In difesa
della sovranità di Dio (contro
l'attacco sferratogli dalle ADI) |
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DOTTRINA ADI
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Paolo Lombardo, pastore della Chiesa ADI
che si riunisce in via Susanna a Catania, e che insegna presso la Scuola
Biblica delle ADI a Roma, in un suo scritto dal titolo: 'Il destino ....
secondo la Bibbia', ha affermato quanto segue: |
'Il caso, più logico secondo la Scrittura.
Dal latino "casus” = “caduta”, indica l'imprevedibilità,
l'accidentalità, alla quale si potrebbero attribuire gli eventi,
indipendentemente da una volontà e da un piano logico. Il "caso" è
perciò del tutto diverso dal "destino", che invece dovrebbe essere
predeterminato. Dio aveva fatto tutto buono, perfetto, ogni cosa come la
componente di un piano ben preciso e bello ... ma la ribellione di satana e
la caduta, la corruzione dell'uomo hanno sconvolto tutto. Dio stesso, in
qualche modo, quindi ha abbandonato tutti gli uomini e gli eventi che li
concernono (2Cr 24: 20; Ro 1: 24,26,28...). Ciò che avviene agli uomini in
genere è, dunque, dovuto al caso, al rischio delle probabilità (Ec 9: 11,12),
alla loro saggezza o alla loro follia (Pr 21: 20; 27: 12)... purtroppo sempre
sotto l'influenza di satana, nel quale "tutto il mondo giace" (Ef
2: 1-3; 1Gv 5: 19) .... Il "destino" in senso fatalistico e
inesorabile, perciò, non esiste affatto. Ciò che capita, se mai, è dovuto al
caso, alle circostanze o alla saviezza o alla stoltezza di ognuno.'. |
Tratto da:
http://www.adicatania.net/public/studi/ildestino.pdf |
Dunque, Dio non ha predeterminato gli
eventi sulla terra, perchè essi sono frutto del caso o delle circostanze o
delle decisioni giuste o sbagliate degli essere umani. Al massimo Dio sapeva
che questi eventi si sarebbero verificati, ma certamente non li ha decretati!
E - continuano le ADI - è proprio in virtù di questa sua conoscenza, che Egli
prevede ma non predetermina: ‘Conoscendo ogni cosa, Dio è in grado di affermare
prima del tempo ciò che avverrà in futuro. E’ per questa ragione che nella
Bibbia molti eventi vengono predetti. Ciò non significa che l’Eterno prenda
delle decisioni su ciò che ci avverrà nel futuro. Egli semplicemente conosce
quali saranno le nostre decisioni prima ancora che le prendiamo. Avendo la
capacità di prevedere, Egli è in grado di predire ciò che avverrà nel futuro.
Tuttavia la sua capacità di predire il futuro non vuol dire che Egli abbia
predeterminato gli eventi, o che abbia già deciso quello che deve avvenire’
(Verità Fondamentali, 1/3, I.C.I., Roma 1996, pag. 40). |
Questo modo di vedere le cose nelle ADI ha
avuto degli effetti anche sulla dottrina della salvezza perché è proprio
basandosi su questo assunto che le ADI affermano che la nostra salvezza è
dipesa da una nostra scelta (perchè l’uomo il destino se lo crea da sé!) e
non da una scelta di Dio a salvarci (e quindi non in virtù di una
predestinazione divina ad essere salvati)! Francesco Toppi, ex presidente
delle ADI ha infatti affermato: ‘E’ Dio che pianifica la nostra vita. Il
destino però se lo crea l’uomo. Noi non crediamo nella predestinazione’ - Il
Tempo, 3 Marzo 1995). Dio quindi - sostengono le ADI - certamente sapeva che
noi saremmo stati salvati, ma non determinò innanzi di salvarci! |
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CONFUTAZIONE
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Fratelli, ci troviamo davanti a delle
affermazioni insensate, che costituiscono un duro attacco alla sovranità del
nostro grande Iddio, perchè secondo la Bibbia nulla avviene per caso, nulla
avviene in ragione del rischio delle probabilità, e nulla avviene
semplicemente perchè qualcuno prende una decisione saggia o stolta, in quanto
ogni evento, piccolo o grande che sia, che accade agli uomini (ma il discorso
si potrebbe estendere a quanto accade nella natura e tra animali), avviene
per volontà di Dio, il Creatore e Governatore dell’Universo, ossia il Padre
del nostro Signore Gesù, che lo fa accadere nel modo e nel tempo da Lui
prestabiliti per ragioni che non possono essere altro che giuste perché Egli
è giusto e che se anche Lui non ci rivela per certo un giorno ce le farà
conoscere. |
Questa confutazione è stata da me suddivisa
in tre parti. Nella prima parte dimostro come Dio agisce come vuole con gli
abitanti del mondo, avendo prestabilito i confini e le epoche delle nazioni;
poi come gli eventi che si verificano nella vita delle singole persone sono
anch'essi stabiliti da Dio prima che essi si verifichino e quindi avvengono
per volere di Dio, e tra questi eventi c'è quello della salvezza che quindi
non è frutto di una scelta umana ma di una scelta divina, in quanto il
credente è stato predestinato da Dio alla salvezza. Nella seconda parte
rispondo ad alcune particolari obbiezioni mosse dalle ADI contro la
predeterminazione degli eventi da parte di Dio. Mentre nella terza parte
dimostro come le ADI hanno una tale avversione verso la sovranità di Dio che
hanno manipolato dei libri da loro tradotti. |
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Parte
1- La predeterminazione divina nelle nazioni e nella vita individuale degli
uomini
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Importante premessa: 'Quello che Dio predice è stato da
Lui decretato dover avvenire'
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Innanzi tutto, dato che in questa mia
confutazione citerò predizioni fatte da Dio di eventi che poi si sono
puntualmente verificati (ed anche alcune che si devono ancora verificare), è
doveroso affermare che quando Dio predice qualcosa, ciò vuol dire che Egli ha
determinato innanzi che quella cosa avvenga, in altre parole le cose che Lui
fa conoscere prima che avvengano non sono altro che suoi decreti, e spesso ne
parla come se le cose fossero già avvenute. Sono i suoi decreti, i suoi
disegni, che Lui forma in sé stesso molto tempo prima che accadano, e poi li
manda ad effetto, secondo che Egli dice: “Sì, io l’ho detto, e lo farò
avvenire; ne ho formato il disegno e l’eseguirò” (Isaia 46:11). A Dio sia la
gloria ora e in eterno. Amen. |
A conferma di quanto appena detto ci sono
le seguenti prove bibliche: |
Il diluvio - Dio disse a Noè quando gli preannunciò
il diluvio: “Nei miei decreti, la
fine d’ogni carne è giunta; poiché la terra, per opera degli uomini, è piena
di violenza; ecco, io li distruggerò, insieme con la terra. Fatti un’arca di
legno di gofer; falla a stanze, e spalmala di pece, di dentro e di fuori. Ed
ecco come la dovrai fare: la lunghezza dell’arca sarà di trecento cubiti; la
larghezza, di cinquanta cubiti, e l’altezza, di trenta cubiti. Farai all’arca
una finestra, in alto, e le darai la dimensione d’un cubito; metterai la
porta da un lato, e farai l’arca a tre piani: uno da basso, un secondo e un
terzo piano. Ed ecco, io sto per far venire il diluvio delle acque sulla
terra, per distruggere di sotto i cieli ogni carne in cui è alito di vita;
tutto quello ch’è sopra la terra, morrà. Ma io stabilirò il mio patto con te;
e tu entrerai nell’arca: tu e i tuoi figliuoli, la tua moglie e le mogli de’
tuoi figliuoli con te. E di tutto ciò che vive, d’ogni carne, fanne entrare
nell’arca due d’ogni specie, per conservarli in vita con te; e siano maschio
e femmina. Degli uccelli secondo le loro specie del bestiame secondo le sue
specie, e di tutti i rettili della terra secondo le loro specie, due d’ogni
specie verranno a te, perché tu li conservi in vita. E tu prenditi d’ogni
cibo che si mangia, e fattene provvista, perché serva di nutrimento a te e a
loro’ (Genesi 6:13-21). Come potete vedere, Dio parlò di Suoi decreti, tra i
quali c’era pure la distruzione di ogni carne sopra la terra. In un
Dizionario della lingua italiana alla voce ‘decreto’ si legge tra le altre
cose anche questa definizione ‘disposizione, deliberazione di una volontà
divina’, e su una Enciclopedia invece si legge: ‘Ciò che è stabilito da una
volontà o forza superiore all’uomo’. E’ evidente dunque che il diluvio fu
qualcosa innanzi determinato da Dio. |
I sette anni di abbondanza e i sette anni di carestia ai giorni di
Faraone - Quando Giuseppe si presentò dinnanzi a Faraone per
interpretargli i sogni che questo aveva avuto, nell’interpretazione che
comunicò a Faraone gli disse: “Ciò che Faraone ha sognato è una stessa cosa.
Iddio ha significato a Faraone quello che sta per fare. Le sette vacche belle
sono sette anni, e le sette spighe belle sono sette anni; è uno stesso sogno.
E le sette vacche magre e brutte che salivano dopo quelle altre, sono sette
anni; come pure le sette spighe vuote e arse dal vento orientale saranno
sette anni di carestia. Questo è quel che ho detto a Faraone: Iddio ha
mostrato a Faraone quello che sta per fare. Ecco, stanno per venire sette
anni di grande abbondanza in tutto il paese d’Egitto; e dopo, verranno sette
anni di carestia; e tutta quell’abbondanza sarà dimenticata nel paese
d’Egitto, e la carestia consumerà il paese. E uno non si accorgerà più di
quell’abbondanza nel paese, a motivo della carestia che seguirà; perché
questa sarà molto aspra. E l’essersi il sogno replicato due volte a Faraone
vuol dire che la cosa è decretata da
Dio, e che Dio l’eseguirà tosto” (Genesi 41:25-32). Anche in questo caso,
si parla di un decreto di Dio, che Dio ha preannunciato a qualcuno, ed anche
questa volta c’è un giudizio di Dio (preceduto però da sette anni di
benedizione divina). |
L’umiliazione inflitta da Dio a Nebucadnetsar e il suo ravvedimento -
La Scrittura dice che un giorno il re Nebucadnetsar ebbe un sogno che lo
spaventò, e allora lui chiamò a sè i magi, gl’incantatori, i Caldei e gli
astrologi, ai quali raccontò il sogno, ma essi non poterono fargli conoscere
l’interpretazione. Alla fine si presentò davanti a lui Daniele, al quale
raccontò il sogno e il quale gli diede l’interpretazione di esso. Ecco cosa
gli disse Daniele: “L’albero che il re ha visto, ch’era divenuto grande e
forte, la cui vetta giungeva al cielo e che si vedeva da tutti i punti della
terra, l’albero dal fogliame bello, dal frutto abbondante e in cui era
nutrimento per tutti, sotto il quale si riparavano le bestie dei campi e fra
i cui rami dimoravano gli uccelli del cielo, sei tu, o re; tu, che sei
divenuto grande e forte, la cui grandezza s’è accresciuta e giunge fino al
cielo, e il cui dominio s’estende fino alle estremità della terra. E quanto
al santo Vegliante che hai visto scendere dal cielo e che ha detto: -
Abbattete l’albero e distruggetelo, ma lasciatene in terra il ceppo delle
radici, in catene di ferro e di rame, fra l’erba de’ campi, e sia bagnato
dalla rugiada del cielo, e abbia la sua parte con gli animali della campagna
finché sian passati sopra di lui sette tempi - eccone l’interpretazione, o
re; è un decreto dell’Altissimo, che
sarà eseguito sul re mio signore: tu sarai cacciato di fra gli uomini e
la tua dimora sarà con le bestie de’ campi; ti sarà data a mangiare dell’erba
come ai buoi; sarai bagnato dalla rugiada del cielo, e passeranno su di te
sette tempi, finché tu non riconosca che l’Altissimo domina sul regno degli
uomini, e lo dà a chi vuole. E quanto all’ordine di lasciare il ceppo delle
radici dell’albero, ciò significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, dopo
che avrai riconosciuto che il cielo domina. Perciò, o re, ti sia gradito il
mio consiglio! Poni fine ai tuoi peccati con la giustizia, e alle tue
iniquità con la compassione verso gli afflitti; e, forse, la tua prosperità
potrà esser prolungata’ (Daniele 4:20-27). Come si può vedere, Dio annunciò a
quel re quello che gli avrebbe fatto, che Daniele chiamò un decreto
dell’Altissimo. Notate inoltre che Dio aveva decretato non solo che il re
doveva essere cacciato di fra gli uomini e la sua dimora doveva essere con le
bestie de’ campi, e doveva essergli data a mangiare dell’erba come ai buoi ed
essere bagnato dalla rugiada del cielo, ma anche che alla fine dei sette
tempi il regno gli doveva essere restituito perché avrebbe riconosciuto che
il cielo domina. E le cose avvennero esattamente come Dio aveva innanzi detto
(cfr. Daniele 4:29-37). Ma non è abbastanza chiaro che ciò che avvenne a
Nebucadnetsar era stato predeterminato da Dio e non poteva non accadere? |
Le sofferenze patite da Gesù - Ora, nel libro degli Atti degli apostoli
è menzionata una preghiera che i discepoli del Signore innalzarono a Dio di
pari consentimento, e tra le parole da essi rivolte a Dio ci furono le
seguenti: “Signore, tu sei Colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e
tutte le cose che sono in essi; Colui che mediante lo Spirito Santo, per
bocca del padre nostro e tuo servitore Davide, ha detto: Perché hanno fremuto
le genti, e hanno i popoli divisate cose vane? I re della terra si sono fatti
avanti, e i principi si sono raunati assieme contro al Signore, e contro al
suo Unto. E invero in questa città, contro al tuo santo Servitore Gesù che tu
hai unto, si sono raunati Erode e Ponzio Pilato, insieme coi Gentili e con
tutto il popolo d’Israele, per fare tutte
le cose che la tua mano e il tuo consiglio avevano innanzi determinato che
avvenissero” (Atti 4:25-28. Cfr. Salmo 2:1-3). Quindi i discepoli, nel
comportamento di Erode, di Ponzio Pilato, dei Giudei e dei Gentili,
riconobbero l’adempimento delle parole che Davide aveva pronunziato per lo
Spirito Santo secoli addietro. Ora, tutti costoro, secondo le parole di quei
credenti, si radunarono contro Gesù Cristo per fare tutte le cose che la mano
di Dio ed il Suo consiglio avevano innanzi determinato, il che equivale a
dire che tutto quello che Erode, Pilato, insieme ai Giudei e ai Gentili
fecero contro Gesù lo fecero per volontà di Dio. In altre parole essi fecero
contro Gesù tutto quello che Dio aveva predeterminato dovesse avvenire, e che
aveva preannunciato. |
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I confini e le epoche assegnate da Dio alle nazioni
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L’apostolo Paolo disse ad Atene che Dio “ha
tratto da un solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la
faccia della terra, avendo determinato
le epoche loro assegnate, e i confini della loro abitazione” (Atti
17:26). |
Vediamo quindi di spiegare questo concetto
con le Scritture al fine di riconoscere come è Dio che determina innanzi
quanto tempo deve durare una nazione, ed entro quali confini gli abitanti di
ogni nazione devono abitare. Per cui Egli determina e dirige tutti gli eventi
terrestri, al fine di mandare ad effetto i suoi disegni. |
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I confini
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Dopo il diluvio ai figli di Noè, vale a
dire a Sem Cam e Jafet
nacquero dei figliuoli e da essi uscirono le nazioni che si sparsero per la
terra dopo il diluvio (cf. Genesi 10:22). |
Da Sem per esempio discesero gli Ebrei, il
cui capostipite fu Abramo chiamato appunto l’Ebreo. Ora, vediamo come mai gli
Ebrei dopo la loro uscita dall’Egitto andarono ad abitare proprio nella terra
di Canaan e non in un’altro posto. |
Uno dei discendenti di Sem fu Abramo il
quale abitava in Ur dei Caldei; un giorno Dio gli disse: “Vattene dal tuo
paese e dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti
mostrerò” (Genesi 12:1), ed egli ubbidì a Dio, infatti partì da Ur dei Caldei
per recarsi nel paese che Dio gli avrebbe mostrato. Partì per fede, senza
sapere dove andava, dice la Scrittura. In questo viaggio, fece tappa a
Charan, dopodichè proseguendo il suo viaggio giunse nel paese di Canaan dove
in quel tempo abitavano i Cananei. Qui Dio gli apparve e gli disse: “Io darò
questo paese alla tua progenie” (Genesi 12:7), quando lui ancora non aveva
progenie dato che sua moglie ancora non gli aveva dato nessun figlio essendo
sterile. Quando aveva cent’anni gli nacque il figlio della promessa, vale a
dire Isacco; Isacco generò Esaù e Giacobbe; e Giacobbe generò i dodici
patriarchi. Per volontà di Dio i discendenti di Giacobbe si stanziarono in
Egitto dove furono oppressi dagli Egiziani per quattrocento anni. Al termine
di questo lungo periodo di tempo, Dio li liberò dalla mano di Faraone e li
fece venire nella terra di Canaan affinché ne prendessero possesso. |
Ma prima che essi entrassero nella terra
promessa, Mosè (che fu l'uomo di cui Dio si era usato per portare gli Israeliti
fuori dall'Egitto) ricordando il viaggio d’Israele nel deserto fece un
discorso ad Israele nel quale troviamo queste parole: “Poi tornammo indietro
e partimmo per il deserto in direzione del mar Rosso, come l’Eterno m’avea
detto, e girammo attorno al monte Seir per lungo tempo. E
l’Eterno mi parlò dicendo: ‘Avete girato abbastanza
attorno a questo monte; volgetevi verso settentrione. E
da’ quest’ordine al popolo: Voi state per passare i confini de’ figliuoli
d’Esaù, vostri fratelli, che dimorano in Seir; ed essi avranno paura di voi;
state quindi bene in guardia; non movete lor guerra,
poiché del loro paese io non vi darò neppur quanto ne può calcare un piede;
giacché ho dato il monte di Seir a Esaù, come sua proprietà. .... Così passammo, lasciando a distanza i
figliuoli di Esaù, nostri fratelli, che abitano in Seir, ed evitando la via
della pianura, come pure Elath ed Etsion-Gheber. Poi ci voltammo, e
c’incamminammo verso il deserto di Moab. E l’Eterno mi disse: ‘Non attaccare
Moab e non gli muover guerra, poiché io non ti darò nulla da possedere nel
suo paese, giacché ho dato Ar ai figliuoli di Lot, come loro proprietà.
(Prima vi abitavano gli Emim: popolo grande, numeroso, alto di statura come
gli Anakim. Erano anch’essi tenuti in conto di Refaim, come gli Anakim; ma i
Moabiti li chiamavano Emim. Anche Seir era prima abitata dagli Horei; ma i
figliuoli di Esaù li cacciarono, li distrussero e si stabilirono in luogo
loro, come ha fatto Israele nel paese che possiede e che l’Eterno gli ha
dato.) .... E quando la morte ebbe
finito di consumare tutti quegli uomini di guerra, l’Eterno mi parlò
dicendo: ‘Oggi tu stai per passare i
confini di Moab, ad Ar, e ti avvicinerai ai figliuoli di Ammon. Non li
attaccare e non muover loro guerra, perché io non ti darò nulla da possedere
nel paese de’ figliuoli di Ammon, giacché l’ho dato ai figliuoli di Lot, come
loro proprietà. (Anche questo paese era reputato paese di Refaim: prima vi
abitavano dei Refaim, e gli Ammoniti li chiamavano Zamzummim: popolo grande, numeroso, alto di statura
come gli Anakim; ma l’Eterno li distrusse davanti agli Ammoniti, che li
cacciarono e si stabilirono nel luogo loro. Così l’Eterno avea fatto per i
figliuoli d’Esaù che abitano in Seir, quando distrusse gli Horei davanti a
loro; essi li cacciarono e si stabilirono nel luogo loro, e vi son rimasti
fino al dì d’oggi. E anche gli Avvei, che dimoravano in villaggi fino a Gaza,
furon distrutti dai Caftorei, usciti da Caftor, i quali si stabilirono nel
luogo loro)' (Deuteronomio 2:1-5, 8-12, 16-23). |
Ho voluto citare le suddette parole di Mosè
perché esse ci mostrano come Dio non diede un territorio da abitare soltanto
ai figliuoli di Israele, ma anche ai figliuoli di Esaù, cioè gli Edomiti
(infatti ad essi Egli diede il monte di Seir); ai figliuoli di Moab (uno dei
figli di Lot natogli dal rapporto incestuoso con la sua figlia maggiore), ed
anche ai figliuoli di Ammon (l’altro figlio di Lot natogli dalla sua figlia
minore). Ma vi è un’altra cosa da dire a riguardo e cioè che sia i figliuoli
di Esaù che i figliuoli di Ammon per entrare in possesso del paese che Dio
aveva loro assegnato dovettero distruggere delle popolazioni che vi abitavano
e che esse furono distrutte da Dio davanti a loro. Quindi sia gli Edomiti che
gli Ammoniti entrarono in possesso dei rispettivi territori in una maniera
simile agli Israeliti. Badate che il discorso sui confini dei popoli
stabiliti da Dio deve essere fatto anche per tutti gli altri popoli che
esistevano a quei tempi perché Mosè ha detto che “quando l’Altissimo diede
alle nazioni la loro eredità, quando separò i figliuoli degli uomini, egli
fissò i confini dei popoli, tenendo conto del numero dei figliuoli d’Israele”
(Deuteronomio 32:8). |
Ma veniamo al territorio assegnato da Dio
agli Israeliti. |
Dio aveva detto ad Abramo: “Io dò alla tua
progenie questo paese, dal fiume d’Egitto al gran fiume, il fiume Eufrate; i
Kenei, i Kenizei, i Kadmonei, gli Hittei, i Ferezei, i Refei, gli Amorei, i
Cananei, i Ghirgasei e i Gebusei” (Genesi 15:18-21); come potete vedere fu
Dio a stabilire i confini del territorio che Israele doveva andare ad
abitare. |
E’ chiaro che questo discorso sui confini
dell’abitazione delle nazioni deve essere fatto anche per le nazioni che
esistono sulla terra in questa generazione e non solo per quelle antiche;
perciò bisogna dire che sia questa nazione nella quale viviamo noi e sia le
altre nazioni terrene possiedono i confini assegnatigli da Dio. A coloro che
obbiettano e che dicono: ‘Ma alcune volte le nazioni escono dai loro confini
per ampliarsi!, dico: ‘Certo, è così perché è altresì scritto che Dio “amplia
le nazioni e le riconduce nei loro confini” (Giobbe 12:23). Una conferma che
Dio permette che le nazioni amplino i loro confini a danno di altre nazioni
limitrofe la troviamo nel libro dei Re dove è scritto che al tempo del re
Jehu “l’Eterno cominciò a diminuire il territorio d’Israele; Hazael difatti
sconfisse gli Israeliti su tutta la loro frontiera: dal Giordano, verso
oriente, soggiogò tutto il paese di Galaad, i Gaditi, i Rubeniti e i
Manassiti, fino ad Aroer ch’é presso la valle dell’Arnon, vale a dire tutto
il paese di Galaad e di Bashan” (2 Re 10:32-33); una conferma che Dio prima
amplia i confini delle nazioni e poi li riconduce nei loro confini la
troviamo sempre nel libro dei Re dove è scritto che il re Geroboamo, figliuolo di Joas,
“ristabilì i confini d’Israele dall’ingresso di Hamath al mare della pianura,
secondo la parola che l’Eterno, l’Iddio d’Israele, aveva pronunziata per
mezzo del suo servitore il profeta Giona, figliuolo di Amittai, che era di
Gath - Efer” (2 Re 14:25). |
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Le epoche
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Ma l’apostolo Paolo ha detto che Dio ha
assegnato pure le epoche alle nazioni, il che significa che esse sussistono nel
cospetto di Dio per tutto il tempo che Dio ha innanzi decretato. Anche per
spiegare come sia Dio a fare nascere i regni ed a farli scomparire faremo
degli esempi tratti dalle Scritture. |
Nel libro di Daniele troviamo scritto che
il re di Babilonia Nebucadnetsar il secondo anno del suo regno fece un sogno
che lo turbò molto. Egli ne voleva comprendere il significato e perciò chiamò
i magi, gli astrologi, gli incantatori e i Caldei affinchè gli dicessero il
sogno e la sua interpretazione. Ma essi chiesero al re di dirgli prima il
sogno e poi essi gliene avrebbero data l’interpretazione, ma il re si rifiutò
di raccontargli il sogno che aveva fatto. Allora essi dissero al re che la
cosa che lui domandava era ardua e che non c’era tra i mortali alcun uomo che
poteva soddisfare la sua richiesta. Il re si adirò e comandò che tutti i savi
di Babilonia fossero messi a morte; e tra coloro che dovevano essere messi a
morte vi erano anche Daniele e i suoi tre compagni Shadrac, Meshac e Abed -
Nego. Allora Daniele, saputo dal capo delle guardie del re per quale ragione
il re aveva decretato la morte di tutti i savi di Babilonia, andò dal re e
gli chiese tempo perché gli avrebbe fatto conoscere l'interpretazione del
sogno. Poi Daniele andò a casa sua e informò della cosa i suoi tre compagni
affinché implorassero Dio relativamente a questo segreto e non fossero così
messi a morte. Il segreto fu rivelato a Daniele in una visione notturna, e
Daniele andò a riferirlo al re. Ed ecco che cosa disse Daniele al re: “Tu, o
re, guardavi, ed ecco una grande statua; questa statua, ch’era immensa e
d’uno splendore straordinario, si ergeva dinanzi a te, e il suo aspetto era
terribile. La testa di questa statua era d’oro fino; il suo petto e le sue
braccia eran d’argento; il suo ventre e le sue cosce, di rame; le sue gambe,
di ferro; i suoi piedi, in parte di ferro e in parte d’argilla. Tu stavi
guardando, quand’ecco una pietra si staccò, senz’opera di mano, e colpì i
piedi di ferro e d’argilla della statua, e li frantumò. Allora il ferro,
l’argilla, il rame, l’argento e l’oro furon frantumati insieme, e diventarono
come la pula sulle aie d’estate; il vento li portò via, e non se ne trovò più
traccia; ma la pietra che avea colpito la statua diventò un gran monte, che
riempì tutta la terra. Questo è il sogno; ora ne daremo l’interpretazione
davanti al re. Tu, o re, sei il re dei re, al quale l’Iddio del cielo ha dato
l’impero, la potenza, la forza e la gloria; e dovunque dimorano i figliuoli
degli uomini, le bestie della campagna e gli uccelli del cielo, egli te li ha
dati nelle mani, e t’ha fatto dominare sopra essi tutti. La testa d’oro sei
tu; e dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo
regno, di rame, che dominerà sulla terra; poi vi sarà un quarto regno, forte come
il ferro; poiché, come il ferro spezza ed abbatte ogni cosa, così, pari al
ferro che tutto frantuma, esso spezzerà ogni cosa. E come hai visto i piedi e
le dita, in parte d’argilla di vasaio e in parte di ferro, così quel regno
sarà diviso; ma vi sarà in lui qualcosa della consistenza del ferro, giacché
tu hai visto il ferro mescolato con la molle argilla. E come le dita de’
piedi erano in parte di ferro e in parte d’argilla, così quel regno sarà in
parte forte e in parte fragile. Tu hai visto il ferro mescolato con la molle
argilla, perché quelli si mescoleranno mediante connubî umani; ma non saranno
uniti l’uno all’altro, nello stesso modo che il ferro non s’amalgama con
l’argilla. E al tempo di questi re, l’Iddio del cielo farà sorgere un regno,
che non sarà mai distrutto, e che non passerà sotto la dominazione d’un altro
popolo; quello spezzerà e annienterà tutti quei regni; ma esso sussisterà in
perpetuo, nel modo che hai visto la pietra staccarsi dal monte, senz’opera di
mano, e spezzare il ferro, il rame, l’argilla, l’argento e l’oro. Il grande
Iddio ha fatto conoscere al re ciò che deve avvenire d’ora innanzi; il sogno
è verace, e la interpretazione n’è sicura’ (Daniele 2:31-45). |
Prima di mettermi a parlare specificatamente
della predizione di questi regni fatta da Dio a Nebucadnetsar mediante questo
sogno voglio dire alcune cose che sono utili al lettore per inquadrare il
periodo storico nel quale sorse il regno di Babilonia. |
Prima dei Babilonesi, dominarono sui regni
della terra gli Assiri la cui capitale era Ninive. Il loro regno durò dal
1000 a. C. circa al 600 a.C. circa. Anche questo regno sorse per volere di
Dio, e di esso si servì Dio per esercitare i suoi giudizi contro molte
nazioni infatti Dio tramite il profeta Isaia lo chiamò “verga della mia ira”
(Isaia 10:5). Ma come questo regno era sorto per volere di Dio così esso
scomparve per volere di Dio quando giunse il suo tempo, e per farlo
scomparire Dio si usò dei Babilonesi che
misero fine al dominio Assiro nei primi decenni del sesto secolo a.C. |
Mi preme dire che la disfatta degli Assiri
era stata predetta da Dio tramite i suoi profeti molto tempo prima che essa
avesse luogo. Il profeta Isaia per esempio disse nei suoi oracoli: “Gli
Assiri saran tutti assieme abbandonati agli uccelli rapaci dei monti e alle
bestie della terra: gli uccelli rapaci passeranno l’estate sui loro cadaveri,
e le bestie della terra vi passeranno l’inverno” (Isaia 18:6); il profeta
Nahum invece predisse la distruzione di Ninive la capitale del regno
d’Assiria, infatti disse: “E quanto a te, popolo di Ninive, l’Eterno ha dato
quest’ordine: che non vi sia più posterità del tuo nome; io sterminerò dalla
casa delle tue divinità le immagini scolpite e le immagini fuse; io ti
preparerò la tomba perché sei divenuto spregevole” (Nahum 1:14), ed ancora:
“Un distruttore sale contro di te, o Ninive; custodisci bene la fortezza,
sorveglia le strade, fortificati i fianchi, raccogli tutte quante le tue
forze” (Nahum 2:1). |
Tutto ciò si adempì nel 612 a.C., anno in
cui l’esercito Babilonese distrusse Ninive, decretando di fatto la caduta
dell'Assiria. |
Per quanto riguarda Nebucadnetsar, re di
Babilonia, egli cominciò a regnare nel 606/605 a.C. |
Veniamo dunque al sogno di Nebucadnetsar.
Abbiamo detto che questo sogno prediceva il sorgere di altri regni dopo
quello di Babilonia; vediamo quindi quali furono questi regni e quanto
durarono per volere di Dio. |
Ora, la statua che il re vide era grande e di
uno splendore straordinario, e le sue parti erano formate da diverso materiale. La testa era d’oro e
rappresentava il re Nebucadnetsar al quale Dio aveva dato il regno, la
potenza, e la gloria. Egli regnò dal 606/605 a.C. al 562 a.C., ed il suo
regno sotto la sua guida raggiunse l’apice del suo splendore. |
Dopo la sua morte, il regno di Babilonia
continuò ad esistere per circa altri venticinque anni, infatti nel 539/538
esso venne conquistato dall’esercito dei Medi e dai Persiani. |
Il regno dei Medi e dei Persiani appunto
era il regno che Dio aveva detto sarebbe sorto dopo quello di Babilonia.
Esso, nel sogno che ebbe Nebucadnetsar, era rappresentato dal petto e dalle
braccia d’argento della statua. Nella visione che invece ebbe Daniele il
terzo anno di Belsatsar esso ero rappresentato da un montone che, come dice
Daniele, “aveva due corna; e le due corna erano alte, ma una era più alta
dell’altra, e la più alta veniva sull’altra” (Daniele 8:3) infatti l’angelo
Gabriele gli disse: “Il montone con due corna che hai veduto, rappresenta i
re di Media e di Persia” (Daniele 8:20). |
Anche in questo caso bisogna dire che Dio
aveva predetto la distruzione di Babilonia, e non solo la sua distruzione ma
anche chi sarebbe stato a distruggerla,
prima che essa avesse luogo. Egli aveva detto infatti tramite il
profeta Isaia (quando ancora il regno di Babilonia neppure esisteva): “Ecco,
io suscito contro di loro i Medi, i quali non fanno alcun caso dell’argento,
e non prendono alcun piacere nell’oro. I loro archi atterreranno i giovani,
ed essi non avran pietà del frutto delle viscere: l’occhio loro non
risparmierà i bambini. E Babilonia, lo splendore de’ regni, la superba
bellezza de’ Caldei, sarà come Sodoma e Gomorra quando Iddio le sovvertì.
Essa non sarà mai più abitata, d’età in età nessuno vi si stabilirà più;
l’Arabo non vi pianterà più la sua tenda, né i pastori vi faran più riposare
i lor greggi; ma vi riposeranno le bestie del deserto, e le sue case saran
piene di gufi; vi faran la loro dimora gli struzzi, i satiri vi balleranno.
Gli sciacalli ululeranno nei suoi palazzi, i cani salvatici nelle sue ville
deliziose. Il suo tempo sta per venire, i suoi giorni non saran
prolungati" (Isaia 13:17-22); e tramite il profeta Geremia tempo dopo
(in questo caso il regno di Babilonia esisteva): “E ora do tutti questi paesi
in mano di Nebucadnetsar, re di Babilonia, mio servitore; e gli do pure gli
animali della campagna perché gli siano soggetti. E tutte le nazioni saranno
soggette a lui, al suo figliuolo e al figliuolo del suo figliuolo, finché
giunga il tempo anche pel suo paese; e allora molte nazioni e grandi re lo
ridurranno in servitù” (notate le parole “finché giunga il tempo anche pel
suo paese” (Geremia 27:6-7) che mostrano che Dio aveva prestabilito quanto tempo
doveva durare anche il regno di Babilonia prima di passare sotto la
dominazione dei Medi e dei Persiani). |
Ma il profeta Geremia fu ancora più
esplicito relativamente alla caduta di Babilonia quando pronunziò il suo
oracolo contro Babilonia dopo che questo regno aveva distrutto Giuda e
Gerusalemme per ordine di Dio; infatti egli disse: “L’Eterno ha eccitato lo
spirito dei re dei Medi, perché il suo disegno contro Babilonia è di
distruggerla; poiché questa è la vendetta dell’Eterno, la vendetta del suo
tempio” (Geremia 51:11). Ma perché Dio si vendicò del regno di Babilonia?
