No, non è affatto così. Vediamo innanzi tutto quali sono queste vedove che la Scrittura ordina di schivare: "Ma rifiuta le vedove più giovani, perché, dopo aver lussureggiato contro Cristo, vogliono maritarsi, e sono colpevoli perché hanno rotta la prima fede; ed oltre a ciò imparano anche ad essere oziose, andando attorno per le case; e non soltanto ad esser oziose, ma anche cianciatrici e curiose, parlando di cose delle quali non si deve parlare" (1 Tim. 5:11-13). Queste parole di Paolo seguono quelle in cui lui ordina di iscrivere nel catalogo (affinchè sia sostenuta dalla Chiesa) la vedova quando ha delle particolari caratteristiche; ecco queste parole: "Sia la vedova iscritta nel catalogo quando non abbia meno di sessant’anni: quando sia stata moglie d’un marito solo, quando sia conosciuta per le sue buone opere: per avere allevato figliuoli, esercitato l’ospitalità, lavato i piedi ai santi, soccorso gli afflitti, concorso ad ogni opera buona" (1 Tim. 5:9-10). |
Dunque quando Paolo biasima le vedove biasima quelle che dopo avere lussureggiato contro Cristo vogliono maritarsi (cfr. 1 Tim. 5:11), e non quelle che vogliono maritarsi perchè ciò è lecito tanto è vero che egli dopo dice che lui vuole che le vedove giovani si maritino secondo che è scritto: "Io voglio dunque che le vedove giovani si maritino, abbiano figliuoli, governino la casa, non diano agli avversari alcuna occasione di maldicenza, poiché già alcune si sono sviate per andar dietro a Satana" (1 Tim. 5:14-15). Quelle vedove che lui dunque biasima e dice a Timoteo di schivare e di rifiutare sono dunque quelle che dopo essersi abbandonate alla dissolutezza vogliono maritarsi. Pur tuttavia, Paolo – come si può bene vedere – anche quando biasima queste vedove per la loro lussuria non vieta loro di maritarsi, non nega loro il diritto di maritarsi che rimane un diritto naturale. |
Quindi, ancora una volta, emerge che il matrimonio una volta che uno dei due coniugi è morto, è a tutti gli effetti sciolto, e nel caso della vedova è lecito maritarsi. |