Francesco Toppi: Giobbe nel segreto del suo cuore era
orgoglioso della sua giustizia |
Introduzione Francesco Toppi, ex presidente delle ADI,
ha scritto riguardo alle sofferenze patite da Giobbe: ‘Il lettore
superficiale di questo libro, il più antico della Bibbia, ritiene che Dio
abbia permesso a Satana di colpire Giobbe per provare la sua fedeltà verso
l’Eterno. A parte il fatto che sarebbe tremendo pensare che Dio permetta
all’avversario di divertirsi con i credenti, come i bambini fanno con i giocattoli,
occorre ricordare che, se così fosse, il Creatore e Signore dell’Universo non
potrebbe essere riconosciuto per quello che veramente è: "... Dio è
amore ..." (1 Giovanni 4:16). Inoltre, se Egli avesse avuto bisogno di
mettere alla prova la fedeltà di Giobbe, dovrebbe mettere alla prova nello
stesso modo la fedeltà di tutti quelli che lo seguono, ma vorrebbe dire che
non riconosciamo la Sua onniscienza. Egli ci conosceva ancora prima della
nostra nascita. Allora, perchè Dio permise questa prova? Per disciplina;
Giobbe era timorato di Dio ed integro, ma purtroppo non si rendeva conto che
era orgoglioso della propria giustizia e della propria rettitudine. Soltanto
le atroci sofferenze subite e il suo totale avvilimento fanno emergere questo
‘peccato occulto’. Basta leggere il capitolo 29 del libro di Giobbe e
sottolineare tutti gli ‘io’ e i ‘mio’ per scoprire questa sua attitudine
nascosta, della quale neanche egli stesso se ne rendeva conto’ (Francesco
Toppi, A Domanda Risponde, Vol. I, pag. 134) Confutazione Questo insegnamento è falso per i seguenti
motivi; perchè fa passare Dio per ingiusto e bugiardo, e incolpa Giobbe di
cose non vere. Fa passare Dio per ingiusto perchè gli
attribuisce un comportamento nei confronti di Giobbe che non viene confermato
dal libro di Giobbe anzi viene smentito nella maniera più categorica. Per
comprendere il perchè Dio colpì Giobbe in quella maniera occorre leggere i
primi due capitoli del libro. Faccio un riassunto di quanto viene detto in
essi. La Scrittura dice che nel paese di Uz esisteva un uomo che si chiamava
Giobbe il quale era integro e retto e temeva Iddio e fuggiva il male.
Quest’uomo era molto ricco e aveva dieci figli. Un giorno avvenne che i figli
di Dio si presentarono davanti a Dio e in mezzo a loro si presentò anche
Satana. Dio chiese allora a Satana se egli aveva visto il suo servo Giobbe al
pari del quale sulla terra non ce n'era un altro integro, retto, timorato di
Dio e che fuggiva il male. Quindi Dio lodò il suo servo Giobbe. A questo
punto Satana rispose facendo capire a Dio che lui riteneva che Giobbe temesse
Dio solo perchè Lui aveva benedetto l’opera delle sue mani e perchè lo aveva
circondato di un riparo. E che sarebbe bastato che Egli stendesse un po’ la
sua mano contro le cose che possedeva e Giobbe lo avrebbe rinnegato in
faccia. Dio allora diede tutto quello che Giobbe possedeva in mano di Satana
proibendogli però di toccare la sua carne. Successe allora che Dio tolse a
Giobbe beni e figli; ma Giobbe non attribuì niente di mal fatto a Dio, perchè
disse: “L’Eterno ha dato, l’Eterno ha tolto; sia benedetto il nome
dell'Eterno” (Giobbe 1:21). Ma avvenne in seguito che Satana si presentò
ancora davanti a Dio. Anche questa volta Dio chiese a Satana se aveva notato
Giobbe e il suo comportamento dopo quelle sventure da lui subite. Ecco le
parole di Dio: “Hai tu notato il mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla
terra che come lui sia integro, retto, tema Iddio e fugga il male. Egli si
mantiene saldo nella sua integrità benché tu m’abbia incitato contro di lui
per rovinarlo senza alcun motivo” (Giobbe 2:3). Al che Satana rispose che
bastava che Egli gli toccasse un po’ le ossa e la carne, cioè che gli
togliesse la sua salute, e avrebbe visto Giobbe rinnegarlo in faccia. Al che
Dio glielo diede nelle mani proibendogli però di farlo morire. Avvenne così
che Satana colpì Giobbe di un ulcera maligna. Voglio che notiate che questa seconda volta
Dio disse a Satana che era stato da lui incitato a rovinare Giobbe senza
alcun motivo. Quindi si deve dire che Dio fu incitato da Satana a rovinare
Giobbe in quella maniera senza alcun motivo. Quel “senza alcun motivo” non
significa però che Dio fece quel che fece senza una ragione o scopo - quasi
che lui volesse divertirsi un po’ con Giobbe come fa un bambino con un giocattolo
- perchè la Scrittura dice che “Dio ha fatto ogni cosa per uno scopo”
(Proverbi 16:4), ma solo che Giobbe non aveva compiuto dei misfatti che
