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Contro il «vangelo sociale» |
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Fratelli nel Signore, esiste un falso vangelo
chiamato ‘vangelo sociale’ (in inglese 'social gospel') che è penetrato in
molte Chiese Evangeliche, comprese le Assemblee di Dio in Italia. L’amore di
Cristo dunque mi costringe a spiegarvi in che cosa consiste questo cosiddetto
vangelo sociale e a mettervi in guardia da esso. Innanzi tutto però fatemi
tracciare una breve storia del vangelo sociale. |
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Il movimento del vangelo sociale è un
movimento intellettuale di matrice protestante che si sviluppò soprattutto
nel decennio 1880-90 e che raggiunse il suo apice agli inizi del ventesimo
secolo negli Stati Uniti e in Canada. Il movimento si proponeva di applicare
i principi etici del Cristianesimo ai problemi sociali, soprattutto alle
questioni sociali come l'ingiustizia economica, la povertà, l'alcolismo, il
crimine, le tensioni razziali, il lavoro dei bambini, il pericolo della
guerra e così via. In altre parole, proclamava la necessità di affiancare
alla salvezza individuale una salvezza sociale, per raggiungere la quale era
necessario una estesa cooperazione che essi sostenevano sulla base del
principio della fraternità universale degli uomini, per cui se tutti gli
uomini sono figli di Dio - dicevano - nulla deve impedire loro di associarsi
per redimere la società dai mali che l'affliggono. Questo movimento portò
alla proliferazione di programmi e di agenzie sociali organizzati dalle
diverse organizzazioni denominazionali ed interdenominazionali. |
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I propugnatori del vangelo sociale erano tipicamente
post-millenaristi, ossia credevano che Cristo non poteva ritornare se prima
l'umanità non si fosse sbarazzata dei mali sociali, ossia se non dopo il
'millennio' o una età d'oro in cui avrebbero prosperato i principi del
Cristianesimo. Tra gli esponenti più importanti di questo movimento ci furono
Richard T. Ely (1854–1943) affiliato alla Chiesa
Episcopale; Josiah Strong (1847-1916) che fu segretario
generale della Alleanza Evangelica negli USA dal 1886 al 1898; Washington Gladden (1836-1918) un pastore congregazionalista
americano che fu vice presidente dell'American Missionary
Association dal 1894 al 1901 e presidente dal 1901 al 1904; e Walter Rauschenbusch (1861-1918) un pastore battista che è
considerato il ‘padre’ del vangelo sociale in quanto fu il principale teologo
del movimento del vangelo sociale. |
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Entriamo nel merito di questo 'Vangelo
sociale' facendo riferimento agli scritti di Walter Rauschenbusch.
Secondo Walter Rauschenbusch - che rigettava l'inerranza della Bibbia - il Regno di Dio 'non consiste
nel salvare atomi umani, ma nel salvare l'organismo sociale. Non consiste nel
portare persone in cielo, ma nel trasformare la vita sulla terra nell'armonia
del cielo' (Walter Rauschenbusch, Christianity and the Social Crisis,
The Macmillan Company, New York 1907, pag. 65 - It is not a matter of saving human
atoms, but of saving the social organism. It is not a matter
of getting individuals to heaven, but of transforming
the life on earth into
the harmony of heaven), e questa era la concezione che Gesù aveva
del Regno di Dio infatti 'Gesù desiderava fondare una società che si basasse
sull'amore, sul servizio e sull'uguaglianza' (Ibid., pag. 70 - Jesus desired to found a society resting on love, service, and equality)!
Quindi i discepoli di Cristo devono avere lo stesso obbiettivo, che è appunto
quello di trasformare l'intera società, comprese le istituzioni: 'L'umanità
aspetta un Cristianesimo rivoluzionario che chiami il mondo malvagio e lo
trasformi' (Ibid., pag. 91 - Humanity is waiting for a revolutionary Christianity which will call the world evil and change it). Tradotto nella pratica, il Vangelo sociale
afferma che i Cristiani devono mettersi a fare lotte sociali e politiche con
l'obbiettivo di far trionfare nel mondo i principi di libertà, uguaglianza e
fratellanza! Basandosi su questa concezione del Regno di Dio, Walter Rauschenbusch sviluppò una teologia per il vangelo
sociale, e difatti lui affermò: 'Il vangelo sociale è il vecchio messaggio
della salvezza ma allargato e intensificato. Il vangelo individualistico ci
ha insegnato a vedere la peccaminosità di ogni cuore umano e ci ha ispirato
con la fede nella volontà e potenza di Dio di salvare ogni anima che viene a
lui. Ma esso non ci ha dato una adeguata comprensione della peccaminosità
dell'ordine sociale e della sua parte nei peccati di tutte le persone al suo
interno. Esso non ha evocato fede nella volontà e nella potenza di Dio di
redimere le istituzioni permanenti della società umana dalla loro ereditata
colpa di oppressione e di estorsione. Sia il nostro senso del peccato che la
nostra fede nella salvezza sono rimaste prive delle realtà sotto il suo
insegnamento. Il Vangelo sociale cerca di portare gli uomini sotto il
ravvedimento per i loro peccati collettivi e di creare una coscienza più
sensibile e più moderna' (Walter Rauschenbusch, A Theology for
the Social Gospel, The Macmillan Company, New
York 1917, pag. 5). |
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Il 'vangelo sociale' perciò rigetta la
dottrina del peccato originale, secondo cui l'uomo nasce totalmente corrotto
e depravato a motivo del peccato del primo uomo. Perchè
secondo la dottrina del peccato originale il peccato è ereditato dall'uomo e
può essere vinto solo dalla Grazia che viene offerta mediante il Vangelo
(cfr. Ibid., pag. 42-43), per cui
la salvezza viene intesa come salvezza del singolo uomo dalla schiavitù del
peccato che domina l'uomo sin dalla nascita; mentre il Vangelo sociale
sostiene che il peccato è un fattore variabile in quanto 'una generazione
corrompe l'altra' (Ibid., pag. 60)
e quindi gli uomini assorbono il peccato dal gruppo sociale a cui
appartengono ('il peccato viene trasmesso lungo le linee della tradizione
sociale' - Ibid., pag. 60, un pò come i bambini imparano a mentire, rubare, fumare
sigarette e parlare in maniera scurrile da quelli più grandi di loro - Ibid., pag. 60) e predica una
salvezza degli uomini dai peccati su 'larga scala' o 'peccati sociali', come
per esempio dai governi dispotici, dalla guerra e dal militarismo, dal
latifondo e dall'industria e dalla finanza predatrici, in altre parole una