Perché esso aveva fatto molto male a Sion, la sua città, infatti Dio disse:
“Sotto gli occhi vostri, io renderò a Babilonia e a tutti gli abitanti della
Caldea tutto il male che hanno fatto a Sion” (Geremia 51:24). Qualcuno dirà:
‘Ma il male che essi avevano fatto a Gerusalemme lo avevano fatto per volontà
di Dio perché fu Dio a mandare i Babilonesi contro gli abitanti di
Gerusalemme per punirli per le loro gravi trasgressioni!’ Certo che
l'esercito del regno di Babilonia aveva reso un servizio a Dio punendo
Gerusalemme e i suoi abitanti, perchè era stato Dio a chiamarlo da lontano,
ma questo non giustificò i Babilonesi davanti a Dio perché essi si resero lo
stesso colpevoli davanti a Dio distruggendo le mura di Gerusalemme, il suo
tempio, uccidendo i suoi abitanti e menandoli in cattività. Questo è il modo
di agire di Dio; anche quando si usa di una persona malvagia per infliggere
il suo giudizio contro un altro malvagio, pure colui che ha fatto il male
sarà da lui punito, e questo perché Egli ama la giustizia. |
Dio per mezzo di Babilonia aveva punito
molti regni, e non solo quello di Giuda, infatti essa era stata per Dio un martello
di cui si era usato per schiacciare le nazioni; questo lo disse Dio stesso
tramite Geremia in questi termini: “O Babilonia, tu sei stata per me un
martello, uno strumento di guerra; con te ho schiacciato le nazioni, con te
ho distrutto i regni; con te ho schiacciato cavalli e cavalieri, con te ho
schiacciato i carri e chi vi stava sopra; con te ho schiacciato uomini e
donne, con te ho schiacciato vecchi e bambini, con te ho schiacciato giovani
e fanciulle; con te ho schiacciato i pastori e i lor greggi, con te ho
schiacciato i lavoratori e i lor buoi aggiogati; con te ho schiacciato
governatori e magistrati" (Geremia 51:20-23). Ma quando Dio decise di
non usarsi più di Babilonia la distrusse. Come potete vedere, avvenne la
stessa cosa che era avvenuta nel caso del Regno d’Assiria perché anche di
quel regno Dio si era usato per vergare i popoli (fu chiamato da Dio “verga
della mia ira” e Dio si era usato di esso per punire anche il regno d'Israele
- cfr. 2 Re 17:1-33), ed anche di quel regno si vendicò distruggendolo. |
Così, nel 539/538 a.C. per volere di Dio
cominciò l’egemonia del regno dei Medi e dei Persiani che nel sogno che ebbe Nebucadnetsar era rappresentato dal petto e dalle braccia
d’argento della statua. Si adempirono così le seguenti parole di Daniele
relativamente al montone da lui visto in sogno il terzo anno di Belsatsar:
“Vidi il montone che cozzava a occidente, a settentrione e a mezzogiorno;
nessuna bestia gli poteva tenere fronte, e non c’era nessuno che la potesse
liberare dalla sua potenza; esso faceva quel che voleva, e diventò grande”
(Daniele 8:4). |
Il re più famoso tra i re Persiani fu Ciro
detto il grande, perché fu lui a conquistare Babilonia, fu lui il re di cui Dio si usò per fare
tornare dalla cattività Babilonese i reduci di Sion, e fu sempre lui a
decretare la ricostruzione del tempio di Gerusalemme che era stato distrutto
dai Babilonesi settanta anni prima (cfr. Esdra 1:1-4). |
Ma anche per questo regno Dio aveva
stabilito una fine, ed essa giunse circa duecento anni dopo (cioè nel 330 a.
C.) per mano dell’esercito greco capeggiato da Alessandro detto il Grande. |
La caduta del regno dei Medi e dei Persiani
per mano dei Greci era stata predetta da Dio tramite il profeta Daniele in
questi termini: “E com’io stavo considerando questo, ecco venire
dall’occidente un capro, che percorreva tutta la superficie della terra senza
toccare il suolo; e questo capro aveva un corno cospicuo fra i suoi occhi.
Esso venne fino al montone dalle due corna che avevo visto ritto davanti al
fiume, e gli s’avventò contro, nel furore della sua forza. E lo vidi giungere
vicino al montone, pieno di rabbia contro di lui, investirlo, e spezzargli le
due corna; il montone non ebbe la forza di tenergli fronte, e il capro lo
atterrò e lo calpestò; e non ci fu nessuno che potesse liberare il montone
dalla potenza d’esso" (Daniele 8:5-7). |
Tenete presente che secondo la spiegazione
del sogno che l’angelo Gabriele diede a Daniele: “Il becco peloso è il re di
Grecia; e il gran corno fra i suoi due occhi è il primo re” (Daniele 8:21),
cioè Alessandro il Grande. |
Ma il regno di Alessandro il grande durò
ben poco a motivo della morte di quest’ultimo avvenuta all’età di solo
trentatré anni (nel 323 a. C.). Quando egli morì il regno ellenico si divise in
quattro regni e si adempirono le seguenti parole di Daniele: “Il capro
diventò sommamente grande; ma, quando fu potente, il suo gran corno si
spezzò; e, in luogo di quello, sorsero quattro corna cospicue, verso i
quattro venti del cielo...Quanto al corno spezzato, al cui posto ne sono
sorti quattro, questi sono quattro regni che sorgeranno da questa nazione, ma
non con la stessa sua potenza” (Daniele 8:8,22). |
Dopo il regno di Grecia, nel 27 a. C. sorse
l’impero romano che nel sogno che ebbe Nebucadnetsar era rappresentato dalle
gambe di ferro e dai piedi in parte di ferro e in parte di argilla. Questo
regno infatti fu forte ma nello stesso tempo fragile come aveva predetto Dio,
e dopo avere dominato per alcuni secoli sopra molte nazioni, nel 476 d. C.
pure esso scomparve per decreto di Dio. |
Il regno che Daniele disse che Dio avrebbe
fatto sorgere al tempo di questi re e che non sarà mai distrutto è il regno
di Dio che sorse durante l’impero romano per opera di Cristo Gesù e che già
al tempo degli apostoli si era esteso a molte nazioni. |
Di questo regno Dio non ha previsto la
distruzione perché esso non può essere distrutto; nessun popolo può
soggiogarlo perché nessuno può in alcun modo battere il suo re cioè Cristo
Gesù. |
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La predeterminazione divina nella vita di Gesù Cristo
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Ora, per confermarvi ulteriormente mediante
le Scritture che tutte le cose avvengono per il determinato consiglio di Dio,
vi parlerò di alcuni eventi verificatisi nella vita di Gesù Cristo, non prima
però di avere affermato con forza che la venuta di Gesù Cristo in questo
mondo fu decretata da Dio prima della fondazione del mondo, in quanto
l'apostolo Pietro ci dice che "non con cose corruttibili, con argento o
con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai
padri, ma col prezioso sangue di Cristo, come d’agnello senza difetto né
macchia, ben preordinato prima della fondazione del mondo, ma manifestato
negli ultimi tempi per voi" (1 Pietro 1:18-20). E quindi, se l'Agnello di
Dio fu da Dio preordinato ad essere offerto per compiere l'espiazione dei
nostri peccati, ciò significa che la ribellione di Satana e la caduta
dell'uomo non furono eventi che sconvolsero il piano di Dio, ma semmai eventi
che facevano parte del piano di Dio, in quanto affinchè il peccato potesse
entrare nel mondo era necessario che l'uomo fosse tentato da un essere
spirituale malvagio (in quanto Dio non tenta alcuno e Lui stesso non è
tentato da nessuno), che quindi doveva sorgere tra le creature celesti che
Dio aveva creato. Non è chiaro? |
Ma veniamo alla vita terrena di Gesù
Cristo, cominciando dalla sua nascita. Gesù nacque da una vergine di nome
Maria, quindi non nacque come tutti gli altri uomini, perché avvenne questo?
Perché lo aveva prestabilito Dio ab eterno e rivelato per mezzo del profeta
Isaia alcuni secoli prima che l’evento si verificasse (Isaia 7:14; Matteo
1:18-23). Chi può negare questo? |
Quindi quando giunse il tempo stabilito da
Dio, quella giovane vergine rimase incinta per virtù dello Spirito Santo e
diede alla luce dopo nove mesi il Figliuolo di Dio. E lo diede alla luce non
nella sua città, cioè Nazaret (perché Maria era di Nazaret), ma in un’altra
città e cioè in Betleem. Questo evento si verificò in quel luogo perché Dio
aveva prestabilito che accadesse in quel luogo e aveva rivelato la cosa per
mezzo del profeta Michea (Michea 5:1; Matteo 2:1-6). |
Ma come mai Maria si trovava a Betleem
quando partorì Gesù? Perchè si trovava lì per caso o per sua volontà? Così
non sia, ma perché era stata costretta a recarvisi con Giuseppe suo marito
per farsi registrare per via di un censimento che era uscito per tutto
l’impero romano da parte di Cesare Augusto, in quanto Giuseppe era della
città e della casa di Davide (Luca 2:1-7). E’ evidente dunque che chi mise in
cuore all’imperatore di fare in quel preciso periodo quel censimento fu Dio.
Ma chi avrebbe mai potuto dire in quei giorni che quella decisione imperiale
era stata prestabilita da Dio? Certo, noi ora leggiamo il Vangelo ed è cosa facile
capire il perché di quel censimento (altre ragioni ci sono sconosciute ma non
per questo non esistono), ma quando quel censimento uscì chi poteva dire che
sarebbe servito a far nascere il Messia nella città di Davide? Non fu dunque
un caso che Gesù nacque a Betleem e neppure frutto di una decisione umana, ma
il destino decretato e attuato da Dio. |
Come non fu per caso o per volontà umana
che Giuseppe prese il fanciullino e sua madre e scese in Egitto per dimorarvi
fino alla morte di Erode, e questo perché ciò avvenne affinché si adempiesse
quello che era stato detto da Dio tramite il profeta Osea (Osea 11:1; Matteo
2:13-15). |
E non fu neppure un caso, o semplicemente
una decisione folle, che Erode quando vide che i Magi non tornarono a lui a
dirgli dove era il fanciullino Gesù mandò ad uccidere tutti i maschi che
erano in Betleem e in tutto il suo territorio dall’età di due anni in giù,
infatti quel tragico evento avvenne perché anch’esso era stato prestabilito da
Dio e predetto da Geremia (Geremia 31:15; Matteo 2:16-18). Fu destino quindi
che avvenisse quella strage di piccoli bambini. |
E che dire poi del fatto che Giuseppe
tornato in Israele, per ordine di Dio, andò ad abitare non in Giudea (dove
inizialmente aveva pensato di andare) ma in Galilea e precisamente a Nazaret?
Non fu anch’esso prestabilito da Dio? Certo, infatti avvenne così perché Gesù
doveva essere chiamato Nazareno (Matteo 2:19-23). |
Gesù lasciò Nazaret per andare a Capernaum
perché anche questo era stato prestabilito da Dio e rivelato tramite il
profeta Isaia (Isaia 8:23; 9:1; Matteo 4:13-16). |
Il fatto poi che Satana mise in cuore a
Giuda Iscariota, uno dei dodici, di tradire Gesù, fu anch’esso un evento
prestabilito da Dio e che era stato preannunciato anch’esso sotto l’antico
Patto (Salmo 41:9; Giovanni 13:18). |
E proseguiamo col parlare dell’odio dei
Giudei nei confronti di Gesù, perché anch’esso era stato prestabilito da Dio che
accadesse (Salmo 69:4; Giovanni 15:23-25). E così anche il fatto che egli
morì crocifisso, anch’esso era stato prestabilito da Dio (Salmo 22:16; Isaia
53:5; Luca 23:33); Gesù dunque non poteva morire lapidato (Giovanni 8:59;
10:31) come per esempio il profeta Zaccaria, ma doveva morire crocifisso
(Giovanni 12:32-33). Tutto questo era stato predetto da Dio secoli prima. Ma
che ne sapevano i soldati romani che nel crocifiggere Gesù avrebbero compiuto
qualcosa preordinato da Dio? Niente. Come nemmeno i Giudei si resero conto
che condannando a morte Gesù non avevano fatto altro che adempiere quello che
Dio aveva prestabilito e preannunciato. |
Ed a proposito della morte di Cristo
prestabilita da Dio, ricordiamo che il sommo sacerdote, senza rendersene conto,
profetò da parte di Dio che Gesù doveva morire per la nazione. Ecco quello
che dice Giovanni: "I capi sacerdoti quindi e i Farisei radunarono il
Sinedrio e dicevano: Che facciamo? perché quest’uomo fa molti miracoli. Se lo
lasciamo fare, tutti crederanno in lui; e i Romani verranno e ci
distruggeranno e città e nazione. E un di loro, Caiàfa, che era sommo
sacerdote di quell’anno, disse loro: Voi non capite nulla; e non riflettete
come vi torni conto che un uomo solo muoia per il popolo, e non perisca tutta
la nazione. Or egli non disse questo
di suo; ma siccome era sommo sacerdote di quell’anno, profetò che Gesù dovea
morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per
raccogliere in uno i figliuoli di Dio dispersi" (Giovanni 11:47-52). Non
è forse scritto che la risposta della lingua viene dall'Eterno (Proverbi
16:1)? Quindi, Dio per adempiere i suoi disegni, fa persino dire ai suoi
nemici quello che Lui vuole. |
Anche sui tempi del suo arresto da parte
dei Giudei c'è da dire che erano stati prestabiliti da Dio, infatti è scritto
che in una circostanza "vi fu dunque dissenso fra la moltitudine, a
motivo di lui; e alcuni di loro lo
voleano pigliare, ma nessuno gli mise le mani addosso" (Giovanni
7:43-44), e perchè non lo presero? Perchè Giovanni dice più avanti, mentre
Gesù insegnava nel tempio, che "nessuno lo prese, perché l’ora sua non era ancora venuta" (Giovanni 8:20).
Dunque, ci furono nemici di Cristo che in alcune circostanze pur volendo
prenderlo, non poterono prenderlo, in quanto Dio non glielo permise. Gesù
poteva essere arrestato solo al tempo stabilito da Dio, e così infatti
avvenne. |
E poi che dire del soldato che quando vide
Gesù già morto sulla croce gli forò il costato con una lancia, invece di
fiaccargli le gambe come avevano chiesto di fare i Giudei? Fu un caso che agì
così quel soldato? Fu per volontà umana che compì quell'atto? No, ma egli agì così perchè anche
quell’evento era stato prestabilito da Dio. Certo che fu per questa ragione,
perché Gesù non poteva avere nessun osso fiaccato, quindi Gesù sulla croce
morì prima degli altri che erano stati crocifissi con lui per indurre quel
soldato a non fiaccargli le gambe come agli altri (Salmo 22:17; 34:20;
Zaccaria 12:10; Giovanni 19:31-37). |
E poi c’è pure la spartizione delle vesti
di Gesù e il tiraggio a sorte sulla sua tunica, che fecero i soldati presso
la croce, che sono anch’essi eventi che erano stati prestabiliti e
preannunciati da Dio (Salmo 22:18; Giovanni 19:23-24). |
In verità possiamo dire che non avvenne
nulla nella vita di Gesù che Dio non aveva prestabilito che avvenisse. Come
potremmo attribuire al caso o alla volontà umana (o libero arbitrio) tutti
quegli eventi sopra descritti? Sarebbe da insensati farlo! Come si fa a non
credere nel destino nella vita di Gesù Cristo? |
Non era destino che egli morisse
crocifisso? Non era destino che egli fosse odiato e condannato a morte? Come
si possono spiegare queste cose se non attribuendo il loro accadimento alla potenza
e alla sapienza di Dio, e quindi alla Sua sovranità che esercita in maniera
irresistibile? Non è forse quello che fecero gli antichi discepoli del
Signore come per esempio quando dissero a Dio: "E invero in questa
città, contro al tuo santo Servitore Gesù che tu hai unto, si son raunati
Erode e Ponzio Pilato, insiem coi Gentili e con tutto il popolo d’Israele, per far tutte le cose che la tua mano e
il tuo consiglio aveano innanzi determinato che avvenissero" (Atti
4:27-28)? E Pietro non disse forse ai Giudei: "Uomini israeliti, udite
queste parole: Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato fra voi mediante
opere potenti e prodigî e segni che Dio fece per mezzo di lui fra voi, come
voi stessi ben sapete, quest’uomo, allorché vi fu dato nelle mani, per il determinato consiglio e per la
prescienza di Dio, voi, per man d’iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo
uccideste" (Atti 2:22-23)? Ed a proposito di questo, voglio pure dire
questo. Non è forse scritto che Gesù dichiarò "ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrir
molte cose dagli anziani, dai capi sacerdoti e dagli scribi, ed esser ucciso,
e risuscitare il terzo giorno" (Matteo 16:21)? Che significa questo
se non che le sue sofferenze, la sua uccisione, e la sua resurrezione, erano state
innanzi determinate dal consiglio di Dio, e quindi non potevano non
verificarsi? |
Naturalmente qualcuno dirà che nel caso di
Gesù è scritto che tutte quelle cose avvennero per il determinato consiglio
di Dio, ma chi ci dice a noi che anche nella nostra vita tutte le cose
avvengono per il determinato consiglio di Dio? La Scrittura, infatti essa
dice che ci sono molti disegni nel cuore dell’uomo ma il piano dell’Eterno è
quello che sussiste (cfr. Prov. 19:21), che il cuore dell’uomo medita la sua
via ma l’Eterno dirige i suoi passi (cfr. Prov. 16:9), e che non è in potere
dell’uomo che cammina il dirigere i suoi passi (cfr. Ger. 10:23). Come si fa
a dire dinnanzi a queste parole che le cose che ci accadono nella nostra vita
sono frutto del caso e non sono state prestabilite? Ma non è forse vero che
Gesù ha detto che persino i capelli del nostro capo sono tutti contati (cfr.
Matteo 10:30)? Se i nostri capelli sono contati come si fa a pensare che le
cose che ci succedono non sono state previste e prestabilite da Dio? E non è
forse vero che Gesù ha detto che non cade a terra un solo passero senza il
volere del Padre nostro (cfr. Matteo 10:29)? Se dunque un passero non cade a
terra senza il volere di Dio, come si fa a credere che un aereo cade senza il
volere di Dio, o che un treno deraglia senza il volere di Dio, e così via?
Non si può, non si può. Eppure nelle ADI la pensano così, per loro il
susseguirsi degli eventi sia buoni che cattivi, è frutto della volontà degli
uomini e in molte circostanze del semplice caso, e non è qualcosa imposto da
Dio mediante la sua sapienza e la sua potenza!! |
Ho citato l’esempio di Gesù per spiegare
come Dio fa accadere gli eventi per mandare ad effetto i suoi disegni, e
quindi gli eventi sono stati da lui predeterminati. Ma di esempi biblici se
ne possono fare molti altri. Eccone alcuni tratti sempre dalla Sacra
Scrittura, che hanno il solo scopo di fare capire questo concetto. |
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Altri esempi biblici di eventi predeterminati da Dio
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Isacco nacque da Abrahamo e Sara perché
così Dio aveva preannunciato ad Abrahamo infatti è scritto: "E Dio disse
ad Abrahamo: ‘Quanto a Sarai tua moglie, non la chiamar più Sarai; il suo
nome sarà, invece Sara. E io la benedirò, ed anche ti darò di lei un figliuolo;
io la benedirò, ed essa diverrà nazioni; re di popoli usciranno da lei’.
Allora Abrahamo si prostrò con la faccia in terra e rise; e disse in cuor
suo: ‘Nascerà egli un figliuolo a un uomo di cent’anni? e Sara, che ha
novant’anni, partorirà ella?’ E Abrahamo disse a Dio: ‘Di grazia, viva
Ismaele nel tuo cospetto!’ E Dio rispose: ‘No, ma Sara tua moglie ti partorirà un figliuolo, e tu gli porrai nome
Isacco; e io fermerò il mio patto con lui, un patto perpetuo per la sua
progenie dopo di lui. Quanto a Ismaele, io t’ho esaudito. Ecco, io l’ho
benedetto, e farò che moltiplichi e s’accresca grandissimamente. Egli
genererà dodici principi, e io farò di lui una grande nazione. Ma fermerò il
mio patto con Isacco che Sara ti partorirà in questo tempo, l’anno
venturo" (Genesi 17:15-21). |
Isacco si sposò Rebecca perché era lei la
donna destinatagli da Dio. Ecco come andarono le cose: "Or Abrahamo era
vecchio e d’età avanzata; e l’Eterno avea benedetto Abrahamo in ogni cosa. E
Abrahamo disse al più antico servo di casa sua, che aveva il governo di tutti
i suoi beni: ‘Deh, metti la tua mano sotto la mia coscia; e io ti farò
giurare per l’Eterno, l’Iddio dei cieli e l’Iddio della terra, che tu non
prenderai per moglie al mio figliuolo alcuna delle figliuole de’ Cananei, fra
i quali dimoro; ma andrai al mio paese e al mio parentado, e vi prenderai una
moglie per il mio figliuolo, per Isacco’. Il servo gli rispose: ‘Forse quella
donna non vorrà seguirmi in questo paese; dovrò io allora ricondurre il tuo
figliuolo nel paese donde tu sei uscito?’ E Abrahamo gli disse: ‘Guardati dal
ricondurre colà il mio figliuolo! L’Eterno, l’Iddio dei cieli, che mi trasse
dalla casa di mio padre e dal mio paese natale e mi parlò e mi giurò dicendo:
- Io darò alla tua progenie questo paese, - egli stesso manderà il suo angelo
davanti a te, e tu prenderai di là una moglie per il mio figliuolo. E se la
donna non vorrà seguirti, allora sarai sciolto da questo giuramento che ti
faccio fare; soltanto, non ricondurre colà il mio figliuolo’. E il servo pose
la mano sotto la coscia d’Abrahamo suo signore, e gli giurò di fare com’egli
chiedeva. Poi il servo prese dieci cammelli fra i cammelli del suo signore, e
si partì, avendo a sua disposizione tutti i beni del suo signore; e, messosi
in viaggio, andò in Mesopotamia, alla città di Nahor. E, fatti riposare sulle
ginocchia i cammelli fuori della città presso a un pozzo d’acqua, verso sera,
all’ora in cui le donne escono ad attinger acqua, disse: ‘O Eterno, Dio del
mio signore Abrahamo, deh, fammi fare quest’oggi un felice incontro, e usa
benignità verso Abrahamo mio signore! Ecco, io sto qui presso a questa
sorgente; e le figlie degli abitanti della città usciranno ad attinger acqua.
Fa’ che la fanciulla alla quale dirò: - Deh, abbassa la tua brocca perch’io
beva - e che mi risponderà - Bevi, e darò da bere anche ai tuoi cammelli, - sia quella che tu hai destinata al tuo
servo Isacco. E da questo comprenderò che tu hai usato benignità verso il
mio signore’. Non aveva ancora finito di parlare, quand’ecco uscire con la
sua brocca sulla spalla, Rebecca, figliuola di Bethuel figlio di Milca,
moglie di Nahor fratello d’Abrahamo. La fanciulla era molto bella d’aspetto,
vergine, e uomo alcuno non l’avea conosciuta. Ella scese alla sorgente, empì
la brocca, e risalì. E il servo le corse incontro, e le disse: ‘Deh, dammi a
bere un po’ d’acqua della tua brocca’. Ed ella rispose: ‘Bevi, signor mio’; e
s’affrettò a calarsi la brocca sulla mano, e gli diè da bere. E quand’ebbe
finito di dargli da bere, disse: ‘Io ne attingerò anche per i tuoi cammelli
finché abbian bevuto a sufficienza’. E presto vuotò la sua brocca
nell’abbeveratoio, corse di nuovo al pozzo ad attingere acqua, e ne attinse
per tutti i cammelli di lui. E quell’uomo la contemplava in silenzio, per
sapere se l’Eterno avesse o no fatto prosperare il suo viaggio. E quando i
cammelli ebbero finito di bere, l’uomo prese un anello d’oro del peso di
mezzo siclo, e due braccialetti del peso di dieci sicli d’oro, per i polsi di
lei, e disse: ‘Di chi sei figliuola? deh, dimmelo. V’è posto in casa di tuo
padre per albergarci?’ Ed ella rispose: ‘Son figliuola di Bethuel figliuolo
di Milca, ch’ella partorì a Nahor’. E aggiunse: ‘C’è da noi strame e foraggio
assai, e anche posto da albergare’. E l’uomo s’inchinò, adorò l’Eterno, e
disse: ‘Benedetto l’Eterno, l’Iddio d’Abrahamo mio signore, che non ha
cessato d’esser benigno e fedele verso il mio signore! Quanto a me, l’Eterno
mi ha messo sulla via della casa dei fratelli del mio signore’. E la
fanciulla corse a raccontare queste cose a casa di sua madre. Or Rebecca
aveva un fratello chiamato Labano. E Labano corse fuori da quell’uomo alla
sorgente. Com’ebbe veduto l’anello e i braccialetti ai polsi di sua sorella
ed ebbe udite le parole di Rebecca sua sorella che diceva: ‘Quell’uomo m’ha
parlato così’, venne a quell’uomo, ed ecco ch’egli se ne stava presso ai
cammelli, vicino alla sorgente. E disse: ‘Entra, benedetto dall’Eterno!
perché stai fuori? Io ho preparato la casa e un luogo per i cammelli’. L’uomo
entrò in casa, e Labano scaricò i cammelli, diede strame e foraggio ai
cammelli, e portò acqua per lavare i piedi a lui e a quelli ch’eran con lui.
Poi gli fu posto davanti da mangiare; ma egli disse: ‘Non mangerò finché non
abbia fatto la mia ambasciata’. E l’altro disse: ‘Parla’. E quegli: ‘Io sono
servo d’Abrahamo. L’Eterno ha benedetto abbondantemente il mio signore, ch’è
divenuto grande; gli ha dato pecore e buoi, argento e oro, servi e serve,
cammelli e asini. Or Sara, moglie del mio signore, ha partorito nella sua
vecchiaia un figliuolo al mio padrone, che gli ha dato tutto quel che
possiede. E il mio signore m’ha fatto giurare, dicendo: - Non prenderai come
moglie per il mio figliuolo alcuna delle figlie de’ Cananei, nel paese de’
quali dimoro; ma andrai alla casa di mio padre e al mio parentado e vi
prenderai una moglie per il mio figliuolo. - E io dissi al mio padrone: -
Forse quella donna non mi vorrà seguire. - Ed egli rispose: - L’Eterno, nel
cospetto del quale ho camminato, manderà il suo angelo teco e farà prosperare
il tuo viaggio, e tu prenderai al mio figliuolo una moglie del mio parentado
e della casa di mio padre. Sarai sciolto dal giuramento che ti fo fare,
quando sarai andato dal mio parentado; e, se non vorranno dartela, allora
sarai sciolto dal giuramento che mi fai. - Oggi sono arrivato alla sorgente,
e ho detto: - O Eterno, Dio del mio signore Abrahamo, se pur ti piace far
prosperare il viaggio che ho intrapreso, ecco, io mi fermo presso questa
sorgente; fa’ che la fanciulla che uscirà ad attinger acqua, alla quale dirò:
- Deh, dammi da bere un po’ d’acqua della tua brocca, - e che mi dirà: - Bevi
pure, e ne attingerò anche per i tuoi cammelli, - sia la moglie che l’Eterno ha destinata al figliuolo del mio signore.
E avanti che avessi finito di parlare in cuor mio, ecco uscir fuori Rebecca
con la sua brocca sulla spalla, scendere alla sorgente e attinger l’acqua.
Allora io le ho detto: - Deh, dammi da bere! - Ed ella s’è affrettata a
calare la brocca dalla spalla, e m’ha risposto: - Bevi! e darò da bere anche
ai tuoi cammelli. - Così ho bevuto io ed ella ha abbeverato anche i cammelli.
Poi l’ho interrogata, e le ho detto: - Di chi sei figliuola? - Ed ella ha
risposto: - Son figliuola di Bethuel figlio di Nahor, che Milca gli partorì.
- Allora io le ho messo l’anello al naso e i braccialetti ai polsi. E mi sono
inchinato, ho adorato l’Eterno e ho benedetto l’Eterno, l’Iddio d’Abrahamo
mio signore, che m’ha condotto per la retta via a prendere per il figliuolo
di lui la figliuola del fratello del mio signore. E ora, se volete usare
benignità e fedeltà verso il mio signore, ditemelo; e se no, ditemelo lo
stesso, e io mi volgerò a destra o a sinistra’. Allora Labano e Bethuel
risposero e dissero: ‘La cosa procede dall’Eterno; noi non possiam dirti né male
né bene. Ecco, Rebecca ti sta dinanzi, prendila, va’, e sia ella moglie del
figliuolo del tuo signore, come l’Eterno ha detto’. E quando il servo
d’Abrahamo ebbe udito le loro parole, si prostrò a terra dinanzi all’Eterno.
Il servo trasse poi fuori oggetti d’argento e oggetti d’oro, e vesti, e li
dette a Rebecca; e donò anche delle cose preziose al fratello e alla madre di
lei. Poi mangiarono e bevvero, egli e gli uomini ch’eran con lui, e passaron
quivi la notte. La mattina, quando si furono levati, il servo disse:
‘Lasciatemi tornare al mio signore’. E il fratello e la madre di Rebecca
dissero: ‘Rimanga la fanciulla ancora alcuni giorni con noi, almeno una
diecina; poi se ne andrà’. Ma egli rispose loro: ‘Non mi trattenete, giacché
l’Eterno ha fatto prosperare il mio viaggio; lasciatemi partire, affinché io
me ne torni al mio signore’. Allora dissero: ‘Chiamiamo la fanciulla e
sentiamo lei stessa’. Chiamarono Rebecca, e le dissero: ‘Vuoi tu andare con
quest’uomo?’ Ed ella rispose: ‘Sì, andrò’. Così lasciarono andare Rebecca
loro sorella e la sua balia col servo d’Abrahamo e la sua gente. E
benedissero Rebecca e le dissero: ‘Sorella nostra, possa tu esser madre di
migliaia di miriadi, e possa la tua progenie possedere la porta de’ suoi
nemici!’ E Rebecca si levò con le sue serve e montarono sui cammelli e
seguirono quell’uomo. E il servo prese Rebecca e se ne andò. Or Isacco era
tornato dal pozzo di Lachai-Roï, ed abitava nel paese del mezzodì. Isacco era
uscito, sul far della sera, per meditare nella campagna; e, alzati gli occhi,
guardò, ed ecco venir de’ cammelli. E Rebecca, alzati anch’ella gli occhi,
vide Isacco, saltò giù dal cammello, e disse al servo: ‘Chi è quell’uomo che
viene pel campo incontro a noi?’ Il servo rispose: ‘È il mio signore’. Ed ella,
preso il suo velo, se ne coprì. E il servo raccontò a Isacco tutto quello che
avea fatto. E Isacco menò Rebecca nella tenda di Sara sua madre, se la prese,
ed ella divenne sua moglie, ed egli l’amò. Così Isacco fu consolato dopo la
morte di sua madre" (Genesi 24:1-67). |
Esaù diventò servo di suo fratello Giacobbe
(ossia gli Edomiti diventarono servi degli Israeliti) perché così Dio aveva
detto a Rebecca loro madre (prima che i due fratelli nascessero) che sarebbe
avvenuto, infatti è scritto: "Isacco pregò istantemente l’Eterno per sua
moglie, perch’ella era sterile. L’Eterno l’esaudì, e Rebecca, sua moglie,
concepì. E i bambini si urtavano nel suo seno; ed ella disse: ‘Se così è,
perché vivo?’ E andò a consultare l’Eterno. E l’Eterno le disse: ‘Due nazioni
sono nel tuo seno, e due popoli separati usciranno dalle tue viscere. Uno dei
due popoli sarà più forte dell’altro, e il
maggiore servirà il minore" (Genesi 25:21-23). |
Il popolo d’Israele rimase schiavo in
Egitto per 400 anni perché così Dio aveva prestabilito e preannunciato ad
Abrahamo: "E l’Eterno disse ad Abramo: ‘Sappi per certo che i tuoi
discendenti dimoreranno come stranieri in un paese che non sarà loro, e vi
saranno schiavi, e saranno oppressi
per quattrocento anni; ma io giudicherò la gente di cui saranno stati
servi; e, dopo questo, se ne partiranno con grandi ricchezze. E tu te
n’andrai in pace ai tuoi padri, e sarai sepolto dopo una prospera vecchiezza.
E alla quarta generazione essi torneranno qua; perché l’iniquità degli Amorei
non è giunta finora al colmo" (Genesi 15:13-16). |
Faraone, re d’Egitto, non lasciò partire
subito Israele quando Mosè e Aaronne si presentarono al suo cospetto perché
Dio gli indurò il cuore, induramento che aveva preannunciato a Mosè in questi
termini: "Quando sarai tornato in Egitto, avrai cura di fare dinanzi a
Faraone tutti i prodigi che t’ho dato potere di compiere; ma io gl’indurerò
il cuore, ed egli non lascerà partire il popolo. ....' ‘Vedi, io ti ho
stabilito come Dio per Faraone, e Aaronne tuo fratello sarà il tuo profeta.
