui. Ed ecco, dovrebbe essere vino, sì vino puro dei grappoli d’uva, fatto da voi stessi’ (Dottrina e Alleanze 89:5-6). [ç ]

 

[14] Il divieto di bere caffè e tè si fonda sulla ‘parola di saggezza’ di Joseph Smith perché in essa c’è il divieto di bere bevande calde. [ç ]

 

[15] Annualmente il fedele mormone deve discutere con il suo vescovo l’ammontare della decima; così in quell’occasione il vescovo mormone si trasforma in una sorta di agente delle imposte che deve appurare se la sua pecora ha dato veramente la decima di tutte le sue entrate. [ç ]

 

[16] Vi faccio notare però a riguardo della salvezza individuale alcune cose. Secondo i Mormoni anche i maghi, i fornicatori, gli adulteri, i bugiardi che quando muoiono sono scaraventati all’inferno e soffrono l’ira di Dio fino alla fine del millennio (non accettando l’Evangelo neppure nel mondo degli spiriti), alla fine saranno ‘salvati’ nel cosiddetto regno teleste. Per cui in realtà costoro anche se non ubbidiranno alle ‘leggi ed alle ordinanze del Vangelo’ e non praticheranno la giustizia mentre sono in vita, e non crederanno e non riceveranno (mentre saranno nel mondo degli spiriti) le ordinanze fatte sulla terra in loro favore e non faranno alcuna opera buona saranno ‘salvati’ lo stesso. C’è poi un’altra categoria di peccatori che per i Mormoni saranno ‘salvati’ lo stesso anche se sulla terra non hanno creduto e non hanno ubbidito alle ordinanze del Vangelo e non hanno praticato la giustizia fino alla fine, e sono coloro che muoiono senza conoscere il Vangelo e vanno all’inferno dove però dato che – secondo loro – hanno la possibilità di udire la predicazione del Vangelo, lo accettano in parte, e prima vengono fatti passare in paradiso e poi nel giorno del giudizio saranno salvati nel cosiddetto regno terrestre. Coloro che invece mentre sono all’inferno accettano il Vangelo e, tra le ordinanze fatte per loro, solo il battesimo e l’imposizione delle mani per lo Spirito Santo, passano in paradiso e in quel giorno saranno fatti entrare nel regno celeste ma non al massimo grado. Infine coloro che mentre sono all’inferno accettano il Vangelo e tutte le ordinanze fatte in loro favore, prima passano in paradiso e poi nel giorno del giudizio saranno fatti entrare nel regno celeste alla massima gloria, cioè otterranno l’esaltazione. In realtà quindi questa salvezza condizionata viene offerta anche a coloro che sono andati all’inferno. E’ una salvezza con più gradi perché i Mormoni dicono che tra la gente esistono diversi gradi di fede e di opere. I Mormoni comunque ci tengono a precisare che la salvezza senza l’esaltazione equivale alla dannazione (cfr. Encyclopedia of Mormonism, vol. 1, pag. 353). Ecco perché ho ritenuto che fosse meglio esporre innanzi tutto cosa devono fare gli uomini per ottenere l’esaltazione, la salvezza al massimo grado (che i Mormoni chiamano anche salvezza piena), perché per loro chi non raggiunge l’esaltazione è dannato, anche se nella realtà pure coloro che non la otterranno (esclusi però i figli della perdizione) saranno salvati con qualche grado di gloria (dunque per loro ci saranno dei salvati-dannati). In questa maniera vi verrà più facile capire i diversi livelli di salvezza insegnati dai Mormoni, perché intenderete quali condizioni non hanno soddisfatto coloro (i salvati-dannati) che non otterranno l’esaltazione. [ç ]

 

[17] Quando morì Brigham Young le sue ultime parole che furono chiaramente capite furono: ‘Joseph, Joseph, Joseph!’ (A Comprehensive History of the Church [Una Comprensiva Storia della Chiesa], vol. V, pag. 509). Quale differenza con quelle che proferì Stefano prima di spirare: "Signor Gesù, ricevi il mio spirito" (Atti 7:59). [ç ]