sorta di salvezza degli uomini da istituzioni o governi o oligarchie che
opprimono e sfruttano gli uomini (Ibid.,
pag. 53, 60-61). Quindi la dottrina del peccato originale - che è biblica in
quanto è scritto: “Ecco, io sono stato formato nella iniquità, e la madre mia
mi ha concepito nel peccato” (Salmo 51:5), ed anche: “I disegni del cuor
dell’uomo sono malvagi fin dalla sua fanciullezza” (Genesi 8:21) - viene
rigettata perchè costituisce un forte ostacolo al
miglioramento del mondo, perchè ponendo
l'attenzione esclusivamente sulla salvezza individuale non spinge gli uomini
a intraprendere lotte sociali e politiche per il miglioramento e la
trasformazione del mondo ossia delle condizioni sociali! |
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I 'peccati sociali' hanno peraltro molta
più importanza dei 'peccati personali', perchè
d'altronde sono quelli che bisogna vincere per migliorare il mondo! Dunque
Walter Rauschenbusch ha dovuto creare questa classe
dei 'peccati sociali' per poter divulgare il suo vangelo sociale, e nel
crearla ha fatto praticamente sparire i peccati personali o individuali, ai
quali se qualche volta li menziona non gli dà praticamente nessuna
importanza. Ascoltate infatti cosa afferma sul peccato: 'La definizione di
peccato come egoismo offre una eccellente base teologica per una concezione
sociale del peccato e della salvezza. [...] La teologia dipinge
l'auto-affermazione del peccato come una sorta di duello solitario della
volontà tra lui e Dio. Noi ci facciamo una immagine mentale di Dio che siede
sul suo trono nella gloria, santo e benevolo, e il peccatore giù in basso,
che risentitamente scuote il pugno contro Dio mentre ripudia la divina
volontà e sceglie la propria. Adesso, nella vita reale una tale ribellione
titanica contro l'Onnipotente è rara. Forse i nostri antenati Puritani
conoscevano più casi di quanti ne conosciamo noi perchè
il loro Dio teologico era abituato a emettere decreti arbitrari che
invitavano alla ribellione. Noi non ci ribelliamo; noi ci scansiamo e
sottraiamo. Noi ci inginocchiamo in umile sottomissione e cacciamo a calci il
nostro dovere sotto il letto mentre Dio non sta guardando. Le definizioni
teologiche del peccato hanno troppo il sapore delle istituzioni monarchiche
sotto la cui influenza spirituale esse furono per prima formate. In una
monarchia assoluta il primo dovere è quello di prostrarsi davanti alla
volontà reale. Un uomo può colpire con la lancia i contadini o violentare le
loro mogli, ma opporsi al re è un'altra faccenda. Quando delle definizioni
teologiche parlano di ribellione contro Dio come la caratteristica comune di
tutto il peccato, ciò ricorda la prontezza dei governi dispotici a trattare
ogni offesa come tradimento. Il peccato non è una transazione privata tra il
peccatore e Dio. [....] Noi raramente pecchiamo contro Dio solamente. Il
decalogo dà una semplice illustrazione di ciò. La teologia usava distinguere
tra la prima e la seconda tavola del decalogo; la prima enumerava i peccati
contro Dio e la seconda i peccati contro gli uomini. Gesù tirò fuori il
comandamento sul Sabato dalla prima tavola e lo aggiunse alla seconda; egli
disse che il Sabato non è un giorno tabù di Dio, ma una istituzione per il
bene dell'uomo. Il comandamento di onorare i nostri genitori è anche etico. Rimangono
i primi tre comandamenti, contro il politeismo, il culto delle immagini, e
l'abuso del santo nome. L'adorazione di vari dèi e l'uso di idoli non
costituisce più uno dei nostri pericoli. L'abuso del santo nome ha perso
molta della sua importanza religiosa da quando la stregoneria e la magia si
sono spostate nelle stradine secondarie. D'altro canto, i comandamenti della
seconda tavola diventano sempre più importanti' (Ibid., pag. 47-49). Avete notato quindi che ha fatto Rauschenbusch? Chiama il peccato 'egoismo', rigetta
l'idea che si tratta di una ribellione a Dio perchè
secondo lui è figlia della errata concezione di Dio come sovrano! |
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La definizione del peccato che dà Rauschenbusch è conseguenza di quella che nel linguaggio
dei social gospelers si chiama 'democratizzazione
di Dio' infatti dice Rauschenbusch: 'Noi dobbiamo
democratizzare la concezione di Dio: allora la definizione del peccato
diventerà più realistica' (Ibid.,
pag. 48 - We must democratize the conception of God; then
the definition of sin will become more realistic): l'idea quindi di un Dio sovrano che fa tutto
quello che gli piace non sta bene a Rauschenbusch
per cui essa va democratizzata! Ascoltate cosa dice: 'L'antica concezione
secondo la quale Dio dimora in alto ed è distinto dalla nostra vita umana
costituiva il fondamento naturale di idee autocratiche e arbitrarie su di
lui. D'altra parte, la credenza religiosa che egli è immanente nell'umanità
costituisce il fondamento naturale delle idee democratiche su di lui. Quando
stava lassù, aveva bisogno di sostituti che governassero al suo posto, papi
per istituzione divina e re per diritto divino; se vive e si muove nella vita
dell'umanità può agire direttamente sulle masse degli uomini. Un Dio che
lotta all'interno della nostra lotta, accende la sua fiamma nel nostro
intelletto, manda la sua energia per rendere la nostra volontà assetata di
giustizia, inonda il nostro subcosciente di sogni e desideri e incita sempre
a correre verso una unione più profonda di libertà e solidarietà - quello
sarebbe un Dio con il quale gli uomini democratici e religiosi potrebbero
avere comunione come con il loro principale compagno di lavoro, la fonte
delle loro energie, il fondamento delle loro speranze. [....] La tolleranza dell'ingiustizia
sociale è un male intollerabile. Il grande peccato degli uomini è quello di
opporsi alla riforma della società predatoria. Non vogliamo che a Dio sia
imputato questo atteggiamento; una concezione di Dio secondo la quale egli
approva l'ordine sociale presente e lo utilizza per santificare le sue [di
questo sistema] vittime, attraverso le loro sofferenze, senza sforzarsi di
abbatterlo, ripugna al nostro senso morale' (Ibid., pag. 178-179, 184). E Gesù sarebbe stato l'artefice di
questa democratizzazione della concezione di Dio; sì proprio Gesù, infatti Rauschenbusch afferma: 'Quando [Gesù] prese Dio per mano
e lo chiamò «Padre nostro», democratizzò la concezione di Dio; separò l'idea
dallo Stato coercitivo e predatorio e la trasferì al regno della vita
familiare, la principale incarnazione sociale della solidarietà e dell'amore.
