5. Quando Davide diceva nei Salmi: "Il tuo bastone e la tua verga sono quelli che mi consolano" (Sal. 23:4) cosa voleva dire?

 

Voleva dire che i castighi che Dio gli infliggeva alla fine risultavano a suo favore per cui erano ben accetti dalla mano di Dio.

Questo concetto lo esprime in questa maniera lo scrittore del Salmo centodiciannove: "Prima che io fossi afflitto, andavo errando; ma ora osservo la tua parola …. È stato un bene per me l’essere afflitto, ond’io imparassi i tuoi statuti … Io so, o Eterno, che i tuoi giudizî son giusti, e che nella tua fedeltà m’hai afflitto" (67,71,75).

E lo conferma anche lo scrittore agli Ebrei quando dice: "Or ogni disciplina sembra, è vero, per il presente non esser causa d’allegrezza, ma di tristizia; però rende poi un pacifico frutto di giustizia a quelli che sono stati per essa esercitati" (Ebr. 12:11).

Va detto però anche che il bastone e la verga Dio li usa anche contro i nostri nemici quando ci deve fare giustizia, per cui anche in questo caso il suo bastone e la sua verga ci consolano, ossia quando noi vediamo o ci ricordiamo di qualche giudizio di Dio contro coloro che ci fanno male proviamo consolazione e ci sentiamo sollevati perché riconosciamo che la nostra causa sta davanti a Dio e che Lui è un Dio giusto. Diceva il salmista a Dio: "Io mi ricordo de’ tuoi giudizi antichi, o Eterno, e mi consolo" (Sal. 119:52). Amen. 

 

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