Tu dirai tutto quello che t’ordinerò, e Aaronne tuo fratello parlerà a
Faraone, perché lasci partire i figliuoli d’Israele dal suo paese. E io indurerò il cuore di Faraone, e
moltiplicherò i miei segni e i miei prodigi nel paese d’Egitto. E Faraone
non vi darà ascolto; e io metterò la mia mano sull’Egitto, e farò uscire dal
paese d’Egitto le mie schiere, il mio popolo, i figliuoli d’Israele, mediante
grandi giudizi. E gli Egiziani conosceranno che io sono l’Eterno, quando avrò
steso la mia mano sull’Egitto e avrò tratto di mezzo a loro i figliuoli
d’Israele" (Esodo 4:21; 7:1-5). |
Gli Israeliti uscirono dall'Egitto con
argento ed oro, in quanto così Dio aveva prestabilito che doveva accadere.
Egli infatti secoli prima aveva detto le seguenti parole al patriarca Abramo:
"Sappi per certo che i tuoi discendenti dimoreranno come stranieri in un
paese che non sarà loro, e vi saranno schiavi, e saranno oppressi per
quattrocento anni; ma io giudicherò la gente di cui saranno stati servi; e,
dopo questo, se ne partiranno con
grandi ricchezze" (Genesi 15:13-14). Questa è la ragione per cui nel
libro dell'Esodo è scritto: "E l’Eterno disse a Mosè: .... Or parla al
popolo e digli che ciascuno domandi al suo vicino e ogni donna alla sua vicina
degli oggetti d’argento e degli oggetti d’oro’. .... Or i figliuoli d’Israele
fecero come Mosè avea detto: domandarono agli Egiziani degli oggetti
d’argento, degli oggetti d’oro e de’ vestiti; e l’Eterno fece entrare il popolo nelle buone grazie degli Egiziani,
che gli dettero quel che domandava. Così spogliarono gli Egiziani"
(Esodo 11:1,2; 12:35-36). Ma notate che gli Egiziani non si rifiutarono di
dare agli Israeliti oro e argento, perchè ci fu un'atto divino su di loro, in quanto Dio fece entrare il
popolo nelle buone grazie degli Egiziani.
|
Sansone nacque da Manoah e sua moglie, e fu
un Nazireo fin dal seno di sua madre, perché così Dio aveva prestabilito e
preannunciato alla moglie di Manoah prima e poi confermò ai due: "E i
figliuoli d’Israele continuarono a fare quel ch’era male agli occhi
dell’Eterno, e l’Eterno li diede nelle mani de’ Filistei per quarant’anni. Or
v’era un uomo di Tsorea, della famiglia dei Daniti, per nome Manoah; sua
moglie era sterile e non avea figliuoli. E l’angelo dell’Eterno apparve a
questa donna, e le disse: ‘Ecco, tu sei sterile e non hai figliuoli; ma
concepirai e partorirai un figliuolo. Or dunque, guardati bene dal bere vino
o bevanda alcoolica, e dal mangiare alcun che d’impuro. Poiché ecco, tu concepirai e partorirai un figliuolo, sulla testa del
quale non passerà rasoio, giacché il fanciullo sarà un Nazireo, consacrato a
Dio dal seno di sua madre, e sarà lui che comincerà a liberare Israele dalle
mani de’ Filistei’. E la donna andò a dire a suo marito: ‘Un uomo di Dio
è venuto da me; avea il sembiante d’un angelo di Dio: un sembiante terribile
fuor di modo. Io non gli ho domandato donde fosse, ed egli non m’ha detto il
suo nome; ma mi ha detto: Ecco, tu concepirai e partorirai un figliuolo; or
dunque non bere vino né bevanda alcoolica, e non mangiare alcun che d’impuro,
giacché il fanciullo sarà un Nazireo, consacrato a Dio dal seno di sua madre
e fino al giorno della sua morte’. Allora Manoah supplicò l’Eterno, e disse:
‘O Signore, ti prego che l’uomo di Dio mandato da te torni di nuovo a noi e
c’insegni quello che dobbiam fare per il bambino che nascerà’. E Dio esaudì
la preghiera di Manoah; e l’angelo di Dio tornò ancora dalla donna, che stava
sedendo nel campo; ma Manoah, suo marito, non era con lei. La donna corse in
fretta a informar suo marito del fatto, e gli disse: ‘Ecco, quell’uomo che
venne da me l’altro giorno, m’è apparito’. Manoah s’alzò, andò dietro a sua
moglie, e, giunto a quell’uomo, gli disse: ‘Sei tu che parlasti a questa
donna?’ E quegli rispose: ‘Son io’. E Manoah: ‘Quando la tua parola si sarà
verificata, qual norma s’avrà da seguire per il bambino? e che si dovrà fare
per lui?’ L’angelo dell’Eterno rispose a Manoah: ‘Si astenga la donna da
tutto quello che le ho detto. Non mangi di alcun prodotto della vigna, né
beva vino o bevanda alcoolica, e non mangi alcun che d’impuro; osservi tutto
quello che le ho comandato" (Giudici 13:1-14). |
I figli di Eli, Hofni e Fineas, morirono
nello stesso giorno a motivo delle loro inique opere, fu Dio che li volle far
morire e per questo impedì che essi dessero ascolto alla riprensione di loro
padre. "Or i figliuoli di Eli erano uomini scellerati; non conoscevano
l’Eterno. Ed ecco qual era il modo d’agire di questi sacerdoti riguardo al
popolo: quando qualcuno offriva un sacrifizio, il servo del sacerdote veniva,
nel momento in cui si faceva cuocere la carne, avendo in mano una forchetta a
tre punte; la piantava nella caldaia o nel paiuolo o nella pentola o nella
marmitta; e tutto quello che la forchetta tirava su, il sacerdote lo pigliava
per sé. Così facevano a tutti gl’Israeliti, che andavano là, a Sciloh. E
anche prima che si fosse fatto fumare il grasso, il servo del sacerdote
veniva, e diceva all’uomo che faceva il sacrifizio: ‘Dammi della carne da fare
arrostire, per il sacerdote; giacché egli non accetterà da te carne cotta, ma
cruda’. E se quell’uomo gli diceva: ‘Si faccia, prima di tutto, fumare il
grasso; poi prenderai quel che vorrai’, egli rispondeva: ‘No, me la devi dare
ora; altrimenti la prenderò per forza!’ Il peccato dunque di que’ giovani era
grande oltremodo agli occhi dell’Eterno, perché la gente sprezzava le offerte
fatte all’Eterno. Ma Samuele faceva il servizio nel cospetto dell’Eterno; era
giovinetto, e cinto d’un efod di lino. Sua madre gli faceva ogni anno una
piccola tonaca, e gliela portava quando saliva con suo marito ad offrire il
sacrifizio annuale. Eli benedisse Elkana e sua moglie, dicendo: ‘L’Eterno ti
dia prole da questa donna, in luogo del dono ch’ella ha fatto all’Eterno!’ E se
ne tornarono a casa loro. E l’Eterno visitò Anna, la quale concepì e partorì
tre figliuoli e due figliuole. E il giovinetto Samuele cresceva presso
l’Eterno. Or Eli era molto vecchio e udì tutto quello che i suoi figliuoli
facevano a tutto Israele, e come si giacevano con le donne che eran di
servizio all’ingresso della tenda di convegno. E disse loro: ‘Perché fate
tali cose? poiché odo tutto il popolo parlare delle vostre malvage azioni.
Non fate così, figliuoli miei, poiché quel che odo di voi non è buono; voi
inducete a trasgressione il popolo di Dio. Se un uomo pecca contro un
altr’uomo, Iddio lo giudica; ma, se pecca contro l’Eterno, chi intercederà
per lui?’ Quelli però non diedero
ascolto alla voce del padre loro, perché l’Eterno li volea far morire.
Intanto, il giovinetto Samuele continuava a crescere, ed era gradito così
all’Eterno come agli uomini. Or un uomo di Dio venne da Eli e gli disse:
‘Così parla l’Eterno: Non mi sono io forse rivelato alla casa di tuo padre,
quand’essi erano in Egitto al servizio di Faraone? Non lo scelsi io forse,
fra tutte le tribù d’Israele, perché fosse mio sacerdote, salisse al mio
altare, bruciasse il profumo e portasse l’efod in mia presenza? E non diedi
io forse alla casa di tuo padre tutti i sacrifizi dei figliuoli d’Israele,
fatti mediante il fuoco? E allora perché calpestate i miei sacrifizi e le mie
oblazioni che ho comandato mi siano offerti nella mia dimora? E come mai
onori i tuoi figliuoli più di me, e v’ingrassate col meglio di tutte le
oblazioni d’Israele, mio popolo? Perciò, così dice l’Eterno, l’Iddio
d’Israele: Io avevo dichiarato che la tua casa e la casa di tuo padre
sarebbero al mio servizio, in perpetuo; ma ora l’Eterno dice: Lungi da me tal
cosa! Poiché io onoro quelli che m’onorano, e quelli che mi sprezzano saranno
avviliti. Ecco, i giorni vengono, quand’io troncherò il tuo braccio e il
braccio della casa di tuo padre, in guisa che non vi sarà in casa tua alcun
vecchio. E vedrai lo squallore nella mia dimora, mentre Israele sarà ricolmo
di beni, e non vi sarà più mai alcun vecchio nella tua casa. E quello de’
tuoi che lascerò sussistere presso il mio altare, rimarrà per consumarti gli
occhi e illanguidirti il cuore; e tutti i nati e cresciuti in casa tua
morranno nel fior degli anni. E ti servirà di segno quello che accadrà ai
tuoi figliuoli, Hofni e Fineas: ambedue morranno in uno stesso giorno. Io mi
susciterò un sacerdote fedele, che agirà secondo il mio cuore e secondo
l’anima mia; io gli edificherò una casa stabile, ed egli sarà al servizio del
mio unto per sempre. E chiunque rimarrà della tua casa verrà a prostrarsi
davanti a lui per avere una moneta d’argento e un tozzo di pane, e dirà: -
Ammettimi, ti prego, a fare alcuno de’ servigi del sacerdozio perch’io abbia
un boccon di pane da mangiare" (1 Samuele 2:12-36). |
Saul diventò re d’Israele per volere di
Dio. Quando era un giovane Dio lo mandò da Samuele per essere unto re
d’Israele. Dio aveva preannunciato a Samuele il giorno prima che il giorno
dopo, ad una precisa ora, gli avrebbe mandato un uomo proveniente dalla tribù
di Beniamino che lui avrebbe dovuto ungere come re d’Israele. Saul non sapeva
nulla di tutto ciò, ma andò da Samuele perché le asine di suo padre si erano
smarrite e suo padre lo aveva mandato con un suo servo a cercarle, e dopo
averle cercate invano e mentre erano sul punto di tornare a casa, il servo
suggerì a Saul di recarsi da un profeta, appunto Samuele, che certamente gli
avrebbe indicato la via da seguire. Saul accettò e i due si recarono da
Samuele che quando vide venirgli incontro Saul ricevette da Dio la conferma
che quello era l’uomo di cui gli aveva parlato. "Or v’era un uomo di
Beniamino, per nome Kis, figliuolo d’Abiel, figliuolo di Tseror, figliuolo di
Becorath, figliuolo d’Afiac, figliuolo d’un Beniaminita. Era un uomo forte e
valoroso; aveva un figliuolo per nome Saul, giovine e bello; non ve n’era tra
i figliuoli d’Israele uno più bello di lui: era più alto di tutta la gente
dalle spalle in su. Or le asine di Kis, padre di Saul, s’erano smarrite; e
Kis disse a Saul, suo figliuolo: ‘Prendi teco uno dei servi, lèvati e va’ in
cerca delle asine’. Egli passò per la contrada montuosa di Efraim e
attraversò il paese di Shalisha, senza trovarle; poi passarono per il paese
di Shaalim, ma non vi erano; attraversarono il paese dei Beniaminiti, ma non
le trovarono. Quando furon giunti nel paese di Tsuf, Saul disse al servo che
era con lui: ‘Vieni, torniamocene, ché altrimenti mio padre cesserebbe dal
pensare alle asine e sarebbe in pena per noi’. Il servo gli disse: ‘Ecco, v’è
in questa città un uomo di Dio, ch’è tenuto in grande onore; tutto quello
ch’egli dice, succede sicuramente; andiamoci; forse egli c’indicherà la via
che dobbiamo seguire’. E Saul disse al suo servo: ‘Ma, ecco, se v’andiamo,
che porteremo noi all’uomo di Dio? Poiché non ci son più provvisioni nei
nostri sacchi, e non abbiamo alcun presente da offrire all’uomo di Dio. Che
abbiamo con noi?’ Il servo replicò a Saul, dicendo: ‘Ecco, io mi trovo in
possesso del quarto d’un siclo d’argento; lo darò all’uomo di Dio, ed egli
c’indicherà la via’. (Anticamente, in Israele, quand’uno andava a consultare
Iddio, diceva: ‘Venite, andiamo dal Veggente!’ poiché colui che oggi si
chiama Profeta, anticamente si chiamava Veggente). E Saul disse al suo servo:
‘Dici bene; vieni, andiamo’. E andarono alla città dove stava l’uomo di Dio.
Mentre facevano la salita che mena alla città, trovarono delle fanciulle che
uscivano ad attingere acqua, e chiesero loro: ‘È qui il veggente?’ Quelle
risposer loro, dicendo: ‘Sì, c’è; è là dove sei diretto; ma va’ presto,
giacché è venuto oggi in città, perché oggi il popolo fa un sacrifizio
sull’alto luogo. Quando sarete entrati in città, lo troverete di certo, prima
ch’egli salga all’alto luogo a mangiare. Il popolo non mangerà prima ch’egli
sia giunto, perché è lui che deve benedire il sacrifizio; dopo di che, i
convitati mangeranno. Or dunque salite, perché proprio ora lo troverete’. Ed
essi salirono alla città; e, come vi furono entrati, ecco Samuele che usciva
loro incontro per salire all’alto luogo. Or un giorno prima dell’arrivo di
Saul, l’Eterno aveva avvertito Samuele, dicendo: ‘Domani, a quest’ora, ti manderò un uomo del paese di Beniamino, e tu
l’ungerai come capo del mio popolo d’Israele. Egli salverà il mio popolo
dalle mani dei Filistei; poiché io ho rivolto lo sguardo verso il mio popolo,
perché il suo grido è giunto fino a me’. E quando Samuele vide Saul, l’Eterno
gli disse: ‘Ecco l’uomo di cui t’ho parlato; egli è colui che signoreggerà
sul mio popolo’. Saul s’avvicinò a Samuele entro la porta della città, e gli
disse: ‘Indicami, ti prego, dove sia la casa del veggente’. E Samuele rispose
a Saul: ‘Sono io il veggente. Sali davanti a me all’alto luogo, e mangerete
oggi con me; poi domattina ti lascerò partire, e ti dirò tutto quello che hai
nel cuore. E quanto alle asine smarrite tre giorni fa, non dartene pensiero,
perché son trovate. E per chi è tutto quello che v’è di desiderabile in
Israele? Non è esso per te e per tutta la casa di tuo padre?’ Saul,
rispondendo, disse: ‘Non son io un Beniaminita? di una delle più piccole
tribù d’Israele? La mia famiglia non è essa la più piccola fra tutte le
famiglie della tribù di Beniamino? Perché dunque mi parli a questo modo?’
Samuele prese Saul e il suo servo, li introdusse nella sala e li fe’ sedere
in capo di tavola fra i convitati, ch’eran circa trenta persone. E Samuele
disse al cuoco: ‘Porta qua la porzione che t’ho data, e della quale t’ho
detto: Tienla in serbo presso di te’. Il cuoco allora prese la coscia e ciò
che v’aderiva, e la mise davanti a Saul. E Samuele disse: ‘Ecco ciò ch’è
stato tenuto in serbo; mettitelo dinanzi e mangia, poiché è stato serbato
apposta per te quand’ho invitato il popolo’. Così Saul, quel giorno, mangiò
con Samuele. Poi scesero dall’alto luogo in città, e Samuele s’intrattenne
con Saul sul terrazzo. L’indomani si alzarono presto; allo spuntar dell’alba,
Samuele chiamò Saul sul terrazzo, e gli disse: ‘Vieni, ch’io ti lasci
partire’. Saul s’alzò, e uscirono fuori ambedue, egli e Samuele. Quando furon
discesi all’estremità della città, Samuele disse a Saul: ‘Di’ al servo che
passi, e vada innanzi a noi (e il servo passò); ma tu adesso fermati, ed io
ti farò udire la parola di Dio’. Allora Samuele prese un vasetto d’olio, lo
versò sul capo di lui, baciò Saul e disse: ‘L’Eterno non t’ha egli unto
perché tu sia il capo della sua eredità?" (1 Samuele 9:1-27; 10:1). |
Davide diventò re d’Israele perché così Dio
aveva preannunciato a Samuele: "L’Eterno disse a Samuele: ‘Fino a quando
farai tu cordoglio per Saul, mentre io l’ho rigettato perché non regni più
sopra Israele? Empi d’olio il tuo corno, e va’; io ti manderò da Isai di
Bethlehem, perché mi son provveduto di un re tra i suoi figliuoli’. E Samuele
rispose: ‘Come andrò io? Saul lo verrà a sapere, e mi ucciderà’. L’Eterno
disse: ‘Prenderai teco una giovenca, e dirai: - Son venuto ad offrire un
sacrifizio all’Eterno. -Inviterai Isai al sacrifizio; io ti farò sapere
quello che dovrai fare, e mi ungerai
colui che ti dirò’. Samuele dunque fece quello che l’Eterno gli avea
detto; si recò a Bethlehem, e gli anziani della città gli si fecero incontro
tutti turbati, e gli dissero: ‘Porti tu pace?’ Ed egli rispose: ‘Porto pace;
vengo ad offrire un sacrifizio all’Eterno; purificatevi, e venite meco al
sacrifizio’. Fece anche purificare Isai e i suoi figliuoli, e li invitò al
sacrifizio. Mentre entravano, egli scòrse Eliab, e disse: ‘Certo, ecco l’unto
dell’Eterno davanti a lui’. Ma l’Eterno disse a Samuele: ‘Non badare al suo
aspetto né all’altezza della sua statura, perché io l’ho scartato; giacché
l’Eterno non guarda a quello a cui guarda l’uomo: l’uomo riguarda
all’apparenza, ma l’Eterno riguarda al cuore’. Allora Isai chiamò Abinadab, e
lo fece passare davanti a Samuele; ma Samuele disse: ‘L’Eterno non s’è scelto
neppur questo’. Isai fece passare Shamma, ma Samuele disse: ‘L’Eterno non s’è
scelto neppur questo’. Isai fece passar così sette de’ suoi figliuoli davanti
a Samuele; ma Samuele disse ad Isai: ‘L’Eterno non s’è scelto questi’. Poi
Samuele disse ad Isai: ‘Sono questi tutti i tuoi figli?’. Isai rispose:
‘Resta ancora il più giovane, ma è a pascere le pecore’. E Samuele disse ad
Isai: ‘Mandalo a cercare, perché non ci metteremo a tavola prima che sia
arrivato qua’. Isai dunque lo mandò a cercare, e lo fece venire. Or egli era
biondo, avea de’ begli occhi e un bell’aspetto. E l’Eterno disse a Samuele:
‘Lèvati, ungilo, perch’egli è desso’. Allora Samuele prese il corno
dell’olio, e l’unse in mezzo ai suoi fratelli; e, da quel giorno in poi, lo
spirito dell’Eterno investì Davide. E Samuele si levò e se ne andò a
Rama" (1 Samuele 16:1-13). |
Salomone succedette al trono a suo padre
Davide, e fu lui a costruire la casa a Dio, perché così Dio aveva decretato e
preannunciato a Davide: "Or Davide convocò a Gerusalemme tutti i capi
d’Israele, i capi delle tribù, i capi delle divisioni al servizio del re, i
capi di migliaia, i capi di centinaia, gli amministratori di tutti i beni e
del bestiame appartenente al re ed ai suoi figliuoli, insieme con gli
ufficiali di corte, cogli uomini prodi e tutti i valorosi. Poi Davide,
alzatosi e stando in piedi, disse: ‘Ascoltatemi, fratelli miei e popolo mio!
Io avevo in cuore di edificare una casa di riposo per l’arca del patto
dell’Eterno e per lo sgabello de’ piedi del nostro Dio, e avevo fatto dei
preparativi per la fabbrica. Ma Dio mi disse: - Tu non edificherai una casa
al mio nome, perché sei uomo di guerra e hai sparso del sangue. - L’Eterno,
l’Iddio d’Israele, ha scelto me, in tutta la casa di mio padre, perché io
fossi re d’Israele in perpetuo; poich’egli ha scelto Giuda, come principe; e,
nella casa di Giuda, la casa di mio padre; e tra i figliuoli di mio padre gli è piaciuto di far me re di tutto
Israele; e fra tutti i miei figliuoli - giacché l’Eterno mi ha dati molti
figliuoli - egli ha scelto il figliuol mio Salomone, perché segga sul trono
dell’Eterno, che regna sopra Israele. Egli m’ha detto: - Salomone, tuo
figliuolo, sarà quegli che edificherà la mia casa e i miei cortili; poiché io
l’ho scelto per mio figliuolo, ed io gli sarò padre. E stabilirò
saldamente il suo regno in perpetuo, s’egli sarà perseverante nella pratica
de’ miei comandamenti e de’ miei precetti, com’è oggi" (1 Cronache
28:1-7). |
Il regno di Roboamo, figlio di Salomone, fu
diviso in due per volere di Dio perché questa fu la punizione che Dio
inflisse a Salomone per essersi sviato da Lui, e così dieci tribù furono date
a Geroboamo e le altre due rimasero a Roboamo. Dio aveva preannunciato tutto
ciò a Geroboamo tramite il profeta Ahija di Scilo: "In quel tempo
avvenne che Geroboamo, essendo uscito di Gerusalemme, s’imbatté per istrada
nel profeta Ahija di Scilo, che portava un mantello nuovo; ed erano loro due
soli nella campagna. Ahija prese il mantello nuovo che aveva addosso, lo
stracciò in dodici pezzi, e disse a Geroboamo: ‘Prendine per te dieci pezzi,
perché l’Eterno, l’Iddio d’Israele, dice così: - Ecco, io strappo questo regno dalle mani di Salomone, e te ne darò
dieci tribù, ma gli resterà una tribù per amor di Davide mio servo, e per
amor di Gerusalemme, della città che ho scelta fra tutte le tribù d’Israele.
E ciò, perché i figliuoli d’Israele m’hanno abbandonato, si sono prostrati
davanti ad Astarte, divinità dei Sidonî, davanti a Kemosh, dio di Moab e
davanti a Milcom, dio dei figliuoli d’Ammon, e non han camminato nelle mie
vie per fare ciò ch’è giusto agli occhi miei e per osservare le mie leggi e i
miei precetti, come fece Davide, padre di Salomone. Nondimeno non torrò dalle
mani di lui tutto il regno, ma lo manterrò principe tutto il tempo della sua
vita, per amor di Davide, mio servo, che io scelsi, e che osservò i miei
comandamenti e le mie leggi; ma torrò il regno dalle mani del suo figliuolo,
e te ne darò dieci tribù; e al suo figliuolo lascerò una tribù, affinché
Davide, mio servo, abbia sempre una lampada davanti a me in Gerusalemme,
nella città che ho scelta per mettervi il mio nome. Io prenderò dunque te, e
tu regnerai su tutto quello che l’anima tua desidererà, e sarai re sopra
Israele. E se tu ubbidisci a tutto quello che ti comanderò, e cammini nelle
mie vie, e fai ciò ch’è giusto agli occhi miei, osservando le mie leggi e i
miei comandamenti, come fece Davide mio servo, io sarò con te, ti edificherò
una casa stabile, come ne edificai una a Davide, e ti darò Israele; e
umilierò così la progenie di Davide, ma non per sempre" (1 Re 11:29-39).
Il fatto dunque che Roboamo quando diventò re, non volle dare retta al popolo
perché dette retta al consiglio dei giovani anziché a quello degli anziani,
cosa questa che provocò l’ira del popolo d’Israele che elesse re sopra di
esso Geroboamo e si divise da Giuda, fu una cosa diretta da Dio.
"Roboamo andò a Sichem, perché tutto Israele era venuto a Sichem per
farlo re. Quando Geroboamo, figliuolo di Nebat, ebbe di ciò notizia, si
trovava ancora in Egitto, dov’era fuggito per scampare dal re Salomone; stava
in Egitto, e quivi lo mandarono a chiamare. Allora Geroboamo e tutta la
raunanza d’Israele vennero a parlare a Roboamo, e gli dissero: ‘Tuo padre ha
reso duro il nostro giogo; ora rendi tu più lieve la dura servitù e il giogo
pesante che tuo padre ci ha imposti, e noi ti serviremo’. Ed egli rispose
loro: ‘Andatevene, e tornate da me fra tre giorni’. E il popolo se ne andò.
Il re Roboamo si consigliò coi vecchi ch’erano stati al servizio del re
Salomone suo padre mentre era vivo, e disse: ‘Che mi consigliate voi di
rispondere a questo popolo?’ E quelli gli parlarono così: ‘Se oggi tu ti fai
servo di questo popolo, se tu gli cedi, se gli rispondi e gli parli con
bontà, ti sarà servo per sempre’. Ma Roboamo abbandonò il consiglio datogli
dai vecchi, e si consigliò coi giovani ch’eran cresciuti con lui ed erano al
suo servizio, e disse loro: ‘Come consigliate voi che rispondiamo a questo
popolo che m’ha parlato dicendo: - Allevia il giogo che tuo padre ci ha
imposto?’ E i giovani ch’erano cresciuti con lui, gli parlarono così: ‘Ecco
quel che dirai a questo popolo che s’è rivolto a te dicendo: - Tuo padre ha
reso pesante il nostro giogo, e tu ce lo allevia! - Gli risponderai così: -
Il mio dito mignolo è più grosso del corpo di mio padre; ora, mio padre vi ha
caricati d’un giogo pesante, ma io lo renderò più pesante ancora; mio padre
vi ha castigati con la frusta, e io vi castigherò coi flagelli a punte’. Tre
giorni dopo, Geroboamo e tutto il popolo vennero da Roboamo, come aveva
ordinato il re dicendo: ‘Tornate da me fra tre giorni’. E il re rispose
aspramente, abbandonando il consiglio che i vecchi gli aveano dato; e parlò
al popolo secondo il consiglio dei giovani, dicendo: ‘Mio padre ha reso
pesante il vostro giogo, ma io lo renderò più pesante ancora; mio padre vi ha
castigati con la frusta, e io vi castigherò coi flagelli a punte’. Così il re non diede ascolto al popolo;
perché questa cosa era diretta dall’Eterno, affinché si adempisse la parola
da lui detta per mezzo di Ahija di Scilo a Geroboamo, figliuolo di Nebat.
E quando tutto il popolo d’Israele vide che il re non gli dava ascolto,
rispose al re, dicendo: ‘Che abbiam noi da fare con Davide? Noi non abbiam
nulla di comune col figliuolo d’Isai! Alle tue tende, o Israele! Provvedi ora
tu alla tua casa, o Davide!’ E Israele se ne andò alle sue tende. Ma sui
figliuoli d’Israele che abitavano nelle città di Giuda, regnò Roboamo. E il
re Roboamo mandò loro Adoram, preposto alle comandate; ma tutto Israele lo
lapidò, ed egli morì. E il re Roboamo salì in fretta sopra un carro per
fuggire a Gerusalemme. Così Israele si ribellò alla casa di Davide, ed è
rimasto ribelle fino al dì d’oggi. E quando tutto Israele ebbe udito che Geroboamo
era tornato, lo mandò a chiamare perché venisse nella raunanza, e lo fece re
su tutto Israele. Nessuno seguitò la casa di Davide, tranne la sola tribù di
Giuda. E Roboamo, giunto che fu a Gerusalemme, radunò tutta la casa di Giuda
e la tribù di Beniamino, centottantamila uomini, guerrieri scelti, per
combattere contro la casa d’Israele e restituire il regno a Roboamo,
figliuolo di Salomone. Ma la parola di Dio fu così rivolta a Scemaia, uomo di
Dio: ‘Parla a Roboamo, figliuolo di Salomone, re di Giuda, a tutta la casa di
Giuda e di Beniamino e al resto del popolo, e di’ loro: - Così parla
l’Eterno: Non salite a combattere contro i vostri fratelli, i figliuoli
d’Israele! Ognuno se ne torni a casa sua; perché questo è avvenuto per voler mio’. Quelli ubbidirono alla parola
dell’Eterno, e se ne tornaron via secondo la parola dell’Eterno" (1 Re
12:1-24). |
Izebel, la moglie di Achab, quando morì fu
divorata dai cani perché Dio aveva predetto e decretato ciò: "Anche
riguardo a Izebel l’Eterno parla e dice: I cani divoreranno Izebel sotto le
mura d’Izreel …. Poi Jehu giunse ad Izreel. Izebel, che lo seppe, si diede il
belletto agli occhi, si acconciò il capo, e si mise alla finestra a guardare.
E come Jehu entrava per la porta di città, ella gli disse: ‘Rechi pace,
novello Zimri, uccisore del tuo signore?’ Jehu alzò gli occhi verso la
finestra, e disse: ‘Chi è per me? chi?’ E due o tre eunuchi, affacciatisi,
volsero lo sguardo verso di lui. Egli disse: ‘Buttatela giù!’ Quelli la
buttarono; e il suo sangue schizzò contro il muro e contro i cavalli. Jehu le
passò sopra, calpestandola; poi entrò, mangiò e bevve, quindi disse: ‘Andate
a vedere di quella maledetta donna e sotterratela, giacché è figliuola di
re’. Andaron dunque per sotterrarla, ma non trovarono di lei altro che il
cranio, i piedi e le palme delle mani. E tornarono a riferir la cosa a Jehu,
il quale disse: ‘Questa è la parola
dell’Eterno pronunziata per mezzo del suo servo Elia il Tishbita, quando
disse: ‘I cani divoreranno la carne di Izebel nel campo d’Izreel; e il
cadavere di Izebel sarà, nel campo d’Izreel, come letame sulla superficie del
suolo, in guisa che non si potrà dire: - Questa è Izebel" (1 Re
21:23; 9:30-37). |
Geremia diventò profeta perché a questo
ufficio era stato destinato da Dio ancora prima che egli nascesse: "La
parola dell’Eterno mi fu rivolta, dicendo: ‘Prima ch’io ti avessi formato nel
seno di tua madre, io t’ho conosciuto; e
prima che tu uscissi dal suo seno, io t’ho consacrato e t’ho costituito
profeta delle nazioni" (Geremia 1:4-5). |
Gli Israeliti tornarono da Babilonia in
Israele dopo 70 anni di cattività perché così aveva prestabilito Dio dover
avvenire, e per fare accadere questo ritorno Dio destò lo spirito del re
Ciro. La predizione: "Quando settant’anni saranno compiuti per
Babilonia, io vi visiterò e manderò ad effetto per voi la mia buona parola,
facendovi tornare in questo luogo" (Geremia 29:10). L’adempimento: "Nel primo anno di Ciro, re di Persia,
affinché s’adempisse la parola dell’Eterno pronunziata per bocca di Geremia,
l’Eterno destò lo spirito di Ciro, re di Persia, il quale, a voce e per
iscritto, fece pubblicare per tutto il suo regno quest’editto: ‘Così dice
Ciro, re di Persia: L’Eterno, l’Iddio de’ cieli, m’ha dato tutti i regni
della terra, ed egli m’ha comandato di edificargli una casa a Gerusalemme,
ch’è in Giuda. Chiunque tra voi è del suo popolo, sia il suo Dio con lui, e
salga a Gerusalemme, ch’è in Giuda, ed edifichi la casa dell’Eterno,
dell’Iddio d’Israele, dell’Iddio ch’è a Gerusalemme. Tutti quelli che
rimangono ancora del popolo dell’Eterno, in qualunque luogo dimorino, la
gente del luogo li assista con argento, con oro, con doni in natura,
bestiame, aggiungendovi offerte volontarie per la casa dell’Iddio ch’è a
Gerusalemme" (Esdra 1:1-4). |
Le guerre tra il re del settentrione e il
re del mezzogiorno che seguirono la caduta del regno di Grecia, erano state
predette nei particolari da Dio a Daniele (cfr. Dan. 11:2-45). In relazione ad
esse va detto che queste guerre erano scritte nel libro della verità (un
libro celeste) e furono rivelate da Dio a Daniele (cfr. Daniele 10:21). |
Giovanni Battista nacque affinchè si
adempissero le seguenti parole pronunciate da Dio tramite il profeta
Malachia: "Ecco, io vi mando il mio messaggero; egli preparerà la via
davanti a me" (Malachia 3:1; cfr. Matteo 11:10). |
Paolo a Gerusalemme fu preso dai Giudei e
messo nelle mani dei Romani perché così Dio aveva predetto tramite il profeta
Agabo mentre questi si trovava a casa di Filippo l'evangelista: "Eravamo
quivi da molti giorni, quando scese dalla Giudea un certo profeta, di nome
Agabo, il quale, venuto da noi, prese la cintura di Paolo, se ne legò i piedi
e le mani, e disse: Questo dice lo Spirito Santo: Così legheranno i Giudei a Gerusalemme l’uomo di cui è questa
cintura, e lo metteranno nelle mani dei Gentili. Quando udimmo queste
cose, tanto noi che quei del luogo lo pregavamo di non salire a Gerusalemme.