Egli non salvò soltanto l'umanità, ma salvò Dio, dandogli la prima
opportunità di essere amato e di evitare i peggiori equivoci possibili. Il valore
dell'idea di Cristo della paternità di Dio risulta evidente soltanto in
contrapposizione alle idee dispotiche che essa contrastava e tendeva a
sostituire. Abbiamo classificato la teologia come greca e latina, cattolica e
protestante: è tempo di classificarla come dispotica e democratica. Da un
punto di vista cristiano, si tratta di una distinzione più decisiva' (Ibid.,
pag. 174-175). |
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La Bibbia invece dichiara che "il
peccato è la violazione della legge" (1 Giovanni 3:4) di Dio, a
prescindere quale sia il precetto violato, e che i peccatori sono dei ribelli
nei confronti di Dio, infatti Paolo dice: "E voi pure ha vivificati, voi
ch’eravate morti ne’ vostri falli e ne’ vostri peccati, ai quali un tempo vi
abbandonaste seguendo l’andazzo di questo mondo, seguendo il principe della
potestà dell’aria, di quello spirito che opera al presente negli uomini
ribelli; nel numero dei quali noi tutti pure, immersi nelle nostre
concupiscenze carnali, siamo vissuti altra volta ubbidendo alle voglie della
carne e dei pensieri, ed eravamo per natura figliuoli d’ira, come gli
altri" (Efesini 2:1-3). Sì proprio dei ribelli, perchè
si rifiutano di obbedire ai comandamenti del " beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signor dei signori" (1 Timoteo 6:15), Colui che come
disse Davide s'innalza come sovrano al di sopra di tutte le cose (1 Cronache
29:11). E perchè sono ribelli? Perchè
sono sotto la potestà di Satana, di quello spirito che opera in loro affinchè violino i comandamenti di Dio. La malvagità che
esiste nel mondo, quindi non è altro che il frutto della loro ribellione che
è operata in loro dal maligno, da qui si spiega perchè
l'apostolo Giovanni dice che tutto il mondo giace nel maligno (1 Giovanni
5:19). E si badi che la diffusione della malvagità nel mondo è parte del
disegno di Dio che culminerà alla fine dei tempi nel ritorno glorioso di Cristo
dal cielo, e difatti tra le cose che Gesù enumerò nel suo discorso sui segni
che precederanno il suo ritorno c'è proprio anche il moltiplicarsi della
malvagità, secondo che disse: "E perché l’iniquità sarà moltiplicata, la
carità dei più si raffredderà" (Matteo 24:12), cosa peraltro confermata
dall'apostolo Paolo a Timoteo quando gli disse: "Or sappi questo, che negli
ultimi giorni verranno dei tempi difficili; perché gli uomini saranno
egoisti, amanti del danaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti
ai genitori, ingrati, irreligiosi, senz’affezione naturale, mancatori di
fede, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori,
temerarî, gonfi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi le forme della
pietà, ma avendone rinnegata la potenza" (2 Timoteo 3:1-5) |
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Dunque, questa cosiddetta democratizzazione
della concezione di Dio che consiste nel far apparire Dio come qualcuno che è
compagno di opera dei Cristiani in questa riforma sociale per stabilire un
nuovo ordine sociale, è assolutamente antibiblica, perchè
semmai è vero che Dio ha stabilito che l'iniquità moltiplichi, e che prima
del ritorno di Cristo sia manifestato l'empio, ossia l'uomo del peccato, il
quale "s’innalza sopra tutto quello che è
chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio
di Dio, mostrando se stesso e dicendo ch’egli è Dio"
(2 Tessalonicesi 2:4) e che perseguiterà a morte i santi. Tutto questo
ovviamente servirà a Dio per mettere alla prova i santi, come i malvagi
abitanti di Canaan servirono a Dio per mettere alla
prova gli Israeliti secondo che disse Dio: " ... io non caccerò più
d’innanzi a loro alcuna delle nazioni che Giosuè lasciò quando morì; così,
per mezzo d’esse, metterò alla prova Israele per vedere se si atterranno alla
via dell’Eterno e cammineranno per essa come fecero i loro padri, o no’
" (Giudici 2:21-22). |
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Un abisso chiama un altro abisso, perchè un pò di lievito fa
lievitare tutta la pasta, e quindi questa falsa concezione del peccato e
della salvezza non poteva che avere nefaste conseguenze anche sull'opera
espiatoria compiuta da Cristo. L'opera redentrice di Cristo, infatti, secondo
Rauschenbusch, va riconsiderata e reinterpretata
alla luce di questa nuova idea della salvezza (Ibid., pag. 144), che è una 'salvezza sociale' (Ibid., pag. 146) o 'dell'ordine sociale' (Ibid.,
pag. 211). Da qui la conclusione che Gesù Cristo ha portato su di sè il peso dei peccati del mondo, che sono dei peccati di
natura pubblica, tra i quali per esempio il bigottismo religioso, la
combinazione della corruzione politica e il potere politico, la corruzione
della giustizia, lo spirito e l'azione della folla sediziosa, il militarismo,
e l'orgoglio di classe (Ibid., pag.
257-258). Questa è la ragione per cui il vangelo sociale rigetta la dottrina
dell'espiazione sostituiva che dice che Cristo è morto per i nostri peccati
per espiarli offrendo se stesso qual prezzo di riscatto per tutti. Dice
infatti Rauschenbusch; 'Gesù non portò in alcun
senso reale il peccato di qualche antico Britanno che picchiò sua moglie nel
56 A. C., o di qualche montanaro nel Tennessee che si ubriacò nel 1917 D.C.. Ma egli portò in un senso molto reale il peso dei
pubblici peccati della società organizzata, ed essi a loro volta sono
collegati casualmente a tutti i peccati privati' (Ibid., pag. 247 - Jesus did not in any
real sense bear the sin of some ancient Briton who beat up his wife in B. C. 56, or of some mountaineer in Tennessee who got drunk in A. D. 1917. But he did in a
very real sense bear the weight of the public sins of organized society, and
they in turn are causally connected with all private sins). E quindi Rauschenbusch
rigettava quello che disse Isaia sulla morte di Gesù e cioè che "....
noi lo reputavamo colpito, battuto da Dio, ed umiliato! ..... piacque
all’Eterno di fiaccarlo coi patimenti" (Isaia 53:4,10) affinchè espiasse i nostri peccati! Per Rauschenbusch infatti Cristo è morto 'per sostituire
l'egoismo con l'amore come base della società umana' ('to substitute love for selfishness
as the basis of human society'). E
quindi per questi seduttori di menti che portano il vangelo sociale, Gesù è
morto per liberare gli uomini da qualsiasi oppressione o discriminazione o
dispotismo sociale; per cui se in una nazione una minoranza religiosa viene
oppressa e perseguitata dalla religione di stato, allora Cristo è morto per
liberarli e fargli ottenere la libertà religiosa; se c'è una dittatura e gli
uomini sono privati dei cosiddetti diritti fondamentali dell'uomo, Cristo è
morto per liberarli dal dittatore di turno e fargli acquistare quei diritti;
se i negri sono discriminati, Cristo è morto per liberarli da quella
discriminazione; se esiste la schiavitù, Cristo è morto per liberare gli
schiavi dai loro padroni; se ci sono tanti poveri, perchè
la ricchezza è concentrata nelle mani di pochi ricchi, allora Cristo è morto
per liberare i poveri dall'ingiustizia dei ricchi; e così via. Per cui ogni
Cristiano, deve lottare per far ottenere questa liberazione a queste persone
schiave di cosiddetti peccati sociali! Il Cristiano deve quindi combattere
per la 'salvezza dell'ordine sociale' e creare così un nuovo ordine sociale
in cui regni la libertà, la giustizia, l'amore, la pace e la solidarietà! Il
Cristiano è in questa maniera che adempie il mandato di Cristo! Non si deve
diffondere il Regno di Dio tramite predicazioni emotive 'fuoco e zolfo' - in altre parole predicando agli uomini
'Ravvedetevi e convertitevi dai vostri peccati, e credete nel Vangelo,
altrimenti l'ira di Dio resterà sopra di voi e andrete all'inferno'- ma
tramite la manifestazione di una vita Cristiana. Coloro dunque che professano
il vangelo sociale si mostrano ottimisti verso il futuro di questo mondo, perchè pensano che il mondo possa migliorare ed essere
migliorato e per questa ragione fanno lotte politiche e sociali per il
raggiungimento di questo scopo! |
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Fatemi confutare brevemente questo
attivismo politico e sociale tramite cui i sostenitori del vangelo sociale
vogliono migliorare il mondo, portando l'emancipazione sociale a quelle
persone che ne hanno bisogno. |
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La Sacra Scrittura ci mostra che Gesù
Cristo non cercò di trasformare la società, e non si diede neppure ad
attività politiche e sociali, perché Lui predicò il Vangelo della grazia di
Dio, esortando le persone a ravvedersi e a credere nel Vangelo. Guarì i
malati, cacciò i demoni, fece molti segni e prodigi, ma non cercò di
risolvere le ingiustizie sociali o di portare emancipazione sociale a coloro
che erano oppressi o discriminati socialmente. Egli venne per liberare le
persone dai loro peccati e difatti l'angelo che apparve a Giuseppe mentre
Maria era incinta gli disse: "Giuseppe, figliuol
di Davide, non temere di prender teco Maria tua moglie; perché ciò che in lei
è generato, è dallo Spirito Santo. Ed ella partorirà un figliuolo, e tu gli
porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro
peccati" (Matteo 1:20-21). Egli quindi non venne nel mondo per salvare
il popolo d'Israele dal dominio romano - o come direbbero i propugnatori del
vangelo sociale 'dai peccati sociali' di cui era caduto vittima - ma per
salvarlo dai loro peccati. E difatti è scritto che "Cristo è morto per i
nostri peccati" (1 Corinzi 15:3). Il che è totalmente diverso. Noi
quindi, essendo discepoli di Cristo, siamo chiamati a seguire le Sue orme, e
perciò non dobbiamo metterci a lottare per compiere delle riforme sociali.