 

[18] John Taylor, allora del Consiglio dei Dodici, scrisse dopo la morte di Joseph Smith: ‘Joseph Smith, il Profeta e Veggente del Signore, ha fatto per la salvezza degli uomini in questo mondo, eccetto Gesù solo, più di qualsiasi altro uomo che sia vissuto in esso’ (Dottrina e Alleanze 135:3). Noi diciamo invece che Joseph Smith mentre era vivo non fece nulla per la salvezza degli uomini anzi fece molto per mantenerli nelle tenebre, e questo perché era un falso profeta, un impostore che fece parlare la sua lingua dicendo: ‘Così dice l’Eterno’ quando Dio non gli aveva parlato. [ç ]

 

[19] Tenete presente che a sostegno di questa dottrina i Mormoni citano queste parole attribuite a Gesù scritte nel Libro di Mormon: ‘E chiunque non crede in me e non è battezzato, sarà dannato’ (Libro di Mormon, 3 Nefi, 11:34). Parole che come abbiamo già dimostrato sono false. [ç ]

 

[20] Questo lo fanno in base a questa ‘rivelazione’ di Joseph Smith: ‘Ed i loro figli saranno battezzati per la remissione dei loro peccati quando avranno otto anni di età…’ (Dottrina e Alleanze 68:27). Come potete vedere i Mormoni cominciano a considerare gli esseri umani dei peccatori che hanno bisogno di pentirsi e di essere battezzati per la remissione dei loro peccati all’età di otto anni. Joseph Smith affermò: ‘…essi non possono peccare fino a quando non diventano responsabili dinanzi a me, perché a Satana non è concesso il potere di tentare i piccoli fanciulli’ (Dottrina e Alleanze 29:47)! [ç ]

 

[21] La ripetizione del battesimo tra i Mormoni è necessaria quando un Mormone dopo essere entrato nella setta tramite il battesimo, si ritira da essa o viene da essa scomunicato, e vuole entrare di nuovo a fare parte di essa (cfr. Talmage, op. cit., pag. 142-143). [ç ]

 

[22] Questa ennesima impostura mormone fa capire bene (se ce ne fosse ancora bisogno) quale fonte di assurdità fosse Joseph Smith! [ç ]

 

[23] I Mormoni ci fanno sapere infatti che può succedere che nell’aldilà qualcuno servito non accetti le ordinanze fatte per lui: ‘La legge della Causa (law of Agency) è inviolata in questo mondo e nel mondo a venire. Così, coloro che sono serviti per procura hanno il diritto di accettare o rigettare le ordinanze’ (Encyclopedia of Mormonism, vol. I, pag. 96). [ç ]

 

[24] ‘Alcune ordinanze sono indispensabili per entrare nella gloria celestiale (battesimo, dono dello Spirito Santo), e per l’esaltazione (ordinazione al sacerdozio, dotazione del tempio, matrimonio celestiale)’ (Encyclopedia of Mormonism, vol. III, pag. 1032-1033). [ç ]

 

[25] Nel 1894, allo scopo di trovare i nomi di più antenati possibili, fu organizzata The Genealogical Society of Utah (La Società Genealogica dello Utah), che nel 1987 cambiò il nome in The Family History Department (Il Dipartimento di Storia della Famiglia). Questo organismo della chiesa mormone possiede The Family History Library (La Biblioteca della Storia della Famiglia), situata in Salt Lake City, che ospita la più grande collezione di registri genealogici. Tra le cose che si possono consultare c’è The International Genealogical Index (L’Indice Genealogico Internazionale), disponibile su compact-disk, che agli inizi del 1990 conteneva più di 147 milioni di nomi di persone decedute dal 1500 a circa il 1875. Questa biblioteca è frequentata da genealogisti di tutto il mondo. I Mormoni ne vanno fierissimi. [ç ]

 