Paolo allora rispose: Che fate voi, piangendo e spezzandomi il cuore? Poiché
io son pronto non solo ad esser legato, ma anche a morire a Gerusalemme per
il nome del Signor Gesù. E non lasciandosi egli persuadere, ci acquetammo,
dicendo: Sia fatta la volontà del Signore" (Atti 21:10-14). |
Gerusalemme fu distrutta nel 70 dopo
Cristo, e molti dei suoi abitanti uccisi e portati in cattività, perché si
doveva adempiere sia ciò che era stato scritto dai profeti, e sia quello che
poi Gesù Cristo confermò: "Quando vedrete Gerusalemme circondata d’eserciti,
sappiate allora che la sua desolazione è vicina. Allora quelli che sono in
Giudea, fuggano a’ monti; e quelli che sono nella città, se ne partano; e
quelli che sono per la campagna, non entrino in lei. Perché quelli son giorni
di vendetta, affinché tutte le cose
che sono scritte, siano adempite. Guai alle donne che saranno incinte, e
a quelle che allatteranno in que’ giorni! Perché vi sarà gran distretta nel
paese ed ira su questo popolo. E cadranno sotto il taglio della spada, e
saran menati in cattività fra tutte le genti; ...." (Luca 21:20-24). |
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Dio fa grazia a chi vuole far grazia: ovvero la
predeterminazione divina nella salvezza
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Gli eletti, ossia i vasi di misericordia
innanzi preparati per la gloria
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Parliamo prima di coloro che si sono
ravveduti ed hanno creduto nel Vangelo ottenendo la remissione dei loro
peccati, cioè degli eletti di Dio. Dopo avere vissuto degli anni al servizio
dell’iniquità arrivò il giorno in cui dopo avere sentito (per la prima volta
o per l’ennesima volta come nel mio caso per esempio) parlare di Gesù Cristo
e del suo sacrificio si sono ravveduti ed hanno creduto in Lui ottenendo il
perdono dei loro peccati, ed entrando così a fare parte della famiglia di
Dio. In altre parole essi hanno ottenuto la salvezza preannunciata dai
profeti e annunciataci da Cristo Gesù nella pienezza dei tempi. Ora,
domandiamoci: ‘E’ stata questa loro decisione una decisione in cui Dio non ha
interferito per niente, vale a dire una loro decisione semplicemente
antiveduta o preconosciuta da Dio ma non da Lui decretata avanti i secoli,
come dicono le ADI?’ In altre parole Dio sapeva solo che essi avrebbero
creduto perchè Egli è onnisciente ma niente di più, o Dio oltre a sapere
innanzi che essi avrebbero creduto aveva decretato che essi credessero e
perciò ha operato in tale maniera che al tempo da Lui stabilito quella
decisione quegli uomini l’hanno dovuta prendere senza sapere nulla di questo
suo disegno benevolo formato nei loro confronti?’ Ecco come risponde la
Scrittura a questa domanda: “Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al
bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo
proponimento. Perchè quelli che Egli
ha preconosciuti, li ha pure predestinati ad essere conformi all’immagine del
suo Figliuolo, ond’egli sia il primogenito fra molti fratelli; e quelli che
ha predestinati, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure
giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati”
(Romani 8:28-30). Quindi tutti coloro che sono stati giustificati da Dio sono
stati preconosciuti da Dio; ma come si può altresì chiaramente leggere questa
prescienza di Dio non è intesa da Paolo come una prescienza passiva nel senso
che Dio sapeva che essi avrebbero creduto e basta, rimanendo inoperoso sia
prima che quando essi hanno creduto; affatto perchè Paolo dice subito dopo
che quelli che Dio ha preconosciuti avanti i secoli li ha pure predestinati
avanti i secoli ad essere giustificati. Per altro, va detta un'altra cosa, e cioè
che il verbo preconoscere usato in Romani 8:29 non ha il significato che gli
danno le ADI perché qui Paolo non dice che Dio conosceva innanzi che alcuni
avrebbero creduto o conosceva innanzi la loro fede, ma che Egli conobbe
innanzi o preconobbe delle persone. In altre parole che Egli ripose innanzi
la Sua affezione su di esse, nel senso dunque che Egli determinò innanzi di
separare affettuosamente certe persone in base al beneplacito della sua
volontà e non in base al risultato della loro decisione. Che sia questo il
significato dell’espressione ‘quelli che Egli ha preconosciuti’ si deduce per
esempio da queste parole che Dio rivolse a Geremia: “Prima ch’io ti avessi formato nel seno di tua madre, io t’ho
conosciuto; e prima che tu uscissi dal suo seno, io t’ho consacrato e
t’ho costituito profeta delle nazioni” (Geremia 1:5), e da queste altre che
Paolo dice a proposito del popolo di Israele: “Iddio non ha reietto il suo
popolo, che ha preconosciuto” (Romani 11:2). Quindi la prescienza di Dio nei
confronti degli eletti ha avuto un chiaro impegno di Dio: in altre parole
coloro che hanno ottenuto la giustizia che si ha mediante la fede sono stati
destinati da Dio avanti i secoli ad ottenerla. Ecco perchè parliamo di
predestinazione; perchè i credenti sono stati da Dio destinati avanti la
fondazione del mondo ad ottenere la giustizia basata sulla fede. Il che
significa che se essi si sono ravveduti ed hanno creduto, essi si sono
ravveduti ed hanno creduto esclusivamente in virtù di un decreto nascosto in
Dio che egli ha mandato ad effetto al tempo da Lui stabilito dando loro sia
il ravvedimento (in quanto esso viene da Dio secondo che è scritto: “Iddio
dunque ha dato il ravvedimento anche ai Gentili affinché abbiano vita” (Atti
11:18. Cfr. 2 Timoteo 2:25) che la fede (che è il dono di Dio. Cfr. Efesini
2:9) in quanto Dio gli ha dato di credere in Cristo (cfr. Filippesi 1:29).
L’apostolo Paolo conferma questa predestinazione nei confronti dei santi
anche agli Efesini quando dice che Dio ci
ha eletti in Cristo “prima della fondazione del mondo, affinché fossimo
santi ed irreprensibili dinnanzi a lui nell’amore, avendoci predestinati ad
essere adottati, per mezzo di Gesù Cristo, come suoi figliuoli, secondo il
beneplacito della sua volontà” (Efesini 1:4-5) ed ancora che in Cristo “siamo
pure stati fatti eredi, a ciò
predestinati conforme al proposito di Colui che opera tutte le cose
secondo il consiglio della propria volontà...” (Efesini 1:11). E l’apostolo
Pietro pure conferma la predestinazione dei santi quando dice agli eletti: “Eletti secondo la prescienza di Dio Padre,
mediante la santificazione dello Spirito, ad ubbidire e ad essere cosparsi
del sangue di Gesù Cristo” (1 Pietro 1:2). Ma proseguiamo a parlare della
predestinazione concernente gli eletti citando altre eloquenti Scritture. |
Giovanni ci dice che Gesù disse al Padre
dei suoi discepoli: “Erano tuoi, e tu
me li hai dati” (Giovanni 17:6); che cosa significa questo? Che essi
erano stati già appartati da Dio prima della fondazione del mondo e poi nella
pienezza dei tempi furono da Lui dati a Cristo Gesù. Quindi i suoi discepoli
furono predestinati da Dio a credere in Gesù. Essi andarono a Gesù perchè
erano stati eletti ad essergli donati, per questo Gesù disse loro: “Non siete voi che avete scelto me, ma
sono io che ho scelto voi” (Giovanni 15:16). |
Luca dice che i credenti di Antiochia di
Pisidia credettero perché erano stati ordinati da Dio a vita eterna, infatti
dice che “tutti quelli che erano
ordinati a vita eterna credettero” (Atti 13:48). La Nuova Diodati ha
“preordinati alla vita eterna.” Quindi anche loro erano stati predestinati da
Dio a credere. |
L’apostolo Paolo dice ai Galati: “Ma quando
Iddio che m’aveva appartato fin dal
seno di mia madre e m’ha chiamato mediante la sua grazia, si compiacque
di rivelare in me il suo Figliuolo perch’io lo annunziassi fra i Gentili....”
(Galati 1:15-16). Notate che Paolo era stato appartato per l’Evangelo fin dal
seno di sua madre e che egli dice che arrivò il giorno in cui Dio si
compiacque di rivelargli il suo Figliuolo. Quindi anche lui fu predestinato
da Dio a credere nel suo Figliuolo. Questo è confermato pure da queste parole
che gli disse Anania quando andò da lui tre giorni dopo che il Padre gli
aveva rivelato il suo Figliuolo: “L’Iddio
dei nostri padri ti ha destinato a conoscere la sua volontà, e a vedere il
Giusto, e a udire una voce dalla sua bocca” (Atti 22:14). |
Sempre Paolo dice ai Tessalonicesi: “Ma noi
siamo in obbligo di rendere del continuo grazie di voi a Dio, fratelli amati
dal Signore, perchè Iddio fin dal
principio vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione nello
Spirito e la fede nella verità” (2 Tessalonicesi 2:13). Quindi anche i santi
di Tessalonica avevano creduto in Cristo perchè predestinati a ciò da Dio sin
dal principio. E il principio di cui parla Paolo è lo stesso principio di cui
parla Giovanni quando dice: “Nel principio era la Parola, e la Parola era con
Dio, e la Parola era Dio” (Giovanni 1:1). |
Da tutte queste Scritture sopra citate si
evince che la salvezza dipende dalla volontà di Dio e non dalla volontà degli
uomini (quantunque Dio si usi della volontà dell’uomo per compiere la Sua
volontà verso loro). Ma non dice forse Giacomo che Egli ci ha di sua volontà generati mediante la Parola di verità,
affinché siamo in certo modo le primizie delle sue creature (cfr. Giacomo
1:18)? E non dice forse Giovanni che quelli che credono nel Figliuolo di Dio
non sono nati da volontà di carne né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio (cfr. Giovanni
1:13)? E non dice forse Paolo che “non
dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia”
(Romani 9:16)? E ditemi un pò: ma Gesù non disse forse la stessa cosa in un
altra maniera, quando disse ai Giudei: “Niuno
può venire a me se non gli è dato dal Padre” (Giovanni 6:65) ed ancora: “Niuno può venire a me se non che il
Padre, il quale mi ha mandato, lo attiri” (Giovanni 6:44), ed ancora: “Tutto quel che il Padre mi dà, verrà a me;
e colui che viene a me, io non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37) ed ancora:
“..niuno conosce appieno il Padre, se non il Figliuolo, e colui al quale il Figliuolo avrà voluto
rivelarlo” (Matteo 11:27)? Forse che questo è un modo di agire ingiusto
di Dio perchè significa che Egli ha deciso di salvare alcuni e di non salvare
altri? Affatto, perchè Dio ha detto a Mosè: “Farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò pietà di chi vorrò aver
pietà" (Esodo 33:19; cfr. Romani 9:15). E chi oserà replicare a Dio?
L’apostolo Paolo per spiegare che il fatto che a taluni Dio ha voluto fare
misericordia prima che essi nascessero mentre ad altri non ha voluto cita
l’esempio di Esaù e Giacobbe e dice che “prima che fossero nati e che
avessero fatto alcun che di bene o di male, affinché rimanesse fermo il
proponimento dell’elezione di Dio, che dipende non dalle opere ma dalla
volontà di colui che chiama” (Romani 9:11-12) fu detto a Rebecca loro madre:
“Il maggiore servirà al minore; secondo che è scritto: Ho amato Giacobbe, ma
ho odiato Esaù” (Romani 9:13). Notate che Dio aveva deciso di fare
misericordia a Giacobbe e di non fare misericordia a Esaù ancora prima che
questi nascessero e quindi ancora prima che avessero operato qualche cosa di
bene o di male. Quindi non fu a motivo delle opere che essi compirono dopo
essere nati, o che Dio antevide avrebbero fatto, che Giacobbe fu eletto ed
Esaù reietto, ma a motivo della volontà di Dio, fatta conoscere da Lui prima
che essi nascessero e poi naturalmente da lui mandata ad effetto nella
maniera in cui noi sappiamo. Lo so che tutto ciò è duro da accettare, ma è la
verità e noi non possiamo fare nulla contro la verità, quel che possiamo è
per la verità (cfr. 2 Corinzi 13:8). Noi abbiamo quindi da rendere del
continuo grazie a Dio perchè Egli fin dal principio ci ha eletti a salvezza
mediante la fede nella verità. A Lui è piaciuto così; a Lui sia la gloria in
Cristo Gesù. Amen. |
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I reprobi, ossia i vasi d’ira innanzi
preparati per la perdizione
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Veniamo ora ai reprobi. Possiamo noi dire che
Dio non ha predestinato nessuno alla perdizione ma chi va in perdizione ci va
per sua esclusiva volontà; ossia che Dio sa chi andrà in perdizione ma non
opera affinché essi ci vadano? Alla luce delle Sacre Scritture no. Vediamolo.
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Paolo parlando ai Romani della caduta
d’Israele, per spiegare con le Scritture che il fatto che gli Israeliti siano
caduti, cioè che una gran parte di essi abbiano rifiutato di credere in Gesù
Cristo, non significa che la Parola di Dio sia caduta a terra perchè tutto
rientra nel piano di Dio, comincia col dire che non tutti i discendenti
d’Israele sono Israele e che non tutti i discendenti di Abramo sono figli
d’Abramo e questo perché tra i due figli che ebbe Abrahamo solo Isacco era il
figlio della promessa e quindi erede delle promesse, mentre Ismaele non lo
era. In altre parole quantunque sia Isacco che Ismaele erano tutti e due
discendenti del patriarca Abrahamo, nati ambedue per volere di Dio, tra i due
Dio aveva predestinato ad essere erede delle promesse Isacco escludendo così
Ismaele (cfr. Romani 9:6-9). Poi l’apostolo passando all’esempio di Esaù e
Giacobbe dice: “Non solo; ma anche a Rebecca avvenne la medesima cosa
quand’ebbe concepito da uno stesso uomo, vale a dire Isacco nostro padre, due
gemelli; poiché, prima che fossero
nati e che avessero fatto alcun che di bene o di male, affinché rimanesse
fermo il proponimento dell’elezione di Dio, che dipende non dalle opere ma
dalla volontà di colui che chiama, le fu detto; il maggiore servirà al
minore; secondo che è scritto: Ho amato Giacobbe, ma ho odiato Esaù”
(Romani 9:10-13). Dalle parole di Paolo si evince che Giacobbe ed Esaù furono
predestinati ciascuno a ricoprire un ruolo ben preciso nella loro vita ancora
prima che nascessero e quindi ancora prima che potessero fare del bene o del
male. Quello che disse Dio avrebbe fatto a Esaù non dipendeva quindi dalle
opere di Esaù antivedute da Dio, ma dalla volontà di Dio; il suo servizio a
Giacobbe lo avrebbe reso per decreto di Dio. Forse che Dio fu ingiusto verso
Esaù? No, infatti Paolo subito dopo dice: “V’è forse ingiustizia in Dio? Così
non sia. Poiché Egli dice a Mosè: Io avrò mercé di chi avrò mercé, e avrò
compassione di chi avrò compassione. Non dipende dunque nè da chi vuole nè da
chi corre, ma da Dio che fa misericordia. Poiché la Scrittura dice a Faraone:
Appunto per questo io t’ho suscitato; per mostrare in te la mia potenza, e
perchè il mio nome sia pubblicato per tutta la terra. Così dunque Egli fa misericordia a chi vuole, e indura chi vuole”
(Romani 9:14-18). Perciò se Dio decise di agire così con Giacobbe ed Esaù non
è affatto da biasimare appunto perchè Lui ha detto che farà misericordia a
chi vuole, e non solo Lui fa misericordia a chi vuole, ma indura anche chi
vuole. Come dunque Faraone fu indurito da Dio per decreto di Dio così tanti
Israeliti furono indurati per decreto di Dio, affinché il Suo piano
sussistesse. Quindi come Esaù fu predestinato a servire Giacobbe, e come
Faraone fu predestinato ad essere indurito a gloria di Dio, così anche molti
Israeliti furono indurati da Dio in virtù di un Suo preciso decreto affinché
non credessero e non ottenessero la remissione dei loro peccati. L’apostolo
lo conferma più avanti questo quando dice che “gli altri sono stati indurati,
secondo che è scritto: Iddio ha dato loro uno spirito di stordimento, degli
occhi per non vedere e degli orecchi per non udire, fino a questo giorno”
(Romani 11:7-8). E non lo conferma solo Paolo questo, ma anche Giovanni e
Pietro. Giovanni lo attesta quando dice: “Non potevano credere per la ragione detta ancora da Isaia: Egli ha
accecato gli occhi loro e ha indurato i loro cuori, affinché non veggano
con gli occhi, e non intendano col cuore, e non si convertano e io non li
sani” (Giovanni 12:39-40); ed anche quando dice che Gesù disse un giorno a
dei Giudei che rifiutavano di credere che egli era il Messia: “..ma voi non credete, perchè non siete delle
mie pecore” (Giovanni 10:26); il che significa che quei Giudei non
potevano credere in Cristo perchè non erano annoverati tra coloro che Dio
aveva preordinato gli avrebbe dato ma tra coloro che Egli aveva decretato di
indurire affinché non credessero. Pietro invece lo attesta quando dice che
coloro che hanno intoppato in Cristo, cioè gli increduli, sono stati
predestinati da Dio a questo: “Essendo disubbidienti, intoppano nella Parola;
ed a questo sono stati anche destinati”
(1 Pietro 2:8). Notate quel “a questo sono stati anche destinati” che fa
capire che la loro caduta era stata prevista e preordinata da Dio. D’altronde
non aveva forse Dio predetto tramite Isaia: “Ed egli sarà un santuario, ma
anche una pietra d’intoppo, un sasso d’inciampo per le due case d’Israele, un
laccio e una rete per gli abitanti di Gerusalemme. Molti tra loro
inciamperanno, cadranno, saranno infranti, rimarranno nel laccio, e saranno
presi” (Isaia 8:14-15)? Quindi quella predizione si doveva adempiere e Dio la
mandò ad effetto. |
Ma proseguiamo col discorso di Paolo ai
Romani: egli dopo avere fatto comprendere molto bene il perchè una parte
degli Israeliti ha ottenuto misericordia mentre l’altra no, dice: “Tu allora
mi dirai: Perchè si lagna Egli ancora? Poiché chi può resistere alla sua
volontà? Piuttosto, o uomo, chi sei tu che replichi a Dio? La cosa formata
dirà essa a colui che la formò: Perché mi facesti così? Il vasaio non ha egli
potestà sull’argilla, da trarre dalla stessa massa un vaso per uso nobile, e
un altro per uso ignobile? E che v’è mai da replicare se Dio, volendo
mostrare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con molta longanimità dei vasi d’ira preparati per la
perdizione, e se, per fare conoscere le ricchezze della sua gloria verso
dei vasi di misericordia che aveva già
innanzi preparati per la gloria, li ha anche chiamati (parlo di noi) non
soltanto di fra i Giudei, ma anche di fra i Gentili?” (Romani 9:19-24). Ora,
Paolo dice che Dio quale vasaio ha potestà di trarre dalla stessa massa di
argilla dei vasi per uso nobile ed altri per uso ignobile; il che vuole dire
che Egli ha il potere di predestinare gli uni alla salvezza eterna e gli
altri alla perdizione eterna; notate infatti che parla di vasi di
misericordia preparati per la gloria, e di vasi d’ira preparati per la
perdizione. Quindi Dio, in base al suo proponimento, ha predestinato una
parte degli uomini alla perdizione. Sappiamo che essi sono attorno a noi in
questo mondo, ma non sappiamo chi siano essi perciò non possiamo giudicare
nessuno dei peccatori dicendo che Tizio o Caio è predestinato alla
perdizione. Perchè tra coloro che si ostinano ancora a non credere quando noi
gli parliamo ci possono essere pure dei vasi di misericordia preparati per la
gloria che Dio si riserba di salvare più in là e magari a nostra insaputa.
Quindi è necessario essere prudenti evitando a tutti i costi di giudicare il
nostro prossimo. Solo in quel giorno, quando conosceremo appieno, sapremo chi
erano tutti coloro che Dio aveva predestinati alla perdizione, non prima. |
Comunque possiamo sin da adesso dire chi sono
alcuni di questi vasi d’ira che Dio ha preparato per la perdizione. Tra di
essi c’è quel ricco che morì e andò nell’Ades (cfr. Luca 16:19-31), come
anche Giuda. Di costui è detto che era annoverato tra coloro che avevano
ricevuto il ministerio di apostolo, aveva ricevuto anche lui la potestà di
guarire e di cacciare i demoni e anche lui compì guarigioni e cacciò i
demoni, ma dopo che andò a conferire con i capi sacerdoti sul come avrebbe
dato Gesù nelle loro mani è detto che Gesù disse al Padre: “Niuno di loro è
perito, tranne il figliuol di perdizione, affinché la Scrittura fosse
adempiuta” (Giovanni 17:12); e badate che queste parole Gesù le proferì
ancora prima che Giuda venisse con la turba, e quindi ancora prima che egli
s’impiccasse. Il che significa che per Giuda non c’era nessuna possibilità di
non perire, perché a questo era stato predestinato affinché la Scrittura
fosse adempiuta. Quante volte nella Bibbia troviamo scritto dopo che un
evento si è adempiuto “affinché si adempisse la Scrittura” o espressioni
simili? Tante volte. Ricordiamo per esempio che la nascita del Messia da una
vergine, la fuga in Egitto di Giuseppe e Maria con il bambino Gesù, la strage
dei bambini di Betleem, i miracoli di Gesù, le Sue sofferenze, la Sua
risurrezione e la sua ascensione, sono tutti degli eventi che si sono
verificati affinché si adempissero le Scritture: che significa ciò? Significa
che quel particolare evento era stato decretato o determinato da Dio innanzi
e che avvenne perché Dio lo fece avvenire. E’ falso dunque - come affermano
le ADI - che Gesù ‘abbia fatto di tutto per scuotere Giuda e dissuaderlo
dall’atto tremendo che stava compiendo’ (La
Parola giorno per giorno, Vol. II, ADI-Media, 1989, 21 Giugno), tanto è
vero che dopo che Satana entrò in Giuda, Gesù gli disse: “Quello che fai,
fallo presto” (Giovanni 13:27). Ma come si fanno a dire simili assurdità?!
Bisogna veramente essere ignoranti delle Scritture per dire simili cose!!!
Perciò il tradimento compiuto da Giuda rientrava nei decreti di Dio (non
aveva forse detto il Salmista a proposito di questo fatto: “Perfino l’uomo
col quale vivevo in pace, nel quale confidavo, che mangiava il mio pane, ha
alzato il calcagno contro a me” Salmo 41:9 e Gesù non disse forse: “Io non
parlo di voi tutti; io so quelli che ho scelti; ma, perché sia adempita la
Scrittura, colui che mangia il mio pane, ha levato contro di me il suo
calcagno” Giovanni 13:18?), e se Giuda andò in perdizione (notate che egli è
chiamato figlio della perdizione, nome che porta anche l’anticristo che deve
venire) fu per decreto di Dio. Questi due vasi d’ira sono già vissuti ma ce
ne sono altri che devono ancora venire; tra questi ci sono la bestia, il
falso profeta e coloro che adoreranno la bestia. |
Della bestia e del falso profeta si legge
infatti: “Ambedue furono gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e di
zolfo” (Apocalisse 19:20); quindi essi devono comparire e andarsene in
perdizione. In particolare della bestia che sale dall’abisso è detto che “deve salire dall’abisso e andare in
perdizione” (Apocalisse 17:8). Possiamo quindi dire che anche loro sono
tra i vasi d’ira preparati per la perdizione. Chi può obbiettare a questo?
Chi può affermare che questi due uomini sceglieranno di andare nello stagno
di fuoco da loro stessi, e che non è Dio ad averlo deciso prima che essi
nascano? E veniamo infine a coloro che adoreranno la bestia: chi sono essi?
Giovanni dice: “E tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti
fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello che è stato
immolato, l’adoreranno” (Apocalisse 13:8) e dato che è anche scritto che “se
qualcuno adora le bestia e la sua immagine e ne prende il marchio sulla
fronte o sulla mano, beverà anch’egli del vino dell’ira di Dio mesciuto puro
nel calice della sua ira; e sarà tormentato con fuoco e zolfo nel cospetto
dei santi angeli e nel cospetto dell’Agnello. E il fumo del loro tormento
sale nei secoli dei secoli; e non hanno requie né giorno né notte quelli che
adorano la bestia...” (Apocalisse 14:9-11), ciò significa che tutti costoro
sono anch’essi dei vasi d’ira preparati per la perdizione eterna fin dalla
fondazione del mondo. |
Infatti il loro nome non è stato scritto
nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, in altre parole non sono
tra coloro i cui nomi sono stati scritti in quel libro fin dalla fondazione
del mondo. |
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Il cuore dell’uomo è nella mano di Dio
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Ma allora qualcuno dirà dopo tutto questo
che abbiamo detto: ‘L’uomo allora non ha una volontà!’ No, affatto, l’uomo possiede
una volontà. Il fatto è però un altro, e cioè che senza che lui sappia nulla,
proprio nulla, Dio piegando la sua volontà nella direzione che vuole,
eseguisce su di lui i Suoi decreti quando e come vuole Lui. Come Dio faccia
non riusciamo a comprenderlo appieno, ma sappiamo che lo fa. Ma ditemi
fratelli: Non avete mai letto che “il cuore del re, nella mano dell’Eterno, è
come un corso d’acqua; egli lo volge dovunque gli piace” (Proverbi 21:1), che
“da lui dipendono chi erra e chi fa errare” (Giobbe 12:16), che “i passi
dell’uomo li dirige l’Eterno; come può quindi l’uomo capire la propria via?”
(Proverbi 20:24), che “il cuore dell’uomo medita la sua via, ma l’Eterno
dirige i suoi passi” (Proverbi 16:9), che “la via dell’uomo non è in suo
potere, e che non è in potere dell’uomo che cammina il dirigere i suoi passi”
(Geremia 10:23)? Ed ancora: ma non avete mai letto che Dio aprì il cuore a Lidia per renderla attenta alle cose dette da
Paolo (cfr. Atti 16:14)? Non avete mai letto che Egli destò lo spirito di
Ciro re di Persia affinché emanasse un decreto in favore dei reduci Israeliti
che si trovavano nel suo impero affinché tornassero nella loro terra e
ricostruissero il tempio, e tutto questo affinché si adempissero le parole
del profeta Geremia (cfr. Esdra 1:1-4)? Ma non avete mai letto la storia di
Giuseppe, come Dio, per mandarlo in Egitto dove aveva decretato egli sarebbe
diventato il governatore, voltò il cuore dei suoi fratelli contro di lui
affinché lo odiassero e lo vendessero come schiavo ad una carovana di
Ismaeliti che stava andando in Egitto (cfr. Genesi cap. 37:1-28; 45:4-8)? Ma
non avete mai letto come Dio, al fine di adempiere il suo piano, voltò il
cuore degli Egiziani contro gli Israeliti affinché odiassero il suo popolo e
macchinassero frodi contro i suoi servitori (cfr. Salmo 105:25)? Ma non avete
mai letto la storia di come Dio fece giungere Saul da Samuele senza che il
figlio di Kis sapesse che la sua visita al profeta era stata predetta il
giorno prima, cioè facendo smarrire le asine di Kis e impedendo a Saul e al
suo servo di ritrovarle (cfr. 1 Samuele 9:1-27)? Ma non avete mai letto come
il re Roboamo, affinché si adempissero le parole del profeta, dette ascolto
al cattivo consiglio dei giovani piuttosto che al buon consiglio degli anziani
(cfr. 1 Re. 12:1-24)? Non avete letto che i figli di Eli non dettero ascolto
alla riprensione del loro padre perché Dio li voleva far morire (cfr. 1
Samuele 2:22-25)? E non avete letto come Dio mandò il re Achazia a fare
visita al re Joram affinché perisse in quell’occasione (cfr. 2 Cronache
22:3-8)? Ed infine non avete letto che Dio metterà in cuore alla bestia e ai
re che si alleeranno con essa di eseguire il suo disegno e di avere un
medesimo pensiero e di dare il loro regno alla bestia finché le parole di Dio
siano adempiute (cfr. Apocalisse 17:17-18)? |
Se dunque Dio ha il potere di far fare, e
di fare andare, e di fare accettare all’uomo quello che Egli vuole per degli
scopi ben precisi, che c’è dunque da meravigliarsi o da scandalizzarsi se Dio
ha deciso, all’insaputa degli uomini, di aprire il cuore di taluni affinché
credano e ottengano misericordia, e di indurire il cuore di altri affinché
non credano e non ottengano misericordia? |
Perchè mai io dico c’è da meravigliarsi e
scandalizzarsi di questo modo di agire di Dio quando Gesù stesso rese grazie
a Dio per avere nascosto i misteri del regno di Dio ai savi e agli
intelligenti e averli rivelati invece ai piccoli fanciulli perchè così Gli è
piaciuto (cfr. Matteo 11:25-26)? |
E quando sempre Egli stesso un giorno disse
ai suoi discepoli che a loro era dato di conoscere i misteri del regno dei
cieli mentre agli altri questo non era dato e per questo Lui parlava loro in
parabole affinché essi non potessero capire e non potessero così convertirsi
ed essere perdonati (cfr. Matteo 13:10-15)? |
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Parte
2 - Rispondo ad alcune obiezioni
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Adesso voglio rispondere ad alcune delle
obiezioni che muovono le ADI, obiezioni che hanno come base alcuni esempi biblici
di cose avvenute per 'caso', poi il passo dell'ecclesiaste in cui viene detto
che tutti dipendono dal tempo e dalle circostanze, ed infine le decisioni
sagge e insensate degli uomini |
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Spieghiamo gli esempi biblici di 'casi'
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Nella Bibbia si parla di fatti avvenuti
'per caso' o comunque di fatti dovuti ad errori umani o involontarietà, ma
nell'esaminarli attentamente anch'essi rientrano nel volere di Dio, e quindi
fanno parte di quei suoi decreti sovrani che Egli attua facendoli sembrare
come degli eventi fortuiti. Vediamoli brevemente. |
Il primo è quello di Achab, re d’Israele,
la cui morte fu causata da un freccia scoccata a caso da qualcuno (cfr. 1 Re
22:34). Ma se leggiamo tutta la storia ci accorgeremo che egli morì proprio
in quella battaglia, perché così Dio aveva predetto ad Achab tramite il
profeta Micaiah, secondo che è scritto: "E Micaiah disse: ‘Se tu ritorni
sano e salvo, non sarà l’Eterno quegli che avrà parlato per bocca mia’. E
aggiunse: ‘Udite questo, o voi, popoli tutti!’ (1 Re 22:28). E dunque quel
soldato che scoccò 'casualmente' quella freccia con il suo arco, la scoccò
per volere di Dio, in quanto si dovevano adempiere le parole del profeta
secondo cui Achab non sarebbe tornato vivo da quella battaglia. Perciò fu Dio
a farlo colpire mortalmente da quella freccia. Perchè dunque c'è scritto che
"qualcuno scoccò a caso la freccia del suo arco"? Per far
comprendere ai savi che anche l'evento che può sembrare il più insignificante
agli uomini è diretto da Dio, affinchè si adempia il suo piano, il suo
disegno innanzi formato. Certamente chi scoccò casualmente quella freccia,
non poteva sapere di averla scoccata per decreto e volontà di Dio; ma
certamente coloro che erano a conoscenza della predizione fatta dal profeta
Micaiah compresero che ciò era avvenuto per volere di Dio. |
Il secondo è quello di Ruth, la Moabita. E'
scritto: "Or Naomi aveva un parente di suo marito, uomo potente e ricco,
della famiglia di Elimelec, che si chiamava Boaz. Ruth, la Moabita, disse a
Naomi: ‘Lasciami andare nei campi a spigolare dietro a colui agli occhi del
quale avrò trovato grazia’. Ed ella le rispose: ‘Va’ figliuola mia’. Ruth
andò dunque e si mise a spigolare in un campo dietro ai mietitori; e per caso
le avvenne di trovarsi nella parte di terra appartenente a Boaz, ch’era della
famiglia di Elimelec" (Ruth 2:1-3). Fu veramente un caso che Ruth si
trovò a spigolare in un campo di proprietà di Boaz? Certamente no, perchè
come nel precedente esempio qualcuno per caso scoccò la freccia dal suo arco
perchè così aveva decretato e voluto Dio, così anche Ruth si trovò a
spigolare in quel particolare campo per decreto e volere di Dio, e questo lo
si capisce sia dalla reazione di sua suocera e dalle parole che le rivolse
quando lo venne a sapere, secondo che è scritto: "La suocera le chiese:
‘Dove hai spigolato oggi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che t’ha fatto
così buona accoglienza!’ E Ruth disse alla suocera presso di chi avea
lavorato, e aggiunse: ‘L’uomo presso il quale ho lavorato oggi, si chiama
Boaz’. E Naomi disse alla sua nuora: ‘Sia egli benedetto dall’Eterno, poiché
non ha rinunziato a mostrare ai vivi la bontà ch’ebbe verso i morti!’ E
aggiunse: ‘Quest’uomo è nostro parente stretto; è di quelli che hanno su noi
il diritto di riscatto’. E Ruth, la Moabita: ‘M’ha anche detto: Rimani coi
miei servi, finché abbian finita tutta la mia messe’. E Naomi disse a Ruth
sua nuora: ‘È bene, figliuola mia, che tu vada con le sue serve e non ti si
trovi in un altro campo’ " (Ruth 2:19-22) - Non mi paiono queste parole
di Naomi le parole di una che credeva che si fosse trattato di un caso - Ed
anche dalle parole delle donne quando vennero poi a sapere che Ruth aveva
partorito un figlio a Boaz, secondo che è scritto: "Così Boaz prese Ruth,
che divenne sua moglie. Egli entrò da lei, e l’Eterno le diè la grazia di
concepire, ed ella partorì un figliuolo. E le donne dicevano a Naomi:
‘Benedetto l’Eterno, il quale non ha permesso che oggi ti mancasse un
continuatore della tua famiglia! Il nome di lui sia celebrato in
Israele!" (Ruth 4:13-14). Dunque, quelle donne riconoscevano che Ruth si
era trovata a spigolare nel campo di Boaz, perchè Dio aveva voluto dare a
Naomi un continuatore della sua famiglia, in quanto prima le era morto il
marito e poi le erano morti ambedue i figli (Ruth 1:5). Ma Dio supplì a
questa mancanza facendo incontrare Ruth con Boaz, facendoli sposare, e poi
dandogli un figlio di nome Obed, che fu padre d’Isai, padre di Davide. E
quindi fa parte della geneaologia di Gesù Cristo (Matteo 1:5). |
Il terzo è quello di colui che uccideva
qualcuno involontariamente, e quindi accidentalmente, e per il quale la legge
di Mosè non prescriveva la morte in quanto gli ordinava di recarsi in una delle
città di rifugio fino alla morte del sommo sacerdote. Ascoltate quello che
dice la legge: "Ed ecco in qual caso l’omicida che vi si rifugerà avrà
salva la vita: chiunque avrà ucciso il suo prossimo involontariamente, senza
che l’abbia odiato prima, - come se uno, ad esempio, va al bosco col suo
compagno a tagliar delle legna e, mentre la mano avventa la scure per
abbatter l’albero, il ferro gli sfugge dal manico e colpisce il compagno sì
ch’egli ne muoia, - quel tale si rifugerà in una di queste città ed avrà
salva la vita; altrimenti, il vindice del sangue, mentre l’ira gli arde in
cuore, potrebbe inseguire l’omicida e, quando sia lungo il cammino da fare,
raggiungerlo e colpirlo a morte, mentre non era degno di morte, in quanto che
non aveva prima odiato il compagno" (Deuteronomio 19:4-6). Notate che è
Dio a dire che quell'uomo ha ucciso il suo prossimo involontariamente, quindi
senza la volontà premeditata di ucciderlo. Quindi in caso di omicidio
involontario, l'omicida aveva salva la vita. Ma l'involontarietà dell'uomo
non significa che Dio non c'entra niente, perchè è pur sempre Dio che ha
fatto sì che quell'omicidio si verificasse. Ascoltate infatti quello che dice
sempre Dio nella legge: "Chi percuote un uomo sì ch’egli muoia,
dev’essere messo a morte. Se non gli ha teso agguato, ma Dio gliel’ha fatto cader sotto mano, io ti stabilirò un luogo
dov’ei si possa rifugiare. Se alcuno con premeditazione uccide il suo
prossimo mediante insidia, tu lo strapperai anche dal mio altare, per farlo
morire" (Esodo 21:12-14). Notate che nel caso di omicidio involontario,
senza premeditazione dunque, è comunque Dio che fa cadere quell'uomo per mano
dell'omicida involontario. Questo proprio mostra come il caso non esista
neppure nel caso di omicidio involontario. |
E che il caso non esiste si evince anche
dalla pratica del tirare a sorte, che era una pratica usata dagli Ebrei in
svariate circostanze con la certezza che chi veniva designato dalla sorte
veniva designato per decisione di Dio, secondo che è scritto: "Si gettan le sorti nel grembo, ma ogni
decisione vien dall’Eterno" (Proverbi 16:33). A conferma di ciò
citiamo l'esempio di Saul che fu designato re d'Israele da Dio dinnanzi al
popolo tramite la sorte, secondo che è scritto: "Poi Samuele convocò il
popolo dinanzi all’Eterno a Mitspa, e disse ai figliuoli d’Israele: ‘Così
dice l’Eterno, l’Iddio d’Israele: Io trassi Israele dall’Egitto, e vi liberai
dalle mani degli Egiziani e dalle mani di tutti i regni che vi opprimevano.