Noi dobbiamo portare agli uomini la Buona Novella della grazia di Dio,
affinché essi si ravvedano e credano nel Vangelo, ed essi siano così salvati
dai loro peccati, liberati dalla potestà del diavolo, e salvati dalle fiamme
dell'inferno. E dobbiamo pure lottare affinché quelle anime che sono cadute
vittime di impostori o di falsi ministri del Vangelo siano liberate dalle
loro grinfie, e questa lotta la si affronta confutando le eresie che costoro
insegnano. Dobbiamo anche compiere ogni opera buona affinché il nome di Dio
sia glorificato in noi, ma da nessuna parte la Parola ci comanda di cambiare
la società in cui viviamo dandoci a lotte politiche e sociali affinché gli
uomini che subiscono discriminazioni o soprusi o ingiustizie siano salvati
dai cosiddetti 'peccati sociali'. Un tale comando non esiste nella dottrina
che Dio ci ha dato tramite i suoi apostoli. Il nostro compito non è cambiare
la società attraverso una riforma sociale o attivismo politico, ma
trasmettere il Vangelo di Cristo che è potente a salvare dal peccato e dalla
perdizione eterna e cambiare la vita di coloro che si ravvedono e credono in
esso; e confutare le false dottrine affinché i santi non siano "più de’
bambini, sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la
frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici
dell’errore" (Efesini 4:14); e “attendere a buone opere per provvedere
alle necessità” (Tito 3:14) dei santi, come per esempio quella di venire in aiuto
ai poveri fra i santi tramite collette (1 Corinzi 16:1-3; Romani 15:25-26) in
quanto noi dobbiamo ricordarci dei poveri (Galati 2:10). |
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Leggete attentamente il libro degli Atti
degli apostoli e tutte le epistole, e vedrete che né gli apostoli e neppure
gli altri Cristiani che vissero in quel tempo cercarono di cambiare la
società attraverso una riforma sociale o dandosi alla politica. Sapete
perché? Perché essi sapevano che Cristo non li aveva chiamati a fare una
simile cosa. Essi non si impacciarono nella politica o nell’attivismo
sociale, e questo al fine di piacere al Signore. Non ha forse detto Paolo che
“uno che va alla guerra non s’impaccia delle faccende della vita; e ciò, affin di piacere a colui che l’ha arruolato” (2 Timoteo
2:4)? Ma ditemi un pò: avete mai visto uno che è al
fronte candidarsi a delle elezioni politiche, o darsi ad attivismo sociale?
Io no. Non capisco dunque in virtù di quale recondito motivo un soldato di
Cristo Gesù – che è in guerra contro il diavolo - si deve dare alla politica,
candidandosi a delle elezioni politiche o amministrative, o si deve impegnare
affinché la società in cui vive sia trasformata. Come potrebbe un soldato di
Cristo continuare a piacere a Dio che lo ha arruolato nel suo esercito se
s’impacciasse in faccende che non lo riguardano? Imitiamo dunque gli
apostoli. |
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Quindi noi non aspettiamo che la nostra
società migliori. Perché noi sappiamo che l’iniquità moltiplicherà e l’amore
dei più si raffredderà (cfr. Matteo 24:12), molti falsi profeti sorgeranno e
sedurranno molti (cfr. Matteo 24:11), i discepoli di Cristo saranno odiati da
tutti gli uomini (cfr. Matteo 24:9), e nei giorni che precederanno il ritorno
di Gesù il mondo sarà sotto il governo dell’anticristo (cfr. 2 Tessalonicesi
2:1-12; Apocalisse 13:1-18). Questo è quello che la Scrittura ci insegna.
Tuttavia, la Scrittura ci insegna anche che quando Gesù ritornerà e
distruggerà l’anticristo, i regni del mondo saranno dati ai santi (cfr.
Daniele 7:24-27). In altre parole, quando Gesù ritornerà Egli instaurerà il Regno di Dio sulla terra
e regnerà con i Suoi santi per mille anni. Al ritorno di Cristo quindi i
santi assumeranno il governo di tutti i regni del mondo, in quanto Cristo
concederà loro autorità sulle nazioni (cfr. Apocalisse 2:26), e in quel periodo
sulla terra regnerà la giustizia e la pace. |
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Ma c'è un'altra cosa che fa comprendere
come questo vangelo sociale non è da Dio, che è il fatto che i suoi
propugnatori spingono i santi a mettersi con gli infedeli per creare questo
nuovo ordine sociale in cui regni la pace e la giustizia. |
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I Cristiani infatti - per i predicatori del
vangelo sociale - possono e devono collaborare con tutti, basta che costoro
sono ‘uomini di pace’ ossia uomini che cercano la pace del mondo. Per fare
questo quindi, i Cristiani devono mettere da parte le cose che li dividono
dai peccatori (quindi mettere da parte la predicazione del ravvedimento e del
vangelo ai peccatori con i quali collaborano – perchè
il loro obbiettivo non è quello di convertirli ma di collaborare con essi –)
e si devono concentrare sul fare del bene assieme ad essi. E così, tramite
questo vangelo sociale, costoro cercano di portare nel mondo la pace, che
invece Cristo non è venuto a portare secondo che Egli disse: “Non pensate
ch’io sia venuto a metter pace sulla terra; non son venuto a metter pace, ma
spada. Perché son venuto a dividere il figlio da suo padre, e la figlia da
sua madre, e la nuora dalla suocera; e i nemici dell’uomo saranno quelli
stessi di casa sua” (Matteo 10:34-36). E non solo, ma essi in questa maniera
cercano di far mettere i figli della luce con gli infedeli sotto un giogo che
non è per loro, cosa questa che Dio ci vieta dicendoci: “Non vi mettete con
gl’infedeli sotto un giogo che non è per voi; perché qual comunanza v’è egli
fra la giustizia e l’iniquità? O qual comunione fra la luce e le tenebre? E
quale armonia fra Cristo e Beliar? O che v’è di
comune tra il fedele e l’infedele? E quale accordo fra il tempio di Dio e
gl’idoli? Poiché noi siamo il tempio dell’Iddio vivente, come disse Iddio: Io
abiterò in mezzo a loro e camminerò fra loro; e sarò loro Dio, ed essi
saranno mio popolo. Perciò Uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il
Signore, e non toccate nulla d’immondo; ed io v’accoglierò, e vi sarò per
Padre e voi mi sarete per figliuoli e per figliuole, dice il Signore
onnipotente” (2 Corinzi 6:14-18). E quindi costoro incitano la Chiesa a
diventare amica del mondo e perciò nemica di Dio, secondo che è scritto: “O
gente adultera, non sapete voi che l’amicizia del mondo è inimicizia contro
Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio” (Giacomo
4:4). E tutto questo ovviamente ha un prezzo: il tradimento del Vangelo di