meritavano quei flagelli divini. D’altronde Dio stesso aveva detto di Giobbe
per ben due volte che egli era un uomo integro, retto, timorato di Dio e che
fuggiva il male. Come avrebbe quindi potuto Dio colpire Giobbe perché questi
era orgoglioso della sua giustizia dopo avere reso quella bella testimonianza
di lui? Ci pare quindi veramente una dichiarazione arrogante affermare che
Giobbe era orgoglioso della sua giustizia perchè così dicendo si fa passare
Dio per bugiardo o per uno che non sa quel che dice. E poi non sta forse
scritto: "Il timore dell’Eterno è odiare il male; io odio la superbia,
l’arroganza, la via del male e la bocca perversa" (Proverbi 8:13)? Se
dunque Dio disse che Giobbe temeva Dio vuol dire che Giobbe non era
arrogante, non era orgoglioso, perchè il timore di Dio odia l'orgoglio! Ma
noi diciamo anche: ‘Come potremmo fidarci di Dio se, dopo avere detto di
Giobbe quelle cose, avesse colpito Giobbe a motivo del suo orgoglio?' Ed
ancora: 'Ma se Dio è colui che investiga i cuori e le reni e rese quella
testimonianza di Giobbe come potremmo supporre che Giobbe in qualche parte
del suo cuore fosse orgoglioso della sua giustizia?’ Con tutto ciò vogliamo
dire che se Dio diede quella testimonianza di Giobbe bisogna credergli
fermamente senza fare insinuazioni di nessun genere. Ma allora qualcuno dirà: Tu difendi Giobbe
in tutto e per tutto? No, non è così. Difendo Giobbe solo in ciò in cui va
difeso. Non lo difendo infatti quando lui accusa Dio di essere ingiusto verso
di lui e di favorire i disegni dei malvagi. In questo caso non va affatto
difeso perchè egli fu ripreso da Dio a motivo di queste sue parole senza
senno. Lui stesso però riconobbe in seguito di avere parlato contro Dio
attribuendogli quel modo di operare ingiusto infatti dopo che Dio lo riprese
disse: “Io riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti d’eseguire
un tuo disegno. Chi è colui che senza intendimento offusca il tuo disegno?
(Giobbe 42:1-3)”. Notate che queste parole di Giobbe sono molto simili a
quelle che Dio gli disse all’inizio del suo discorso: “Chi è costui che
oscura i miei disegni con parole prive di senno?" (Giobbe 38:2). Bisogna
dire però che quantunque Giobbe si fece uscire delle parole senza senno
contro Dio in mezzo alle sue afflizioni, pure egli non rinnegò Dio, cioè non
fece quello che Satana avrebbe voluto che facesse. Quindi Giobbe in mezzo
all’afflizione è rimasto ancorato a Dio: certo egli difese la sua giustizia
anziché quella di Dio ritenendosi giusto lui anziché Dio che secondo lui lo
colpiva ingiustamente. Ma questo nulla toglie al fatto che egli avesse
compiuto tutte quelle opere buone, prima di essere colpito, con un cuore
sincero davanti a Dio. Leggendo infatti i suoi discorsi, compreso il suo
discorso in cui egli parla del suo comportamento prima che Dio lo colpisse,
non traspare affatto che egli fosse orgoglioso; ma solo il fatto che davanti
a quella grande afflizione che Dio gli aveva dato egli si sentì costretto a
difendere la sua giustizia. Difenderla sì, perchè i suoi amici che erano
andati a trovarlo non fecero altro nei loro discorsi che insinuare che lui
meritava quel castigo da Dio, cosa che non era affatto vera. Questo non lo si
deve mai dimenticare infatti, e cioè che Giobbe parlò in quella maniera per
difendersi dalle accuse ingiuste di quei suoi tre amici. Ora, fermo restando allora che Dio non
colpì Giobbe a motivo del suo orgoglio per la sua giustizia bisogna
concludere che Dio permise che Satana colpisse Giobbe in quella maniera per
provarlo. Nulla di strano questo perchè noi sappiamo che Dio prova i suoi
santi in svariate maniere, con la malattia e la privazione dei beni come nel
caso di Giobbe, con la persecuzione ecc. Ma a che cosa serve la prova? La
prova serve a Dio per vedere se uno quando le cose non gli vanno bene
continua a temerlo e ad amarlo e ad avere fiducia in lui. Nel caso di
Abrahamo per esempio, in cui Dio gli ordinò di sacrificare il suo figlio
Isacco, c’è scritto per esempio che Dio disse ad Abrahamo quando questi stava
per scannare Isacco: “Non metter la mano addosso al ragazzo, e non gli fare
alcun male; poiché ora so che tu temi Iddio, giacché non m’hai rifiutato il
tuo figliuolo, l’unico tuo” (Genesi 22:12). Notate quel “ora so che tu temi
Dio” che conferma a cosa la prova di Abrahamo servì a Dio. Certo che l’ordine
di Dio avrà fatto soffrire Abrahamo; perchè qual’è quel padre che nel sapere
di dovere uccidere il proprio figlio unico, anche se per offrirlo a Dio, non
proverebbe un grande dolore nel suo cuore? Ma rimane il fatto che il