Ma oggi voi rigettate l’Iddio vostro che vi salvò da tutti i vostri mali e da
tutte le vostre tribolazioni, e gli dite: Stabilisci su di noi un re! Or
dunque presentatevi nel cospetto dell’Eterno per tribù e per migliaia’. Poi
Samuele fece accostare tutte le tribù d’Israele, e la tribù di Beniamino fu designata dalla sorte. Fece quindi
accostare la tribù di Beniamino per famiglie, e la famiglia di Matri fu
designata dalla sorte. Poi fu
designato Saul, figliuolo di Kis; e lo cercarono, ma non fu trovato.
Allora consultarono di nuovo l’Eterno: ‘Quell’uomo è egli già venuto qua?’
L’Eterno rispose: ‘Guardate, ei s’è nascosto fra i bagagli’. Corsero a trarlo
di là; e quand’egli si presentò in mezzo al popolo, era più alto di tutta la
gente dalle spalle in su. E Samuele disse a tutto il popolo: ‘Vedete colui che l’Eterno si è scelto?
Non v’è alcuno in tutto il popolo che sia pari a lui’. E tutto il popolo diè
in esclamazioni di gioia, gridando: ‘Viva il re!’ " (1 Samuele
10:17-24). Ma vogliamo citare anche l'esempio della designazione di Mattia
quale apostolo che doveva prendere il posto di Giuda Iscariota, secondo che è
scritto: "E ne presentarono due: Giuseppe, detto Barsabba, il quale era
soprannominato Giusto, e Mattia. E, pregando, dissero: Tu, Signore, che conosci i cuori di tutti, mostra quale di questi due
hai scelto per prendere in questo ministerio ed apostolato il posto che
Giuda ha abbandonato per andarsene al suo luogo. E li trassero a sorte, e la sorte cadde su Mattia, che fu
associato agli undici apostoli" (Atti 1:23-26). Vorrei che notaste come
i discepoli nel pregare Dio, erano convinti che tramite la sorte Dio avrebbe
fatto loro conoscere chi Egli aveva scelto quale successore di Giuda
Iscariota. Ora, se il risultato del tirare a sorte, che può sembrare una
pratica che si basa sul caso, non è affatto il risultato del caso, ma di una
decisione divina, non si può credere al caso. |
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Ecclesiaste 9:11-12
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Nelle ADI prendono le seguenti parole:
"Io mi son rimesso a considerare che sotto il sole, per correre non basta
esser agili, né basta per combattere esser valorosi, né esser savi per aver
del pane, né essere intelligenti per aver delle ricchezze, né esser abili per
ottener favore; poiché tutti dipendono dal tempo e dalle circostanze. Poiché
l’uomo non conosce la sua ora; come i pesci che son presi nella rete fatale,
e come gli uccelli che son còlti nel laccio, così i figliuoli degli uomini
son presi nel laccio al tempo dell’avversità, quando essa piomba su loro
improvvisa" (Ecclesiaste 9:11-12), per sostenere che non è Dio a
predeterminare le cose che ci accadono. |
Ma queste parole non avallano per niente
ciò che le ADI sostengono, perchè le circostanze è Dio a crearle a suo
piacimento, in quanto Egli governa l'universo, e nulla accade senza il suo
volere, come abbiamo innanzi dimostrato. E difatti mentre da un lato è
scritto che "i figliuoli degli uomini son presi nel laccio al tempo
dell’avversità, quando essa piomba su loro improvvisa", dall'altro Dio
dice in Isaia: "Io formo la luce, creo le tenebre, do il benessere, creo l’avversità; io, l’Eterno, son
quegli che fa tutte queste cose" (Isaia 45:7). Quindi è Dio che crea
l'avversità nella quale sono presi gli uomini improvvisamente. "Una sciagura piomba ella sopra una città,
senza che l’Eterno ne sia l’autore?" (Amos 3:6) diceva il profeta
Amos. E Geremia esclamava: "Il male ed il bene non procedon essi
dalla bocca dell’Altissimo?" (Lamentazioni 3:38) |
Si potrebbero citare tanti esempi biblici,
ma ne citiamo solo alcuni. |
L'odio dei fratelli di Giuseppe verso il
loro fratello nacque perchè Dio volse il loro cuore contro di lui affinchè lo
odiassero, e poi lo vendessero ad una carovana di Madianiti che andava in
Egitto, dove fu venduto come schiavo ad un ufficiale di Faraone, la cui
moglie però lo accusò ingiustamente davanti a suo marito e a motivo di ciò
egli andò in prigione, ma Dio continuò ad assisterlo facendolo prima entrare
nelle grazie del governatore della prigione, e poi facendolo uscire e
stabilendolo governatore d'Egitto, ed in quella posizione egli fece scendere
in Egitto Giacobbe e il suo parentado per salvargli la vita con una grande
liberazione a motivo della grande carestia che aveva colpito la terra. E
Giuseppe questo lo comprese, infatti quando si diede a conoscere ai suoi
fratelli disse loro: "Io son Giuseppe, vostro fratello, che voi vendeste
perché fosse menato in Egitto. Ma ora non vi contristate, né vi dolga
d’avermi venduto perch’io fossi menato qua; poiché Iddio m’ha mandato innanzi
a voi per conservarvi in vita. Infatti, sono due anni che la carestia è nel
paese; e ce ne saranno altri cinque, durante i quali non ci sarà né aratura
né mèsse. Ma Dio mi ha mandato dinanzi
a voi, perché sia conservato di voi un resto sulla terra, e per salvarvi
la vita con una grande liberazione. Non siete dunque voi che m’avete mandato
qua, ma è Dio; egli m’ha stabilito come padre di Faraone, signore di tutta la
sua casa, e governatore di tutto il paese d’Egitto" (Genesi 45:4-8).
Ecco un uomo che credeva che è Dio a dirigere i passi dell'uomo e che è il
Suo piano che sussiste. Egli aveva il senso delle cose di Dio. Lui aveva
capito che tutte quelle cose era stato Dio a farle accadere per una precisa
ragione. Certo, questo lo capì a posteriori e non mentre gli accadevano tutte
quelle sventure, ma lo capì. E così anche noi talvolta non riusciamo proprio
a capire il perché di un determinato fatto che accade ma dobbiamo essere
sicuri che Dio lo fa avvenire per una precisa ragione; non importa se questa
ragione egli ce la farà conoscere o meno, la ragione c’è. |
La carestia che sopraggiunse ai giorni di
Giacobbe in Canaan fu Dio a mandarla, secondo che è scritto: "Poi chiamò la fame sul paese, e fece
mancar del tutto il sostegno del pane" (Salmo 105:16), e quella carestia
costrinse Giacobbe a mandare i suoi figli in Egitto a prendere del grano,
dove poi Giuseppe si fece riconoscere da loro e disse loro di mandare a
chiamare Giacobbe e la sua famiglia affinchè dimorassero in Egitto. E i
discendenti di Giacobbe in Egitto vi rimasero quattrocento anni, affinchè si
adempissero le parole che Dio aveva detto ad Abramo: "E l’Eterno disse
ad Abramo: ‘Sappi per certo che i tuoi discendenti dimoreranno come stranieri
in un paese che non sarà loro, e vi saranno schiavi, e saranno oppressi per
quattrocento anni; ...." (Genesi 15:13). |
Gli Israeliti in Egitto furono odiati e
oppressi dagli Egiziani perchè Dio rivolse il cuore di quest'ultimi contro il
suo popolo, secondo che è scritto: "Iddio fece moltiplicar grandemente
il suo popolo, e lo rese più potente dei suoi avversari. Poi voltò il cuor loro perché odiassero il suo popolo, e
macchinassero frodi contro i suoi servitori" (Salmo 105:24-25). |
Le asine di Kis padre di Saul si smarrirono
per volere di Dio, affinchè Saul fosse mandato assieme ad un servo di suo padre
in cerca delle asine perdute, e poi si recasse dal profeta Samuele affinchè
questi lo ungesse come re d'Israele in quanto così era stato predetto da Dio
a Samuele (cf. 1 Samuele 9:1-27). |
Ester, che era Ebrea di nascita, fu scelta
dal re Assuero, per volere di Dio, perchè poi tramite lei Dio doveva salvare
i Giudei dallo sterminio che aveva pianificato Haman contro i Giudei (Ester
cap. 1-13). Infatti, Mardocheo, lo zio di Ester, dopo che fu emanato il
decreto di sterminio per i Giudei, quando comandò ad Ester di presentarsi al
re e intercedere a pro dei Giudei, le disse: "‘Non ti mettere in mente
che tu sola scamperai fra tutti i Giudei perché sei nella casa del re. Poiché
se oggi tu ti taci, soccorso e liberazione sorgeranno per i Giudei da qualche
altra parte; ma tu e la casa di tuo padre perirete; e chi sa se non sei pervenuta ad esser regina appunto per un tempo
come questo?’ " (Ester 4:13-14). |
Quelle improvvise avversità che piombarono
sul giusto Giobbe, furono create da Dio, infatti quando Dio si rivolse a
Satana - dopo che i Sabei gli portarono via i buoi e le asine e passarono a
fil di spada i suoi servitori, dopo che il fuoco di Dio era caduto dal cielo
ed aveva colpito le sue pecore e i servitori divorandoli, e dopo che delle
bande di Caldei gli avevano portato via i cammelli e avevano passato a fil di
spada i suoi servitori, dopo che un gran vento aveva investito la casa dove
stavano i suoi figli e le sue figlie facendola cadere e uccidendoli tutti -
gli disse: "Hai tu notato il mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla
terra che come lui sia integro, retto, tema Iddio e fugga il male. Egli si mantiene saldo nella sua
integrità benché tu m’abbia
incitato contro di lui per rovinarlo senza alcun motivo" (Giobbe
2:3). E difatti Giobbe non attribuì al caso o al rischio delle probabilità
quegli eventi funesti ma alla mano di Dio, secondo che disse: "L’Eterno
ha dato, l’Eterno ha tolto; sia
benedetto il nome dell’Eterno" (Giobbe 1:21). |
Il censimento che uscì ai giorni di Cesare
Augusto, fu Dio a farlo uscire per mandare Giuseppe e Maria a Betlemme a
farsi censire, e far sì che Maria (che era rimasta incinta mesi prima per
virtù dello Spirito Santo) partorisse Gesù proprio mentre si trovava a
Betlemme (cf. Luca 2:1-7) in quanto così Egli aveva innanzi decretato tramite
il profeta Michea (cf. Michea 5:1). |
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La saggezza e la follia degli uomini
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Ora, è evidente che la saggezza e la follia
degli uomini sono all'origine di tanti eventi nella loro vita, e giustamente si
possono prendere tutti quei passi biblici dove vengono messe in risalto
decisioni sagge e decisioni stolte. |
Ma innanzi tutto bisogna tenere presente
che la sapienza viene data da Dio, secondo che è scritto: "Poiché
l’Eterno dà la sapienza; dalla sua bocca procedono la scienza e
l’intelligenza" (Proverbi 2:6), e quindi il prendere decisioni sagge o
stolte dipende sempre da Dio, secondo che è scritto: "Ci sono molti
disegni nel cuor dell’uomo, ma il piano dell’Eterno è quello che sussiste"
(Proverbi 19:21), ed anche: "Il cuor dell’uomo medita la sua via, ma
l’Eterno dirige i suoi passi" (Proverbi 16:9), ed ancora:
"All’uomo, i disegni del cuore; ma la risposta della lingua vien
dall’Eterno" (Proverbi 16:1). |
Dunque, sia le decisioni sagge che quelle sbagliate
hanno l'origine in Dio, e vengono prese per volere di Dio. |
Vediamo alcuni esempi di decisioni sagge
prese per volere di Dio. |
Perchè Rebecca, figlia di Bethuel, quando il
servo di Abrahamo gli chiese da bere, dopo avergli dato da bere gli disse:
"‘Io ne attingerò anche per i tuoi cammelli finché abbian bevuto a
sufficienza’. E presto vuotò la sua brocca nell’abbeveratoio, corse di nuovo
al pozzo ad attingere acqua, e ne attinse per tutti i cammelli di lui"
(Genesi 24:19-20)? Non fu forse perchè era lei la donna destinata a diventare
moglie di Isacco? Certo che fu per questa ragione, infatti poco prima il
servo aveva pregato Dio in questa maniera: "‘O Eterno, Dio del mio signore
Abrahamo, deh, fammi fare quest’oggi un felice incontro, e usa benignità
verso Abrahamo mio signore! Ecco, io sto qui presso a questa sorgente; e le
figlie degli abitanti della città usciranno ad attinger acqua. Fa’ che la
fanciulla alla quale dirò: - Deh, abbassa la tua brocca perch’io beva - e che
mi risponderà - Bevi, e darò da bere anche ai tuoi cammelli, - sia quella che tu hai destinata al tuo
servo Isacco. E da questo comprenderò che tu hai usato benignità verso il
mio signore’ " (Genesi 24:12-14). E si badi che sia il fratello che il
padre di Rebecca, quando poi il servo raccontò loro come erano andate le
cose, dissero: "La cosa procede dall'Eterno ..." (Genesi 24:50). |
Prendiamo ora la decisione saggia di Saul
di recarsi da Samuele per farsi dire dal profeta dove erano le asine
smarrite: non fu forse Dio a fargliela prendere, in quanto è scritto:
"Or un giorno prima dell’arrivo di Saul, l’Eterno aveva avvertito
Samuele, dicendo: ‘Domani, a
quest’ora, ti manderò un uomo del paese di Beniamino, e tu l’ungerai come
capo del mio popolo d’Israele. Egli salverà il mio popolo dalle mani dei
Filistei; poiché io ho rivolto lo sguardo verso il mio popolo, perché il suo
grido è giunto fino a me’ " (1 Samuele 9:15-16)? |
E possiamo prendere pure la decisione
saggia di Faraone re d'Egitto di mandare a liberare Giuseppe dalla prigione,
e poi di stabilirlo governatore d'Egitto dopo che questi gli interpretò i due
sogni che aveva fatto e gli dette un consiglio su come procedere per il bene
dell'Egitto, secondo che è scritto: "Allora Faraone mandò a chiamare
Giuseppe, il quale fu tosto tratto fuor dalla prigione sotterranea. .... Piacque la cosa a Faraone e a tutti i suoi
servitori. E Faraone disse ai suoi servitori: ‘Potremmo noi trovare un uomo
pari a questo, in cui sia lo spirito di Dio?’ E Faraone disse a Giuseppe:
‘Giacché Iddio t’ha fatto conoscere tutto questo, non v’è alcuno che sia
intelligente e savio al pari di te. Tu sarai sopra la mia casa, e tutto il
mio popolo obbedirà ai tuoi ordini; per il trono soltanto, io sarò più grande
di te.’ E Faraone disse a Giuseppe: ‘Vedi, io ti stabilisco su tutto il paese
d’Egitto’. E Faraone si tolse l’anello di mano e lo mise alla mano di
Giuseppe; lo fece vestire di abiti di lino fino, e gli mise al collo una collana
d’oro. Lo fece montare sul suo secondo carro, e davanti a lui si gridava: ‘In
ginocchio!’ Così Faraone lo costituì su tutto il paese d’Egitto. E Faraone
disse a Giuseppe: ‘Io son Faraone! e senza te, nessuno alzerà la mano o il
piede in tutto il paese d’Egitto" (Genesi 41:14, 37-44). Non fu forse
presa per volere di Dio, affinchè si adempissero i sogni che Giuseppe aveva
avuto sui suoi fratelli tanti anni prima, e affinchè i discendenti di
Giacobbe scendessero in Egitto e vi dimorassero quattrocento anni? Non è
forse scritto nei Salmi: "I suoi piedi furon serrati nei ceppi, ei fu
messo in catene di ferro, fino al
tempo che avvenne quello che avea detto, e la parola dell’Eterno, nella
prova, gli rese giustizia. Il re mandò a farlo sciogliere, il dominatore
di popoli lo mise in libertà; lo costituì signore della sua casa e
governatore di tutti i suoi beni per incatenare i principi a suo talento, e
insegnare ai suoi anziani la sapienza. Allora Israele venne in Egitto, e
Giacobbe soggiornò nel paese di Cham" (Salmo 105:18-23)? |
E che dire della decisione saggia di Ciro
re di Persia di far ritornare gli esuli di Israele? Non fu anch'essa presa
per volere di Dio, secondo che è scritto: "Nel primo anno di Ciro, re di
Persia, affinché s’adempisse la parola dell’Eterno pronunziata per bocca di
Geremia, l’Eterno destò lo spirito di
Ciro, re di Persia, il quale, a voce e per iscritto, fece pubblicare per
tutto il suo regno quest’editto: ‘Così dice Ciro, re di Persia: L’Eterno,
l’Iddio de’ cieli, m’ha dato tutti i regni della terra, ed egli m’ha
comandato di edificargli una casa a Gerusalemme, ch’è in Giuda. Chiunque tra
voi è del suo popolo, sia il suo Dio con lui, e salga a Gerusalemme, ch’è in
Giuda, ed edifichi la casa dell’Eterno, dell’Iddio d’Israele, dell’Iddio ch’è
a Gerusalemme. Tutti quelli che rimangono ancora del popolo dell’Eterno, in
qualunque luogo dimorino, la gente del luogo li assista con argento, con oro,
con doni in natura, bestiame, aggiungendovi offerte volontarie per la casa
dell’Iddio ch’è a Gerusalemme’ " (Esdra 1:1-4)? Notate che quella
decisione fu da lui presa perchè Dio gli destò lo spirito, al fine di mandare
ad effetto la Sua parola che aveva preannunciato tramite il profeta Geremia:
"Poiché così parla l’Eterno: Quando settant’anni saranno compiuti per
Babilonia, io vi visiterò e manderò ad effetto per voi la mia buona parola,
facendovi tornare in questo luogo" (Geremia 29:10). |
Perchè Dario, re di Persia, prese la giusta
decisione di lasciare continuare i lavori della ricostruzione del tempio a
Gerusalemme? Perchè Dio volse il suo cuore in quella direzione, e quindi fu
per volere di Dio. Ma andiamo per ordine e spieghiamo quello che avvenne.
Dopo che gli esuli Ebrei furono ritornati da Babilonia, ristabilirono
l’altare dell’Iddio d’Israele per offrirvi sopra degli olocausti. Il secondo
anno del loro arrivo alla casa di Dio a Gerusalemme, il secondo mese i Giudei
gettarono le fondamenta del tempio dell’Eterno. Ma i nemici di Giuda non
rimasero indifferenti a questa loro ricostruzione e scoraggiarono e
molestarono il popolo per impedirgli di fabbricare. Questo durò per tutta la
vita di Ciro, re di Persia. Sotto il regno d’Assuero, al principio del suo
regno, i nemici di Giuda scrissero un’accusa contro gli abitanti di Giuda e
di Gerusalemme. Poi, al tempo d’Artaserse, Bishlam, Mithredath, Tabeel e gli
altri loro colleghi scrissero ad Artaserse, re di Persia. In questa lettera
veniva detto al re che i Giudei tornati dalla cattività edificavano la città,
e che se Gerusalemme fosse stata riedificata i Giudei non avrebbero più
pagato nè tributo nè imposta nè pedaggio al re, ed il tesoro dei re ne
avrebbe sofferto. Il re rispose alla lettera dicendo al governatore d’oltre
il fiume, al suo segretario ed ai loro colleghi di dare ordine che quella gente
sospendesse i lavori di ricostruzione. Essi andarono a Gerusalemme dai Giudei
e li obbligarono a mano armata a sospendere i lavori. Così l’opera della casa
di Dio a Gerusalemme fu sospesa e rimase sospesa fino al secondo anno del
regno di Dario, re di Persia. In quell’anno appunto, avvenne che i profeti
Aggeo e Zaccaria profetarono nel nome di Dio al popolo ordinandogli di
ricostruire la casa di Dio, ed il popolo mosso da Dio ubbidì all’ordine di
Dio e si misero all’opera. Tattenai, il governatore d’oltre il fiume, Scethar
- Bozai e i loro colleghi, vennero presso di loro e gli domandarono chi gli
aveva dato l’ordine di edificare quella casa. Essi gli risposero che era
stato Ciro, re di Persia a dare l’ordine che quella casa fosse ricostruita;
al che il governatore e i suoi colleghi mandarono una lettera al re Dario
nella quale gli riferirono che in Gerusalemme i Giudei costruivano la casa
del grande Dio e che la loro opera era accurata e prosperava nelle loro mani.
Gli scrissero pure la risposta che i Giudei gli avevano dato quando essi gli
avevano domandato chi aveva dato loro l’ordine di edificare quella casa.
Questa lettera terminava con una richiesta al re di fare delle ricerche per
accertare se vi fosse stato nel passato un ordine dato dal re Ciro per la
costruzione di quella casa a Gerusalemme e di trasmettere loro il suo
beneplacito a riguardo. Il re Dario fece fare delle ricerche nella casa degli
archivi; e si ritrovò un rotolo nel quale stava scritto che il re Ciro aveva
pubblicato un editto concernente la ricostruzione della casa di Dio in
Gerusalemme. In seguito a questo ritrovamento, il re Dario mandò una lettera
al governatore d’oltre il fiume ed ai suoi colleghi nella quale era scritto:
“ ‘Or dunque tu, Tattenai, governatore d’oltre il fiume, tu, Scethar-Boznai,
e voi, loro colleghi d’Afarsak, che state di là dal fiume, statevene lontani
da quel luogo! Lasciate continuare i lavori di quella casa di Dio; il
governatore de’ Giudei e gli anziani de’ Giudei riedifichino quella casa di
Dio nel sito di prima. E questo è l’ordine ch’io do relativamente al vostro
modo di procedere verso quegli anziani de’ Giudei nella ricostruzione di
quella casa di Dio: le spese, detratte dalle entrate del re provenienti dai
tributi d’oltre il fiume, siano puntualmente pagate a quegli uomini, affinché
i lavori non siano interrotti. E le cose necessarie per gli olocausti
all’Iddio dei cieli: vitelli, montoni, agnelli; e frumento, sale, vino, olio,
siano forniti ai sacerdoti di Gerusalemme a loro richiesta, giorno per giorno
e senza fallo, affinché offrano sacrifizi di odor soave all’Iddio del cielo,
e preghino per la vita del re e de’ suoi figliuoli. E questo è pure l’ordine
ch’io do: Se qualcuno contravverrà a questo decreto, si tragga dalla casa di
lui una trave, la si rizzi, vi sia egli inchiodato sopra, e la sua casa, per
questo motivo, diventi un letamaio. L’Iddio che ha fatto di quel luogo la
dimora del suo nome, distrugga ogni re ed ogni popolo che stendesse la mano
per trasgredire la mia parola, per distruggere la casa di Dio ch’è in
Gerusalemme! Io, Dario, ho emanato questo decreto, sia eseguito con ogni
prontezza’ " (Esdra 6:6-12). Quando il governatore d’oltre il fiume e i
suoi colleghi ebbero letta la lettera del re, “eseguirono puntualmente i suoi
ordini” (Esdra 6:13). L’opera della casa di Dio proseguì, ed essa fu ultimata
il sesto anno del regno di Dario. La casa di Dio fu dedicata dai Giudei; poi
essi celebrarono la Pasqua il quattordicesimo giorno del primo mese, ed essi
celebrarono con gioia la festa degli azzimi per sette giorni “perché l’Eterno li aveva rallegrati, e aveva
piegato in loro favore il cuore del re d’Assiria in modo da fortificare
le loro mani nell’opera della casa di Dio, dell’Iddio d’Israele” (Esdra
6:22). Anche in questo caso dunque, Dio voltò il cuore di un re in favore del
suo popolo affinchè si adempissero le parole che Egli aveva detto tramite i
profeti. La storia della ricostruzione della casa di Dio in Gerusalemme dopo
il ritorno dei Giudei dalla cattività, ci insegna che Dio vigila sulla parola
da lui data affinchè essa vada a compimento. Non importa quali siano le
difficoltà che sorgeranno, quanto forti e numerosi siano gli avversari,
perché Dio manterrà la parola data piegando il cuore di re, di autorità, e di
altre persone, siano esse credenti che incredule. Egli dice in Isaia: “Il mio
piano sussisterà, e metterò ad effetto
tutta la mia volontà .... Sì, io l’ho detto, e lo farò avvenire; ne ho
formato il disegno e l’eseguirò..Io opererò; chi potrà impedire l’opera
mia?" (Isaia 46:10,11; 43:13) Questa è la ragione per cui noi crediamo
che non ci sono circostanze e neppure autorità che possono impedire a Dio di
eseguire la sua parola sulla terra. Non stiamo dicendo che nessuno cercherà
di impedire l’adempimento dei disegni di Dio, ma solo che Dio annullerà i
disegni degli uomini (Salmo 33:10) per fare sussistere i disegni del Suo
cuore e dimostrare agli uomini di essere il solo vero Dio la cui Parola
sussiste in ogni età e in mezzo a
qualsiasi avversità. |
Perchè Nehemia decise di tornare a
Gerusalemme per ricostruire le mura che erano in rovina? Non fu forse perchè
Dio gli mise in cuore di compiere quell'opera, secondo che disse lo stesso
Nehemia: "Così giunsi a Gerusalemme; e quando v’ebbi passato tre giorni,
mi levai di notte, presi meco pochi uomini, e non dissi nulla ad alcuno di
quello che Dio m’avea messo in cuore
di fare per Gerusalemme; non avevo meco altro giumento che quello ch’io
cavalcavo" (Nehemia 2:11-12)? |
Vediamo ora anche alcuni esempi di decisioni
sbagliate prese dagli uomini per volere di Dio. |
Perchè Faraone, dopo avere lasciato andare
gli Israeliti, prese la decisione di inseguire gli Israeliti nel deserto con
l'intento di sterminarli e poi tentò con i suoi soldati di passare il Mare
Rosso (cfr. Ebrei 11:29)? Ce lo dice la Scrittura: "E l’Eterno parlò a
Mosè, dicendo: ‘Di’ ai figliuoli d’Israele che tornino indietro e s’accampino
di rimpetto a Pi-Hahiroth, fra Migdol e il mare, di fronte a Baal-Tsefon;
accampatevi di faccia a quel luogo presso il mare. E Faraone dirà de’
figliuoli d’Israele: Si sono smarriti nel paese; il deserto li tiene
rinchiusi. E io indurerò il cuor di
Faraone, ed egli li inseguirà; ma io trarrò gloria da Faraone e da tutto il
suo esercito, e gli Egiziani sapranno che io sono l’Eterno’. Ed essi
fecero così. Or fu riferito al re d’Egitto che il popolo era fuggito; e il
cuore di Faraone e de’ suoi servitori mutò sentimento verso il popolo, e
quelli dissero: ‘Che abbiam fatto a lasciar andare Israele, sì che non ci serviranno
più?’ E Faraone fece attaccare il suo carro, e prese il suo popolo seco.
Prese seicento carri scelti e tutti i carri d’Egitto; e su tutti c’eran de’
guerrieri. E l’Eterno indurò il cuor
di Faraone, re d’Egitto, ed egli inseguì i figliuoli d’Israele, che
uscivano pieni di baldanza. Gli Egiziani dunque li inseguirono; e tutti i
cavalli, i carri di Faraone, i suoi cavalieri e il suo esercito li
raggiunsero mentr’essi erano accampati presso il mare, vicino a Pi-Hahiroth,
di fronte a Baal-Tsefon. E quando Faraone si fu avvicinato, i figliuoli
d’Israele alzarono gli occhi: ed ecco, gli Egiziani marciavano alle loro
spalle; ond’ebbero una gran paura, e gridarono all’Eterno. E dissero a Mosè:
‘Mancavan forse sepolture in Egitto, che ci hai menati a morire nel deserto?
Perché ci hai fatto quest’azione, di farci uscire dall’Egitto? Non è egli
questo che ti dicevamo in Egitto: Lasciaci stare, che serviamo gli Egiziani?
Poiché meglio era per noi servire gli Egiziani che morire nel deserto’. E
Mosè disse al popolo: ‘Non temete, state fermi, e mirate la liberazione che
l’Eterno compirà oggi per voi; poiché gli Egiziani che avete veduti
quest’oggi, non li vedrete mai più in perpetuo. L’Eterno combatterà per voi,
e voi ve ne starete queti’. E l’Eterno disse a Mosè: ‘Perché gridi a me? Di’
ai figliuoli d’Israele che si mettano in marcia. E tu alza il tuo bastone,
stendi la tua mano sul mare, e dividilo; e i figliuoli d’Israele entreranno
in mezzo al mare a piedi asciutti. E
quanto a me, ecco, io indurerò il cuore degli Egiziani, ed essi v’entreranno,
dietro a loro; ed io trarrò gloria da Faraone, da tutto il suo esercito, dai
suoi carri e dai suoi cavalieri. E gli Egiziani sapranno che io sono
l’Eterno, quando avrò tratto gloria da Faraone, dai suoi carri e dai suoi cavalieri’.