Cristo! |
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Peraltro, la cosa paradossale che vediamo
in questi propugnatori del vangelo sociale, è che mentre da un lato parlano
tanto di voler riformare il mondo, dall'altro non fanno niente per riformare
la Chiesa togliendo di mezzo a loro quelli che si chiamano fratelli ma sono
fornicatori, avari, idolatri, oltraggiatori, ubriaconi, e rapaci (1 Corinzi
5:11-12), e rigettando tutti quei precetti di uomini che voltano le spalle
alla verità e che annullano la dottrina di Dio (2 Corinzi 10:5) e confutando
quindi le tante eresie che vengono propagate dalle Chiese Evangeliche. In
altre parole, parlano tanto di voler far regnare nel mondo la giustizia, ma
non fanno niente per far regnare la
giustizia e la verità nella Chiesa, in quanto tollerano i peccati e le false
dottrine. E questa è la prova che costoro non parlano da parte di Dio, in
quanto sono dei ribelli, dei seduttori di menti e dei cianciatori
che procacciano il male dei santi. Questa del vangelo sociale dunque è
l'ennesima macchinazione del diavolo per distrarre e distogliere i santi
dalla vera lotta che essi devono intraprendere, cioè quella contro
l'ingiustizia, la malvagità, l'ipocrisia, la falsità, che si trovano in
abbondanza in mezzo alle Chiese Evangeliche che ormai sono in massima parte
amiche del mondo. |
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Peraltro, visto che il vangelo sociale
sostiene che Cristo ha portato su di sè anche il
bigottismo religioso, da cui quindi gli uomini hanno bisogno di essere
liberati, e noi sappiamo che questi predicatori del vangelo sociale per
bigottismo religioso intendono l'osservanza dei precetti di Cristo e degli
apostoli così come sono scritti, il cui risultato nella vita dei santi è la
conduzione di una vita santa, pia e giusta SEPARATA DAL MONDO E DALLE SUE
CONCUPISCENZE, non sorprende affatto che i sostenitori del vangelo sociale
siano i primi a contrastare noi che predichiamo la giustizia e la santità di
Dio, perchè costoro non vogliono che i santi si
separino dal mondo, ma vogliono che camminino assieme ad esso. Sì loro
parlano di voler diffondere il Regno di Dio tramite la manifestazione di una
vita Cristiana, ma in realtà quella che loro chiamano 'vita Cristiana' è una
vita mondana, e questo lo si capisce bene quando entrano nel merito di certi
argomenti biblici. Quella che loro chiamano 'vita cristiana' ha solo il nome
di vita cristiana, perchè nella sostanza è una vita
mondana. |
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Fratelli nel Signore, dovete quindi
guardarvi e ritirarvi da i sostenitori del Vangelo sociale, perché essi
diffondendo il vangelo sociale - che è gradito alla Massoneria perché nella
sostanza promuove gli ideali massonici -, si propongono di corrompere e
traviare i santi perché vogliono fargli fare e accettare cose storte e
perverse agli occhi di Dio. Nessuno di voi si faccia sedurre dai loro vani
ragionamenti. Costoro hanno voltato le spalle alla sana dottrina e si sono rivolti
alle profane ciance che vi ricordo vanno rodendo come fa la cancrena. Il loro
vangelo sociale infatti è un vangelo distorto e adulterato che spinge la
Chiesa a ribellarsi a Dio e a trasgredire i suoi comandamenti, per cercare di
migliorare il mondo quando invece la Scrittura afferma che l’iniquità sarà
moltiplicata e la carità dei più si raffredderà per cui il mondo è destinato
nel piano di Dio a peggiorare. |
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Ho detto poco fa che il vangelo sociale è
gradito alla Massoneria perché nella sostanza promuove gli ideali massonici,
e a conferma di questo c’è il fatto che questo vangelo sociale è stato
abbracciato da denominazioni protestanti che sono fortemente colluse con la
Massoneria come per esempio in America l’African Methodist Episcopal Church che
fu fondata da un massone, la Presbyterian Church
USA che ha al suo interno tanti massoni, e la United
Methodist Church che ha un’alta percentuale di
massoni. Tra le organizzazioni ‘cristiane’ a livello mondiale fortemente
colluse con la Massoneria che sono pregne di questo vangelo sociale segnaliamo
invece la YMCA e l’Esercito della Salvezza come anche il Consiglio Mondiale
delle Chiese. La grande conferenza ecumenica tenutasi a Stoccolma nel 1925 fu
molto influenzata dal vangelo sociale, sia per quanto riguarda la sua
organizzazione che i suoi delegati americani. Da quell'incontro nacque il
'Consiglio universale cristiano per la vita e il lavoro',
l'ente ecumenico permanente che rappresentava quelle posizioni e che venne
poi assorbito dal Consiglio Ecumenico delle Chiese (altro nome con cui è
conosciuto il Consiglio mondiale delle Chiese). |
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D'altronde molti sostenitori del vangelo
sociale furono influenzati dagli scritti del massone Giuseppe Mazzini
(1805-1872), attraverso un'edizione inglese del 1870 (in 6 volumi) che
presentava la traduzione dei principali testi mazziniani e diverse edizioni
americane, che si susseguirono a partire dal 1890. Tra questi anche Walter Rauschenbusch, che era un grande estimatore e studioso di
Giuseppe Mazzini, che nel 1889 definì Giuseppe Mazzini 'un profeta a cui Dio
ha dato un occhio per le lezioni del passato, e un orecchio che lui ha posto
sul cuore palpitante della sua propria generazione, e che quindi è in grado
di dire che cosa sarà' (Robert T. Handy, The influence of Mazzini on the
American social gospel, in The Journal of religion,
Vol. 29, No. 2, Apr., 1949, pag. 118).
Lo storico del cristianesimo Robert T. Handy ha
affermato a proposito di questa influenza di Mazzini sui Social Gospelers: 'In Mazzini essi scoprirono un pensatore
sociale il cui pensiero era, alla base, profondamente religioso e congeniale
ai loro punti di vista; in lui trovarono un profeta che proclamava la
democrazia in un linguaggio religioso. [...] C'era una somiglianza tra
Mazzini e il vangelo sociale non solo nell'orientamento religioso, ma nell'intera
struttura del pensiero. La soluzione di Mazzini ai problemi del suo tempo
corrispondeva a quelle del liberalismo idealistico, intellettualistico ed
utopico: aveva una fede profonda negli ideali liberali della libertà,
dell'educazione, della democrazia e del progresso e si opponeva con vigore al
socialismo marxista. [....] Gli esponenti del Social Gospel stavano nella
stessa linea di pensiero liberale, ottimistico ed utopico' (Ibid., pag.
