1. Leggendo e meditando il breve Salmo 70 ho potuto notare che il salmista dice al Signore per ben tre volte la parola "affrettati" e per una volta la parola "non tardare". Mi domando: ma come il Salmista non conosceva quella scrittura che dice che "Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo"? E se sì perchè allora dice al Signore di "affrettarsi" e di "non tardare"? E noi quando preghiamo e diciamo al Signore di "affrettarsi" e di "non tardare" a risponderci non è come se mettessimo in dubbio che Lui risponde "al suo tempo" ovvero al momento giusto e opportuno?

 

Innanzi tutto va detto che essendo Davide l’autore di questo Salmo egli non poteva conoscere quella Scrittura che dice che Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo (cfr. Eccl. 3:11) perché quest’ultima fu scritta da suo figlio Salomone dopo che diventò re di Israele. Nonostante ciò però io non ritengo che Davide esprimendosi in quella maniera abbia messo in dubbio il fatto che Dio risponde al momento opportuno (cosa che comunque sapeva e aveva certamente sperimentato perché chiunque prega Dio del continuo sperimenta la puntualità di Dio nelle sue risposte). Quei suoi ‘non tardare’ e ‘affrettati’ vanno intesi dunque come normali espressioni di un essere umano che in mezzo alla distretta nel vedere i suoi nemici attorno a lui e sul punto di vincerlo supplica dal profondo del suo cuore il suo Dio affinchè lo liberi da essi e non lo renda confuso. Espressioni queste che per altro si ritrovano diverse volte nelle preghiere di Davide (cfr. Sal. 31:2; 38:22; 40:13,17, 69:17; 141:1; 143:7) che sappiamo era un uomo secondo il cuore di Dio che sapeva che Dio rispondeva a suo tempo. E’ un po’ come anche quell’altra espressione che usa sempre Davide nella distretta, cioè "non abbandonarmi" (Sal. 38:21); una normale espressione detta a Dio da un uomo in mezzo alla distretta, quantunque egli sapesse che Dio aveva detto a Giosuè: "Io non ti lascerò e io non ti abbandonerò" (Gios. 1:5). Come pure quell’altra espressione che Davide – un uomo che confidava in Dio con tutto il suo cuore - usa alcune volte nelle sue suppliche a Dio e cioè "fà che io non sia confuso" (cfr. Sal. 25:2,20; 31:1,17), nonostante egli sapesse molto bene che gli uomini integri "non saranno confusi nel tempo dell’avversità" (Sal. 37:19) e che i suoi padri confidarono in Dio e non furono confusi (cfr. Sal. 22:5).

Certamente, questo atteggiamento appare contraddittorio, ma si tratta appunto solo di una apparenza. Stando così le cose non credo che noi figliuoli di Dio dicendo a Dio ‘non tardare’ o ‘affrettati a rispondermi’ nelle nostre distrette dimostriamo di non credere che Egli risponde al momento opportuno. Semmai dimostriamo di voler vedere Dio intervenire in nostro favore subito, immediatamente; volontà però che si deve arrendere dinnanzi al decreto di Dio perché sappiamo che Egli ci risponderà quando vorrà Lui. Io ho detto qualche volta a Dio nelle mie preghiere di non tardare e di affrettarsi in mio aiuto, ed ho dovuto riscontrare che quantunque certe volte avrei voluto che Dio mi rispondesse nel mio tempo, alla fine Dio mi ha risposto al suo tempo non arrivando per nulla in ritardo. Alla fine quindi, mi sono dovuto arrendere al volere di Dio. Cosa ho imparato da ciò? Che noi non dobbiamo mai mettere in dubbio che Dio ci risponderà, mai e poi mai. E che poi non è indispensabile dirgli di ‘non tardare’ o ‘affrettati in mio aiuto’; Dio sa quando intervenire e come intervenire per il nostro bene. Credo dunque che se noi preghiamo con questo sentimento ne avremo del bene. Lui di certo non tarderà.

Mi viene in mente un'altra APPARENTE contraddizione presente nella Bibbia che è questa, quantunque Pietro sapesse che l’apparizione del Signore Gesù avverrà a suo tempo, nella sua seconda epistola dice testualmente: "…. Aspettando e affrettando la venuta del giorno di Dio …" (2 Piet. 3:12). Ora, come è possibile che si possa, oltre che aspettare, anche affrettare un giorno che Dio ha già decretato avvenga a suo tempo? Certamente si può fare, ma devo confessare che anche qui ci si trova davanti ad una APPARENTE contraddizione.

E poi dato che mi trovo in tema, non è forse un APPARENTE contraddizione anche il fatto che Gesù quantunque sapesse e avesse detto che era necessario che il Figliuol dell’uomo soffrisse molte cose dai sacerdoti, dagli scribi e dai farisei, che fosse ucciso e resuscitasse il terzo giorno, nel giardino del Getsemani quando si trovò in agonia pregò il Padre di allontanare quel calice da lui? Certo che lo è, sappiamo però che Egli disse al Padre anche queste parole: "Ma pure, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi" (Mar. 14:36). Se dunque Gesù che aveva piena fiducia nella Parola di Dio, prima chiese al Padre di non farlo morire sulla croce, ma poi gli disse che lui si arrendeva al suo volere, senza per questo dubitare della Parola di Dio; sono persuaso che anche noi se prima diciamo a Dio ‘non tardare’ o ‘affrettati in mio aiuto’ e poi gli diciamo ‘Signore, ma pure non quando e come voglio io, ma quando e come vuoi Tu’ non potremo essere accusati di dubitare di Dio in nessuna maniera.

 

Indice