[26] Joseph Smith pronunciò queste parole in occasione del funerale di King Follett e per confermare quanto importante fosse battezzare per i morti subito dopo disse: ‘L’Apostolo dice: ‘Essi senza di noi non possono essere resi perfetti (Ebrei 11:40)’ (ibid., pag. 137). Il che significa che i morti per essere resi perfetti hanno bisogno di noi, cioè che noi ci facciamo battezzare per loro. Vorrei farvi notare però che il passo agli Ebrei citato da Joseph Smith fu da lui citato volontariamente in maniera errata perché il passo in questione dice così (lo cito assieme al versetto precedente per farvi capire il contesto): "E tutti costoro, pur avendo avuta buona testimonianza per la loro fede, non ottennero quello ch’era stato promesso, perché Iddio aveva in vista per noi qualcosa di meglio, ond’essi non giungessero alla perfezione senza di noi" (Ebr. 11:39-40). Come potete vedere Joseph Smith con la sua astuzia fece dire allo scrittore agli Ebrei una cosa che egli non disse mai e cioè che i morti senza il battesimo dei vivi in loro favore non possono essere resi perfetti. [ç ]

 

[27] I primi battesimi per i morti furono fatti nel fiume Mississippi vicino a Nauvoo, ma in seguito ad una ‘rivelazione’ di Joseph Smith furono da un certo punto in avanti ministrati nel tempio (cfr. Dottrina e Alleanze 124:29-35). [ç ]

 

[28] Faccio presente che siccome la poligamia oggi è condannata dalla chiesa mormone il matrimonio per l’eternità da farsi per ricevere l’esaltazione può e deve essere contratto solo con una moglie sola. In altre parole oggi la poligamia non è indispensabile per conseguire l’esaltazione: ‘Il matrimonio plurimo non è essenziale per la salvezza o l’esaltazione’ (Bruce McConkie, op. cit., 1958, pag. 523). Questo contrasta apertamente quanto disse il sesto presidente mormone Joseph F. Smith (1838-1918): ‘Alcune persone hanno supposto che la dottrina del matrimonio plurimo era una sorta di superfluo, o di non essenziale alla salvezza dell’umanità. In altre parole, alcuni dei Santi hanno detto, e credono che un uomo con una sola moglie, suggellata a lui dall’autorità del Sacerdozio per il tempo e l’eternità, riceverà un esaltazione tanto grande e gloriosa, se egli è fedele, come potrebbe possibilmente riceverla con più di una moglie. Io qui voglio inoltrare la mia protesta contro questa idea, perché io so che è falsa’ (Journal of Discourses, vol. XX, pag. 28; citato da Jerald and Sandra Tanner in op. cit., pag. 255). [ç ]

 

[29] Uno di questi peccati che secondo Joseph Smith non poteva essere perdonato era l’omicidio. Egli disse infatti: ‘Ed ora, ecco, Io parlo alla chiesa. Tu non ucciderai; e colui che uccide non avrà il perdono in questo mondo e neppure nel mondo a venire. Ed ancora, Io dico, tu non ucciderai, ma colui che uccide morirà’ (Dottrina e Alleanze 42:18-19). [ç ]

 

[30] I Tanner, che dimostrano nel loro libro di essere informati molto bene sulla storia del mormonismo, citano all’inizio del loro capitolo dedicato al Blood atonement, la notizia che in un manoscritto scritto nel 1839, Reed Peck disse che Joseph Smith disse di avere avuto una rivelazione nella quale l’apostolo Pietro gli disse che aveva ucciso Giuda: ‘Egli [ Joseph Smith] parlò dei dissidenti e ci citò il caso di Giuda, dicendo che Pietro gli aveva detto in una conversazione pochi giorni prima che lui stesso aveva impiccato Giuda per aver tradito Cristo’ (The Reed Peck Manuscript, pag. 13; citato dai Tanner in op. cit., pag. 490). Evidentemente anche questa ‘rivelazione’ costituiva per Joseph Smith una di quelle cose ‘chiare e preziosissime’ (in questo caso confermava che la Chiesa antica aveva l’autorità di mettere a morte i traditori) che la chiesa apostata tolse dalle sacre Scritture! Per noi invece costituisce l’ennesima menzogna di Joseph Smith perché Matteo dice nel Vangelo che Giuda dopo aver riportato i trenta sicli ai capi sacerdoti e agli anziani "s’allontanò e andò ad impiccarsi" (Matt. 27:5), e l’apostolo Pietro affermò che Giuda "acquistò un campo col prezzo della sua iniquità; ed essendosi precipitato, gli si squarciò il ventre, e tutte le sue interiora si sparsero" (Atti 1:18). [ç ]