120-121). I principi che accumunavano Mazzini e i teologi del vangelo sociale
erano la paternità di Dio e la fratellanza universale degli uomini e il
desiderio di associarsi per risolvere i mali del mondo, in quanto Mazzini
ebbe a dire: 'Il diritto d'Associazione è sacro come la Religione che è
l'Associazione delle anime. Voi siete tutti figli di Dio: siete dunque
fratelli; e chi può senza delitto limitare l'associazione, la comunione tra
fratelli?' (Giuseppe Mazzini, Doveri dell'uomo - http://cronologia.leonardo.it/storia/a1860ll.htm);
essi avevano in comune anche l'idea dell'inevitabile progresso dell'umanità,
in quanto Mazzini ebbe a dire: 'Oggi sappiamo che la Legge della Vita é
PROGRESSO : Progresso per l'individuo, Progresso per l’Umanità. L' Umanità
compie quella Legge sulla terra; l'Individuo sulla terra e altrove. Un solo
Dio; una sola Legge. Quella Legge s'adempie lentamente, inevitabilmente,
nell'Umanità fin dal primo suo nascere' (http://cronologia.leonardo.it/storia/a1860gg.htm);
e l'idea che il progresso avrebbe condotto all'instaurazione del Regno di Dio
sulla terra, infatti sempre Mazzini ebbe a dire: 'Viviamo in mezzo a una
società incadaverita com'era quella dell'Impero Romano, col bisogno
nell'animo di ravvivarla, di trasformarla, d'associarne tutti i membri e i
lavori in una sola fede, sotto una sola legge, verso uno scopo solo, sviluppo
libero progressivo di tutte le facoltà che Dio ha messo in germe nella sua
creatura. Cerchiamo che Dio regni sulla terra come nel Cielo, o meglio che la
terra sia una preparazione al Cielo, e la Società un tentativo di
avvicinamento progressivo al pensiero Divino'
(http://cronologia.leonardo.it/storia/a1860aa.htm). |
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Uno dei ‘protestanti’ più noti a livello
mondiale che fu molto influenzato dal vangelo sociale fu Martin Luther King (1929-1968), pastore protestante, politico e
attivista che lottò contro la segregazione razziale. Disse infatti Martin Luther King: 'Non iniziai una seria ricerca intellettuale
di un metodo che eliminasse il male sociale finché non entrai nel seminario
teologico. Fui immediatamente influenzato dal Vangelo sociale. Nel 1950,
lessi Cristianesimo e Crisi sociale di Walter Rauschenbusch,
un libro che lasciò un'impronta indelebile nel mio pensiero. [....] Rauschenbusch diede al protestantesimo americano un senso
di responsabilità sociale che esso non dovrebbe mai perdere. Il Vangelo al
suo meglio ha a che fare con l'uomo intero, non solo con la sua anima, ma
anche col suo corpo, non solo col suo benessere spirituale, ma anche col suo
benessere materiale. Una religione che professa interesse per l'anima
dell'uomo e non si preoccupa ugualmente dei tuguri che lo fanno dannare,
delle condizioni economiche che lo strangolano e delle condizioni sociali che
lo paralizzano, è una religione spiritualmente moribonda' (Martin Luther King, La forza di amare, Società Editrice
Internazionale, Torino, Quinta Ristampa, pag. 267, 268). Martin Luther King abbracciò il vangelo sociale in quanto lottò
per l'emancipazione dei neri americani di cui lui parlò molto nel suo libro La forza di amare, ed esortò la Chiesa
a seguirlo in questa lotta, e questo ovviamente per migliorare il mondo. Il
Cristianesimo era concepito quindi da Martin Luther
King come emancipazione sociale. Ma attenzione perché il Cristianesimo di
Martin Luther King era un falso Cristianesimo
perché lui rigettava l’inerranza della Bibbia, il
peccato originale, la nascita verginale di Gesù Cristo, la sua divinità, la
sua capacità di compiere miracoli, la sua morte espiatoria quale offerta del
prezzo di riscatto per tutti, e il suo ritorno fisico, come rigettava anche
l’inferno e il paradiso! |
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In Italia il vangelo sociale è penetrato
tra i Valdesi, i Metodisti, i Luterani, i Battisti, e tra i Pentecostali. Organizzazioni
come la Federazione delle Chiese Evangeliche e l’Alleanza Evangelica
Italiana, portano avanti i principi del vangelo sociale. D’altronde anche il
Protestantesimo in Italia ha tanti suoi membri iscritti a logge massoniche –
e sono quasi sempre persone influenti che stanno in alto o in posizioni
chiave - per cui era inevitabile che esso abbracciasse il vangelo sociale. |
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Tra i Pentecostali anche le Assemblee di
Dio in Italia (ADI) hanno aperto le loro porte al vangelo sociale, e difatti
viene sostenuto da Alessandro Iovino - storico e
saggista nonché segretario del senatore valdese Lucio Malan
- che è vicino a Davide Di Iorio che è l’attuale segretario delle ADI e
pastore della Chiesa di cui è membro lo stesso Iovino.
Lo Iovino infatti ha detto che fede, politica e
democrazia sono 'valori che possiamo conciliare per meglio progredire, per
meglio vivere, perchè ricordiamoci il
Cristianesimo è anche emancipazione, non solo spirituale ma anche sociale'
(da A libro aperto - LA12-2011 - TeleOltre - L'arte
del Governo e la Bibbia - http://youtu.be/oSnG3zLUIaI - min. 14:20-34).
Dicendo quindi che il cristianesimo è anche emancipazione sociale, lo Iovino dimostra di avere abbracciato anche lui il vangelo
sociale perché questa è la concezione del Cristianesimo che hanno tutti
coloro che professano il vangelo sociale, come per esempio Martin Luther King di cui infatti lo Iovino
è un grande estimatore. |
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Quali sono le nefaste conseguenze che ha
portato il vangelo sociale nelle ADI? Queste. |
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1) Le ADI hanno rigettato la concezione
assolutistica di Dio, nel senso che rifiutano di vederlo come un Re che
esercita la sua sovranità nel mondo facendo tutto quello che gli piace. Loro
hanno democratizzato la concezione di Dio! |
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Ecco perchè nelle
ADI detestano parole come 'sovrano' e 'sovranità' in riferimento a Dio.
Difatti le ADI nel manipolare il libro di Charles Spurgeon
'Solo per grazia' hanno fatto sparire queste due parole. |
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Spurgeon dice: ‘God,
the infinitely just Sovereign, knows that there is not a just man upon earth
that doeth good and sinneth not, and therefore, in
the infinite sovereignty of His divine nature and in the splendor of His
ineffable love, He undertakes the task, not so much of justifying the just as
of justifying the ungodly’ (Charles Spurgeon, All of Grace, versione PDF presa da http://www.ccel.org/ccel/spurgeon/grace.html, pag. 5-6). |
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La traduzione è: ‘Dio, l’infinitamente giusto Sovrano, sa che non c’è un uomo
giusto sulla terra che fa il bene e non pecca, e quindi, nella infinita sovranità della Sua divina natura e nello splendore
del suo ineffabile amore, Egli intraprende il compito non tanto di giustificare il giusto quanto di
giustificare l’empio’. |
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Le ADI hanno messo così: ‘Dall’alto della Sua giustizia perfetta, il Signore sa che non esiste alcun
uomo che sia esente dal peccato, quindi, nello splendore del Suo amore
ineffabile, Egli si assume non
soltanto il compito di giustificare il giusto, ma, soprattutto, quello di difendere chi è trovato mancante’ (Charles
Spurgeon, Solo
per grazia, ADI-Media, seconda edizione 2002,
pag. 13). |
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Come si può vedere, le ADI hanno sostituito
‘Dio l’infinitamente giusto Sovrano’ con
‘il Signore, dall’alto della sua
giustizia perfetta’; poi hanno fatto sparire ‘la infinita sovranità della natura divina di Dio’, che li
disturbava in quanto l’espressione ‘sovranità di Dio’ può far pensare ad un
Dio che fa quello che vuole Lui, e quindi che fa misericordia a chi vuole Lui
e indura chi vuole Lui, e quindi può indurre a
pensare che la salvezza non dipende dalla volontà dell’uomo o dal suo ‘libero
arbitrio’. |
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Anche nel manipolare il libro di Myer Pearlman 'Le Dottrine
della Bibbia' hanno fatto la stessa cosa. |
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Nel parlare della preparazione umana alla rigenerazione,