Allora l’angelo di Dio, che precedeva il campo d’Israele, si mosse e andò a
porsi alle loro spalle; parimente la colonna di nuvola si mosse dal loro
fronte e si fermò alle loro spalle; e venne a mettersi fra il campo
dell’Egitto e il campo d’Israele; e la nube era tenebrosa per gli uni, mentre
rischiarava gli altri nella notte. E l’un campo non si accostò all’altro per
tutta la notte. Or Mosè stese la sua mano sul mare; e l’Eterno fece ritirare
il mare mediante un gagliardo vento orientale durato tutta la notte, e
ridusse il mare in terra asciutta; e le acque si divisero. E i figliuoli
d’Israele entrarono in mezzo al mare sull’asciutto; e le acque formavano come
un muro alla loro destra e alla loro sinistra. E gli Egiziani li inseguirono;
e tutti i cavalli di Faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri entrarono
dietro a loro in mezzo al mare. E avvenne verso la vigilia del mattino, che
l’Eterno, dalla colonna di fuoco e dalla nuvola, guardò verso il campo degli
Egiziani, e lo mise in rotta. E tolse le ruote dei loro carri, e ne rese
l’avanzata pesante; in guisa che gli Egiziani dissero: ‘Fuggiamo d’innanzi ad
Israele, perché l’Eterno combatte per loro contro gli Egiziani’. E l’Eterno
disse a Mosè: ‘Stendi la tua mano sul mare, e le acque ritorneranno sugli
Egiziani, sui loro carri e sui loro cavalieri’. E Mosè stese la sua mano sul
mare; e, sul far della mattina, il mare riprese la sua forza; e gli Egiziani,
fuggendo, gli andavano incontro; e l’Eterno precipitò gli Egiziani in mezzo
al mare. Le acque tornarono e coprirono i carri, i cavalieri, tutto
l’esercito di Faraone ch’erano entrati nel mare dietro agl’Israeliti; e non
ne scampò neppur uno. Ma i figliuoli d’Israele camminarono sull’asciutto in
mezzo al mare, e le acque formavano come un muro alla loro destra e alla loro
sinistra. Così, in quel giorno, l’Eterno salvò Israele dalle mani degli
Egiziani, e Israele vide sul lido del mare gli Egiziani morti. E Israele vide
la gran potenza che l’Eterno avea spiegata contro gli Egiziani; onde il
popolo temé l’Eterno, e credette nell’Eterno e in Mosè suo servo" (Esodo
14:1-31). Non è abbastanza chiaro che quella decisione fu presa da Faraone
perchè Dio gli indurò il cuore al fine di manifestare la sua gloria? |
Perchè Sihon, re di Heshbon, decise di non
far passare gli Israeliti per il suo territorio? Per volere di Dio, infatti
Mosè disse: "Allora mandai ambasciatori dal deserto di Kedemoth a Sihon,
re di Heshbon, con parole di pace, e gli feci dire: ‘Lasciami passare per il
tuo paese; io camminerò per la strada maestra, senza volgermi né a destra né
a sinistra. Tu mi venderai a danaro contante le vettovaglie che mangerò, e mi
darai per danaro contante l’acqua che berrò; permettimi semplicemente il
transito (come m’han fatto i figliuoli
d’Esaù che abitano in Seir e i Moabiti che abitano in Ar), finché io abbia
passato il Giordano per entrare nel paese che l’Eterno, il nostro Dio, ci
dà’. Ma Sihon, re di Heshbon, non ci volle lasciar passare per il suo paese, perché l’Eterno, il tuo Dio, gli aveva
indurato lo spirito e reso ostinato il cuore, per dartelo nelle mani,
come difatti oggi si vede. E l’Eterno mi disse: ‘Vedi, ho principiato a dare
in tuo potere Sihon e il suo paese; comincia la conquista, impadronendoti del
suo paese’. Allora Sihon uscì contro a noi con tutta la sua gente, per darci
battaglia a Iahats. E l’Eterno, l’Iddio nostro, ce lo diè nelle mani, e noi
ponemmo in rotta lui, i suoi figliuoli e tutta la sua gente. E in quel tempo
prendemmo tutte le sue città e votammo allo sterminio ogni città, uomini,
donne, bambini; non vi lasciammo anima viva.
Ma riserbammo come nostra preda il bestiame e le spoglie delle città
che avevamo prese" (Deuteronomio 2:26-35). Questo Sihon era uno dei due
re Amorei che gli Israeliti sconfissero al di qua del Giordano prima di
entrare nel paese di Canaan. E da quello che apprendiamo dalla Scrittura, Dio
gli rese ostinato il cuore affinché rifiutasse ad Israele il transito nel suo
paese e affinché gli uscisse contro per dargli battaglia. Dio quindi aveva
stabilito di dare in potere di Israele questo re ed il suo territorio, e
fece sì che egli si opponesse al suo popolo affinché questo lo distruggesse e
si impossessasse del suo territorio. |
Perchè i re delle città del paese di Canaan
presero la decisione di non far pace con Israele? Nel libro di Giosuè è
scritto: “Giosuè fece per lungo tempo guerra a tutti quei re. Non ci fu città
che facesse pace coi figliuoli d’Israele, eccetto gli Hivvei che abitavano
Gabaon; le presero tutte, combattendo; perchè
l’Eterno faceva sì che il loro cuore
si ostinasse a dar battaglia ad Israele, onde Israele li votasse allo
sterminio senza che ci fosse pietà per loro, e li distruggesse come l’Eterno
aveva comandato a Mosé” (Giosuè 11:19-20). Quindi la ragione per cui non ci
fu nessun re di nessuna città nel paese di Canaan che cercò di fare pace con
Israele è dovuto al fatto che Dio rese ostinato il loro cuore affinché
dichiarassero guerra ad Israele e fossero votati allo sterminio senza pietà e
distrutti come Dio aveva detto doversi fare. |
Perchè i figli malvagi del sacerdote Eli
rifiutarono di ubbidire al loro padre? Non fu forse perchè Dio aveva deciso
di farli morire, secondo che è scritto: "Or Eli era molto vecchio e udì
tutto quello che i suoi figliuoli facevano a tutto Israele, e come si
giacevano con le donne che eran di servizio all’ingresso della tenda di
convegno. E disse loro: ‘Perché fate tali cose? poiché odo tutto il popolo
parlare delle vostre malvage azioni. Non fate così, figliuoli miei, poiché
quel che odo di voi non è buono; voi inducete a trasgressione il popolo di
Dio. Se un uomo pecca contro un altr’uomo, Iddio lo giudica; ma, se pecca
contro l’Eterno, chi intercederà per lui?’ Quelli però non diedero ascolto alla voce del padre loro, perché
l’Eterno li volea far morire" (1 Samuele 1:22-25). E difatti poi
essi morirono. |
E perchè Absalom diede retta al consiglio
di Hushai, l’Arkita, e non a quello di Ahitofel, e in seguito a questa sua
decisione egli fu poi ucciso? Vediamo di spiegarlo mediante la Scrittura.
Quando il re Davide commise adulterio con Bath-Sheba e gli fece uccidere il
marito, Dio gli mandò il profeta Nathan ad annunziargli i suoi giudizi contro
di lui e tra le altre cose gli predisse che stava per suscitare contro di lui
la sciagura dalla sua stessa casa. Questo avvenne poco tempo dopo, quando
Absalom, suo figlio, congiurò contro Davide. Egli riuscì a radunare attorno a
sè una gran parte del popolo d’Israele, e quando Davide lo seppe si levò e
fuggì da Gerusalemme con i suoi servi per paura che Absalom in quella stessa
notte piombasse rovinosamente su di loro e colpisse la popolazione della
città mettendola a fil di spada. Dalla parte di Absalom si schierò pure
Ahitofel che era uno dei consiglieri di Davide, e quando Davide lo seppe
disse: “Deh, o Eterno, rendi vani i consigli di Ahitofel!" (2 Samuele
15:31). Ma perché Davide elevò questa richiesta a Dio? Perché lui sapeva che
i consigli dati da Ahitofel erano come una parola data da Dio in quei giorni
a uno che lo avesse consultato. Ora,
Ahitofel che era con Absalom gli consigliò innanzi tutto di entrare dalle
concubine di suo padre a vista di tutto Israele al fine di fortificare il
cuore di quelli che erano con lui; poi gli disse: “Lasciami scegliere
dodicimila uomini; e partirò e inseguirò Davide questa notte stessa; e gli
piomberò addosso mentr’egli è stanco ed ha le braccia fiacche; lo spaventerò
e tutta la gente che è con lui si darà alla fuga; io colpirò il re solo, e
ricondurrò a te tutto il popolo;l’uomo che tu cerchi vale quanto il ritorno
di tutti; e così tutto il popolo sarà in pace" (2 Samuele 17:1-3).
Questo parlare piacque ad Absalom e a tutti gli anziani d’Israele. Nondimeno
Absalom volle sentire anche il parere di un certo Hushai, l’Arkita, che era
amico di Davide, e che Davide aveva rimandato indietro per dissipare a suo
pro i consigli di Ahitofel. Hushai l’Arkita diede un consiglio diverso ad
Absalom infatti gli disse di radunare tutto Israele e di andare in battaglia
lui stesso a capo di tutto il popolo che in questo modo avrebbero sterminato Davide
e quelli che erano con lui. Quando Absalom sentì queste parole disse: “Il
consiglio di Hushai, l’Arkita, è migliore di quello di Ahitofel” (2 Samuele
17:14). Subito dopo la Scrittura dice: “L’Eterno
aveva stabilito di render vano il buon consiglio di Ahitofel, per far cadere
la sciagura sopra Absalom” (2 Samuele 17:14). Come potete vedere in
questo caso, Dio fece sì che Absalom desse retta al consiglio non buono di
Hushai l’Arkita (non buono per Absalom ma buono per Davide) affinché la
sciagura cadesse sopra di lui, ed abbandonasse il buon consiglio di Ahitofel
che avrebbe permesso di mettere a morte Davide ed assicurare il regno nelle
mani di Absalom. E così Absalom andò in battaglia con tutto il popolo contro
Davide e il suo esercito, e in quella battaglia Israele rimase sconfitto
dalla gente di Davide e Absalom morì. Dopo di ciò Davide rientrò a
Gerusalemme con tutta la sua gente e continuò a regnare sopra Israele. |
E perchè il re Roboamo prese la decisione
di dare retta allo stolto consiglio dei giovani anziché a quello saggio degli
anziani? Perchè così volle Dio affinchè il regno fosse diviso in due, e una
parte andasse a Geroboamo come aveva innanzi predetto Dio tramite il profeta,
secondo che è scritto: "Roboamo andò a Sichem, perché tutto Israele era
venuto a Sichem per farlo re. Quando Geroboamo, figliuolo di Nebat, ebbe di
ciò notizia, si trovava ancora in Egitto, dov’era fuggito per scampare dal re
Salomone; stava in Egitto, e quivi lo mandarono a chiamare. Allora Geroboamo
e tutta la raunanza d’Israele vennero a parlare a Roboamo, e gli dissero:
‘Tuo padre ha reso duro il nostro giogo; ora rendi tu più lieve la dura
servitù e il giogo pesante che tuo padre ci ha imposti, e noi ti serviremo’.
Ed egli rispose loro: ‘Andatevene, e tornate da me fra tre giorni’. E il
popolo se ne andò. Il re Roboamo si consigliò coi vecchi ch’erano stati al
servizio del re Salomone suo padre mentre era vivo, e disse: ‘Che mi
consigliate voi di rispondere a questo popolo?’ E quelli gli parlarono così:
‘Se oggi tu ti fai servo di questo popolo, se tu gli cedi, se gli rispondi e
gli parli con bontà, ti sarà servo per sempre’. Ma Roboamo abbandonò il
consiglio datogli dai vecchi, e si consigliò coi giovani ch’eran cresciuti
con lui ed erano al suo servizio, e disse loro: ‘Come consigliate voi che
rispondiamo a questo popolo che m’ha parlato dicendo: - Allevia il giogo che
tuo padre ci ha imposto?’ E i giovani ch’erano cresciuti con lui, gli
parlarono così: ‘Ecco quel che dirai a questo popolo che s’è rivolto a te dicendo:
- Tuo padre ha reso pesante il nostro giogo, e tu ce lo allevia! - Gli
risponderai così: - Il mio dito mignolo è più grosso del corpo di mio padre;
ora, mio padre vi ha caricati d’un giogo pesante, ma io lo renderò più
pesante ancora; mio padre vi ha castigati con la frusta, e io vi castigherò
coi flagelli a punte’. Tre giorni dopo, Geroboamo e tutto il popolo vennero
da Roboamo, come aveva ordinato il re dicendo: ‘Tornate da me fra tre
giorni’. E il re rispose aspramente, abbandonando il consiglio che i vecchi
gli aveano dato; e parlò al popolo secondo il consiglio dei giovani, dicendo:
‘Mio padre ha reso pesante il vostro giogo, ma io lo renderò più pesante
ancora; mio padre vi ha castigati con la frusta, e io vi castigherò coi
flagelli a punte’. Così il re non
diede ascolto al popolo; perché questa cosa era diretta dall’Eterno, affinché
si adempisse la parola da lui detta per mezzo di Ahija di Scilo a Geroboamo,
figliuolo di Nebat. E quando tutto il popolo d’Israele vide che il re non
gli dava ascolto, rispose al re, dicendo: ‘Che abbiam noi da fare con Davide?
Noi non abbiam nulla di comune col figliuolo d’Isai! Alle tue tende, o
Israele! Provvedi ora tu alla tua casa, o Davide!’ E Israele se ne andò alle
sue tende. Ma sui figliuoli d’Israele che abitavano nelle città di Giuda,
regnò Roboamo" (1 Re 12:1-17). E si badi che quando la Scrittura dice
che il re non diede ascolto al consiglio degli anziani perchè questa cosa era
diretta dall'Eterno, vuol dire che ciò avvenne per volere di Dio, e difatti
più avanti leggiamo che Dio disse a Roboamo e alla casa di Giuda e a quella
di Beniamino (che avevano preso la decisione di combattere contro la casa
d'Israele): "Non salite a combattere contro i vostri fratelli, i
figliuoli d’Israele! Ognuno se ne torni a casa sua; perché questo è avvenuto per voler mio" (1 Re 12:24) |
Perchè il re Achab prese la decisione di
andare in guerra contro i Siri, durante la quale poi morì? Perchè Dio aveva
messo uno spirito di menzogna in bocca a tutti i suoi profeti, affinchè lo seducessero
e lui andasse a Ramoth di Galaad e vi morisse, secondo che gli disse il
profeta Micaiah: " 'Io ho veduto l’Eterno che sedeva sul suo trono, e
tutto l’esercito del cielo che gli stava dappresso a destra e a sinistra. E
l’Eterno disse: - Chi sedurrà Achab
affinché salga a Ramoth di Galaad e vi perisca? - E uno rispose in un
modo e l’altro in un altro. Allora si fece avanti uno spirito, il quale si
presentò dinanzi all’Eterno, e disse: - Lo sedurrò io. - L’Eterno gli disse:
- E come? - Quegli rispose: - Io uscirò, e sarò spirito di menzogna in bocca
a tutti i suoi profeti. - L’Eterno gli disse: - Sì, riuscirai a sedurlo;
esci, e fa’ così. - Ed ora ecco che l’Eterno ha posto uno spirito di menzogna
in bocca a tutti questi tuoi profeti; ma
l’Eterno ha pronunziato del male contro di te’ " (1 Re 22:19-23) |
Perchè Achazia, re di Giuda, prese la
decisione di andare a trovare Jehoram, re d'Israele, che era ammalato, e in
seguito a quella visita egli fu ucciso? Per volere di Dio, secondo che è
scritto: "Ed Achazia, figliuolo di Jehoram re di Giuda, scese ad Jzreel
a vedere Jehoram, figliuolo di Achab, perché questi era ammalato. Or fu volontà di Dio che Achazia, per sua
rovina, si recasse da Joram; perché, quando fu giunto, uscì con Jehoram
contro Jehu, figliuolo di Nimsci, che l’Eterno aveva unto per sterminare la
casa di Achab; e come Jehu facea giustizia della casa di Achab, trovò i
capi di Giuda e i figliuoli de’ fratelli di Achazia ch’erano al servizio di
Achazia, e li uccise. E fe’ cercare Achazia, che s’era nascosto in Samaria; e
Achazia fu preso, menato a Jehu, messo a morte, e poi seppellito; perché si
diceva: ‘È il figliuolo di Giosafat, che cercava l’Eterno con tutto il cuor
suo’. E nella casa di Achazia non rimase più alcuno che fosse capace di regnare"
(2 Cronache 22:6-9). |
Perchè Amatsia, re di Giuda, prese la
decisione di andare in guerra contro il re di Israele? Perchè Dio aveva
deciso di darglielo nelle mani a motivo della sua ribellione. Ecco infatti
cosa troviamo scritto nelle Cronache: "Allora Amatsia, re di Giuda, dopo
aver preso consiglio, inviò de’ messi a Joas, figliuolo di Joahaz, figliuolo
di Jehu, re d’Israele, per dirgli: ‘Vieni, mettiamoci a faccia a faccia!’ E
Joas, re d’Israele, fece dire ad Amatsia, re di Giuda: ‘Lo spino del Libano
mandò a dire al cedro del Libano: - Da’ la tua figliuola per moglie al mio
figliuolo. - Ma le bestie selvagge del Libano passarono, e calpestarono lo
spino. Tu hai detto: - Ecco, io ho sconfitto gl’Idumei! - e il tuo cuore,
reso orgoglioso, t’ha portato a gloriarti. Stattene a casa tua. Perché
impegnarti in una disgraziata impresa che menerebbe alla ruina te e Giuda con
te?’ Ma Amatsia non gli volle dar
retta; perché la cosa era diretta da Dio affinché fossero dati in man del
nemico, perché avean cercato gli dèi di Edom. Allora Joas, re d’Israele,
salì, ed egli ed Amatsia, re di Giuda, si trovarono a faccia a faccia a
Beth-Scemesh, che apparteneva a Giuda. Giuda rimase sconfitto da Israele, e
que’ di Giuda fuggirono, ognuno alla sua tenda. E Joas, re d’Israele, fece
prigioniero a Beth-Scemesh Amatsia, re di Giuda, figliuolo di Joas, figliuolo
di Joahaz; lo menò a Gerusalemme, e fece una breccia di quattrocento cubiti
nelle mura di Gerusalemme, dalla porta di Efraim alla porta dell’angolo. E
prese tutto l’oro e l’argento e tutti i vasi che si trovavano nella casa di
Dio in custodia di Obed-Edom, e i tesori della casa del re; prese pure degli
ostaggi, e se ne tornò a Samaria" (2 Cronache 25:17-24). |
Ora, questi ultimi tre esempi di re che
hanno preso queste decisioni che si sono rivelate dannose per loro, non
confermano forse che da Dio dipendono chi erra e chi fa errare (cf. Giobbe
12:16)? E non confermano anche pienamente la Scrittura che dice: "Il
cuore del re, nella mano dell’Eterno, è come un corso d’acqua; egli lo volge
dovunque gli piace" (Proverbi 21:1), scrittura peraltro che si può
prendere anche nel caso delle decisioni giuste prese dalle autorità? |
Perchè i Filistei e gli Arabi attaccarono
il regno di Giuda, al tempo del re Jehoram? La risposta ce la dà la Scrittura
che dice: "E l’Eterno risvegliò
contro Jehoram lo spirito de’ Filistei e degli Arabi, che confinano con
gli Etiopi; ed essi salirono contro Giuda, l’invasero, e portaron via tutte
le ricchezze che si trovavano nella casa del re, e anche i suoi figliuoli e
le sue mogli, in guisa che non gli rimase altro figliuolo se non Joachaz,
ch’era il più piccolo" (2 Cronache 21:16-17). Notate che fu Dio a
mettere in cuore ai Filistei e agli Arabi di invadere Giuda e fare quello che
fecero; e tutto ciò affinché si adempissero le parole di giudizio che il
profeta Elia aveva fatto pervenire al re in uno scritto. |
Perchè il re Nebucadnetzar prese la
decisione di distruggere l'antica città di Tiro? Non fu forse per volere di
Dio? Ascoltate quello che dice il profeta Ezechiele: “E il ventisettesimo
anno, il primo mese, il primo giorno del mese, la parola dell’Eterno mi fu
rivolta, in questi termini: ‘Figliuol d’uomo, Nebucadnetsar, re di Babilonia,
ha fatto fare al suo esercito un duro servizio contro Tiro; ogni testa n’è
divenuta calva, ogni spalla scorticata; e né egli né il suo esercito hanno
ricavato da Tiro alcun salario del servizio ch’egli ha fatto contro di essa.
Perciò così parla il Signore, l’Eterno: Ecco, io do a Nebucadnetsar, re di
Babilonia, il paese d’Egitto; ed egli ne porterà via le ricchezze, lo
spoglierà d’ogni sua spoglia, vi prederà ciò che v’è da predare, e questo
sarà il salario del suo esercito. Come
retribuzione del servizio ch’egli ha fatto contro Tiro, io gli do il paese
d’Egitto, poiché han lavorato per me, dice il Signore, l’Eterno"
(Ezechiele 29:17-20). Da queste parole che Dio rivolse al profeta Ezechiele
(come anche da altre rivolte al profeta Geremia) emerge in maniera evidente
il fatto che il re Nebucadnetsar assieme al suo esercito furono usati da Dio
per infliggere castighi alle nazioni del tempo. Non dovete infatti mai
dimenticare che Dio è chiamato nei salmi “Colui che castiga le nazioni”
(Salmo 94:10), il che significa che Lui punisce i popoli che sono sulla
terra. E come lo fà? In diverse maniere, una delle quali è quella di mandare
contro di loro eserciti stranieri per distruggerli. Lo so, tutto questo a
molti sembra inverosimile per diverse ragioni, ma noi riteniamo che la Parola
di Dio sia verità e non possa mentire in alcuna maniera, e perciò accettiamo
anche questa parte della Scrittura. Nel caso di Nebucadnetsar e del suo
esercito, Dio disse che essi avevano lavorato per lui, e siccome che dal duro
servizio che avevano fatto contro Tiro non avevano ricavato alcun salario,
Dio gli diede nelle mani l’Egitto le cui ricchezze e le cui spoglie sarebbero
state il salario di Dio per loro. In questo modo di agire di Dio vediamo
manifestata la sua giustizia perché Lui oltre che a non lasciare impunite le
nazioni retribuisce pure materialmente gli eserciti di cui si usa per
infliggere i suoi giusti castighi contro di esse. |
E che dire della decisione di Giuda
Iscariota di tradire il Signore Gesù? Non fu anch'ella presa perchè così Dio
aveva decretato innanzi, secondo che disse Gesù ai suoi discepoli: "Perché sia adempita la Scrittura,
colui che mangia il mio pane, ha levato contro di me il suo calcagno"
Giovanni 13:18)? |
E passiamo anche alla decisione di Ponzio
Pilato di liberare Barabba e di far flagellare e crocifiggere Gesù: non fu
anch'ella una decisione decretata e voluta da Dio, secondo che è scritto:
"E invero in questa città, contro
al tuo santo Servitore Gesù che tu hai unto, si son raunati Erode e Ponzio
Pilato, insiem coi Gentili e con tutto il popolo d’Israele, per far tutte le cose che la tua mano e
il tuo consiglio aveano innanzi determinato che avvenissero" (Atti
4:27-28)? |
E fino a qua ho parlato di decisioni
sbagliate già prese da uomini, ma ce ne sono delle altre che devono ancora
essere prese per volere di Dio. |
Ecco per esempio quello che Dio dice in
Ezechiele: "E la parola dell’Eterno mi fu rivolta, in questi termini:
‘Figliuol d’uomo, volgi la tua faccia verso Gog del paese di Magog, principe
sovrano di Mescec e di Tubal, e profetizza contro di lui, e di’: Così parla
il Signore, l’Eterno: Eccomi da te, o Gog, principe sovrano di Mescec e di
Tubal! Io ti menerò via, ti metterò
degli uncini nelle mascelle e ti trarrò fuori, te e tutto il tuo esercito,
cavalli e cavalieri, tutti quanti vestiti pomposamente, gran moltitudine con
targhe e scudi, tutti maneggianti la spada; e con loro Persiani, Etiopi e
gente di Put, tutti con scudi ed elmi. Gomer e tutte le sue schiere, la casa
di Togarma dell’estremità del settentrione e tutte le sue schiere, de’ popoli
numerosi saranno con te. Mettiti in ordine, prepàrati, tu con tutte le
tue moltitudini che s’adunano attorno a te, e sii tu per essi colui al quale
si ubbidisce. Dopo molti giorni tu
riceverai l’ordine; negli ultimi anni verrai contro il paese sottratto
alla spada, contro la nazione raccolta di fra molti popoli, sui monti
d’Israele, che sono stati per tanto tempo deserti; ma, tratta fuori di fra i
popoli, essa abiterà tutta quanta al sicuro. Tu salirai, verrai come un
uragano; sarai come una nuvola che sta per coprire il paese, tu con tutte le
tue schiere e coi popoli numerosi che son teco. Così parla il Signore,
l’Eterno: In quel giorno, de’ pensieri
ti sorgeranno in cuore, e concepirai un malvagio disegno. Dirai: - Io
salirò contro questo paese di villaggi aperti; piomberò su questa gente che
vive tranquilla ed abita al sicuro, che dimora tutta in luoghi senza mura, e
non ha né sbarre né porte. Verrai per far bottino e predare, per stendere la
tua mano contro queste ruine ora ripopolate, contro questo popolo raccolto di
fra le nazioni, che s’è procurato bestiame e facoltà, e dimora sulle alture
del paese. Sceba, Dedan, i mercanti di Tarsis e tutti i suoi leoncelli ti
diranno: - Vieni tu per far bottino? Hai tu adunato la tua moltitudine per predare,
per portar via l’argento e l’oro, per pigliare bestiame e beni, per fare un
gran bottino? - Perciò, figliuol d’uomo, profetizza, e di’ a Gog: Così parla
il Signore, l’Eterno: In quel giorno, quando il mio popolo d’Israele dimorerà
al sicuro, tu lo saprai; e verrai dal luogo dove stai, dall’estremità del
settentrione, tu con de’ popoli numerosi teco, tutti quanti a cavallo, una
grande moltitudine, un potente esercito; e salirai contro il mio popolo
d’Israele, come una nuvola che sta per coprire il paese. Questo avverrà alla fine de’ giorni: io ti condurrò contro il mio
paese affinché le nazioni mi conoscano, quand’io mi santificherò in te sotto
gli occhi loro, o Gog! Così parla il Signore, l’Eterno: Non sei tu quello
del quale io parlai ai tempi antichi mediante i miei servi, i profeti
d’Israele, i quali profetarono allora per degli anni che io ti farei venire
contro di loro? In quel giorno, nel giorno che Gog verrà contro la terra
d’Israele, dice il Signore, l’Eterno, il mio furore mi monterà nelle narici;
e nella mia gelosia, e nel fuoco della mia ira, io lo dico, certo, in quel
giorno, vi sarà un gran commovimento nel paese d’Israele: i pesci del mare,
gli uccelli del cielo, le bestie de’ campi, tutti i rettili che strisciano
sul suolo e tutti gli uomini che sono sulla faccia della terra, tremeranno
alla mia presenza; i monti saranno rovesciati, le balze crolleranno, e tutte
le mura cadranno al suolo. Io chiamerò contro di lui la spada su tutti i miei
monti, dice il Signore, l’Eterno; la spada d’ognuno si volgerà contro il suo
fratello. E verrò in giudizio contro di lui, con la peste e col sangue; e
farò piovere torrenti di pioggia e grandine, e fuoco e zolfo su lui, sulle
sue schiere e sui popoli numerosi che saranno con lui. Così mi magnificherò e
mi santificherò e mi farò conoscere agli occhi di molte nazioni, ed esse
sapranno che io sono l’Eterno" (Ezechiele 38:1-23). In queste parole di
Dio è predetto un avvenimento di grande portata che succederà alla fine dei
giorni per espressa volontà di Dio. Dio volgerà il cuore di Gog, principe
sovrano di Mescec e Tubal, e dei Persiani, e degli Etiopi e della gente di
Put, di Gomer e di Togarma che si trova all’estremo settentrione, contro il
suo popolo Israele che in quei giorni vivrà tranquillo; infatti Egli farà sì
che il cuore di Gog concepisca un malvagio disegno contro il suo popolo e che
molti popoli si alleino con lui per eseguire questo disegno. Sarà veramente
Dio a condurre Gog contro il paese d’Israele perché egli ha detto a Gog: “Io
ti condurrò contro il mio paese” (Ezechiele 38:16); e tutto ciò per
manifestare la sua gloria nel cospetto delle nazioni, per magnificarsi e per
santificarsi e per farsi conoscere agli occhi di molte nazioni, come lui ha
detto. In che maniera? Venendo in giudizio contro di lui e l’esercito potente
che sarà con lui quando questi si troveranno sui monti del suo paese. Dio
farà volgere la spada dell’uno contro l’altro, li colpirà con la peste, e
farà piovere su loro torrenti di pioggia e grandine, e fuoco e zolfo. Che
dire? Diremo ancora una volta che Dio fa tutto quello che gli piace con gli
uomini che sono sulla terra: diremo che come Dio indurò il cuore di Faraone e
dei suoi servitori volgendolo contro Israele
per eseguire quei tremendi castighi contro l’Egitto e farsi conoscere
dagli Egiziani, così alla fine dei giorni Dio opererà in una maniera simile
con Gog e tanti altri sempre per farsi conoscere. |
Altra importante decisione che prenderanno
gli uomini per volere di Dio, è quella trascritta nel libro dell'Apocalisse e che prenderanno i dieci
re che non hanno ancora ricevuto regno e la bestia. Ora, Giovanni in visione
vide una donna che sedeva sopra una bestia di colore scarlatto, piena di nomi
di bestemmia e avente sette teste e dieci corna. E la donna era vestita di porpora
e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di perle; aveva in mano un
calice d’oro pieno di abominazioni e delle immondizie della sua fornicazione,
e sulla fronte aveva scritto un nome: Mistero, Babilonia la grande, la madre
delle meretrici e delle abominazioni della terra. L’angelo che nello Spirito
lo aveva trasportato nel deserto per fargli vedere tutto ciò gli spiegò il
mistero della donna e della bestia che aveva sette teste e dieci corna.
L’angelo gli disse che la donna “è la
gran città che impera sui re della terra” (Apocalisse 17:18); “le sette teste
sono sette monti sui quali la donna siede; e sono anche sette re: cinque sono
caduti, uno è, e l’altro non è ancora venuto; e quando sarà venuto, ha da
durare poco. E la bestia che era, e non è, è anch’essa un ottavo re, e viene
dai sette, e se ne va in perdizione. E le dieci corna che hai vedute sono
dieci re, che non hanno ancora ricevuto regno; ma riceveranno potestà, come
re, assieme alla bestia, per un'ora. Costoro hanno uno stesso pensiero e
daranno la loro potenza e la loro autorità alla bestia. Costoro
guerreggeranno contro l’Agnello, e l’Agnello li vincerà, perché Egli è il
Signor dei signori e il Re dei re; e vinceranno anche quelli che sono
con lui, i chiamati, gli eletti e fedeli”
(Apocalisse 17:9-14). Quello su cui voglio che prestiate attenzione è che
sarà Dio a mettere in cuore a tutti
questi re di distruggere la gran città che impera sui re della terra, e sarà
sempre Dio a dare ai dieci re un
medesimo pensiero e a fare loro dare alla bestia il loro regno (e badate che
costoro uniti combatteranno contro Gesù Cristo quando questi tornerà dal
cielo); infatti è scritto: “Le dieci corna che hai vedute e la bestia
odieranno la meretrice e la renderanno desolata e nuda, e mangeranno le sue
carni e la consumeranno col fuoco. Poiché
Iddio ha messo in cuor loro di eseguire il suo disegno, e di avere un
medesimo pensiero e di dare il loro regno alla bestia finché le parole di Dio
siano adempite” (Apocalisse 17:16-17). |
Per terminare questa parte sulle decisioni
vorrei dire questo: badate bene che quantunque la Bibbia ci insegna quanto ho
dimostrato sino a qua, noi siamo responsabili delle nostre scelte o
decisioni, e per esse dovremo un giorno rendere conto a Dio, e quindi
dobbiamo badare a noi stessi sforzandoci di prendere decisioni giuste e non
decisioni sbagliate altrimenti ne porteremo la pena. E per prendere decisioni
giuste dobbiamo essere avveduti ed intendere bene quale sia la volontà di Dio
verso di noi. Ecco perchè l'apostolo Paolo ci ha comandato: "Guardate
dunque con diligenza come vi conducete; non da stolti, ma da savî;
approfittando delle occasioni, perché i giorni sono malvagi. Perciò non siate
disavveduti, ma intendete bene quale sia la volontà del Signore"
(Efesini 5:15-17). Nessuno vi seduca dunque con vani ragionamenti, e nessuno
di voi si illuda. |
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Parte
3- Le manipolazioni apportate dalle ADI ai libri
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Alla luce di quanto dicono le ADI contro il
destino decretato ed attuato da Dio, e quindi contro la Sua sovranità,
dunque, non c'è di che meravigliarsi se quando traducono un libro, tolgono
parole e verbi o frasi intere che hanno a che fare con la sovranità di Dio, o
le rimpiazzano con parole loro, distorcendo così il pensiero dell'autore del
libro. |
Ecco a cosa mi riferisco: |
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Libro di Charles Spurgeon 'Solo per Grazia'
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Sovrano e sovranità: parole scomode
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Spurgeon dice: ‘God,
the infinitely just Sovereign, knows that there is not a just man upon earth
that doeth good and sinneth not, and therefore, in the infinite sovereignty
of His divine nature and in the splendor of His ineffable love, He undertakes
the task, not so much of justifying the just as of justifying the ungodly’
(All of Grace - AOG, versione pdf, pag. 5-6). |
La traduzione è: ‘Dio, l’infinitamente
giusto Sovrano, sa che non c’è un uomo giusto sulla terra che fa il bene
e non pecca, e quindi, nella infinita sovranità della Sua divina natura e
nello splendore del suo ineffabile amore, Egli intraprende il compito non
tanto di giustificare il giusto quanto di giustificare l’empio’. |
Le ADI hanno messo così: ‘Dall’alto
della Sua giustizia perfetta, il Signore sa che non esiste alcun uomo che sia esente dal peccato,
quindi, nello splendore del Suo amore ineffabile, Egli si assume non
soltanto il compito di giustificare il giusto, ma, soprattutto, quello di difendere
chi è trovato mancante’ (Solo per Grazia, ADI-Media, seconda edizione
2002, pag. 13 - SPG ). |
Come si può vedere, le ADI hanno sostituito
‘Dio l’infinitamente giusto Sovrano’ con ‘il Signore, dall’alto
della sua giustizia perfetta’; poi hanno fatto sparire ‘la infinita
sovranità della natura divina di Dio’, che li disturbava in quanto
l’espressione ‘sovranità di Dio’ può far pensare ad un Dio che fa quello che
vuole Lui, e quindi che fa misericordia a chi vuole Lui e indura chi vuole
Lui, e quindi può indurre a pensare che la salvezza non dipende dalla volontà
dell’uomo o dal suo ‘libero arbitrio’; ed infine hanno cambiato l’espressione
del compito intrapreso da Dio ‘di giustificare l’empio’, dicendo che
Dio si assume il compito di ‘difendere chi è trovato mancante’! Giudicate voi. |
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L’elezione e la predestinazione sparite
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Spurgeon afferma: ‘In
the first place, nobody else but God would ever have thought of justifying
those who are guilty. They have lived in open rebellion; they have done evil
with both hands; they have gone from bad to worse; they have turned back to
sin even after they have smarted for it, and have therefore for a while been
forced to leave it. They have broken the law, and trampled on the gospel.