 

[31] Joseph Smith ebbe a dire: ‘Il battesimo di acqua senza il battesimo di fuoco e dello Spirito Santo che lo accompagna è inutile; essi sono necessariamente e inseparabilmente connessi. Un individuo deve nascere di acqua e di Spirito per entrare nel regno di Dio’ (Robert Millett, op. cit., pag. 140-141). [ç ]

 

[32] Che sono coloro morti con dei peccati ‘veniali’ da espiare e qualche residuo di pena di qualche peccato ‘mortale’, perché come voi sapete chi muore in stato di peccato ‘mortale’ va all’inferno senza più alcuna speranza. [ç ]

 

[33] I Mormoni però sfacciatamente contrastano la verità perché ritengono che la Parola di Dio non difenda il celibato (come dono di Dio naturalmente): ‘I Santi degli Ultimi giorni rigettano i tentativi fatti per interpretare che la Bibbia difenda il celibato’ (Encyclopedia of Mormonism, vol. I, pag. 260). Il motivo è evidente; perché per loro non si può ottenere la vita eterna (o esaltazione) rinunciando al matrimonio e vivendo da celibi. Ecco perché i Mormoni affermano che l’apostolo Paolo era sposato. Bruce McConkie afferma: ‘Paolo stesso era sposato. Questo è fuori discussione. Egli aveva la sicura promessa della vita eterna…’ (Bruce McConkie, op. cit., 1993, pag. 119). E non solo Paolo, ma - come abbiamo già visto - persino Gesù Cristo! Questa avversione mormone al celibato (come dono di Dio) spiega il perché Joseph Smith nella sua ‘traduzione’ manomise il primo versetto del capitolo 7 mettendo: ‘Ora per quel che concerne le cose delle quali voi m’avete scritto dicendo: ‘E’ bene per l’uomo di non toccar donna’. Per far credere che erano stati i Corinzi a dire a Paolo che era bene per l’uomo non toccare donna anziché Paolo ai Corinzi. [ç ]

 

[34] In inglese il testo dice: ‘The Individual Effect of the Atonement makes it possible for any and every soul to obtain absolution from the effect of personal sins, through the mediation of Christ; but such saving intercession is to be invoked by individual effort as manifested through faith, repentance, and continued works of righteousness’. [ç ]

 

[35] Nella Diodati (ediz. 1968) il passaggio si legge così: "Ravvedetevi adunque, e convertitevi; acciocché i vostri peccati sien cancellati, e tempi di refrigerio vengano dalla presenza del Signore, ed egli vi mandi Gesù Cristo, che vi è stato destinato; il qual conviene che il cielo tenga accolto, fino a’ tempi del ristoramento di tutte le cose…". [ç ]

 

[36] Faccio notare però che cosa intendono i Mormoni per dono delle lingue citando quello che ha detto Joseph Fielding Smith: ‘Una volta avevo bisogno del dono delle lingue, e il Signore me lo diede. Ero in una terra straniera, mandato a predicare il vangelo a persone di cui non potevo capire la lingua. Allora cercai ardentemente il dono delle lingue, e per mezzo di questo dono e lo studio, in un centinaio di giorni dopo essere approdato in quelle isole io potevo parlare alla gente nella loro lingua come io parlo a voi nella mia nativa lingua.’ (Citato nella Encyclopedia of Mormonism, vol. II, pag. 545). E’ evidente quindi che per dono delle lingue i Mormoni non intendono il dono delle lingue di cui parla la Scrittura. [ç]

 

[37] Ossia per ottenere l’esaltazione che è il massimo grado di gloria nel regno celeste; e questo perché come abbiamo visto per l’esaltazione sono necessari anche la dotazione e il matrimonio per l’eternità. [ç ]

 

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