Pearlman afferma: ‘Strictly speaking, man cannot co-operate in the act of regeneration,
which is the sovereign act of God; but he has part in the preparation for the
new birth. What is that preparation? Repentance and faith’ (Myer
Pearlman, Knowing the Doctrines of the
Bible, Gospel Publishing House, Springfield, Missouri, 2007 [la 24esima stampa] pag. 247). |
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La traduzione è: ‘A rigor di termini,
l’uomo non può cooperare nell’atto della rigenerazione, che è l’atto sovrano di Dio, ma egli ha una
parte nella preparazione per la nuova nascita. In cosa consiste questa
preparazione? Nel ravvedimento e nella fede’. |
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Le ADI hanno messo così: ‘A rigor di
termini, l’uomo non può cooperare nell’atto della rigenerazione, il quale è esclusivo di Dio; ma egli ha una sua
parte nella preparazione per la nuova nascita e questa sua parte è il
ravvedimento e la fede’ (Myer Pearlman,
Dottrine della Bibbia, ADI-Media, Quarta
edizione, 1996, pag. 196). |
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L’atto sovrano di Dio dunque è stato reso
‘atto esclusivo di Dio’ perché le ADI detestano parole come ‘sovrano’,
‘sovranità’, ‘atto sovrano’, in relazione alla salvezza o alla rigenerazione
o alla giustificazione. E questo perché per loro la salvezza dipende
dall’uomo o meglio dalla sua volontà e non dalla volontà di Dio, e quindi non
da un atto sovrano di Dio. |
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2) Il rigetto della sovranità di Dio, porta
le ADI a rigettare gli atti sovrani di Dio, come per esempio quello di
stabilire sopra una nazione un monarca assoluto. |
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Questa è la ragione per cui lo Iovino ritiene che la monarchia assoluta (La monarchia è
una forma di governo in cui la carica di capo di stato è esercitata da una
sola persona per tutta la durata della sua vita o fino alla sua rinunzia, e
questa persona si chiama monarca e ha la caratteristica di essere considerato
un membro a parte rispetto al resto delle persone dello Stato che sono suoi
sudditi) va combattuta e abbattuta perchè lo Iovino non riconosce al monarca assoluto il diritto di
governare, e difatti nel suo libro Il
grido di un popolo e la nascita della terza Repubblica, egli fa dire al
professore Cuini durante una lezione queste parole:
'Inoltre consideriamo anche il valore di fondamentale importanza che ha il Popolo nell'esercizio della sovranità
dello stato. Cari giovani, è proprio questo il punto che differenzia lo stato
democratico dalla concezione di stato assoluto, proprio delle società fondate
sull'ancien règime e anteriore alla
rivoluzione francese, ma anche delle diverse forme di totalitarismo venutesi
a creare nel XX secolo. Nello stato assoluto il Popolo è l'oggetto della sovranità. Secondo la concezione
assolutistica, il potere è esercitato dal monarca in virtù di un diritto
divino. La rivoluzione francese ha, invece, introdotto il concetto di
sovranità popolare (il cui più acuto teorizzatore fu Jean-Jaques
Rousseau); il Popolo è costituito dalla comunità statale, i cui membri hanno
una parità giuridica. Il potere dunque viene dal Popolo, la legge è dettata dalla volontà generale e i governanti
sono mandatari del Popolo. Queste
sono state le grandi conquiste che hanno dato ai Popoli la giusta dignità e il ruolo di protagonista nella storia
politica di una nazione. Concludiamo questa nostra riflessione su questo
primo termine, ricordando che la costituzione della Repubblica Italiana
proclama nel suo primo articolo che 'l'Italia è una repubblica democratica' e successivamente che la
'sovranità appartiene al popolo,
che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione'. Deducete da
soli, allora, che l'Italia è una repubblica democratica fondata sul rispetto
della volontà dei cittadini»' (Alessandro Iovino, Il
grido di un popolo e la nascita della terza Repubblica, Il Filo, Roma,
2009, pag. 47-48). |
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Lo Iovino dunque
rigetta la concezione assolutistica, in cui il potere è esercitato dal
monarca in virtù di un diritto divino. Che cosa si intende per diritto
divino? 'Il diritto divino dei re è un principio che si riferisce alle
dottrine politiche e religiose europee dell'assolutismo monarchico. Queste
sono largamente, ma non esclusivamente, associate con l'epoca medioevale e
basate sulla credenza di matrice cristiana dell'epoca, che un monarca dovesse
il suo potere alla volontà di Dio, non a quella del popolo, del parlamento,
dell'aristocrazia, o di ogni altra autorità, e che ogni tentativo di
restringere i suoi poteri fosse un atto contrario alla volontà divina'
(https://it.wikipedia.org/wiki/Diritto_divino_dei_re). Da qui si spiega il
fatto che lo Iovino esalta la Rivoluzione francese
(che vi ricordo fu generata e diretta dalla Massoneria), perchè
essa fu ispirata dal concetto di sovranità popolare e si oppose alla
concezione assolutistica in cui il potere è esercitato dal monarca in virtù
di un diritto divino, concezione che faceva parte del cosiddetto ancien regime. E di conseguenza lo Iovino benedice ogni lotta intrapresa dal popolo contro i
monarchi assoluti. Ascoltate cosa dice: 'Da un punto di vista storico siamo
chiamati tutti, laici e non, e a prescindere dalla nostra appartenenza
politica, a ritenere che i valori dell'Illuminismo e della rivoluzione
francese abbiano contribuito a promuovere la formazione e la diffusione dei
principi democratici all'interno dei sistemi politici di molti Paesi. [....]
Durante gli anni della rivoluzione fu necessario l'attivismo del popolo per
la conquista delle libertà politiche e sociali' (Il grido di un popolo e la nascita della terza Repubblica, pag.
89). Ecco perchè lo Iovino
sempre in questo suo libro approva i movimenti di resistenza al fascismo che
lottarono contro Mussolini e il suo governo, per stabilire in Italia la democrazia
(cfr. Il grido di un popolo e la
nascita della terza Repubblica, pag. 112-113). Questo modo di parlare e
ragionare è massonico, e difatti lo Iovino va a
prendere come 'il più acuto teorizzatore' della sovranità popolare il
letterato e filosofo svizzero Jean-Jaques Rousseau
(1712-1778), che era un massone (http://www.esonet.it/ -
http://www.histoiredumonde.net/Jean-Jacques-Rousseau.html -
http://loggiadedeo.altervista.org/joomla_dedeo/index.php/massoni-celebri) che
influenzò l’identità stessa della Rivoluzione francese! |
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Ma cosa insegna la Sacra Scrittura? Che
come Cristiani siamo chiamati a riconoscere OGNI autorità, come un'autorità
stabilita da Dio e quindi a sottometterci ad essa, secondo che è scritto:
"Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori; perché non v’è
autorità se non da Dio; e le autorità che esistono, sono ordinate da Dio;
talché chi resiste all’autorità, si oppone all’ordine di Dio; e quelli che vi
si oppongono, si attireranno addosso una pena" (Romani 13:1-2). Quindi
non importa assolutamente niente se in una nazione c'è una monarchia assoluta
o una dittatura (per intenderci se c'è un Luigi XIV o un Benito Mussolini),
noi siamo chiamati a sottometterci ad essa. Ovviamente, nel caso l'autorità
ci ordina di disubbidire a Dio in qualche cosa, noi siamo chiamati a
disubbidire all'autorità per piacere a Dio. Ma questo però non deve mai
indurre noi figliuoli di Dio a intraprendere lotte sociali o politiche o
armate contro l'autorità stabilita da Dio per instaurare una democrazia (termine
che deriva dal greco démos 'popolo' e cràtos 'potere', che etimologicamente significa 'governo
del popolo'), perchè
questo significa opporsi all'ordine di Dio. Se quindi parte della popolazione
intraprende queste lotte sociali o politiche o armate per instaurare o
restaurare la democrazia, i Cristiani non devono assolutamente partecipare ad
esse, perchè queste lotte non fanno parte della
volontà di Dio in Cristo verso di noi. Che fanno invece nelle ADI lo Iovino e tutti quelli che la pensano come lui? Che con i
loro discorsi disprezzano e rigettano la sovranità di Dio perchè
incitano a lottare contro l'ordine di Dio. Quindi mentre la Scrittura esalta