They have refused proclamations of mercy, and have persisted in ungodliness.
How can they be forgiven and justified? Their fellowmen, despairing of them,
say, "They are hopeless cases." Even Christians look upon them with
sorrow rather than with hope. But not so their God. He, in the splendor of
his electing grace having chosen some of them before the foundation of the
world, will not rest till He has justified them, and made them to be accepted
in the Beloved. Is it not written, "Whom he did predestinate, them he
also called: and whom he called them he also justified: and whom he
justified, them he also glorified"? Thus you see there are some whom the
Lord resolves to justify: why should not you and I be of the number? None but
God would ever have thought of justifying me. I
am a wonder to myself. ’ (AOG, pag. 10). |
La traduzione è: ‘In primo luogo, nessuno
altro tranne Dio avrebbe mai pensato di giustificare coloro che sono
colpevoli. Essi sono vissuti in aperta ribellione; essi hanno fatto il male
con ambedue le mani; sono andati di male in peggio; essi sono tornati al
peccato persino dopo che hanno sofferto per [a cagione di] esso, e sono stati
quindi per un po’ costretti a lasciarlo. Essi hanno violato la legge, e
calpestato il vangelo. Essi hanno rigettato le proclamazioni di misericordia,
ed hanno persistito nell’empietà. Come possono essere perdonati e
giustificati? I loro simili, disperando per loro, dicono: ‘Essi sono dei casi
senza speranza’. Persino i Cristiani guardano a loro con dolore piuttosto che
con speranza. Ma non così fa il loro Dio. Egli, nello splendore della sua
grazia che elegge, avendo scelto alcuni di essi prima della fondazione
del mondo, non avrà riposo fino a quando non li avrà giustificati e fatti accettare
[letteralmente: fatti essere accettati] nell’Amato. Non è forse scritto:
“Quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati,
li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure
glorificati”? Così voi vedete che ci sono alcuni che il Signore decide di
giustificare: perché non dovremmo tu ed io far parte del numero?’ Nessuno
all’infuori di Dio avrebbe mai pensato di giustificare me. Io sono una
meraviglia a me stesso’. |
Le ADI hanno messo così: ‘Nessun altro, se
non Dio, avrebbe mai pensato di giustificare coloro che sono colpevoli.
Costoro sono vissuti in aperta ribellione, hanno fatto il male a piene mani,
sono caduti sempre più in basso, sono tornati al peccato persino
immediatamente dopo averne subito le conseguenze ed essere stati costretti ad
abbandonarlo, almeno per un po’. Hanno infranto la legge e calpestato
l’Evangelo. Hanno rifiutato la misericordia e hanno perseverato nell’empietà.
Come possono essere giustificati e perdonati? I loro simili, disperando per
loro, affermano: ‘Sono casi impossibili’. Persino i cristiani li guardano con
dolore più che con speranza. Ma il loro Dio non fa così. Egli li ha
conosciuti prima della fondazione del mondo, e non avrà riposo fin quando
non li avrà giustificati e resi tali da essere accettati in Cristo Gesù’.
Nessuno, tranne Dio, avrebbe pensato di giustificare proprio me. Sono il
primo a meravigliarmene (SPG, pag. 24). |
Ora, come si può vedere, le ADI hanno
scompigliato il pensiero di Spurgeon, e fatto sparire l’elezione e la
predestinazione da lui enunciate. Notate infatti che dove Spurgeon ha parlato
di elezione, di scelta da parte di Dio di alcuni tra la massa degli empi –
elezione che risale a prima della fondazione del mondo - per giustificarli,
dicendo ‘nello splendore della sua grazia che elegge, avendo scelto alcuni
di essi prima della fondazione del mondo’, le ADI hanno ASTUTAMENTE
inserito la preconoscenza dicendo ‘Egli li ha conosciuti prima della
fondazione del mondo’, di cui Spurgeon non ha parlato per niente in questa
circostanza. E poi hanno eliminato la parte dove Spurgeon cita un passo di
Paolo ai Romani dove è dichiarata la giustificazione soltanto di coloro che
Dio ha predestinati: “Quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; e
quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati; e quelli che ha
giustificati, li ha pure glorificati” (Romani 8:30), come anche le parole
di Spurgeon secondo cui Dio decide di salvare solo un certo numero di
persone: ‘Voi vedete che ci sono alcuni che il Signore decide di
giustificare: perché non dovremmo tu ed io far parte del numero?’ |
Che dire? Io ritengo che basterebbe solo
questa manomissione per dimostrare la disonestà e l’infedeltà da parte di
quelli di ADI-Media verso questa opera letteraria di Spurgeon, ma soprattutto
verso la verità, perché qui Spurgeon ha detto la verità. |
Mi si spezza il cuore nel vedere quello che
hanno fatto quelli di ADI-Media, veramente mi si spezza il cuore, perché essi
hanno contraffatto il pensiero di Spurgeon, e quindi chi legge questo libro
pensa che Spurgeon credeva e parlava come le ADI, quando non è affatto così. |
Hanno avuto la sfacciataggine di togliere
da questo libro i riferimenti più chiari ed evidenti che Spurgeon ha fatto in
tutto il libro sull’elezione e sulla predestinazione. In queste poche righe,
lui era riuscito a riassumere il suo pensiero sull’elezione e sulla
predestinazione, ma le ADI con la loro diabolica scure le hanno tolte di
mezzo. Ah, che non ci vengano a dire che alla fin fine anche Spurgeon credeva
e diceva che gli eletti sono stati conosciuti da Dio prima della fondazione
del mondo, perché il punto non è se Spurgeon ci credeva o meno, ma se
Spurgeon qua ne ha parlato o meno, e qui lui non ha parlato proprio del fatto
che Dio ha preconosciuto alcuni, ma ha parlato del fatto che Dio ha eletto o
scelto alcuni prima della fondazione del mondo, e li ha predestinati ad
essere giustificati. |
E poi, dato che siamo in tema, sia chiaro a
tutti che Spurgeon combatteva la spiegazione che danno le ADI alla
preconoscenza di Dio nei confronti dei credenti, infatti egli affermò che
alcuni ‘insistono in modo noioso sulla preconoscenza del nostro ravvedimento
e della nostra fede, e dicono che ‘l’elezione è secondo la preconoscenza di
Dio’, che è una dichiarazione molto scritturale, ma essi danno una
interpretazione molto non scritturale ad essa. Avanzando per lenti gradi,
essi poi asseriscono che Dio preconobbe la fede e le opere buone del suo
popolo. |
Indubbiamente vero, dato che egli
preconobbe ogni cosa; ma poi arriva la loro infondata deduzione, cioè, che
quindi il Signore ha scelto il suo popolo perché egli preconobbe che
sarebbero stati credenti. E’ indubbiamente vero che i meriti [o pregi]
preconosciuti non sono le ragioni dell’elezione, dato che vi ho mostrato che
il Signore preconobbe tutto il nostro peccato; e sicuramente se c’era
abbastanza virtù nella nostra fede e bontà da costringerlo a sceglierci, ci
sarebbe stato abbastanza demerito nelle nostre opere cattive da costringerlo
a rigettarci; cosicchè se voi fate operare la preconoscenza in una direzione,
voi dovete anche prenderla nell’altra direzione, e voi percepirete presto che
non avrebbe potuto essere in base ad alcuna cosa buona o cattiva in noi che
noi fummo eletti, ma in base al proponimento della sua propria volontà,
secondo che è scritto: “Farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò pietà di
chi vorrò aver pietà’ (779.621). |
Tratto da qua: http://www.reformationtheology.com/2006/02/c_h_spurgeon_quotes_on_the_doc.php |
Quindi, anche quando le ADI fanno dire a
Spurgeon ‘Egli li ha conosciuti prima della fondazione del mondo’, è
vero che non gli fanno dire una menzogna, perché Spurgeon questo lo
affermava, ma gli mettono in bocca una frase che nelle ADI interpretano tutti
nella maniera sbagliata che sappiamo molto bene (cioè dicendo che Dio sapeva
che noi avremmo creduto, e ci scelse in base a questa sua preconoscenza) e
che come vi ho appena dimostrato Spurgeon rigettava. E quindi la conclusione
è che comunque sia, quelli di ADI-Media con questa manomissione hanno voluto
ingannare i fratelli che frequentano le Chiese ADI, perché appena un credente
che frequenta le ADI legge queste parole, il suo primo pensiero va alla
errata interpretazione che gli danno i pastori ADI. E che questo è il fine
che si sono proposti quelli di ADI-Media è evidente dal fatto che poco più in
là, hanno CANCELLATO tutta questa parte: ‘Non è forse scritto: “Quelli che
ha predestinati, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati, li ha pure
giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati”? Così voi
vedete che ci sono alcuni che il Signore decide di giustificare: perché non
dovremmo tu ed io far parte del numero?’ |
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Omissione e manomissione che concernono la
fede
|
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Spurgeon afferma: ‘Remember
this; or you may fall into error by fixing your minds so much upon the faith
which is the channel of salvation as to forget the grace which is the
fountain and source even of faith itself. Faith is the work of God's grace in
us. No man can say that Jesus is the Christ but by the Holy Ghost. "No
man cometh unto me," saith Jesus, "except the Father which hath
sent me draw him." So that faith, which is coming to Christ, is the
result of divine drawing’ (AOG, pag. 22). |
La traduzione è: ‘Ricordatevi di questo, o
altrimenti potreste cadere nell’errore fissando le vostre menti così tanto
sulla fede, che è il canale della salvezza, da dimenticare la grazia che è la
fonte e la sorgente persino della fede stessa. La fede è l’opera della
grazia di Dio in noi. Nessun uomo può dire che Gesù è il Cristo se non
per lo Spirito Santo. ‘Nessun uomo viene a me’, disse Gesù, ‘se il Padre che
mi ha mandato non lo attira’’. Così quella fede, che è venire (o che
consiste nel venire) a Cristo, è il risultato di [una] attrazione divina’. |
Le ADI hanno messo così: ‘Ricordatelo bene,
altrimenti potresti cadere nell’errore di concentrare la mente sulla fede –
che è il canale della salvezza – al punto di dimenticare la grazia di Dio,
che è in realtà la sorgente e la fonte della fede stessa. Nessun uomo può
dire che Gesù è il Cristo se non per opera dello Spirito Santo. ‘Nessuno
viene a me’, disse Gesù, ‘se il Padre non lo attiri’. |
Quindi quella fede, che conduce ai piedi
di Cristo, è il risultato dell’opera di Dio, che ci attira a Sé per
l’azione dello Spirito Santo, e grazie [al] nostro arrendimento a Lui’
(SPG, pag. 48). |
Avete notato cosa hanno combinato le ADI?
Hanno fatto sparire la frase ‘La fede è l’opera della grazia di Dio in
noi’, e fatto dire a Spurgeon che quella fede conduce ai piedi di Cristo,
quando lui ha detto che quella fede consiste nel venire a Cristo.
Perché tutto ciò, voi direte? |
Semplice, perché in questa maniera i
lettori non leggeranno che il venire a Cristo è l’opera della grazia di Dio
nell’uomo. Se le ADI avessero tradotto tutto correttamente, siccome nella
Bibbia è scritto che Dio farà grazia a chi vuole fare grazia, i lettori
avrebbero potuto capire giustamente che quindi a Cristo vanno solo coloro a
cui Dio vuole fare grazia, ma le ADI è proprio questo che non vogliono che i
credenti sappiano o capiscano. |
Notate inoltre che le ADI hanno fatto dire
a Spurgeon addirittura che Dio ci attira a Sé, quando invece Dio ci attira a
Cristo, e poi che questo lo fa non solo per l’azione dello Spirito Santo, ma
anche grazie al nostro arrendimento a Lui! Sì proprio così, le ADI
sono riuscite a far dire a Spurgeon, ma soprattutto alla Bibbia, che noi
andiamo a Cristo anche grazie al nostro arrendimento a Lui! Come se il nostro
andare a Cristo non fosse stato frutto esclusivamente dell’opera di
attrazione compiuta da Dio. Scandaloso! |
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‘Il Signore ha operato in noi il volere e
l’operare’ è diventato ‘il Signore ha compiuto in noi un lavoro
soprannaturale’
|
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Spurgeon afferma: ‘We
repent and believe, though we could do neither if the Lord did not enable us.
We forsake sin and trust in Jesus, and then we perceive that the Lord has
wrought in us to will and to do of His own good pleasure’ (AOG, pag. 46). |
La traduzione è: ‘Noi ci ravvediamo e
crediamo, sebbene non potremmo fare nessuna delle due cose se il Signore
non ci mettesse in grado [o se non ci rendessi capaci]’. Noi abbandoniamo
il peccato e confidiamo in Gesù, e poi percepiamo che il Signore ha
operato in noi il volere e l’operare per la sua propria buona volontà’. |
Le ADI hanno messo così: ‘Noi ci ravvediamo
e crediamo, per quanto non potremmo mai farlo senza l’intervento del Signore.
Abbandoniamo il peccato e confidiamo in Gesù, allora percepiremo che il
Signore ha compiuto in noi un lavoro soprannaturale, secondo la Sua
volontà’ (SPG, pag. 94). |
Ora, notate innanzi tutto come le ADI hanno
fatto sparire sia il fatto che Spurgeon dice che noi abbiamo potuto
ravvederci e credere perché Dio ci ha reso capaci di fare ambedue queste
cose, e poi il fatto che noi abbiamo abbandonato il peccato e posto la nostra
fiducia in Cristo perché il Signore ci ha fatto volere e fatto fare ambedue
le cose secondo il beneplacito della sua volontà, perché è questo il
significato di ‘il Signore ha operato in noi il volere e l’operare per la sua
propria buona volontà’. La ragione di tutto ciò è evidente: nascondere ai
lettori che Spurgeon non credeva e insegnava affatto quello che insegnano le
ADI a tal proposito, perché egli giustamente insegnava che Dio concede il
ravvedimento e la fede solo a coloro che Lui ha preordinato a vita eterna,
escludendo gli altri, e questo in base al beneplacito della sua volontà. E
quindi se un peccatore ad un certo punto vuole ravvedersi e si ravvede, vuole
credere e crede in Gesù, lo fa perché Dio opera in lui il volere e l’operare
perché così Egli ha innanzi decretato di fare. |
Ora, vorrei farvi notare che l’espressione
di Spurgeon ‘il Signore ha operato in noi il volere e l’operare per la sua
propria buona volontà’, si fonda su queste parole di Paolo ai Filippesi:
“Poiché Dio è quel che opera in voi il volere e l’operare, per la sua
benevolenza” (Filippesi 2:13), e difatti queste parole nella versione inglese
che usava Spurgeon sono scritte così: “For it is God which worketh in you
both to will and to do of his good pleasure” (Philippians 2:13). Notate come le parole di Spurgeon ‘in us to
will and to do of His own good pleasure’ sono praticamente identiche a quelle
di Paolo: “in you both to will and to do of his good pleasure”. Queste
sono parole citate spesso sia direttamente che indirettamente da tutti coloro
che credono nella predestinazione, in quanto confermano che il volere andare
a Gesù dipende da Dio (cioè dal beneplacito della sua volontà) e non è
qualcosa che dipende dall’uomo o dal suo libero arbitrio come dicono le ADI. |
A questo punto vorrei domandarvi: ‘Poniamo
il caso che la lettera ai Filippesi Paolo l’avesse scritta in un inglese del
XVII secolo, perché la Bibbia usata da Spurgeon era la Versione del Re
Giacomo che fu pubblicata in quel secolo, non vi pare che quelle parole di
Paolo ‘“For it is God which worketh in you both to will and to do of his good
pleasure” non possono essere tradotte ‘Poiché Dio è quel che compie in voi un
lavoro soprannaturale’ ma per forza di cose così: ‘“Poiché Dio è quel che
opera in voi il volere e l’operare, per la sua benevolenza”? Non c’è un
alternativa, perché quello è il significato. Come mai allora le ADI hanno
pensato di tradurre quelle parole di Spurgeon in quella maniera sbagliata? Lo
ripeto, perché loro odiano la dottrina biblica della predestinazione, che fa
dipendere la salvezza non dalla volontà di colui che viene chiamato, ma dalla
volontà di Colui che chiama; e quindi per evitare a tutti i costi che i
membri delle ADI potessero collegare quelle parole di Spurgeon a quelle di
Paolo, le hanno fatte sparire. |
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La parola ‘destino’ è diventata ‘futuro’
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Spurgeon afferma: ‘Our
destiny is linked with that of our Lord, and until He can be destroyed it is |
not possible that
we should perish’ (AOG, pag. 64). |
La traduzione è: ‘Il nostro destino è
collegato a quello del nostro Signore, e fino a quando Egli non potrà essere
distrutto non è possibile che noi periamo’. |
Le ADI hanno messo così: ‘Il nostro futuro
è legato a quello del nostro Signore, e, poiché Egli non può essere
annientato, allo stesso modo noi non periremo’ (SPG, pag. 128). |
Dunque il destino in cui credeva Spurgeon è
sparito, ed è stato rimpiazzato con il futuro; d’altronde per le ADI non
esiste il destino e quindi non può esistere neppure nel libro di Spurgeon! E
poi notate che Spurgeon afferma in maniera categorica che un credente non può
perire, mentre le ADI hanno modificato la frase di Spurgeon. |
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Libro di Charles Spurgeon 'Meditazioni del mattino e
della sera'
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14 Gennaio (Mattino) – ‘Cristo è capace di
far ravvedere gli uomini’ è sparito
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Spurgeon afferma: ‘Christ
is not only “mighty to save” those who repent, but he is able to make men
repent’. |
La traduzione è: ‘Cristo non è soltanto
‘potente a salvare’ coloro che si ravvedono, ma è anche capace di far
ravvedere gli uomini’. |
Questa affermazione è sparita. Doveva
trovarsi dopo ‘… tutta l’opera della grazia’ (Meditazioni del mattino e della
sera, ADI-Media, Seconda Ristampa, 2009, pag. 32 - da ora in poi MMS). La
ragione di questa sparizione è perché le ADI non fanno dipendere il
ravvedimento degli uomini dalla volontà di Dio ma dalla volontà degli uomini,
e quindi questa frase andava eliminata. La Bibbia lo dice chiaramente che è
Dio a concedere all’uomo di ravvedersi, e quindi non dipende dalla volontà
dell’uomo. Leggi Atti 5:31; 11:18 e 2 Timoteo 2:25. |
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14 Gennaio (Mattino) – Bisogna nascondere
che il credere è opera divina e che Cristo può costringere un uomo a
inginocchiarsi davanti a Lui
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Spurgeon afferma: ‘He
will carry those to heaven who believe; but he is, moreover, mighty to give
men new hearts and to work faith in them. He is mighty to make the man who
hates holiness love it, and to constrain the despiser of his name to bend the
knee before him’. |
La traduzione è: ‘Egli porterà in cielo
coloro che credono; ma egli, inoltre, è potente a dare agli uomini un nuovo
cuore e ad operare la fede in loro. Egli è potente a fare sì che
l’uomo che odia la santità si metta ad amarla, e a costringere colui che
disprezza il suo nome a piegare le ginocchia davanti a lui’. |
Le ADI hanno messo così: ‘Cristo porterà in
cielo coloro che credono; ma è anche in grado di donare un cuore nuovo a
chi va a Lui per fede trasformandolo radicalmente. Egli può far amare la
santità all’uomo che la odia, e far inginocchiare davanti a Lui colui
che prima disprezzava il Suo nome’ (MMS, pag. 32). |
Le ADI hanno così voluto nascondere che la fede
o il credere in Cristo è l’opera di Dio nell’uomo, e poi che Cristo è potente
a costringere un uomo - sì, costringere, perché il verbo ‘To costrain’ usato
da Spurgeon ha proprio questo significato - a piegarsi davanti a Cristo. Non
lo ha forse fatto con Saulo da Tarso? Ma purtroppo le ADI non credono che Dio
può costringere un uomo a ravvedersi e credere in Cristo, infatti ripetono
del continuo ‘Dio non costringe nessuno!’. |
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2 Febbraio (Sera) – La scelta sovrana del
Padre di eleggerci è sparita
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Spurgeon,
commentando le parole “ma queste son cose d’antica data’ (1 Cronache 4:22),
afferma: ‘Yet not so ancient as those precious things which are the
delight of our souls. Let us for a moment recount them, telling them over as
misers count their gold. The sovereign choice of the Father, by which he
elected us unto eternal life, or ever the earth was, is a matter of vast
antiquity, since no date can be conceived for it by the mind of man [….] it
was in him (Jesus) that the elect were ordained unto eternal life.’ |
La traduzione è: ‘Eppure non così antiche
come quelle cose preziose che sono la delizia delle nostre anime.
Raccontiamole dettagliatamente per un momento, diciamole di nuovo come gli
avari contano il loro oro. La scelta sovrana del Padre, tramite cui egli
ci ha eletti alla vita eterna, o che la terra fu mai [il significato
dovrebbe essere ‘o tramite cui la terra fu creata’], è una questione di vasta
antichità, dato che nessuna data può essere concepita per essa dalla mente
umana […] fu in lui che gli eletti furono ordinati a vita eterna’. |
Le ADI hanno messo così: ‘Eppure non così
antiche come le cose preziose che rappresentano il diletto della nostra
anima. Per un momento, proviamo a contarle, come gli avari contano l’oro che
posseggono. Il nostro Re, un giorno ci dirà: ‘Venite, voi, i benedetti del
Padre mio; eredate il regno che v’è stato preparato sin dalla fondazione del
mondo’. Il piano di salvezza di Dio per noi risale all’era in cui venne
creata la terra, sono questioni così antiche, che la mente umana non è in
grado di concepire per esse alcuna datazione …… e fu in Lui che ci fu
donata la vita eterna’ (MMS, pag. 71). |
Il discorso di Spurgeon è stato stravolto,
e manca all’appello questa importante frase ‘La scelta sovrana del Padre,
tramite cui egli ci ha eletti alla vita eterna’. E poi la frase ‘fu
in lui che gli eletti furono ordinati a vita eterna’ è stata sostituita con
‘e fu in Lui che ci fu donata la vita eterna’ e questo per evitare a tutti i
costi che i lettori possano collegare queste parole con Atti 13:48: “E tutti
quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero”. |
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5 Maggio (Mattino) – ‘Coloro che Egli ha
scelto’ lo hanno fatto diventare ‘Coloro che Lo hanno scelto’: … ecco il
libero arbitrio delle ADI!
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Spurgeon afferma: ‘The
whole world is God's; the heaven, even the heaven of heavens is the Lord's,
and he reigneth among the children of men; but of those whom he hath chosen,
whom he hath purchased to himself, he saith what he saith not of others—“My
people.” |
La traduzione è: ‘Il mondo intero
appartiene a Dio; il cielo, anzi il cielo dei cieli è del Signore, ed egli
regna tra i figli degli uomini; ma di coloro che Egli ha scelto, che
lui ha comprato per sé stesso, egli dice quello che non dice di altri – ‘Mio
popolo’. |
Le ADI hanno messo così: ‘Il mondo intero
appartiene al Signore, ed Egli regna fra i figli degli uomini; ma per coloro
che Lo hanno scelto, per coloro che Egli ha acquistato per Sé, Egli dice
di essi ciò che non asserisce degli altri: ‘Mio popolo’ (MMS, pag. 254). |
Ritengo che dire che questa manomissione è
scandalosa è dire poco. Questi di ADI Media veramente sono insensati, perché
oltre a far dire a Spurgeon una cosa che non insegnava e non pensava, vanno
sfacciatamente contro la Parola di Cristo che dice: “Non siete voi che avete
scelto me, ma sono io che ho scelto voi” (Giovanni 15:16). Ma d’altronde per
le ADI, è l’uomo che sceglie Cristo e non il contrario, e quindi … avanti con
il libero arbitrio, e che libero arbitrio! |
Esso arriva persino ad invertire il
significato delle parole di Spurgeon! Più libero arbitrio di questo! |
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9 Maggio (Mattino) – La predestinazione non
la sopportano proprio le ADI
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Spurgeon afferma: ‘In
the everlasting settlements of predestinating wisdom and omnipotent decree,
the eye of the Lord Jesus was ever fixed on us’. |
La traduzione è: ‘Nelle risoluzioni eterne
della sapienza che predestina e dell’onnipotente decreto, l’occhio del
Signore Gesù fu sempre fisso su di noi …’. |
Le ADI hanno messo così: ‘Nell’onnipotente
decreto dei patti eterni della sapienza onniscente, lo sguardo del
Signor Gesù fu sempre fissato su noi’ (MMS, pag. 262). |
Ora, è evidente che manca qualcosa, e cosa
manca? Il termine ‘predestina’, che è stato sostituito con ‘onniscente’.
Mancano anche le risoluzioni. E poi la frase è stata impostata male. |
Tutto per non far leggere che Spurgeon
credeva nella predestinazione. |
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12 Giugno (Sera) – ‘Dio ordina a salvezza’
diventa ‘Dio chiama a salvezza’
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Spurgeon afferma: ‘The
Christian is perfectly saved in God’s purpose; God has ordained him unto
salvation, and that purpose is complete’. |
La traduzione è: ‘Il Cristiano è
perfettamente salvato nel proponimento di Dio; Dio lo ha ordinato a
salvezza, e quel proponimento è completo’. |
Le ADI hanno messo così: ‘Il credente è
perfettamente salvato nel proposito di Dio; Egli lo ha chiamato alla
salvezza, e il Suo piano è completo’ (MMS, pag. 331). |
Notate come l’essere ordinati a salvezza è
diventato essere chiamati alla salvezza, e poi come il termine ‘purpose’, che
significa ‘proposito, proponimento’, nel secondo caso è stato tradotto con
‘piano’ che invece in inglese è ‘plan’. |
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29 Luglio (Sera) – Intera meditazione tolta
di mezzo. Sapete cosa riguarda? L’elezione
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La meditazione è sul passo “tutto quel che
il Padre mi dà, verrà a me” (Giovanni 6:37): ‘This declaration involves
the doctrine of election: there are some whom the Father gave to Christ. It involves the doctrine of effectual calling:
these who are given must and shall come; however stoutly they may set
themselves against it, yet they shall be brought out of darkness into God’s
marvellous light. It teaches us the indispensable necessity of faith; for
even those who are given to Christ are not saved except they come to Jesus.
Even they must come, for there is no other way to heaven but by the door,
Christ Jesus. All that the Father gives to our Redeemer must come to him,
therefore none can come to heaven except they come to Christ. |
Oh! the power and
majesty which rest in the words “shall come.” He does not say they have power
to come, nor they may come if they will, but they “shall come.” The Lord
Jesus doth by his messengers, his word, and his Spirit, sweetly and
graciously compel men to come in that they may eat of his marriage supper;
and this he does, not by any violation of the free agency of man, but by the
power of his grace. I may exercise power over another man’s will, and yet
that other man’s will may be perfectly free, because the constraint is
exercised in a manner accordant with the laws of the human mind. Jehovah
Jesus knows how, by irresistible arguments addressed to the understanding, by
mighty reasons appealing to the affections, and by the mysterious influence
of his Holy Spirit operating upon all the powers and passions of the soul, so
to subdue the whole man, that whereas he was once rebellious, he yields
cheerfully to his government, subdued by sovereign love. But how shall those
be known whom God hath chosen? By this result: that they do willingly and
joyfully accept Christ, and come to him with simple and unfeigned faith,
resting upon him as all their salvation and all their desire. Reader,
have you thus come to Jesus?’ |
La traduzione è: ‘Questa dichiarazione
[“tutto quel che il Padre mi dà, verrà a me” (Giovanni 6:37)] implica la
dottrina dell’elezione: ci sono alcuni che il Padre diede a Cristo. Essa
implica la dottrina della chiamata efficace: questi che sono dati devono
venire e verranno; non importa quanto vigorosamente essi possano mettersi
contro di essa, cionondimeno essi saranno trasportati dalle tenebre nella
meravigliosa luce di Dio. Essa ci insegna la necessità indispensabile
della fede; perché anche coloro che sono dati a Cristo non sono salvati se
non vengono a Gesù. Anch’essi devono venire, perché non c’è altra via per il
cielo all’infuori della porta, Cristo Gesù. Tutto quello che il Padre dà al
nostro Redentore deve venire a lui, e quindi nessuno può andare in cielo se
essi non vengono a Cristo. |
Oh la potenza e la maestà che riposano
nelle parole ‘verrà’. Egli non dice che hanno il potere di venire, e
neppure che essi possono venire se essi vogliono, ma che essi ‘verranno’. Il
Signore Gesù per mezzo dei suoi messaggeri, della sua parola, del suo
Spirito, dolcemente e benignamente costringe gli uomini a entrare affinché
essi possano mangiare della cena del suo matrimonio; e questo egli fa,
non attraverso una qualche violazione della capacità dell’uomo di agire
liberamente [in inglese: free agency], ma attraverso la potenza della
sua grazia. Io posso esercitare potere sulla volontà di un altro uomo, e
tuttavia la volontà dell’altro uomo può essere perfettamente libera, perché
la costrizione viene esercitata in una maniera concordante con le leggi della
mente umana. Jehovah Gesù sa come, attraverso ragionamenti irresistibili
rivolti alla ragione, attraverso potenti ragioni che fanno appello agli
affetti, e attraverso l’influenza misteriosa del suo Spirito Santo che opera
su tutti i poteri e le passioni dell’anima, in maniera da sottomettere
l’intero uomo, che mentre una volta era ribelle, egli si arrende gioiosamente
al suo governo, sottomesso dall’amore sovrano. Ma come si conosceranno coloro
che Dio ha scelto? Da questo risultato: che essi volontariamente e
gioiosamente accettano Cristo, e vengono a lui con una fede semplice e non
finta, appoggiandosi su lui come tutta la loro salvezza e tutto il loro
desiderio. Lettore, se tu venuto a Gesù in questo modo?’ |
Le ADI hanno omesso di tradurla, e quindi
non esiste. L’hanno rimpiazzata con una meditazione sulla purezza di cuore,
che fa parte di un altro libro di Spurgeon. E’ ovvio il motivo: perché essa
confuta il loro insegnamento sul perché gli uomini vengono a Gesù. |
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2 Agosto (Mattino) – Un solo passero non
cade a terra senza che Dio lo sappia?
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Spurgeon afferma:
‘Look at Providence! Who knoweth not that not a sparrow falleth to the
ground without your Father?’ |
La traduzione è: ‘Guarda alla Provvidenza!
Chi non sa che neppure un passero cade a terra senza vostro Padre?’ |
Le ADI hanno messo così: ‘Considerate la
Provvidenza! Sappiamo che nemmeno un passero cade al suolo senza che lo
sappia il Padre celeste’ (MMS, pag. 432). |
Guardate che ‘coincidenza’: Spurgeon qua
intende dire che non cade un solo passero a terra |
senza il decreto di Dio, infatti nel suo
sermone intitolato: ‘Forte fede in un fedele Dio’, egli dice: ‘Gettate
tutto su di lui che conta i capelli del vostro capo, e non permette ad un
singolo passero di cadere a terra senza il Suo decreto’ (‘Cast all on him
who numbers the hairs of your head, and suffers not a sparrow to fall to the
ground without his decree’); ma le ADI gli fanno dire una cosa molto diversa!
Da: http://www.iclnet.org/p
b/resources/text/history/spurgeon/web/ss-0009.html |
E poi, guardate quest’altra ‘coincidenza’:
sia la Diodati, che la Nuova Riveduta, che la Nuova Diodati, in Matteo 10:29
traducono che un solo passero non cade a terra “senza il volere del Padre
vostro”. Mentre la Riveduta traduce “senza del Padre vostro”. Ma le ADI hanno
pensato di mettere ‘ … senza che lo sappia il Padre celeste’! |
D’altronde, le ADI non credono che quando
un passero cade a terra, cade per volontà di Dio, o per decreto di Dio; come
ci credeva Spurgeon! E allora hanno ‘scelto’ di tradurre quella frase in
quella maniera! Non potevano mettere neppure come traduce la Riveduta, per
evitare che qualcuno leggesse in quelle parole di Spurgeon un altro eventuale
decreto di Dio! Avevano quattro Bibbie italiane usate in ambito evangelico,
ma nessuna di esse gli andava bene! Giudicate voi. |
E inoltre: avete capito quindi perché hanno
messo ‘senza che lo sappia il Padre celeste’? Per far credere che Dio sa
innanzi che il passero cadrà, ma esso non cade per la Sua volontà! Niente
predeterminazione dunque, ma solo preconoscenza! Siamo alle solite! |
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1 Ottobre (Mattino) – Affermazione sul
ravvedimento sparita
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Spurgeon afferma: ‘Old
sins we must regret, but then we have had repentances which he has given us,
by which we have wept our way to the cross, and learned the merit of his
blood’. |
La traduzione è: ‘Noi dobbiamo rammaricarci
dei vecchi peccati, ma poi noi abbiamo avuto ravvedimenti che Egli ci ha
dato, per mezzo dei quali noi abbiamo pianto sulla nostra strada verso la
croce, ed imparato il valore del suo sangue’. |
Le ADI hanno messo così: ‘Ci rattristiamo
per i vecchi peccati, ma a quel tempo confessammo i nostri errori ed Egli
indirizzò nuovamente il nostro cammino alla croce e ci fece comprendere
il valore del Suo sangue’ (MMS, pag. 552). |
Come potete vedere, le ADI in maniera molto
astuta sono riuscite a far scomparire un concetto biblico che Spurgeon
sosteneva molto, e cioè che il ravvedimento è Dio a concederlo. |
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1 Ottobre (Sera) – Niente grazia ai Suoi
eletti!