patriarca passò la prova e Dio lo premiò per questo. Anche Giobbe soffrì nel
vedersi privare dei figli, e di tutti i suoi beni, ma passò la sua dura
prova; perchè egli in mezzo al suo dolore non rinnegò il suo Dio. Egli
dimostrò che temeva Dio non perchè questo lo aveva benedetto e protetto, cioè
che il suo non era un timore finto, ma era un timore vero. E per questo Dio
lo premiò infatti dopo averlo ristabilito nella condizione di prima gli
restituì il doppio di tutto quello che egli aveva posseduto. E poi, cosa
molto importante, non ci si dimentichi che Giobbe pur non sapendo che era
stato Satana ad incitare Dio contro di lui con quelle insinuazioni, alla fine
non rinnegando Dio fece sì che Satana rimanesse confuso davanti a Dio, perchè
Satana per ben due volte aveva insinuato davanti a Dio e nel mezzo degli
angeli santi che Giobbe non temeva Dio per niente, ma per dei motivi interessati
e cioè perchè Dio aveva benedetto l'opera delle sue mani e proteggeva tutti i
suoi beni, e perchè godeva buona salute. Ma Giobbe sia quando fu privato dei
suoi beni e sia quando fu privato della sua salute, non rinnegò Dio in
faccia. Satana la prima volta che comparve davanti a Dio era sicuro che
Giobbe avrebbe rinnegato Dio se questi lo avesse privato dei suoi beni, ma
rimase confuso e deluso perchè Giobbe si mantenne attaccato a Dio; ma non
soddisfatto, incitò Dio a togliergli la salute perchè era sicuro che in
questo caso Giobbe lo avrebbe rinnegato, ma anche questa volta Satana ne uscì
sconfitto. Quindi possiamo dire che Dio, dopo aver lodato per ben due volte
il suo servo Giobbe davanti a Satana, e dopo avere colpito Giobbe come
chiedeva Satana, rimase vincitore perchè dimostrò a Satana che in verità
sulla terra non c'era nessun altro come Giobbe e che Giobbe temeva Dio
veramente sia nell'abbondanza che nella penuria, sia con la salute che senza.
Ma non solo, pure Giobbe riportò - senza saperlo - una vittoria su Satana
perchè dimostrò che temeva Dio non per quelle ragioni addotte da Satana. Per
altro Giobbe non è il solo giusto che fu provato su richiesta di Satana,
perchè anche gli apostoli di Gesù furono provati su richiesta del diavolo.
Ecco infatti cosa disse Gesù a Pietro la notte in cui fu tradito:
"Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il
grano; ma io ho pregato per te affinché la tua fede non venga meno; e tu,
quando sarai convertito, conferma i tuoi fratelli" (Luca 22:31-32). Ma la prova non serve solo a Dio, ma serve
anche a chi la passa perchè produce pazienza. Giacomo dice per esempio che
“la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compie appieno
l’opera sua in voi, onde siate perfetti e completi, di nulla mancanti”
(Giacomo 1:3-4). Come ho detto prima, le prove sono svariate; oltre alla
malattia e alla privazione dei beni ci sono le persecuzioni. E' chiaro che le
prove fanno soffrire; ma noi siamo stati chiamati a soffrire. Ma oltre a
produrre pazienza, la prova della nostra fede produce indirettamente sia
esperienza che speranza (cfr. Romani 5:3-5). Ed infine essa mette in grado
chi soffre di sperimentare abbondanti consolazioni di Dio con le quali egli
può consolare a sua volta quelli che soffrono. Questo concetto lo spiega
Paolo ai Corinzi in questa maniera: “Benedetto sia Iddio, il Padre del nostro
Signore Gesù Cristo, il Padre delle misericordie e l’Iddio d’ogni
consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché,
mediante la consolazione onde noi stessi siamo da Dio consolati, possiamo
consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione. Perchè, come
abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così, per mezzo di Cristo, abbonda
anche la nostra consolazione. Talché se siamo afflitti, è per la vostra
consolazione e salvezza; e se siamo consolati, è per la vostra consolazione,
la quale opera efficacemente nel farvi capaci di sopportare le stesse
sofferenze che anche noi patiamo” (2 Corinzi 1:3-6). Che diremo dunque? Diremo che Dio è buono e
non importa quali prove ci farà passare egli lo farà sempre per il nostro
bene, cioè per renderci conformi all’immagine del suo Figliuolo, e affinché
noi siamo in grado di consolare quelli che sono afflitti. In verità le sue
vie sono più alte delle nostre vie come i cieli sono alti al di sopra della
terra. Sia sempre lodato il suo nome, anche quando ci percuote con la sua
mano, anche quando ci toglie la salute, dei beni materiali, o magari dei
familiari o quando ci manda contro la persecuzione. Amen. Giacinto Butindaro |