la sovranità di Dio, le ADI la disprezzano, eccome se la disprezzano. E
questo perchè hanno una concezione di Dio
'democratica'. |
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3) Le ADI hanno rigettato la dottrina del
peccato originale, infatti voglio farvi notare questa cosa, e cioè che le ADI
quando hanno manipolato 'Le Dottrine della Bibbia' di Myer
Pearlman, e vi ricordo che questo è avvenuto sotto
la presidenza di Francesco Toppi e quindi per suo volere, hanno tolto l'unico
riferimento al peccato originale presente nel libro. |
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Pearlman,
nella sezione ‘Debolezza spirituale’ parla del peccato originale dicendo: ‘(b) Inborn sin,
or "original sin." The effect of the
Fall was so deep-seated in human nature that Adam, as the father of the race,
passed on to his descendants a tendency or bias to sin. Psalm 51:5. This
spiritual and moral handicap under which all men are born is known as
original sin. The acts of sin that follow during the age of accountability
are known as "actual sin."’ (Myer Pearlman, Knowing
the Doctrines of the Bible, 24esima stampa
2007, Gospel Publishing House, Springfield, Missouri USA, pag. 135). |
|
La traduzione è: ‘(b). Il peccato innato, o
‘peccato originale’. L’effetto
della Caduta fu così radicato
nella natura umana che Adamo, in
quanto il padre della razza, trasmise ai suoi discendenti una
tendenza o una predisposizione a
peccare. Salmo 51:5. Questo handicap
spirituale e morale sotto cui tutti gli uomini nascono è conosciuto come
peccato originale. Gli atti di peccato che seguono durante l’età della
responsabilità sono conosciuti come ‘peccato effettivo’. |
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Le ADI hanno invece messo così: ‘b. Il
peccato naturale. L’effetto della caduta fu così profonda nella natura umana, che da Adamo tutti gli uomini
nascono con la tendenza al peccato (Salmo 51:5); gli atti di peccato che
vengono commessi durante l’età della responsabilità sono conosciuti come
«peccati propri» (Myer Pearlman,
Le Dottrine della Bibbia, Quarta
edizione (emendata), ADI-Media, 1996, pag. 110). |
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Come si può vedere, le ADI hanno
sfacciatamente fatto sparire delle parole sul peccato originale dal discorso
di Pearlman: peraltro in tutto il libro questa è
l’unica volta dove Pearlman parla esplicitamente di
peccato originale. La ragione è perchè le ADI
detestano sentir parlare dell'uomo come un essere totalmente depravato e
corrotto, e il peccato originale rimanda appunto alla completa depravazione
dell'uomo, cosa che loro non sopportano. E quindi hanno tolto questo
riferimento da questo loro importante libro di dottrina. Sulla natura
dell'uomo quindi le ADI hanno assunto una posizione che sostanzialmente è la
posizione Pelagiana che sostiene tra le altre cose che ogni essere umano
nasce senza peccato e diventa peccatore nel commettere un atto peccaminoso
(per le ADI pare che diventi peccatore quando è consapevole di trasgredire i
comandamenti di Dio)! Un noto pastore ADI alla domanda di una credente - che
gli fu fatta nel contesto di uno studio biblico sul come rispondere ai
Cattolici Romani - sulle parole di Davide "Io sono stato formato nella
iniquità, e la madre mia mi ha concepito nel peccato" (Salmo 51:5), ha
risposto semplicemente dicendo 'Noi non crediamo nel peccato originale'! Per
le ADI dunque 'Il peccato originale non esiste'.
Come non esisteva per i Pelagiani (e come non esiste per i Massoni), così non
esiste per le ADI! |
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4) Ma c'è dell'altro, le ADI si sono spinte
ad affermare che Dio non imputa la colpa all'uomo che è schiavo del peccato. Raffaele Lucano, che è pastore della Chiesa
ADI di Cornaredo (Milano), ha infatti affermato: ‘Quindi,
se come uomo razionale, desidero fare il bene ma non ci riesco a motivo della
schiavitù alla quale sono sottoposto, io non ho alcuna colpa. Effettivamente,
Dio non imputa la colpa a chi si trova in tale condizione, ma condanna
l’artefice di tale condizione: il diavolo, Satana. Dio ama il peccatore e
odia il peccato’
(http://www.lanuovavia.org/confutazioni-adi-raffaele-lucano.html). In altre
parole, dato che l’omosessuale non riesce a fare il bene perchè
è schiavo del peccato, lui non ha alcuna colpa. E difatti il Lucano dice che
‘Dio non imputa la colpa a chi si trova in tale condizione’! Tutto questo
naturalmente per non urtare la sensibilità dei peccatori, per non urtarli,
turbarli e spaventarli. Devono dare loro infatti l'immagine di un Dio così
buono che anche se vivono sotto la schiavitù del peccato li ama e li coccola.
Questo perchè nelle ADI viene rigettata l'idea di
un Dio sovrano e vendicatore, e accolta quella di un Dio democratico! E
quindi il peccatore non può essere presentato come uno che si ribella
volontariamente a Dio trasgredendo i suoi comandamenti, e quindi è sotto la
sua condanna. Da qui si spiegano le predicazioni rivolte ai peccatori che non
contengono quelle affermazioni bibliche che possono dare l'idea di un Dio
sovrano la cui ira è sopra i peccatori, che odia gli operatori di iniquità.
Quindi la colpa non è dei peccatori che violano i comandamenti di Dio, ma del
diavolo! |
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5) Le ADI rigettano le predicazioni rivolte
ai peccatori che esortano quest'ultimi a ravvedersi e convertirsi dai loro
peccati, pena le fiamme dell'inferno. Queste predicazioni sono definite
impertinenti e frutto della maleducazione. E poi, queste predicazioni
spaventano le persone che sono già abbastanza spaventate, quindi non sono per
niente necessarie. Ecco perchè le ADI hanno
rigettato il fuoco dell'Ades e quello dello stagno
ardente di fuoco e di zolfo, mettendosi a dire che si tratta di un fuoco
allegorico o spirituale!! |
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6) Le ADI si sono messe a fare ecumenismo
con la Chiesa cattolica romana che ha adottato anche lei sostanzialmente il
vangelo sociale, e così assieme possono migliorare il mondo! Salvatore Loria, per esempio, che è fratello del presidente delle
ADI Felice Antonio Loria e membro della Chiesa ADI
di Catania, ha organizzato alla fine di giugno 2013 con i Cattolici romani presso
la Basilica Cattedrale di Acireale il Festival della vita che è una campagna
prevenzione del suicidio e delle stragi del sabato sera. |
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7) Le ADI si sono date ad un attivismo
politico e sociale, sempre con l'obbiettivo di migliorare il mondo. |
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Alessandro Iovino,
per esempio, il 22 aprile 2013 ha organizzato presso l'Istituto Italiano per
gli Studi Filosofici di Napoli il convegno ''RivoluzioniAmo
Napoli: giovani idee per la rinascita di Napoli'', in occasione del quale ha
dichiarato: ''E' stato un momento di confronto prezioso tra giovani
protagonisti ed intellettuali della città di Napoli. Limitarsi alla protesta
non ha senso, ora Napoli ha bisogno di proposte per un rilancio economico e
culturale. Le nostre proposte saranno poi consegnate al Sindaco di Napoli.
Ora c'è bisogno di risposte concrete, e non saremo spettatori del declino, ma
protagonisti della rinascita di Napoli''. Sono intervenuti diversi presidenti
di associazioni napoletane e giovani intellettuali. |
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Alessandra Lombardo, figlia del pastore ADI
di Catania Paolo Lombardo, si è candidata a Catania per le elezioni comunali
del giugno 2013 nelle liste di Enzo Bianco (Partito Democratico) che poi è
stato eletto sindaco di Catania. Le ADI di Catania infatti si sono
apertamente schierate a fianco di questo politico. |
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Concludo quindi, fratelli, rinnovandovi
l'esortazione a guardarvi e ritirarvi da coloro che sostengono e promuovono
il «vangelo sociale», perchè come avete potuto
vedere da voi stessi è lievito malvagio che porta i Cristiani a corrompersi e
a disubbidire a Dio. |
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Chi ha orecchi da udire, oda. |
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Giacinto Butindaro |