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Spurgeon afferma: ‘He
gives grace to his elect because he wills it, to his redeemed because of his
covenant, to the called because of his promise, to believers because they
seek it, to sinners because they need it’. |
La traduzione è: ‘Egli dà grazia ai suoi
eletti perché lo vuole, ai suoi redenti a motivo del suo patto, ai
chiamati a causa della sua promessa, ai credenti perché la ricercano, ai
peccatori perché ne hanno bisogno’. |
Le ADI hanno messo così: ‘Egli dà grazia ai
Suoi redenti, a motivo del Suo patto, ai chiamati, in virtù della Sua
promessa, ai credenti, perché essi la ricercano, ai peccatori, perché ne
hanno bisogno’ (MMS, pag. 553). |
Avete notato che secondo le ADI, Dio dà
grazia ai suoi redenti, ai chiamati, ai credenti, e ai peccatori, ma non agli
ELETTI? Come mai è sparita la grazia agli eletti? Che domanda è questa? E’
ovvio, perché si chiamano eletti, e poi perché Spurgeon dice che la grazia
gli viene data perché lo vuole Dio, e quindi non dipende dalla volontà del
ricevente ma dalla volontà del donatore. E’ veramente scandaloso quello che
hanno fatto le ADI! |
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28 Ottobre (Mattino) – L’alta dottrina
dell’elezione scomparsa: fa paura
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Spurgeon afferma proprio all’inizio commentando
le parole di Gesù “io vi ho scelti di mezzo al mondo” (Giovanni 15:19): ‘Here
is distinguishing grace and discriminating regard; for some are made the
special objects of divine affection. Do not be afraid to dwell upon this high doctrine of
election. When your mind is most heavy and depressed, you will find it to be
a bottle of richest cordial’. |
La traduzione è: ‘Qui c’è una grazia distinta
e un riguardo discriminante: perché alcuni sono fatti l’oggetto
speciale dell’affetto divino. Non avere paura di soffermarti su questa
alta [o importante] dottrina dell’elezione. Quando la tua mente è
maggiormente pesante e depressa, tu troverai che essa sarà una bottiglia del
cordiale più ricco’ |
Le ADI hanno messo così: ‘Qui c’è una
grazia che rivela come i credenti sono l’oggetto speciale dell’affetto
divino. Quando il tuo spirito è pesante e oppresso, troverai che essa sarà
come un balsamo sulle tue ferite’ (MMS, pag. 606). |
Ancora una volta le ADI hanno manomesso le
parole di Spurgeon, per distogliere i credenti dalla dottrina dell’elezione:
la cosa è molto evidente. Veramente scandaloso questo modo di tradurre! |
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8 Novembre (Sera) – Parte sugli eletti e i
non eletti sparita
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Spurgeon afferma: ‘In
like manner it is still discovered who are the Lord’s chosen, and who are
not; for when the gospel comes to some, they fight against it, and will not
have it, but where men receive it, welcoming it, this is a sure indication
that there is a secret work going on in the soul, and that God has chosen
them unto eternal life’. |
La traduzione è: ‘Similmente è ancora
scoperto coloro che sono gli eletti del Signore, e coloro che non lo sono;
perché quando il vangelo giunge ad alcuni, essi combattono contro di esso, e
non lo avranno, ma dove gli uomini lo ricevono, accogliendolo, questa è una
indicazione sicura che c’è una opera segreta che sta andando avanti
nell’anima, e che Dio li ha scelti a vita eterna’. |
Questa parte manca. Doveva trovarsi tra ‘….
ospitare il Redentore’ e ‘e tu caro lettore’ (MMS, pag. 629). |
La ragione di questa omissione è sempre la
stessa: le ADI odiano la dottrina biblica dell’elezione. |
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25 Novembre (Sera) – ‘La dottrina
dell’elezione’ diventa ‘la dottrina della grazia’
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Spurgeon termina la
sua meditazione dicendo: ‘How shall those who are the subjects of divine
election sufficiently adore the grace of God? They have no room for boasting,
for sovereignty most effectually excludes it. The Lord’s will alone is
glorified, and the very notion of human merit is cast out to everlasting
contempt. There is no more humbling doctrine in Scripture than that of
election, none more promotive of gratitude, and, consequently, none more
sanctifying. Believers should not be afraid of it, but adoringly rejoice in
it’. |
La traduzione è: ‘Come adoreranno
sufficientemente la grazia di Dio coloro che sono l’oggetto dell’elezione
divina? Essi non hanno spazio per vantarsi, perché la sovranità lo
esclude nella maniera più efficace. Solo la volontà del Signore è
glorificata, e la sola nozione del merito umano è gettato via nel disprezzo
eterno. Nella Scrittura non c’è una dottrina che umilia più di quella dell’elezione,
nessuna dottrina maggiormente promotrice di gratitudine, e conseguentemente,
nessuna dottrina più santificante. I credenti non dovrebbero avere paura
di essa, ma rallegrasi in essa con venerazione’ |
Le ADI hanno messo così: ‘Come potranno
coloro che sono oggetto della grazia divina adorare a sufficienza il
Salvatore? Non hanno ragione di vantarsi, poiché la salvezza appartiene
all’Eterno, la Sua volontà è glorificata. I meriti umani non possono
nulla. Non c’è nella Scrittura una dottrina più ‘umiliante’ di quella della grazia,
nessuna suscita maggiore gratitudine, nessuna è più santificante’ (MMS, pag.
663) |
Avete notato? Le ADI hanno messo che noi
siamo oggetto della grazia divina invece che dell’elezione divina, e poi
hanno sostituito ‘la sovranità lo esclude nella maniera più efficace’ con ‘la
salvezza appartiene all’Eterno’, e poi hanno sostituito ‘la dottrina
dell’elezione’ con ‘la dottrina della grazia’. Ed infine hanno fatto sparire
‘I credenti non dovrebbero avere paura di essa, ma rallegrasi in essa con
venerazione’, perché le ADI insegnano ai credenti ad avere paura di essa
e a disprezzarla. |
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4 Dicembre (Mattino) – Un popolo eletto?
No, semplicemente ‘un popolo’. E il decreto della predestinazione scompare
|
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Spurgeon afferma: ‘This
should be a great encouragement to try to do good, since God has among the
vilest of the vile, the most reprobate, the most debauched and drunken, an
elect people who must be saved. When you take the Word to them, you do so
because God has ordained you to be the messenger of life to their souls, and
they must receive it, for so the decree of predestination runs.’. |
La traduzione è: ‘Questo dovrebbe essere un
grande incoraggiamento per cercare di fare del bene, dato che Dio ha tra i
più vili dei vili, tra i più reprobi, tra i più dissoluti e i più ubriachi, un
popolo eletto che deve essere salvato. Quando tu porti loro la Parola, tu
fai così perché Dio ha ordinato che tu sia il messaggero di vita per le loro
anime, ed essi la devono ricevere, perché così va [o funziona] il decreto
della predestinazione’. |
Le ADI hanno messo così: ‘Questo dovrebbe
essere un grande incoraggiamento per cercare di fare il bene, poiché tra i
più perversi, tra i più reprobi, i più dissoluti e beoni, Dio possiede un
popolo che deve essere salvato per la potenza dell’Evangelo. Quando
porti loro la Parola, lo fai perché Dio ti ha comandato di essere per loro un
messaggero di vita, ed essi devono riceverla, questo è ciò che Egli ha
stabilito’ (MMS, pag. 680). |
E’ stata tolta una piccola parola, cioè
‘eletto’, ma con un grande significato. Ma le ADI questa parola la detestano,
perché detestano la dottrina dell’elezione. Mentre è stata aggiunta la frase
‘per la potenza dell’Evangelo’. E poi le ADI hanno fatto sparire il decreto
della predestinazione, perché così va o funziona il libero arbitrio delle
ADI! |
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Libro di Myer Pearlman 'Le Dottrine della Bibbia'
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‘Il destino’ viene
sostituito con ‘l’uomo’
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David S. Clarke afferma nella sua introduzione al libro
di Pearlman: ‘The truth about God and
destiny and the way to eternal life can never be unimportant to an immortal
being’ (Myer Pearlman, Knowing the
Doctrines of the Bible, 24esima stampa 2007, Gospel Publishing House,
Springfield, Missouri USA, pag. 7 – da ora in avanti userò la sigla KDB). |
La traduzione è: ‘La verità su Dio, sul destino e sulla via [che mena]
alla vita eterna non può mai essere priva di importanza per un essere immortale’. |
Le ADI hanno messo così: ‘La verità su Dio,
sull’uomo e sulla via che conduce
l’uomo alla vita eterna non può mai essere priva di importanza’ (Myer
Pearlman, Le Dottrine della Bibbia,
Quarta edizione (emendata), ADI-Media, 1996 – Introduzione – da ora in avanti
userò la sigla DDB). |
Ecco sparito ‘il destino’. Perché? Perché
per le ADI non esiste. Poi è stato tolto di mezzo ‘per un essere immortale’. |
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‘Il destino celeste’
diventa ‘la destinazione celeste’
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Pearlman afferma: ‘Human life is a journey from time to eternity, and it matters much
whether one believes that it is an aimless, meaningless journey, or one
planned by man's Maker, and directed to a heavenly destiny’ (KDB, pag.
9). |
La traduzione è: ‘La vita umana è un
viaggio dal tempo all’eternità, e conta tanto se uno crede che si tratta di
un viaggio senza meta e senza significato, o un viaggio pianificato dal
Fattore dell’uomo e diretto ad un destino celeste’. |
Le ADI hanno messo così: ‘La vita umana è
un viaggio dal tempo all’eternità e vi
è una grande differenza tra chi crede che questo viaggio non abbia scopo
né significato e chi, invece, crede che esso è stato progettato dal Fattore
dell’uomo ed ha una destinazione
celeste’ (DDB, pag. 2). |
Il termine inglese ‘destiny’ si deve per
forza tradurre con ‘destino’ e non si può tradurre con ‘destinazione’ che
invece in inglese si dice ‘destination’. Siamo alle solite, le ADI devono far
sparire il termine ‘destino’. |
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L’espressione
‘Provvidenza che domina’ va annacquata perché troppo forte
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Pearlman esibisce come prova dell’esistenza
di Dio l’argomento storico, affermando: ‘Human
history gives evidences of an overruling Providence. (Historical argument.)’
(KDB, pag. 35). |
La traduzione è: ‘La storia umana dà prova
di una Provvidenza che domina
(Argomento storico). |
Le ADI hanno messo così: ‘La storia umana
dà prova di una Provvidenza che regola
tutte le cose (argomento storico)’ (DDB, pag. 25). |
Come potete vedere, il fatto che ci sia una
Provvidenza che domina o governa è stato modificato in Provvidenza ‘che
regola tutte le cose’. Il significato è stato annacquato perché alle ADI dà
fastidio sentire dire che Dio domina la storia umana. |
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Sparita parte
importante sull’argomento storico
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Pearlman afferma: ‘The march of events in the world's history gives evidence of an
overruling Power and Providence. All the history of the Bible was written to
reveal God in history, that is, to illustrate God's workings in human
affairs. "The principles of God's moral government are exhibited in the
history of nations as well as in the experience of men," writes D. S.
Clarke. (Psalm 75:7; Dan. 2:21; 5:21.) "English Protestantism looks upon
the defeat of the Spanish Armada as a Divine intervention. The settlement of
America by Protestant immigrants saved it from the fate of South America and
thereby saved the world for democracy. Who will deny that God's hand is in
all this?" "The history of mankind, the rise and fall of nations,
like Babylon and Rome, show that progress accompanies the use of God-given
faculties and obedience to God's law, and that national decline and decay
follow disobedience." (D. L. Pierson.) A. T. Pierson, in his book, the
New Acts of the Apostles, sets forth evidences of God's overruling providence
in modern missions. Especially do God's dealings with individuals evidence
His active presence in the affairs of men ’ (KDB, pag. 43). |
La traduzione è: ‘La marcia degli eventi
nella storia del mondo prova l’esistenza di una Potenza e Provvidenza che
domina. Tutta la storia della Bibbia fu scritta per rivelare Dio nella storia, cioè per illustrare le operazioni di
Dio negli affari umani. ‘I principi del governo morale di Dio sono
esibiti nella storia delle nazioni come pure nell’esperienza degli uomini’,
scrive D. S. Clarke. (Salmo 75:7; Daniele 2:21; 5:21). ‘Il Protestantesimo Inglese considera la sconfitta dell’Armada
Spagnola come un intervento Divino. L’insediamento degli immigranti
Protestanti in America la salvò dalla sorte del Sud America e a causa di ciò
salvò il mondo per la democrazia. Chi negherà che la mano di Dio è in tutto
ciò?’ ‘La storia dell’umanità, la nascita e la caduta delle nazioni, come
Babilonia e Roma, mostrano che il progresso accompagna l’uso delle facoltà
date da Dio e l’obbedienza alla legge di Dio, e che il declino e la
corruzione nazionale seguono la disobbedienza’ (D.L. Pierson) A. T. Pierson,
nel suo libro ‘I Nuovi Atti degli Apostoli’ mette in evidenza le prove della
provvidenza di Dio che domina nelle missioni moderne. Specialmente il
rapporto di Dio con gli individui prova la Sua attiva presenza negli affari
degli uomini’. |
Le ADI hanno messo così: ‘Il corso degli
avvenimenti nella storia prova l’esistenza di una Potenza e di una
Provvidenza che governa il mondo. Tutta la storia narrata dalla Bibbia è
stata scritta per rivelare Dio e per
illustrare le Sue opere nella storia degli uomini. D.S. Clarke scrive: ‘I
princìpi del governo morale di Dio vengono esibiti tanto nella storia delle
nazioni, quanto nell’esperienza degli uomini’ (vedi Salmo 75:7; Daniele 2:21;
5:21). In particolare, il rapporto che Dio ha con gli individui mostra la Sua
presenza attiva negli affari degli uomini’ (DDB, pag. 30-31). |
Che dire? Le ADI hanno tolto proprio una parte
sostanziosa. Notate poi come le ADI hanno trasformato ‘per rivelare Dio nella storia, cioè per illustrare le operazioni di
Dio negli affari umani’ in ‘per
rivelare Dio e per illustrare le Sue opere nella storia degli uomini’ falsandone
il senso, perché Pearlman sta dicendo che la storia narrata nella Bibbia è
trascritta per rivelare Dio, e spiega cosa vuol dire con questa affermazione,
infatti subito dopo dice ‘cioè ….’, e quindi lo scopo è uno; mentre come
l’hanno messa le ADI ci sono due scopi distinti! |
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Sparite fondamentali
parole concernenti la dottrina della sovranità di Dio
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Pearlman afferma: ‘Observes D. S. Clarke: The doctrine of God's sovereignty is a most
helpful and encouraging doctrine. If we had our choice, which should we choose
- to be governed by blind fate, or capricious chance, or irrevocable natural
law, or shortsighted and perverted self, or a God infinitely wise, holy,
loving and powerful? He who rejects God's sovereignty may take his choice of
what is left’ (KDB, pag. 63). |
La traduzione è: ‘D.S.
Clarke osserva: La dottrina della sovranità di Dio è una dottrina molto utile
ed incoraggiante. Se noi avessimo la nostra scelta [o la possibilità di
scegliere], che cosa sceglieremmo? Di essere governati dal fato cieco, o dal
capriccioso caso, o dall’irrevocabile legge naturale, o dall’io miope e
pervertito, o da un Dio infinitamente
savio, santo, amorevole e potente? Colui che rigetta la sovranità di Dio
può scegliere tra quello che resta. |
Le ADI hanno messo così: ‘Osserva D.S.
Clarke: La dottrina della sovranità di Dio è molto incoraggiante e di grande
aiuto. Se potessimo scegliere, che cosa sceglieremmo? Di essere governati da
un destino cieco, dal caso capriccioso, o da una irrevocabile legge naturale,
o dal nostro io miope e pervertito? Colui che rigetta la sovranità di Dio,
può scegliere tra ciò che rimane’ (DDB, pag. 47). |
Ora, dire che quello che hanno fatto le ADI
è scandaloso è dire poco. Ma come si fa a togliere da questa domanda proprio
l’ultima parte, alla luce della quale ha senso poi l’affermazione finale?
Evidentemente le ADI hanno tolto queste parole per evitare che i lettori
leggessero cosa vuole dire Clarke quando parla della dottrina della sovranità
di Dio; non c’è altra spiegazione, essendo che non credo che si tratti di una
dimenticanza. |
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‘L’atto sovrano di
Dio’ è diventato ‘atto esclusivo di Dio’
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Nel parlare della preparazione umana alla
rigenerazione, Pearlman afferma: ‘Strictly
speaking, man cannot co-operate in the act of regeneration, which is the
sovereign act of God; but he has part in the preparation for the new birth. What is that preparation? Repentance and
faith’ (KDB, pag. 247). |
La traduzione è: ‘A rigor di termini,
l’uomo non può cooperare nell’atto della rigenerazione, che è l’atto sovrano di Dio, ma egli ha una
parte nella preparazione per la nuova nascita. In cosa consiste questa
preparazione? Nel ravvedimento e nella fede’. |
Le ADI hanno messo così: ‘A rigor di
termini, l’uomo non può cooperare nell’atto della rigenerazione, il quale è esclusivo di Dio; ma egli ha una sua
parte nella preparazione per la nuova nascita e questa sua parte è il
ravvedimento e la fede’ (DDB, pag. 196). |
L’atto sovrano di Dio dunque è stato reso
‘atto esclusivo di Dio’ perché le ADI detestano l'uso di parole come
‘sovrano’, ‘sovranità’, ‘atto sovrano’, in relazione alla salvezza o alla
rigenerazione o alla giustificazione. E questo perché per loro la salvezza
dipende dall’uomo o meglio dalla sua volontà e non dalla volontà di Dio, e
quindi non da un atto sovrano di Dio. |
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‘Decretata’ diventa ‘attuata’
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Pearlman afferma: ‘The Cross was a demonstration of the truth that the power of Satan over
the lives of men was broken, and that his complete destruction was decreed. Heb. 2:14, 15; 1 John 3:8; Col. 2:15; Rom.
16:20’ (KDB, pag. 304). |
La traduzione è: ‘La Croce fu una
dimostrazione della verità che la potenza di Satana sopra le vite degli
uomini fu spezzata, e che la sua completa distruzione fu decretata. Ebrei 2:14,15; 1 Giovanni 3:8; Colossesi 2:15;
Romani 16:20’. |
Le ADI hanno messo così: ‘La Croce fu una
dimostrazione della verità che la potenza di Satana veniva spezzata, nella
vita degli uomini, e che la sua completa distruzione (Ebrei 2:14,15; 1
Giovanni 3:8; Colossesi 2:15; Romani 16:20) veniva attuata’ (DDB, pag. 241). |
Il verbo inglese ‘To decree’ significa
‘decretare, ordinare, emettere un decreto’. Ma nelle mani delle ADI cambia
significato e significa ‘attuare’. D’altronde si sa che non nutrono simpatia
verso questo verbo. |
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Il Nuovo Commentario Biblico Illustrato di Merrill F.
Unger
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'L'operare sovrano di Dio' diventa 'la
sovranità di Dio'
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In 1 Samuele 1:1-18, nel commentare la
nascita di Samuele, Merrill afferma: '1-2.
God's sovereign working is seen in the child's birth' (The New Unger’s Bible Handbook, Merrill F.
Unger, revised by Gary N. Larson, Revised and Updated edition 2005, The Moody
Bible Institute of Chicago, pag. 150), che tradotto è: '1-2. L'operare sovrano di Dio si
vede nella nascita del bambino', mentre le ADI hanno messo così: 'vv. 1,2. La sovranità di Dio è evidente nella
nascita del bambino' (Merrill F. Unger – Gary N. Larson, Nuovo Commentario
Biblico Illustrato, ADI-Media, 2009, pag. 150 - NCBI). Notate come Merrill
parla dell'operare sovrano di Dio, mentre loro hanno messo un generale 'la
sovranità di Dio', che però noi sappiamo che loro non la intendono affatto
come la intende la Bibbia. Tutto questo per non far leggere che Dio opera
sovranamente nella vita delle persone. |
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'Sotto la direzione divina' diventa 'sotto
il controllo sovrano di Dio'
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In 2 Cronache 36:22-23 Merrill commenta
così: 'Decree of Cyrus (538 B.C.). See Ezra 1:1-4 in fulfillment of Jer
29:10, under divine direction (Isa 44:28-45:3)' (NUBH, pag. 213), che
tradotto è: 'Editto di Ciro (538 A.C.). Vedi Esdra 1:1-4 in adempimento di
Geremia 29:10, sotto la direzione
divina (Isaia 44:28-45:3), mentre le ADI hanno messo così: 'Editto di
Ciro (538 a.C.). Vedi Esd. 1-4 in adempimento di Ger. 29:10, sotto il controllo sovrano di Dio
(Is. 44:28-45:3)' (NCBI, pag. 213). |
Avete notato? 'Sotto la direzione divina' è
diventato 'sotto il controllo sovrano di Dio'. Perchè questo? Perchè loro non
credono che sia Dio a dirigere gli eventi nel mondo, in quanto per loro Dio
li controlla e basta! |
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Sparita la potenza irresistibile di Dio
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Sempre in merito al re Ciro, in Isaia
41:25-29, dove c'è la predizione su Ciro, Merrill dice: 'The Lord Himself
produces proof of His sole deity. He
alone has irresistible power to effect Cyrus's rise, and infallible foresight
to foretell it over a century and a half in advance' (NUBH, pag. 272), che
tradotto è: 'Il Signore stesso fornisce prova della Sua unica Divinità. Lui solo ha la potenza irresistibile per effettuare [o
causare] l'ascesa di Ciro, e l'infallibile
prescienza per predirla oltre un secolo e mezzo prima', mentre le ADI hanno
messo così: 'Il Signore stesso fornisce prova della Sua Deità. Soltanto
l'Eterno può far sorgere Ciro, e
soltanto Lui possiede la prescienza per la quale può preannunciarlo con oltre
un secolo e mezzo d'anticipo' (NCBI, pag. 272). |
Notate come sia sparita la potenza
irresistibile di Dio, e l'aggettivo 'infallibile' in relazione alla
prescienza di Dio. Questo ovviamente perchè le ADI non sopportano che si
parli in questa maniera di Dio, perchè lo fanno apparire come un Dio che
domina o determina gli eventi, mentre le ADI presentano Dio come uno che
controlla gli eventi! |
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La storia scritta in anticipo è sparita
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In Isaia 21:1-10 Merrill afferma in merito al
giudizio di Dio contro Babilonia: 'This
event was some two centuries in the future, but the prophet envisioned the
Persian conquerors advancing. Such
is the accurancy of the prophetic word, history prewritten'
(NUBH, pag. 264-265), che tradotto è: 'Questo evento era circa due secoli
lontano nel futuro, ma il profeta
previde i conquistatori Persiani avanzare. Tale è l'accuratezza della parola profetica, la storia scritta in
anticipo', mentre le ADI hanno messo così: 'Questo evento si sarebbe
verificato circa due secoli dopo' (NCBI, pag. 264), omettendo dunque una
parte importante del discorso di Merrill, che siccome non va d'accordo con il
pensiero ADI era meglio togliere di mezzo! |
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Sparita la sovranità divina di Cristo
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In Apocalisse 10:1-6 Merrill commenta
dicendo tra le altre cose: 'His oath that 'there will be no more delay' shows
Christ's divine sovereignty and control in these matters of judgment, 6'
(NUBH, pag. 675), che tradotto è: 'Il suo giuramento che 'non ci sarà più
indugio' mostra la sovranità divina di
Cristo e il suo controllo divino in queste questioni di giudizio, 6',
mentre le ADI hanno messo così: '...il quale giura che: 'Non ci sarebbe più
indugio' (Gr. non ci sarebbe più tempo),
nel senso che il piano di Dio per
l'umanità deve ora necessariamente adempiersi (in contrasto a 6:11)'
(NCBI, pag. 675). |
Anche qui è evidente che le ADI hanno
voluto far sparire la sovranità divina sugli eventi che accadono sulla terra. |
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'Il destino' diventa 'il compito'
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In Apocalisse 12:5, Merrill in merito al
figlio maschio afferma: 'The male child. Four things are declared: (1) His birth, 5a; (2) His
destiny, 5b, which is to break His foes to pieces (Ps 2:9) ....' (NUBH,
pag. 677), che tradotto è: 'Il figlio maschio. Quattro cose sono dichiarate:
(1) La sua nascita, 5a; (2), il Suo
destino, 5b, che è quello di fare a pezzi i Suo nemici (Ps 2:9) ....', mentre
le ADI hanno messo così: 'Il figlio maschio. Sono descritti quattro eventi:
(1) la sua nascita, v. 5a; (2) il Suo
compito, v. 5b, che è quello di distruggere i Suoi nemici (Sal. 2:9)
....' (NCBI, pag. 677). |
Ecco come nelle mani delle ADI il destino
di qualcuno diventa il suo compito! |
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'Predestinato' diventa 'preannunciato'
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In Apocalisse 20:10 Merrill commenta la
fine che farà Satana dicendo: 'Satan's predestined judgment (Gen 3:15) is now
executed' (NUBH, pag. 686), che tradotto è: 'Il predestinato giudizio di Satana ora viene eseguito', mentre le
ADI hanno messo così: 'Il giudizio preannunciato
su Satana (Gen. 3:15) viene ora eseguito' (NCBI, pag. 687). La differenza tra
predestinato e preannunciato è enorme, ma le ADI all'occorrenza riescono pure
a sostituire il verbo predestinare con preannunciare! |
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Conclusione
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Qualcuno forse - dopo questa lunga lista di
manipolazioni - mi domanderà: 'Ma allora anche la decisione di alcuni nelle ADI
di manipolare quei libri è stata presa per volere di Dio?' Certo, affinchè
sia manifestata la loro insensatezza e la loro astuzia, e gli uomini accorti
possano diventare savi. Questo comunque non li discolpa e non li giustifica,
perchè chi fa il male porterà la pena del male che ha compiuto: questo è
quanto insegna la Scrittura. |
La
Scrittura insegna infatti che quantunque Dio si usi anche di persone
malvagie, bugiarde, disoneste, furbe e sleali, per adempiere i suoi disegni,
queste non sono giustificate da Dio perché è scritto: “La malvagità farà
perire il malvagio” (Salmo 34:21). |
Quando
parliamo della sovranità di Dio noi non addebitiamo a Dio niente di male
fatto, e niente di ingiusto; il male va addebitato a colui che lo fa anche se
questo lo fa per volontà di Dio e non può essere addebitato a Dio perché egli
è giusto. Certo è che Dio agendo in questa maniera si è sempre attirato delle
critiche da parte degli uomini, però è bene ricordare che Dio, non importa
quanto irragionevole ed assurdo possa sembrare il suo modo di agire, rimane
sempre vincitore quando viene giudicato. Basta pensare alle critiche che
Giobbe rivolse a Dio in mezzo alla sua afflizione per rendersi conto di
questo. Giobbe era un uomo giusto e integro, che temeva Dio e fuggiva il male
eppure Dio si levò contro di lui per rovinarlo senza motivo (lo disse Lui
stesso a Satana in questi termini: “Egli si mantiene saldo nella sua
integrità benché tu m’abbia incitato contro di lui per rovinarlo senza alcun
motivo” Giobbe 2:3). Che male aveva fatto Giobbe per meritare tutte quelle
sofferenze che gli piombarono addosso all’improvviso? Nessuno, eppure Dio si
mise contro di lui. Giobbe difese la sua integrità davanti a Dio accusando
Dio di essere ingiusto nei suoi confronti comportandosi così. Agli occhi di
molti avrebbe potuto sembrare un discorso assennato quello di Giobbe perché
non faceva altro che difendersi da un attacco che non aveva ragione di essere
scagliato da Dio contro di lui (umanamente parlando), però le sue parole non
piacquero affatto a Dio che riprese Giobbe severamente. Fu solo quando Dio lo
riprese che Giobbe riconobbe che aveva parlato male e per questo si pentì
infatti disse: “Io riconosco che tu puoi tutto, e che nulla può impedirti
d’eseguire un tuo disegno. Chi è colui che senza intendimento offusca il tuo
disegno? Sì, ne ho parlato; ma non lo capivo; sono cose per me troppo
maravigliose ed io non le conosco. Deh, ascoltami, io parlerò; io ti farò
delle domande e tu insegnami! Il mio orecchio aveva sentito parlar di te ma
ora l’occhio mio t’ha veduto. Perciò mi ritratto, mi pento sulla polvere e
sulla cenere” (Giobbe 42:1-6). |
Dio
ancora una volta rimase vincitore; neppure le parole di un uomo integro e
retto come era Giobbe riuscirono a scalfire la giustizia di Dio. Leggendo il
libro di Giobbe, dall’inizio alla fine, riconosciamo che chi sbagliò a
parlare fu Giobbe e non Dio, ed anche
che Dio è giusto e che non commette ingiustizie di nessun genere anche se
apparentemente alcune volte sembri proprio il contrario. |
Spesso
non si intende il motivo per cui Dio agisce in una particolare maniera
mentre lo si vede operare ‘contro di noi’;
siamo tentati a pensare che Egli sia diventato nostro nemico benché
siamo rimasti nei sentieri di giustizia; che Egli si sia messo a odiarci
benchè noi lo continuiamo ad amare; però quando il suo disegno ci è fatto da
lui conoscere allora dobbiamo riconoscere che Egli ha agito in maniera giusta
verso noi. |
Concludo, dunque, esortando tutti i
fratelli che frequentano Chiese ADI, a rigettare questo falso insegnamento
delle ADI che presenta un Dio fatto a loro immagine e somiglianza, in quanto
è un Dio che anzichè un sovrano che domina è un sorvegliante che controlla. |
La Bibbia infatti presenta Dio come Colui il
cui Regno signoreggia su tutto (Salmo 103:19), come Colui che "domina
sul regno degli uomini" (Daniele 5:21), come Colui che opera tutte le
cose secondo il consiglio della propria volontà (Efesini 1:11), e tra queste
cose c'è pure la caduta a terra di un solo passero (cf. Matteo 10:29); come
Colui che "fa tutto ciò che gli piace, in cielo e in terra, nei mari e
in tutti gli abissi" (Salmo 135:6), ed ancora come Colui che afferma:
"Ricordate il passato, le cose antiche: perché io son Dio, e non ve n’è
alcun altro; son Dio, e niuno è simile a me; che annunzio la fine sin dal
principio, e molto tempo prima predìco le cose non ancora avvenute; che dico:
‘Il mio piano sussisterà, e metterò ad effetto tutta la mia volontà’; che
chiamo dal levante un uccello da preda, e da una terra lontana l’uomo che
effettui il mio disegno. Sì, io l’ho detto, e lo farò avvenire; ne ho formato
il disegno e l’eseguirò" (Isaia 46:9-11), e Colui da cui "dipendono
chi è ingannato e chi inganna" (Giobbe 12:16 - Nuova Diodati); e quindi
un Dio senza il cui volere non accade proprio niente nell'intero universo. |
Mentre le ADI hanno sconvolto l'immagine di
Dio, presentandolo come un Dio spettatore degli eventi, una specie di
sorvegliante dell'universo dove fa fare agli uomini quello che vogliono e li
controlla, anzichè presentarlo per quello che Egli è, cioè il creatore e
dominatore degli eventi, sia di quelli buoni che di quelli cattivi, che Egli
opera per mandare ad effetto i suoi disegni. E questo è grave, molto grave. |
Fratelli, la nostra esistenza è composta da
un enorme numero di eventi, che neppure noi riusciamo a tenere a mente tutti,
tanto sono numerosi e vari. E tutti sono collegati fra di loro in una maniera
o nell’altra perché fanno parte di quel piano di Dio verso la nostra vita da
lui prestabilito e che si va realizzando pian piano. E’ come un puzzle che
prende via via forma, man mano che si uniscono i
suoi pezzi; è come un quadro che tocco dopo tocco prende l’aspetto che ha
deciso di dargli il pittore. E così nella nostra vita la mano di Dio è
all’opera per realizzare il disegno benevolo che Dio ha formato per noi. Sì,
benevolo perché alla fin fine Lui ci farà sempre del bene anche se di esso
fanno parte dei brutti eventi che però abbiamo la certezza che lui convertirà
in bene come nella storia di Giuseppe il figlio di Giacobbe. |
Non ci preoccupiamo quindi quando ci
succedono le cose più ingiuste e strane; perseveriamo nella fede e nel timore
di Dio, cercando sempre di non fare male alcuno al prossimo, vegliamo e
preghiamo, e accettiamo dalla mano di Dio sia il bene che il male che Lui ci
ha destinato. |
A Dio sia la gloria ora e in eterno. Amen. |
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La grazia del nostro Signore Gesù Cristo
sia con tutti coloro che lo amano con purità incorrotta |
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Giacinto Butindaro |
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Roma, 8 Marzo 2011 |
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