19. Che cosa significa che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte (cfr. 1 Tess. 5:2)?

 

Significa che quel giorno per coloro che camminano nelle tenebre, cioè per i figli di questo secolo, verrà all’improvviso, e non scamperanno affatto. Ho detto per coloro che camminano nelle tenebre, perché i figliuoli della luce, cioè i figli di Dio, non saranno colti da quel giorno come da un ladro nella notte. I figliuoli della luce infatti vegliano e pregano nell’attesa di quel giorno, lo aspettano con pazienza perché sanno che Gesù Cristo ne ha parlato, anche se Egli non ha detto né il giorno e neppure l’ora del suo ritorno. Gesù però ha detto quali sono le cose che precederanno quel giorno, per cui i credenti sono nettamente avvantaggiati nei confronti degli increduli perché sanno le cose che devono succedere prima di quel giorno. Da qui l’esortazione di Gesù: "Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra redenzione è vicina" (Luca 21:28), e: "Così anche voi quando vedrete avvenir queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino" (Luca 21:31).

E’ ovvio che se un credente smette di vegliare e di pregare, anche su lui il giorno del Signore verrà a guisa di ladro perché anche lui si ritroverà a camminare nelle tenebre come tutti gli altri, cioè a dormire come gli altri. Ecco perché Paolo ci dice: "Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, sì che quel giorno abbia a cogliervi a guisa di ladro; poiché voi tutti siete figliuoli di luce e figliuoli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre; non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobrî. Poiché quelli che dormono, dormono di notte; e quelli che s’inebriano, s’inebriano di notte; ma noi, che siamo del giorno, siamo sobrî, avendo rivestito la corazza della fede e dell’amore, e preso per elmo la speranza della salvezza. Poiché Iddio non ci ha destinati ad ira, ma ad ottener salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo, il quale è morto per noi affinché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui" (1 Tess. 5:4-10).

Vegliamo dunque e siamo sobri, non diamoci a gozzoviglie, a ubriachezze, a lascivie e alla lussuria, e non lasciamoci aggravare dalle ansiose sollecitudini di questa vita, affinché quel giorno non ci venga addosso all’improvviso come un ladro nella notte. Noi sappiamo che il Signore verrà e che questa sua venuta è vicina, il fatto di non sapere né il giorno e neppure l’ora non ci preoccupa ma ci spinge a vegliare e a pregare per essere trovati pronti dal nostro Padrone quando egli tornerà dal cielo.

 

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